Ecco i consigli che l'Antistrust dà agli utenti:
- Visibilità. La pubblicità dev'essere
sempre ben riconoscibile, nel senso che è obbligatorio segnalare gli stacchi pubblicitari
al cinema, alla tv e alla radio con una scritta o una sigla musicale.
- Testimonial. Giornalisti, personaggi dello
spettacolo o della scienza, ecc. dovrebbero, in linea di principio, rimanere estranei agli
interessi delle imprese.
- Mezzi di comunicazione. I messaggi
maggiormente denunciati risultano quelli su mezzi cartacei (specie i postali), ma anche i
telefonici.
- Product placement. Occorre fare attenzione
ai messaggi che ripropongono più volte l'immagine o la citazione di un prodotto senza
motivo apparente durante una trasmissione.
- Settori. Le categorie coinvolte in casi di
pubblicità ingannevole sono praticamente tutte. In pole-position i maghi (col 94% dei
messaggi denunciati riconosciuti colpevoli); seguono gli istituti privati di istruzione,
le società di vendita per corrispondenza, le imprese di cosmetica, telematica, editoria e
commercio.
- Garanzia. L'utilizzazione di questo termine
nelle inserzioni pubblicitarie è vietata se non è seguita da chiarimenti che ne
illustrino con chiarezza le modalità.
- Minori. La legge vieta i messaggi che
influenzano i bambini abusando della loro credulità e inesperienza. Sono considerati
ingannevoli anche gli spot che possono creare senso di colpa negli adulti se non
acquistano il prodotto per il bambino.
- Salute e sicurezza. La pubblicità di
prodotti che possono arrecare danni alla salute e alla sicurezza dei consumatori deve dare
loro avvertenza in modo che non vengano trascurate le basilari regole di prudenza.
- Qualità. Il tipo di inganno più segnalato
è quello relativo alle caratteristiche del bene pubblicizzato.
- Denuncia. Ogni cittadino può segnalare
casi di pubblicità che ritenga ingannevole al seguente indirizzo: Autorità
garante della concorrenza e del mercato - Uff. pubblicità ingannevole, v. Liguria, 26 -
00187 Roma (tel. 06/481621; fax 06/48162256).
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