... dovette frenarsi immediatamente alla voce gemente di Poldino che esclamò: "Mamma, ma io cado!" Ed era vero, purtroppo! Nel salto vigoroso, il peso del pur piccolo Poldino aveva sfondato il marsupio e i due piedoni posteriori pendevano pericolosamente al di fuori. A quella vista i due costernati genitori piansero il loro dolore con alti lamenti.

Udendo tale strepito, Evaristo, l'uccello lira, che se ne stava appartato nel folto del bosco, essendo di carattere un poco introverso, come è tipico degli studiosi di gran rango, accorse, chiedendo cosa stesse succedendo. L'echidna Faustina lo informò circa le peripezie dei canguri, mentre il ragno Severino, mortificato per l'insuccesso della sua volenterosa opera, si allontanava malinconicamente.

Evaristo ascoltò con attenzione il racconto di Faustina e si mise con impegno a pensare al modo di risolvere il problema. E mentre pensava, metteva in mostra la sua vistosa coda di sedici penne: le due piume esterne ricurve facevano sembrare la coda stessa proprio simile a uno strumento musicale, la lira appunto. Essendo egli un importante ricercatore, poiché studiava infatti le voci degli altri uccelli e sapeva imitarne i trilli, si sentiva investito di un sacro compito: aiutare gli amici nella loro disgraziata situazione. Però, pensa e ripensa, non ne veniva a capo di nulla, finché l'idea geniale arrivò alla sua mente creativa: "Andrò a chieder aiuto alla bimba Mariettina".

La bimba Mariettina abitava nel villaggio vicino alla foresta; ogni giorno, durante le sue passeggiate, incontrava Evaristo ed erano diventati buoni amici. Era veramente una bambina speciale: amava gli animali a tal punto, da comprenderne il linguaggio.

L'uccello lira, grosso quasi come un pollo, un po' volando, un po' correndo, giunse col fiatone alla casa di Mariettina e le raccontò ogni cosa. La piccola prese il cesto da cucito della sua mamma e seguì Evaristo fino al gruppo della sconsolata e desolata famiglia di canguri.

Mariettina .........