LA PUBBLICITÀ INDIRETTA

L'utente non crede alla pubblicità come il bambino non crede a Babbo Natale. Ma questo non gli impedisce di aderire a una situazione infantile interiorizzata e di comportarsi di conseguenza. J. Baudrillard

  • La pubblicità ci insegue con il tam tam dei suoi messaggi e con grappoli (cluster in gergo) di spot e di immagini multicolori, facilmente riconoscibili. Quando vuol farlo in modo più sottile e velato ricorre alla pubblicità indiretta, espressa in diverse formule: 

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  1. La "Pubblicità redazionale": compare su giornali e riviste come un normale articolo di informazione, imitando l’impaginazione e la grafica degli altri articoli. Il "pezzo" cita continuamente un prodotto o elogia l'iniziativa di una azienda. 
  2. La "Pubblicità cinematografica": appare nei films e serials televisivi, in cui sono volutamente inquadrati o ripetuti il nome di un determinato prodotto (il pacchetto di sigarette che l'attore gira tra le mani, la marca di liquore posato sul tavolo). 
  3. La "pubblicità proibita": reclamizza un prodotto vietato dalla legge. E’ il caso delle sigarette: non potendo, in Italia, far pubblicità esplicita di esse se ne parla indirettamente scrivendo il loro nome su capi di abbigliamento, su località turistiche, auto da corsa, safari avventurosi ("Marlboro adventure team '87. Vieni e scopri il Marlboro Country". Kim e Camel Trophy). 
  4. La "sponsorizzazione": un’azienda finanzia attività di tipo culturale (l'Olivetti ha sovvenzionato il restauro dei cavalli di bronzo di Venezia; la Banca Sanpaolo il Museo Egizio di Torino), ambientale (il Metano dà una mano al Parco nazionale di Cogne), sportive (una squadra di calcio, di ciclismo, di basket), o ricreative (un programma televisivo: Dash a Fantastico, Standa a Domenica in). In cambio, ovviamente, la società ha un grande lancio pubblicitario e vede crescere la propria immagine e, di conseguenza, le proprie vendite. 
  • Una pubblicità indiretta è sicuramente, tra i diversi tipi di pubblicità, la più subdola e quindi la più pericolosa. Se una comunicazione pubblicitaria è chiaramente riconoscibile, chi la riceve sa ciò che ha davanti. La può, quindi, rifiutare o accettare, criticare o ammirare. Ma se la forma sotto cui si presenta è nascosta dietro una buona azione (il restauro di un palazzo o monumento) o tra i lustrini di una trasmissione di intrattenimento, risulta molto più difficile da riconoscere e più facile da assimilare senza rendersene conto.

testo tratto da Mondoerre, n. 56


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