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09 - ForTIC E' FINITO. W ForTIC (The Last) Questo ultimo intervento è dedicato a Raimondo Bolletta. Come posso infatti non cospargermi il capo di cenere di fronte ai dati che sono lì, sul cruscotto dell’Invalsi, tutti belli esposti a tutti a mostrare quanto bella è stata l’esperienza di ForTic in tutt’Italia? Non sto qui a riassumerli. Raimondo sa ben fare il suo mestiere. Ed ha rappresentato con tabelle e grafici tante di quelle elaborazioni, di default ed ulteriori, fattoriali e di cluster, da mettere un povero prof di lettere come il sottoscritto in un angolo. MI ARRENDO! E con me penso debbano arrendersi anche quei 310 (57%) colleghi che alla mia secca domanda “Alla luce dell’esperienza d’aula, reale e virtuale, ritenete di aver fatto bene a partecipare a ForTic?” han risposto un secco NO. Su Cruscotto invece ben altro quadro: quasi il 30% dei corsisti assegna un bell’8 a ForTic. I voti insufficienti sono nemmeno il 15% … Ma che ne possono i nostri 540 lettori se non rappresentano un campione statistico dell’universo dei docenti italiani partecipanti a ForTic? Penso nulla, se non di avermi seguito in un filo di ragionamento avviato e condotto per otto passi in questa rubrichetta online. Quindi, cari lettori, andate a vedere quanto siete anomali rispetto ai colleghi che hanno invece detto quello che qui http://monfortic.invalsi.it/pagine/elab/feed/VALUT_FIN_APR_04_.HTM è ben illustrato, come dicevo prima.
Ma, caro Raimondo, mi arrendo come minoranza, non certo perché ritengo di aver avuto torto nel sostenere le tesi proposte in questa rubrica. Ed anche voi, cari lettori, mi raccomando. Non pensiate che le cose che avete visto in aula, o in rete, attorno alla vostra esperienza di ForTic siano stati travisamenti, giramenti di testa, scherzi della vista che si indebolisce con l’età. Penso invece che i docenti italiani siano riconoscenti a ForTic solo perché attraverso la rete hanno potuto infrangere quel muro del silenzio in cui erano immersi. Perché attraverso i forum nazionali hanno scoperto la comunicazione in rete, perché con l’aiuto di un bravo tutor per caso loro capitato in aula hanno scoperto che usare un computer non è poi quella cosa così astrusa che prima pensavano. Ed allora la linea del pragmatismo ha vinto. Perché si sa, di fronte alla fame di formazione anche un tozzo di pane appare prelibato. Da 8!
Concludo qui questa rubrica. Ma debbo esprimere due sentiti ringraziamenti. Il primo a Dario Cillo, che con EdScuola continua a dare supporto a chi la rete e la scuola la conosce da tempo, e non ha dovuto attendere ForTic. EdScuola ha tracciato la rotta su Internet oggi percorsa dal MIUR, da Case Editrici dallo storico nome, dalle riviste scolastiche sino ad ieri in “abbonamento postale”. Io non lo dimentico. Il secondo a Giovanni Marcianò. Anche se da posizioni diverse abbiamo condiviso alcune riflessioni, in un confronto spassionato e libero. Ho letto il suo prossimo intervento a Didamatica (http://www.expoe-learning.net/expo2004/tavola_rotonda_conclusiva.pdf). Ha ragione. Il pragmatismo del direttore Musumeci, di Bolletta e di Biondi, dei referenti regionali che hanno - come lui - voluto a tutti i costi che ForTic, un progetto mperfetto, si svolgesse al meglio, ha avuto successo. Specialmente se rapportato a cos’è oggi - in Italia - l’e-learning universitario!
Finisce qui ForTic. Ma, se Dario vuole, non smetterò di dare ad EdScuola il mio modesto contributo, ve lo prometto. C’è un tema che mi fa pensare molto, da un po’: la riforma. E non è detto che non mi venga voglia di dire la mia. Al solito: spassionatamente, senza reverenziali timori.
Stefano Tommaso Donati
(*) Educazione&Scuola ha pubblicato da: Stefano Tommaso Donati - Computer a scuola: assente! Vent’anni di vani tentativi di introdurre le nuove tecnologie nella scuola italiana dedicato a Clifford Stoll, l’eretico high-tech – Lecce 2002, per gentile concessione dell’autore:
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