... nacque un piccolo cangurino, che loro chiamarono Poldino. Bruttino e pelato, ma i genitori lo trovarono bellissimo, lo baciarono teneramente e provarono a infilarlo nell'improvvisato marsupio. Purtroppo nel marsupio Poldino non entrava proprio, con una delle zampe posteriori aveva riempito l'artistica capannina. A quella vista Enrichetta, disperata, cominciò a piangere e a lamentarsi.

A quei singhiozzi Faustina, una bruna echidna dal muso allungato e sottile, con il suo piccolo nell'infossatura ventrale che formava un marsupio temporaneo, si avvicinò e rincuorò la cangura in lacrime.

"Non piangere Enrichetta, perché non ti rivolgi al ragno Severino, affinché ti tessa una borsa? Fagli prendere le misure di Poldino e vedrai che Severino non sbaglierà!"

"Mi sembra una buona idea - intervenne Agenore - mentre la lacrimosa Enrichetta contemplava con un poco di invidia il marsupio dell'echidna Faustina, nel quale trovava sicuro e caldo rifugio il piccolino. E pensare che l'echidna Faustina era un cosino lungo circa trenta centimetri, e lei così grande e grossa...

A queste tristi considerazioni sulla propria pochezza, riprese a singhiozzare forte, ma il marito con energia: "Qui non c'è tempo da perdere - dichiarò - vado a chiamare il ragno Severino". E si allontanò a gran balzi, tornando di lì a poco con il ragno Severino, saldamente attaccato al collo.

"Caro mio, mi hai fatto sudare! Con quei salti temevo di essere scaraventato a terra da un momento all'altro! - esclamò quest'ultimo e soggiunse - Vediamo un po' di prendere bene le misure e di fare un buon lavoro". E si mise all'opera con gran lena.

Severino era un vecchio ragno molto saggio, grosso e peloso, di un colore grigio scuro, famoso tappezziere aveva ornato molte abitazioni dei dintorni con tendaggi e cortine varie, aveva fissato amache aeree, tessuto arazzi finissimi, gran lavoratore, non stava un attimo senza fare nulla. Anche questa volta cominciò a produrre la sua rinomata tela che aveva un solo difetto: era tutta dello stesso colore cenerino, un poco monotono.

"Mi raccomando Severino - pregò la tremebonda Enrichetta - fallo robusto, il marsupio".

"Non temere - rispose quello - farò una triplice rete, che reggerà meglio il peso". E così tessendo e annodando e sovrapponendo rete su rete, costruì una borsa con i lacci, fissandola alla cintura di Enrichetta.

Agenore pose Poldino nel marsupio e questa volta la misura era perfetta, il piccolo ci stava comodo comodo e, rincuorato, sporse fuori la testina. La cangura, al massimo della gioia, fece un balzo, uno dei suoi balzi alti due metri e lunghi sette, ma ...

 

1 soluzione

Si sfondò il marsupio.

2 soluzione

Enrichetta finì in una trappola per canguri.

3 soluzione

Enrichetta fu investita da una macchina.

 Puoi scegliere la soluzione che vuoi, ma solo una ti farà proseguire la storia.

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