1. Sono un insegnante di lettere e non capisco come una rubrica possa essere dedicata ai fondamenti dell'Informatica. Non risulta un pò offensivo proporre ai docenti argomenti che immagino siano per principianti? I principi di una materia qualsiasi non danno corpo a discorsi banali, al contrario chiariscono le ragioni di fondo, offrono una visione complessiva, guidano valutazioni e scelte, permettono un insegnamento più completo ed esauriente.

L'informatica è una scienza giovane ed i suoi principi generali sono alquanto incerti. La colpa di questa incertezza non è di Rossi o di Bianchi, né della scuola né dell'Italia arretrata ma è una situazione generale, presente dovunque dovuta alla giovane età di questo settore.

La storia insegna che in altre discipline successe qualcosa di simile nei secoli passati. Ad esempio l'alchimia in antico ignorava le nozioni di base e non era ancora la scienza chimica che oggi conosciamo. Dunque i tecnici del software come gli alchimisti del passato sono talora un pò arruffoni; i programmi qualche volta sembrano la pietra filosofale; ci sono soluzioni meravigliose ed anche tanto pressappochismo come nell'antica alchimia appunto.
 

Con questa rubrica si vuole rispondere alla curiosità dei lettori sui temi più vari ed anche si tende ad illustrare le idee che ne sono alla base. Le risposte vorrebbero giustificare all'intelletto le soluzioni tecniche che spesso vengono proposte come dati di fatto, mentre la mente ne chiede le ragioni.

I fondamenti infatti aprono le porte ad un apprendimento approfondito sul piano intellettuale.  Aiutano chi vuol capire la materia senza sentirsi costretto a "smanettare". Gli evitano i dettagli operativi perché la macchina lo incuriosisce esclusivamente sul piano culturale oppure gli richiede decisioni come il dirigente scolastico che deve fare un investimento informatico.

Dopo le positive reazioni ad una prima rubrica sperimentale presentata da Educazione&Scuola, abbiamo avviato questa nuova iniziativa indirizzata ai docenti ed ai dirigenti scolastici, nonché ovviamente agli studenti.

 

 

anno 1999


Quando un segnale discreto percorre una lunga distanza è soggetto a deformarsi e diventare irriconoscibile. Per ovviare a questa difficoltà, il segnale viene modulato cioè gli viene data una forma opportuna prima della partenza per essere ripristinato all'arrivo nella versione originale.

La
modulazione viene applicata ai segnali binari ed anche ai segnali radio [chi non conosce la banda FM (=modulazione di frequenza) della radio ?], a quelli televisivi ecc.

La modulazione digitale parte da un'onda sinusoidale (chiamata onda portante) che si modifica a seconda del segnale originario che è un'onda quadra.



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Fig. 1 - Onda quadra

In sostanza l'onda portante viene deformata - cioè viene modulata - per rappresentare il bit 1 ed il bit 0.

La modulazione segue tre metodi base a seconda se viene deformata l'ampiezza, o la frequenza oppure la fase della portante. La seguente figura illustra sinteticamente come funzionano.



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Fig 2 - Tre modulazioni di base

In particolare:

-  Il primo esempio è la modulazione di ampiezza di "010100". L'ampiezza dell'onda aumenta per indicare il bit 1; rimane la stessa per lo zero.

-  Il secondo è la modulazione di frequenza di "01001". La frequenza della portante aumenta per indicare il bit 1; rimane la stessa per lo zero.

-  Il terzo è la modulazione di fase di "001010". La fase dell'onda si inverte per indicare il bit 1; rimane la stessa per lo zero.

 

 

anno 1999

2. Che cos'è la modulazione?

3. Perché
si deve
comperare
il modem
per collegarsi
ad internet?
Il modem modula i segnali in uscita dal computer e li demodula cioè riporta alla primitiva forma i bit segnali che provengono dalla rete. Il termine "modem" deriva da modulator/demodulator ed indica esattamente il suo lavoro.

Che cosa sia la modulazione è stato spiegato alla domanda 2, poco sopra in questa pagina, e dunque sembrerebbe tutto chiaro.Colpisce però che il modem abbia uno spazio, una importanza sproporzionata la quale suscita qualche perplessità in coloro che guardano criticamente le soluzioni tecnologiche. Mi spiego.

L'elettronica integra funzioni complicatissime in un piccolo chip. Un intero processo viene racchiuso in un microscopico circuito dunque c'era da spettarsi che il modem venisse realizzato con un minuscolo chip, nascosto e confuso insieme a tutti gli altri. Ed invece non è così. Il modem è un apparecchio alquanto grande che si compra a parte oppure se è integato nel personal deve essere comunque ben visibile e distinguibile. Perché?

Da quanto si è visto le ragioni non possono essere di tipo tecnico, ma hanno una diversa origine.
Quando un dispositivo privato si collega ad una struttura pubblica si pone il preciso problema di stabilire dove passa la linea di confine tra le due proprietà. Il confine determina i limiti delle rispettive responsabilità ed è particolarmente importante in quanto le due zone ricadono sotto leggi e norme diverse. Il problema è bene noto, ad esempio, per chi fruisce dell'energia elettrica. Sappiamo che il contatore della luce è l'ultimo elemento della proprietà Enel a partire dal quale cominciano le responsabilità del privato. Lo stesso criterio viene seguito nell'erogazione dell'acqua e del gas.
Nella trasmissione dati dove finisce la rete pubblica e comincia la proprietà del privato? Dove finisce l'infrastruttura ed iniziano i circuiti del mio calcolatore?

La proprietà privata viene delimitata dal segnale rettangolare che può percorrere solo piccole distanze, quella pubblica viene attraversata dai segnali modulati che coprono ampi spazi dunque il dispositivo di confine tra le due zone è il modem. Per tale ragione esso è ben evidente anche se i suoi compiti sono modesti.

 

 

anno 1999


Nel passato avevamo spiegato la struttura del computer e provocatoriamente avevamo aggiunto che le sue unità non rassomigliano affatto alle parti di un

"tritacarne".....

 

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Dopo aver letto tale premessa il lettore intenderà come le unità che compongono il computer non abbiano ruoli paritetici. Nell'unità centrale risiedono i programmi ed i controlli che garantiscono il funzionamento di tutto il sistema in condizioni normali ed in quelle anomale, mentre le periferiche si limitano a tradurre la forma fisica delle informazioni. Ci sono funzioni condizionanti e funzioni condizionate, per cui resta comodo riassumerle secondo una gerarchia. La figura dice che le periferiche dipendono dall'unità centrale la quale si trova al vertice.



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Nei nostri personal le periferiche si trovano vicine all'unità centrale. Quando le periferiche vengono spostate a chilometri di distanza esse diventano terminali i quali seguono la stessa logica e formano necessariamente una rete gerarchica.



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Le prime reti per computers erano monocentriche cioè gerarchiche. Anche oggi esse hanno una importanza non trascurabile. Tutte le elaborazioni ed i controlli dipendono dall'host mentre il terminale non può fare alcunché senza il suo permesso. Si ha una precisa gerarchia la quale è perfettamente consona alle necessità di controllo interne di una azienda, ad una organizzazione e ad un istituto.

Internet invece è formato da tanti host i quali per definizione sono paritetici e non soggiacciono alle dipendenze di alcuno. La rete policentrica ha una struttura assai diversa dalla precedente, ed offre come primo vantaggio la possibilità di colloquiare liberamente.



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Ci sono anche lati negativi però. Internet, non avendo un vertice cioè un organo di controllo centralizzato, non è controllabile per via meccanica, come invece è la rete monocentrica. Dunque le due reti vengono scelte a seconda degli scopi che si vuol raggiungere. Ad esempio una banca per avere la massima sicurezza nei suoi movimenti interni sceglierà ancora la rete gerarchica, mentre per comunicare con altre banche ulizza la policentrica Internet.


 

anno 1999

4. Quando una rete telematica è "gerarchica"? Perché internet non lo è ? Quali vantaggi ne vengono ?

5. Lei ha
affermato che
la gerarchia è
insita alla natura
del computer e
dei suoi programmi.
Non per essere polemico
ma che fine fa tale
principio entro
internet dove
non esiste gerarchia,
dove non ci
sono controlli?
Quando lei naviga in rete e chiede informazioni ad un sito allora questo deve servire la sua richiesta. In altri termini quando l'host A chiede informazioni e B gliele fornisce, allora B dipende da A. Anche Internet funziona grazie ad un rapporto di dipendenza che conferma il principio gerachico che abbiamo introdotto nella risposta 4.

Tuttavia in Internet il rapporto gerarchico è vario e mobile. In questo momento B dipende da A e tra un istante A dipenderà da B, perché A sarà chiamato a servire B. Dunque anche entro Internet sussiste una gerarchia la quale però è variabile. Non si può esprimere con un albero fisso ma per spiegarlo si dice che ci sono rapporti del tipo:

CLIENTE-SERVENTE (client-server)

Mentre nella rete gerarchica si dice che i rapporti tra il centro e la periferia sono del tipo:

PADRONE-SCHIAVO (master-slave)

In conclusione la gerarchia sussiste sempre:

- è varia e mobile entro una rete policentrica, cioè in Internet,
- è rigida ed assoluta in una rete monocentrica che è gerarchica.

 

 

(vedi anche risposta 11)

 

 

 

 

anno 1999