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Educazione Interculturale e
Didattica della Lingua italiana come Seconda
Linee di tendenza del Sistema: l’andamento dei CTP
nell’ultimo decennio censito
Prosegue il percorso di riorganizzazione del sistema dell’istruzione
degli adulti
I corsi di italiano come L2 hanno
riscosso un largo successo. Nel corso
delle annualità di riferimento, la loro utenza è lievitata, passando da
un totale di 6.739 iscritti nel 1998/99 a un totale di 78.877 nel
2007/08). Il processo di espansione di tale fenomeno è stato graduale e
costante, manifestando qualche incertezza soltanto nell’a.s. 2006/07 (in
cui gli iscritti hanno riportato un leggero calo), per poi riprendere
impulso nell’ultima annualità censita, nella quale si è raggiunto il
volume massimo di utenti: in tutto 78.877, somma di circa 11 volte più
alta del valore iniziale).
Per quanto concerne, infine, i corsi brevi e modulari, nella presente
serie storica, essi hanno seguito un andamento a ritmo alterno, che ha
caratterizzato anche l’utenza. Dopo una fase iniziale di intensa
crescita – coincidente con il periodo che va dal 1998/99 al 2001/02 –,
il volume complessivo degli iscritti ha iniziato a scendere, toccando il
punto più basso nell’a.s. 2005/06 (con 220.811 utenti).
L’incremento annuo è stato forte al principio, mentre a partire dal
2003/04 l’utenza è andata in contro a una lieve flessione. Le
tipologie di corso più gradite dagli adulti sono rappresentate dai corsi
di informatica e da quelli di lingua inglese
o di altra lingua straniera. (Si veda il
grafico relativo)
22 febbraio: Associazioni e sindacati per la 2a lingua
comunitaria
Immigrazione e integrazione linguistica. Al via il
master
Il Dipartimento di Lingue e letterature moderne dell’Università di
Macerata, in collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia, ha
attivato un Master di I Livello in “Didattica dell’italiano L2/LS in
prospettiva interculturale” di durata annuale.
Le Marche sono tra le prime regioni in Italia ad essere interessate dal
fenomeno dell’immigrazione. Anche gli insegnanti, che non si occupano
direttamente di lingua, sentono la necessità di disporre di adeguati
strumenti per gestire l’integrazione linguistica, in modo tale che il
confronto con le altre culture divenga momento di arricchimento
reciproco.
Rispondendo a esigenze sentite tanto in ambito locale che nazionale,
quindi, il Master offre una formazione professionalizzante nei settori
della didattica dell'italiano come lingua seconda (L2) e come lingua
straniera (LS), che includa le tematiche della mediazione
linguistico-culturale, dell'intercultura e della formazione linguistica
in contesto plurilingue, come è quello attuale.
Il Master – frutto di un’esperienza pluriennale di collaborazione col
Ministero della Pubblica Istruzione in un progetto sperimentale per la
formazione degli insegnanti di italiano come lingua seconda - nasce
anche da un’attenzione diffusa dell’Ateneo verso il problema
dell’integrazione culturale e dell’italiano a stranieri. Il Centro
linguistico, la Facoltà di Lettere e filosofia e il Dipartimento di
lingue forniscono già da tempo supporto teorico e pratico nella
didattica delle lingue, soprattutto rivolto alla formazione degli
insegnanti. Sono anche operativi in questo settore la Facoltà di Scienze
Politiche come risulta dall’istituzione di un corso di studi italiani in
Tunisia e il Dipartimento di Studi Sul Mutamento Sociale e la
Comunicazione con il dottorato di ricerca in Politica, educazione e
formazione linguistico-culturali.
Il percorso formativo prevede un primo semestre generale e un secondo
semestre specializzante con moduli paralleli che i corsisti sceglieranno
sulla base degli specifici bisogni formativi ed interessi. Il corsista è
tenuto a scegliere, quindi, 2 dei 3 moduli disponibili nel secondo
semestre. Il Master si svolgerà, inoltre, sia in presenza (60%) che a
distanza (40%), con anche attività in autoapprendimento e di
apprendimento cooperativo e tirocini svolti nelle scuole, nelle
università o in altri enti formativi selezionati. Gli insegnanti
potranno svolgere il tirocinio direttamente nelle proprie classi,
applicando così direttamente sul campo quanto appreso.
La domanda di ammissione deve essere presentata entro il 20 ottobre. Per
maggiori informazioni, per scaricare il bando e i moduli, consultare il
sito www.unimc.it/af.
Giornata Europea delle lingue
Il 26 Settembre 2008, festeggiate la Giornata Europea delle lingue
in maniera ludica e divertente, grazie all'apprendimento personalizzato
e in videoconferenza proposto da Learnissimo
Parigi – 16 Settembre 2008 – Il prossimo 26 settembre, i 45 paesi membri
del consiglio Europeo celebreranno la diversità linguistica dell'Europa
in occasione della Giornata Europea delle Lingue*. Questo evento di
periodicità annuale, che suscita l'entusiasmo di molti fin dalla sua
prima edizione nel 2001 (Anno Europeo delle Lingue), testimonia la
necessità ma anche l'arricchimento personale che caratterizza
l'apprendimento di una lingua straniera.
Specialista e pioniere dell'argomento, il sito internet Learnissimo
invita tutte le persone desiderose di migliorare la conoscenza di una o
più lingue straniere a scoprire come questa attività possa risultare
facile e accessibile attraverso il sito www.learnissimo.com dove
ciascuno puo' scegliere il professore "ideale" per raggiungere i propri
obiettivi linguistici, nel quadro di un vero scambio personale in
videoconferenza!
Al di la dell'apprendimento linguistico, un vero e proprio scambio
culturale
Basato sul concetto inedito e innovativo di corso interattivo in
videoconferenza, l'apprendimento delle lingue straniere con Learnissimo
offre una dimensione supplementare alla classica relazione
studente/professore. Dal momento che ciascuno si trova nel proprio
paese, immerso nella sua cultura d'origine, le conversazioni si
arricchiscono sistematicamente di un vero e proprio scambio culturale:
in più grazie alla webcam, le persone possono visualizzarsi ciascuna
nell'universo dell'altra. Le lezioni durano una mezz'ora e sono
stabilite unicamente dai due interlocutori nei giorni e negli orari più
opportuni a entrambi: tutto cio' per garantire le migliori condizioni
per l'apprendimento della lingua.
* Per maggiori informazioni, visitate li sito http://ec.europa.eu/education/policies/lang/awareness/day_it.html
Le parole d'ordine di Learnissimo: personalizzazione e flessibilità
Diversamente della maggior parte dei corsi linguistici caratterizzati
dai noiosi metodi "scolastici" che tutti conosciamo, Learnissimo
privilegia la massima elasticità permettendo ad ogni studente di
scegliere:
- La lingua (fra le numerose lingue proposte, si va dalle più classiche
a quelle di recente sempre più richieste come le lingue dei paesi
dell'Est o dell'Asia),
- Il paese d'origine del professore (secondo i propri progetti di studio
o di vacanza, una persona desiderosa d'apprendere lo spagnolo sceglierà
uno studente universitario o una madre di famiglia in Argentina),
- Il professore stesso (ogni professore si presenta tramite un video di
presentazione che permette allo studente di scegliere l'interlocutore
dalla personalità più affine alla propria),
- La tariffa (si parte dai 5 € la mezz'ora),
- La frequenza delle lezioni – e quindi l'intensità dell'apprendimento –
oltre alla durata totale della lezione,
- Le date e gli orari delle lezioni (stabilite fra professore e
studente)
- … E anche il luogo della lezione, dal momento che la sola condizione
necessaria è quella di disporre di un computer con webcam, audio e
accesso ad Internet!
Maggiori informazioni su Learnissimo:
Aperto al pubblico nel Gennaio 2008, Learnissimo.com è un sito che mette
in relazione studenti e professori proponendo corsi di lingua in video
conferenza in una ventina di lingue diverse. Fin dal suo lancio, il sito
si è caratterizzato per la sua vocazione internazionale, infatti i primi
studenti ad aver usufruito di questo servizio provenivano da paesi extra
europei come Canada, Argentina o Filippine.
Learnissimo possiede inoltre una dimensione etica in quanto contribuisce
all'avvicinamento delle culture, alla scoperta dello "straniero" e
permette ai professori che abitano nei paesi più difficili da
raggiungere di arrotondare lo stipendio insegnando la loro lingua madre
agli studenti europei.
Per maggiori informazioni visitate il sito
www.learnissimo.com o
contattate l'ufficio stampa.
La Compagnia di San Paolo ha pubblicato il bando
"Intercultura e formazione"
Il bando riguarda progetti nel territorio della regione Piemonte che
contribuiscano alla valorizzazione della presenza di alunni di origine
straniera nel sistema educativo.
Il testo del bando, con i criteri generali e gli ambiti d’intervento, e
la modulistica da utilizzare sono disponibili sul sito Internet
www.compagnia.torino.it
(sezione bandi in corso)
Le candidature dovranno essere presentate entro il 10/10/2008 . La
selezione delle iniziative avverrà entro il 30/1/2009.
http://www.compagnia.torino.it/comunicazione.php?evidenza=y&show=918
Provincia di Trento:
AVVISO MEDIATORI INTERCULTURALI
AVVISO FACILITATORI LINGUISTICI
REGOLAMENTO STUDENTI STRANIERI
Su proposta dell’assessore all’emigrazione Iva Berasi
INDETTA LA SELEZIONE PER ASSEGNARE SESSANTA LICENZE “ICON” PER STUDIARE
L’ITALIANO VIA INTERNET
Le domande vanno presentate entro il prossimo 3 ottobre 2008
di Corrado Zanetti
La giunta provinciale, su proposta dell’assessore all’emigrazione
Iva Berasi, ha oggi deliberato di indire una selezione per
l’assegnazione di sessanta licenze annuali, rinnovabili, con relativi
servizi di tutorato e di comunità on line, da assegnare ad emigrati
trentini all’estero e ai loro discendenti – purché residenti all’estero
e che alla data del 3 ottobre 2008 abbiano già compiuto i 15 anni di età
– per la frequenza, a decorrere dall’anno 2008-2009, di corsi di lingua
italiana, livello principianti, erogati dal Consorzio ICoN (Italian
Culture on the Net).
La domanda di partecipazione alla selezione, scaricabile anche dal sito
www.mondotrentino.net, dovrà pervenire entro il 3 ottobre 2008 a:
“Provincia autonoma di Trento, Servizio Emigrazione e Solidarietà
internazionale, Via Jacopo Aconcio, 5 – 38100 Trento – Italia”. La
domanda potrà essere inviata anche via fax – entro però il 2 ottobre
2008 – al numero +39 0461 493155.
Le domande pervenute verranno classificate dando la precedenza in ogni
caso ai candidati più giovani di età e assicurando per ciascuno dei
Paesi sottoelencati il numero di assegnazioni indicate:
Argentina, Brasile n. 6
Australia, U.S.A., Canada n. 4
Cile, Messico, Paraguay, Uruguay n. 3
Benelux, Bolivia, Bosnia-Erzegovina, Colombia, Francia, Germania,
Gran Bretagna, Perù, Romania, Svizzera, Venezuela n. 2
Altri Paesi n. 2
Ogni corso di lingua italiana si svilupperà in dodici mesi, con servizi
erogati esclusivamente via Internet; ogni corsista disporrà di un tutor
on line, qualificato nell’insegnamento dell’italiano come seconda
lingua. Gli studenti di ogni corso saranno organizzati in una classe
virtuale strutturata all’interno della piattaforma didattica ICoN,
attraverso il sito www.italicon.it, dotata di servizi asincroni di forum
e chat e di momenti sincroni di interazione, anche audio, fra studenti e
tutor.
I tutor daranno agli studenti indicazioni preliminari su come affrontare
lo studio, li guideranno costantemente, svolgeranno e correggeranno
esercitazioni e prove, risponderanno entro 24 ore, compatibilmente con
le differenze di fuso orario, per cinque giorni su sette, alle domande
poste nel forum di classe e verificheranno costantemente i progressi
nell’apprendimento. Al termine del corso si svolgerà una prova
conclusiva ed i tutor rilasceranno per conto del Consorzio ICoN un
attestato di profitto. Il superamento della prova a conclusione del
primo anno di corso comporterà il rinnovo della licenza per il passaggio
ai corsi annuali di livello intermedio e di livello avanzato,
subordinatamente alla disponibilità di fondi di bilancio. Dopo aver
superato la prova conclusiva, gli studenti che lo richiederanno potranno
essere assistiti dal tutor nella preparazione della corrispondente prova
ufficiale di certificazione erogata dalle Università per stranieri di
Perugina e di Siena e dell’Università di Roma 3.
I costi a carico della Provincia ammontano ad euro 10.800,00 per il 2008
e ad euro 16.200,00 per il 2009.
http://www.sophia.it/app/WebObjects/News.woa/wa/Clips/clipDetail?_clp=5386755&iss=59424&page=pressReview&sid=483&uid=rSgu4kA2K9nAqAMG&srv=1587
In Italia. L’Italia e l’Italiano per stranieri.
Un progetto pilota per una nuova cittadinanza attiva di Rai Educational
e Ministero della Pubblica Istruzione
Seconda serie
Un programma di Isabella Donfrancesco, Giuseppe Patota, Barbara
Gizzi, Maria Chiara Martinetti, Vittoria Cappelli, con la consulenza di
Armando Lamberti, Francesco Aloisi de Larderel, Bianca Persiani
www.initalia.rai.it,
initalia@rai.it
“Pensare l’immigrazione significa pensare lo Stato ed è lo Stato che
pensa se stesso pensando l’immigrazione” A. Sayad
Riparte lunedì 14 aprile, sul canale satellitare Rai Edu 1, la
programmazione di In Italia. L’Italia e l’Italiano per stranieri, il
corso di italiano per stranieri nato dalla collaborazione tra Rai
Educational, diretta da Giovanni Minoli, e il Ministero della Pubblica
Istruzione.
L’Italiano come idioma di una nuova cittadinanza attiva e non più lingua
dell’emergenza e della necessità: questo l’obiettivo di In Italia, un
articolato progetto pilota per la diffusione della lingua italiana di
base, rivolto a stranieri adulti e giovani-adulti di nuova residenza nel
nostro Paese.
La fotografia del paese reale registra l’identikit di una cittadinanza
completamente rinnovata: una presenza che ha raggiunto 3 milioni di
stranieri, il 55% dei quali aspira alla cittadinanza mentre solo il 20%
aspira a tornare in patria. Inoltre il 44% vive in Italia con la
famiglia come risulta dal forte incremento della natalità: sono infatti
620mila i figli di stranieri nati e residenti nel nostro paese, cifra
che varcherà la soglia del milione nei primi mesi del 2008 anche per
effetto dei ricongiungimenti familiari.
La scommessa ambiziosa di In Italia, che abbiamo affrontato nel
progettare e varare la prima serie, anche in questa edizione troverà
nell’alfabetizzazione di base lo strumento indispensabile al
conseguimento di prerequisiti per la costruzione di una cittadinanza
attiva, fornendo competenze di italiano L2 di livello B1-B2, secondo il
quadro di riferimento europeo. Ma accanto alla lingua l’obiettivo è
quello di disegnare una mappa socio-culturale più articolata, non più in
risposta alla sola emergenza, attraverso la conoscenza del territorio
nelle sue realtà locali, dei servizi, delle offerte culturali. Il nuovo
progetto, che va a implementare la sperimentazione della prima serie, si
arricchisce di due nuovi strumenti ‘alti’, non semplici manuali d’uso
del ‘sistema-Italia’ ma veri e propri libri sapienziali: la Costituzione
italiana, una vera bibbia civile che dia agli stranieri la misura dei
diritti e dei doveri, e La Divina Commedia, principio e fine della
lingua e della cultura italiane.
La seconda serie di In Italia è quindi costituita da un programma
televisivo in 20 puntate da 30’ciascuna, previsto in onda il lunedì,
mercoledì e venerdì dal 14 aprile al 4 giugno 2008 sul canale
satellitare in chiaro, gratuito, di Rai Edu 1. Orari e palinsesto sono
sul sito www.initalia.rai.it.
Ogni puntata sarà così articolata:
- una docu-fiction di 15’, prosecuzione del grand tour di una famiglia
di stranieri che in questa edizione visiterà le città capoluogo di
regione alla scoperta delle ricchezze artistiche e paesaggistiche, delle
curiosità e delle tradizioni ma anche dei servizi e delle opportunità di
vita e di lavoro. Insieme ai protagonisti già noti, Salif Ba, un
senegalese che vive in Italia con suo nipote Fela e sua moglie Olga, una
croata arrivata in Italia con la figlia Anna, vedremo nuovi personaggi:
il ragazzo di Anna e un amico di Fela. Anche in questa serie i nostri
amici incontreranno persone reali, in prevalenza stranieri inseriti nel
territorio, che diventeranno guide e mentori per la nostra famiglia. Ma
la traccia più consistente attraverso sentimenti, relazioni, storie,
luoghi sarà il filo sotteso che ricondurrà al mondo di Dante, visitato
in maniera non sistematica ma per associazioni semantiche: Fela,
appassionato di letteratura, scoprirà nella Divina Commedia una fonte
inesauribile da condividere con la sua famiglia;
- Le parole dell’Italiano, una scheda di riepilogo
linguistico-grammaticale curata da Giuseppe Patota, storico della lingua
italiana;
- La Costituzione italiana, con la spiegazione da parte del professor
Armando Lamberti, docente di Diritto Costituzionale all’Università di
Salerno, di articoli di particolare interesse per la puntata in corso;
- La Bussola per orientarsi nei contesti appena presentati nella
docu-fiction: un viaggio documentato tra i servizi e le opportunità del
sistema-Italia;
- Cartoline dall’Italia, un’agile guida culturale per far conoscere il
territorio;
È inoltre prevista l’implementazione del sito web (www.initalia.rai.it):
accanto ai materiali della prima edizione saranno disponibili, in questo
vero e proprio quaderno on-line, tutti i filmati della seconda serie in
videostreaming, i testi stampabili di tutti i prodotti televisivi, le
informazioni di servizio, i link utili ed esercizi con autovalutazione
per insegnanti e allievi.
Corsi gratuiti di lingua italiana per cittadini
extracomunitari
L'Assessorato del Lavoro della regione Sardegna informa che è prorogato
alle ore 13 del 12 aprile 2008 il termine per la presentazione delle
domande di partecipazione alla selezione per 9 corsi gratuiti di
insegnamento di lingua italiana L2, in favore di cittadini
extracomunitari regolarmente soggiornanti in Italia.
http://www.regione.sardegna.it/regione/assessorati/lavoro/
(nell’apposita sezione “Concorsi e selezioni”).
Approvata dalla Giunta la delibera del presidente
della Provincia
REGOLAMENTO PER ALUNNI STRANIERI NELLE SCUOLE TRENTINE E’ Il PRIMO
DOCUMENTO SU TALE MATERIA A LIVELLO NAZIONALE
Riordino di interventi già in atto negli istituti scolastici e risposte
a nuovi bisogni urgenti
Su proposta del presidente della Provincia autonoma di Trento, la
giunta provinciale ha approvato nella seduta odierna un altro
regolamento attuativo della Legge provinciale di riforma del sistema
educativo nr. 5/2006: si tratta del "Regolamento per l'inserimento e
l'integrazione degli studenti stranieri nel sistema educativo
provinciale”.
Il regolamento approvato in Giunta, in attuazione all’art. 75 della
legge provinciale n. 5/2006 è il primo documento a livello nazionale che
regolamenta tale materia.
Per una parte disciplina una serie di interventi che da alcuni anni
stanno già diventando prassi consolidate e diffuse nelle scuole del
Trentino, anche perché nel 2006 la Giunta Provinciale ha emanato le
linee guida per l’inserimento e l’integrazione degli studenti stranieri;
dall’altra, contiene aspetti innovativi e molto importanti perché
rispondono a bisogni urgenti per i quali le scuole attendono risposta.
Nello specifico ecco i punti importanti che vengono normati:
Si distingue fra quanto è competenza della Provincia e quanto attiene ai
compiti della singola istituzione scolastica.
I destinatari del regolamento (art.2) , oltre agli studenti appartenenti
a famiglie straniere o neo arrivati o nati in Italia, sono anche i figli
di coppia mista e i bambini arrivati in Italia con adozione
internazionale e le loro famiglie. Questo in una logica di
valorizzazione e integrazione delle diverse appartenenze culturali.
Si sostanziano le risorse professionali che operano nella scuola e che
assumono un ruolo fondamentale per il successo dell’integrazione. Sono
figure sia interne che esterne all’istituzione scolastica, che lavorano
in sinergia e in collaborazione con tutti i docenti. Vengono definiti
ruoli e funzioni di figure quali i referenti di scuola, i facilitatori
linguistici (che si occupano di insegnare l’italiano), i mediatori
interculturali (che si occupano di mediazione). E soprattutto viene
individuata la loro formazione come elemento indispensabile per poter
operare in ambito scolastico.
Fra gli strumenti e i servizi per l’attuazione degli interventi, le
scuole dovranno predisporre:
a) i protocolli d’accoglienza (che definiscono tutte le modalità
organizzative e gestionali riferite all’integrazione)
b) i percorsi didattici personalizzati per gli studenti stranieri (in
questo caso vengono indicate possibili modalità e procedure e si danno
indicazioni per quanto attiene la sostituzione della lingua straniera
con la lingua madre dello studente)
c) i laboratori linguistici di italiano per gli studenti stranieri
(dando indicazioni sulla loro struttura e organizzazione)
Altri argomenti che vengono normati sono le modalità di mantenimento
della lingua madre e specifici interventi per l’inserimento dei minori
stranieri adottati. Anche per questo tipo di interventi l’obiettivo è
sempre quello di sviluppare pratiche educative idonee alle diverse
situazioni nel rispetto dell’autonomia didattica dei singoli istituti
scolastici.
Compito della Provincia autonoma di Trento è poi quello di assicurare
servizi di consulenza, formazione e documentazione alle istituzioni
scolastiche. Il centro Millevoci risponde già a questo tipo di richiesta
e quindi si sostanzia di fatto il suo operato.
"Dentro l'italiano" al Politecnico di Tampere in
Finlandia
L'E-learning oggi è diventato un'opportunità alla portata di tutti
per abbattere le distanze e le barriere culturali.
E il caso di uno studente finlandese, residente a Milano, che sta
studiando l'italiano su una piattaforma e-learning milanese in un corso
del Politecnico di Tampere, in Finlandia, è sicuramente curioso.
Si tratta del corso online Dentro l'italiano 4.0, progettato e
realizzato dalla società Didael di Milano e sono tantissimi gli studenti
finlandesi che approfittano di questa opportunità.
D'altronde se è vero che l'italiano è tra le prime lingue straniere
studiate in Finlandia e che l'amore per l'Italia nei paesi nordici è
rimasto immutato nel tempo, è anche vero, come sostiene Pietro Albanese,
responsabile dei corsi di lingua italiana per il Politecnico di Tampere,
che "imparare online una lingua necessita di una fortissima motivazione
dell'utente per completare il corso".
Ed i risultati sono eccezionali: l'80% di chi inizia il corso di Dentro
l'Italiano 4.0 in versione finlandese di Didael completa il corso, con
una media altissima nella votazione finale (4/5).
Il target coinvolto in questa esperienza online è molto diversificato,
poiché oltre agli studenti del Politecnico di Tampere, che studiano
Business Administration, accedono allo stesso corso anche studenti di
ingegneria, di economia, e tanti ragazzi interessati ad imparare la
lingua per motivi personali, per amore nei confronti del nostro paese, o
per legami di parentela.
Non si tratta quindi soltanto di un mezzo per facilitare la ricerca di
un lavoro in Italia o in una delle tante aziende italiane all'estero,
come sostiene Albanese, infatti "questo è tra gli ultimi motivi per
l'approccio con il Belpaese".
La metodologia innovativa utilizzata per la didattica di Dentro
l'Italiano 4.0 integra il materiale multimediale online con un forte e
costante supporto dei tutor, che hanno un ruolo fondamentale
nell'avanzamento del corso.
Come spiega Albanese, "vengono inserite in piattaforma e-Learning alcune
date specifiche di consegna di compiti assegnati obbligatori, che per lo
più consistono nella scrittura di lettere e documenti in italiano, e
fissati appuntamenti nella chat interna al corso, così il tutor,
attraverso 20-30 domande mirate, è in grado di constatare in ogni
momento il livello di preparazione".
Il monitoraggio è quindi continuo e nessuno viene lasciato a se stesso.
Un altro dato curioso è che il 90% della popolazione finlandese si
connette ad internet da casa, eppure i corsi online non sono ancora
molto sviluppati; "Dentro l'Italiano rappresenta non solo una novità –
come dichiara Albanese - ma un esempio all'avanguardia in questo campo
sulla Rete finlandese".
Il corso Dentro l'Italiano a Tampere viene svolto da più di 3 anni, ed
in questi giorni ne sono stati avviate altre classi, con un'affluenza di
studenti che è già cresciuta di oltre il 50% rispetto all'anno scorso.
Albanese rende noto anche che i livelli di base, in termini di
conoscenza della lingua, sono i più richiesti, e questo significa che
c'è una forte motivazione da parte delle nuove generazioni e che quindi
è in crescita esponenziale anche la diffusione della stessa lingua
italiana in Finlandia.
Gli immigrati nelle parrocchie di Roma
La Caritas diocesana di Roma e l’Ufficio Migrantes della Diocesi di
Roma, in occasione della Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato
di domenica 13 gennaio, presentano le anticipazioni della prima
“Indagine conoscitiva sulle abitudini pastorali degli immigrati nelle
parrocchie della Diocesi di Roma”.
ROMA, 9 gennaio 2008 – Sono catechisti, ministranti, operatori della
carità; animano la liturgia con canti e musiche; partecipano alla
catechesi per prepararsi alla Comunione ed alla Cresima; si sposano e
frequentano cammini spirituali per adulti e per le famiglie. Gli
immigrati rappresentano una componente vitale tra i fedeli delle
parrocchie romane, è il dato che emerge dalla prima “Indagine
conoscitiva sulle abitudini pastorali degli immigrati nelle parrocchie
della Diocesi di Roma” svolta dalla Caritas diocesana di Roma e
dall’Ufficio Migrantes diocesano.
Lo studio, svolto su 142 parrocchie della Capitale (il 43% del totale),
è stato anticipato oggi dal direttore della Caritas di Roma, mons.
Guerino Di Tora, nel corso della Conferenza “Giovani migranti: risorsa e
provocazione” promossa dalla Fondazione Migrantes della Conferenza
Episcopale Italiana per presentare il messaggio di Papa Benedetto XVI
per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato di domenica 13
gennaio.
“Si pensa agli immigrati in parrocchia solamente come persone in cerca
di aiuto, quando si rivolgono alle Caritas parrocchiali. L’indagine
della Caritas e dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Roma dimostra
invece che essi sono una componente importante dell’animazione
pastorale. Il processo di integrazione in atto nella società si dimostra
ancor più vivo e dinamico tra gli immigrati di religione cattolica
grazie anche all’accoglienza delle comunità parrocchiali” ha dichiarato
mons. Guerino Di Tora, presentando la ricerca.
Attraverso le interviste sottoposte ai parroci romani nel periodo
marzo-settembre 2007, è emerso che nella totalità delle parrocchie vi
sono cittadini stranieri che partecipano alla Messa domenicale. In nove
parrocchie su dieci, oltre alla partecipazione alla messa, gli immigrati
sono presenti nelle attività pastorali. Nell’indicazione della
“consistenza numerica” della presenza straniera in parrocchia, in 11
parrocchie delle 142 interpellate gli stranieri che partecipano sono
superiori a 50 unità; in 32 tale numero si attesta tra le 20 e le 50
unità; in altre 28 parrocchie è inferiore alle 20 unità; 59 parroci
invece, nelle risposte, non hanno saputo quantificare tale presenza.
Tra le 48 comunità nazionali maggiormente indicate tra i parroci
risultano esservi filippini (15,6%), rumeni (14,9), polacchi (10,9%),
peruviani (8%) indiani (6,6%) ed ecuadoriani (5%).
La presenza più consistente è risultata quella dei bambini e dei ragazzi
che frequentano il catechismo, presenti nel 73% delle parrocchie romane,
mentre nel 57% delle comunità parrocchiali i fedeli stranieri sono
catechisti, operatori Caritas, membri di corali e frequentano la
catechesi per adulti. In una parrocchia su cinque vi sono cittadini
stranieri anche nei Consigli pastorali, nel 46% delle parrocchie si è
celebrato almeno un matrimonio tra cittadini stranieri nel corso
dell’ultimo anno e nel 62% delle parrocchie fidanzati stranieri
frequentano corsi di preparazione al matrimonio.
La partecipazione di immigrati alla pastorale delle comunità
parrocchiali è anche uno stimolo per l’incontro con tradizioni e
liturgie di altri paesi e con fedeli di altre confessioni. Sempre
dall’indagine Caritas-Migrantes emerge che nel 45% delle parrocchie
della Diocesi di Roma vi sono celebrazioni ed incontri di preghiera
dedicati alle comunità di immigrati (Giornata Missionaria, Festa dei
popoli, ricorrenze religiose dei paesi di origine). Nel 66% delle
parrocchie inoltre partecipano ai riti religiosi fedeli ortodossi in
genere , mentre nel 45% cattolici di rito orientale.
“Un’importante risorsa anche per i romani che attraverso i fratelli in
Cristo vengono in contatto con l’immigrazione fatta di sacrifici, lavoro
duro e voglia di integrazione. I fedeli di origine straniera nelle
nostre parrocchie possono essere quindi dei facilitatori di relazioni
tra le comunità e l’immigrazione tutta non solo quella dei cattolici” ha
affermato il direttore della Caritas, mons. Guerino Di Tora, che ha
inoltre ricordato come “oltre che nelle parrocchie, la vita spirituale
degli immigrati è vissuta nelle oltre cento Comunità etniche coordinate
dall’Ufficio Migrantes”.
Una sintesi della ricerca è disponibile nel sito
www.caritasroma.it mentre la
ricerca completa verrà pubblicata in occasione della “Festa dei popoli”
della Diocesi di Roma prevista per il 18 maggio 2008.
Rapporto sul numero e percentuali di iscritti ai
corsi di lingue straniere a livello post-secondario (semestre autunnale
2006) negli Stati Uniti a cura del Ministero dell'Istruzione
statunitense e della Modern Language Association.
La domanda di italiano è in crescita con un incremento del 22.6% in 4
anni (2002-06) ed e' la quinta lingua straniera dopo spagnolo, francese,
tedesco e lingua dei segni (americana).
http://www.mla.org/pdf/enrollmentsurvey_final.pdf
La delibera e' stata approvata: solo un terzo di
alunni stranieri per classe, e per questi esami di lingua italiana prima
dell'inserimento.
(Adnkronos) - Succede a Chiarano (Treviso) dove il Comune ha votato a
maggioranza. "Chiediamo che non si superi la percentuale del 30% delle
presenze straniere nelle classi per non far sentire stranieri i nostri
ragazzi che inevitabilmente, con l'attuale situazione, perdono
tradizioni, identita' culturale e attaccamento al territorio": cosi il
sindaco, Gianpaolo Vallardi, nella delibera votata.
«LA “DANTE” SARÀ IL PARADISO DEI LIBRI RITROVATI»
È iniziata questa mattina a Roma, con un grande successo di pubblico,
la tre giorni “La Poesia salverà il mondo”, promossa dalla Società Dante
Alighieri: presentati i progetti editoriali della “Dante” per l’anno
2008
(17 dicembre 2007) «Con una lunga tradizione alle spalle e un bacino in
tutto il mondo di oltre 200 mila soci, la Società Dante Alighieri ha
pensato di risvegliare nella gente, in vista del 2011, anniversario
dell’Unità d’Italia, il sentimento di passione per la nostra identità
nazionale attraverso la riscoperta dei grandi autori classici e la
pubblicazione delle loro opere in chiave moderna, non antologizzata ma
capace di offrire una visione didattica completa. La “Dante” sarà il
Paradiso dei libri ritrovati». Così Paolo Peluffo, Capo Dipartimento per
l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
ha aperto questa mattina in Palazzo Firenze a Roma, Sede della Società
Dante Alighieri, la tre giorni intitolata “La Poesia salverà il mondo”.
La mattinata odierna, accompagnata da un grande successo di pubblico, è
stata dedicata alla presentazione dei progetti editoriali della “Dante”
per l’anno 2008.
«L’operazione editoriale della “Dante Alighieri” - ha proseguito Peluffo
- nasce con il fine di produrre antologie nuove che costituiscano dei
veri propri percorsi di lettura. È stato così per la prima Antologia già
pubblicata, quella di Giovanni Pascoli curata da Alberto Casadei, e
vogliamo continuare in questo senso con la prossima Antologia dedicata a
Giosue Carducci, tuttora in fase di realizzazione. Non so se la Poesia
potrà salvare il mondo, ma sicuramente potrà salvare l’Italia, la cui
Unità è stata da sempre fondata sull’immaginario dei grandi poeti del
passato».
Il Convegno proseguirà nel pomeriggio, alle ore 17, con Lamberto
Lambertini che leggerà e commenterà alcuni versi dell’opera di Ugo
Foscolo in occasione del 200° anniversario della pubblicazione de I
Sepolcri (1807-2007).
ISCRIZIONE ALUNNI STRANIERI (CM
110/07)
È uno dei settori che comporta più novità, ad iniziare da quella che
prevede l’accettazione degli alunni in qualunque momento dell’anno e a
prescindere dalla regolarità della loro posizione. Da quest’anno il
ministero ha poi previsto la necessità di vagliare le eventuali
situazioni sociali difficili in cui possono venirsi a trovare gli alunni
immigrati: in particolare, sia per quanto riguarda le condizioni di
accoglienza, sia per quel che concerne il rischio di concentrare tale
presenza in alcune scuole con conseguenti squilibri anche a livello di
sorveglianza.
L’ON. FRANCO NARDUCCI: «LA CONOSCENZA CERTIFICATA
DELL’ITALIANO SARÀ UN REQUISITO FONDAMENTALE ANCHE PER IL RICONOSCIMENTO
DEI TITOLI DI STUDIO DEI CITTADINI EXTRA UE»
Si è svolta questa mattina alla Camera dei Deputati l’audizione
parlamentare della Società Dante Alighieri in sede di Commissione Affari
Esteri e Comunitari
«La conoscenza certificata della lingua italiana è un requisito
fondamentale: la Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei
Deputati ha espresso parere favorevole per il riconoscimento dei titoli
di studio posseduti dai cittadini provenienti dai Paesi extra UE e
operanti nel mercato del lavoro italiano». Queste le parole pronunciate
questa mattina a Montecitorio dall’On. Franco Narducci, Presidente del
Comitato permanente sugli italiani all’estero, in occasione
dell’audizione parlamentare della Società Dante Alighieri, rappresentata
dall’Ambasciatore Bruno Bottai e dal dott. Alessandro Masi,
rispettivamente Presidente e Segretario Generale.
«La domanda di lingua e cultura italiane è notevolmente in crescita in
tutto il mondo - ha proseguito Narducci - e l’Italia deve investire di
più per diffonderle e valorizzarle, soprattutto attraverso enti ed
Istituzioni quali la Società Dante Alighieri, uno strumento prezioso che
il nostro Paese deve sfruttare maggiormente in ambito di certificazioni,
anche per rendere più agevole l’integrazione degli stranieri».
«La lingua è solo uno dei molteplici aspetti che all’estero
rappresentano l’Italia - ha affermato l’Ambasciatore Bottai -: ad essere
apprezzati ovunque sono il nostro stile di vita, la nostra cultura,
dall’arte alla letteratura, e la nostra creatività, che vanno mantenuti
ed alimentati, come fa la vasta rete di Comitati della Società Dante
Alighieri supplendo a quella esigua degli Istituti Italiani di Cultura».
All’intervento del Presidente Bottai è seguito quello del Segretario
Generale Masi, il quale, sottolineando prima di tutto la proficua
collaborazione della Società Dante Alighieri con il Ministero degli
Affari Esteri, ha illustrato i dati che testimoniano la crescita della
richiesta di lingua e cultura italiane nel mondo, a partire dal notevole
incremento di iscritti alla Certificazione PLIDA, fino alla nascita di
Comitati in aree con un elevato flusso migratorio, dal Sudafrica
all’Europa dell’Est, che offriranno l’opportunità di apprendere in loco
la lingua italiana per una migliore integrazione sociale e professionale
nel nostro Paese.
Da Ted 2007 - Formazione per i docenti di lingue
con la rete Enis
(5 Novembre 2007) La rete Enis realizza il primo progetto LLP di
formazione per i docenti Clil (Content and Language Integrated Learning).
Il progetto Europeo “Skills to Clil 2 - Developing Teachers‘ Skills
Needed to Teach their Subject through the Medium of English” è stato
presentato al Ted di Genova nel corso del seminario "Lingue e linguaggi
nell'esperienza educativa formale e informale - Clil e mobilità nella
formazione iniziale e continua: strategie integrate in rete per
promuovere una formazione europea”, organizzato dal ministero della
Pubblica istruzione e dalla rete Enis delle scuole innovative.
Il progetto è promosso e coordinato dall’Iti “A. Malignani” di Udine e
finanziato con il sostegno della Commissione Europea nell’ambito del
nuovo programma di apprendimento permanente (Lifelong learning programme
2007-2013). Skills to Clil 2 costituisce lo sviluppo e l’ampliamento del
progetto di mobilità del programma Leonardo da Vinci coordinato dal
Malignani nell’anno scolastico 2006/2007 e si propone di promuovere la
cooperazione transnazionale nel settore della formazione curriculare
plurilingue. Obiettivo è favorire il trasferimento di competenze
specifiche e la disseminazione di metodologie d’insegnamento aggiornate
ed adeguate agli specifici contesti didattici della sperimentazione Clil.
Il progetto sarà realizzato da novembre 2007 ad aprile 2009 e prevede
flussi di scambi di formazione nel Regno Unito per 95 docenti, formatori
e tutor nel settore delle competenze linguistiche in servizio presso le
scuole partner. I partecipanti avranno l’opportunità di migliorare le
loro competenze linguistiche e comunicative e acquisire conoscenze
aggiornate, esperienze e prassi innovative nell’ambito della formazione
Clil che includono l’uso delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione. Gli scambi sono monitorati da un tutor e documentati con
lo strumento dello “Europass-Mobility”.
Il progetto permette ai partecipanti di continuare la loro formazione
professionale con un’esperienza formativa in ambiente straniero e
sviluppare le capacità di apprendimento autonomo e continuo lungo tutto
l’arco della vita professionale. Si propone anche di facilitare e
aumentare la mobilità dei formatori, che offre all’insegnamento una
prospettiva di dimensioni più fortemente europee, e di migliorare la
qualità dei sistemi di formazione e istruzione professionale con
l’adozione di soluzioni innovative che garantiscano la preparazione
aggiornata degli studenti rispetto alle abilità e competenze richieste
dal mercato europeo.
L'iniziativa rientra nell’azione “Mobilità per professionisti
nell’ambito dell’istruzione e della formazione professionale” (Vetpro)
del programma settoriale Leonardo da Vinci, comprende nel partenariato
17 istituti di istruzione secondaria di 6 regione italiane, 12 dei quali
sono scuole della rete Enis Italia.
Web
Skills to Clil
http://www.malignani.ud.it/WebEnis/skillstoclil.html
ENIS Italia:
http://www.pubblica.istruzione.it/innovazione/progetti/europe.shtml
Barzaghi: «La lingua è il primo strumento
necessario per l'integrazione»
Provincia: acquistate seimila licenze, gratuitamente a disposizione di
altrettanti studenti, con un investimento iniziale di 30 mila euro
È partito il 30 ottobre e durerà sei mesi il corso di italiano online
per stranieri promosso dall'assessore all'Istruzione ed edilizia
scolastica della Provincia, Giansandro Barzaghi. Nelle scuole superiori
milanesi e dell'hinterland l'ordinaria azione educativa potrà essere
integrata con lezioni di supporto che gli studenti immigrati potranno
seguire su pc connettendosi al sito www.italianolab.it. Ideata in
collaborazione con Sicest (società di consulenza che opera nel campo
della formazione) e Auralog (prima casa editrice al mondo ad avere
applicato la tecnologia del riconoscimento vocale all'apprendimento
delle lingue straniere), l'iniziativa prende il nome di «Italianolab» e
parte dalla constatazione che dal 2001 al 2006 gli extracomunitari in
Italia sono passati da 1 a 3 milioni. Oltre che dalla premessa che
«qualsiasi politica di inclusione immaginabile ha come proprio cardine
la problematica dell'unificazione linguistica».
SEIMILA LICENZE - Per la prima fase del progetto – già sperimentato per
più di un anno all'Istituto Bertarelli – la Provincia ha acquistato
seimila licenze, che metterà gratuitamente a disposizione di altrettanti
studenti, con un investimento iniziale di 30 mila euro. Nelle oltre 40
scuole che al momento hanno aderito il corso digitale si intercalerà
nelle lezioni in aula, diventando una traccia su cui si innesteranno gli
interventi degli insegnanti. Interventi che dovranno tendere a
facilitare l'uso autonomo dello strumento didattico informatico da parte
degli studenti: l'idea è che i 41 mila alunni stranieri presenti negli
istituti di Milano e provincia possano coinvolgere, nello studio
dell'italiano, i 400 mila extracomunitari residenti sul territorio. Il
tutto attraverso la creazione di una rete di strutture che offriranno
l'opportunità di accedere ai corsi online: non solo scuole dunque, ma
anche enti pubblici, imprese, associazioni.
AZIONE FORMATIVA - «La lingua è il primo strumento necessario per
l'integrazione e la cittadinanza e i giovani ne sono il miglior motore
di diffusione – commenta l'assessore Barzaghi –. La nostra speranza è
che, una volta provato il corso online, gli studenti promuovano
un'azione formativa verso la propria famiglia e la comunità di
appartenenza. Una grande campagna di alfabetizzazione che dalle scuole
raggiunga tutto il territorio: questa è la grande sfida che ci siamo
posti. Praticabile».
(ANSA) - NAPOLI, 30 OTT - Un gruppo di mamme di
Torre del Greco ha protestato davanti alla scuola perche' da ieri
l'istituto ospita sei bambini rom. I nuovi alunni della scuola
elementare Sant'Alfonso vivono nel campo nomadi nei pressi
dell'autostrada Napoli-Salerno. E' stata la dirigente scolastica a
promuovere l'iniziativa. I genitori pero' non sono d'accordo e oggi
hanno anche presentato una raccolta di firme per chiedere all'Asl il
controllo delle vaccinazioni dei ragazzini di origine rumena.
Esquilino dei mondi lontani
Presentazione della ricerca condotta dalla Caritas diocesana di Roma
nell’ambito del progetto Aree Metropolitane della Caritas Italiana e
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
L’indagine analizza le difficoltà del processo di integrazione e le
dinamiche di socializzazione in atto nel quartiere multietnico della
Capitale.
8 novembre 2007, ore 11.30, Sala Rosi - Assessorato alle Politiche
Sociali del Comune di Roma, Viale Manzoni, 5
Verrà presentata giovedì 8 novembre, alle ore 11.30, la ricerca
“Esquilino dei mondi lontani” condotta dalla Caritas diocesana di Roma
nell’ambito del progetto Aree Metropolitane promosso dalla Caritas
Italiana e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Le Caritas diocesane di Roma, Milano, Torino, Palermo, Catania, Bari,
Napoli, Genova, Bologna e Firenze hanno approfondito la conoscenza delle
realtà periferiche delle maggiori città italiane, intendendo la
“periferia” non come luogo geografico ma come contesto di marginalità.
Per questo oltre ai quartieri propriamente periferici, come il
napoletano di Scampia e quello palermitano dello Zen, i ricercatori
hanno posto l’attenzione sui “centralissimi” Esquilino a Roma e Isolotto
a Firenze.
I risultati dell’indagine verranno presentati da: Raffaela Milano,
assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma, Giuseppe Lobefaro,
presidente Municipio I, mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas
diocesana di Roma, Francesco Marsico, vicedirettore Caritas Italiana,
Fabio Vando e Monica Martinelli, ricercatori del progetto.
Dossier
Statistico Immigrazione 2007 Caritas/Migrantes
A partire dalle 9.30 del 30 ottobre 2007 il Dossier Statistico
Immigrazione 2007 Caritas/Migrantes verrà
presentato in 21 città italiane. La presentazione nazionale si svolgerà
a Roma, presso il Teatro Orione (Via Tortona n. 7), alle ore 10.30.
Nel sito
www.caritasroma.it e’ disponibile la cartella stampa con la sintesi
del rapporto e le schede sulla Regione Lazio e la Provincia di Roma,
ulteriori aggiornamenti nel corso della giornata.
I link ai documenti:
No al suicidio dell’italiano di
Magdi Allam
da Il Corriere della Sera, 24 ottobre 2007
VII Settimana della lingua italiana
"La Lingua italiana e il mare" è il tema della VII Settimana della
lingua italiana nel mondo che si svolgerà dal 22 al 28 ottobre 2007.
L'iniziativa, organizzata dal ministero degli Affari Esteri (MAE),
tramite la rete delle Ambasciate, Consolati e Istituti italiani di
cultura, i Lettorati universitari e le scuole italiane all'estero,
rappresenta dal 2001 il principale evento internazionale di promozione
della Lingua italiana e ha registrato un successo sempre crescente, con
1300 eventi in 80 Paesi nell'edizione del 2006.
Alla Settimana collaborano intensamente l'Accademia della Crusca, che
fornisce la consulenza scientifica, la Società Dante Alighieri e la Rai,
con un'attenzione particolare di Rai International e Rai Educational.
Perché dedicare un'edizione della Settimana al mare?
Perché il mare d'Italia ha ispirato artisti e poeti di tutto il mondo,
incoraggiato esploratori e visto milioni di italiani mettersi in viaggio
in cerca di fortuna verso Paesi lontani.
La Storia dell'Italia è stata costruita in gran parte sul mare, dalle
colonie della Magna Graecia alle Repubbliche marinare. E attraverso il
mare, la Lingua Italiana ha rappresentato un ponte indispensabile al
riconoscimento e all'apprezzamento dell'Italia all'estero.
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/settimana_lingua_italiana/index.html
MACEDONIA: LA LINGUA ITALIANA INVESTIMENTO
CULTURALE E PROFESSIONALE PER IL FUTURO
In un incontro svoltosi all'Università dei Santi Cirillo e Metodio di
Skopje, il Segretario Generale della Società Dante Alighieri, Alessandro
Masi, ribadisce la continua crescita dell'interesse per la lingua e la
cultura italiane
«In Macedonia l'italiano si avvia a diventare una lingua funzionale al
mondo del lavoro, degli affari e del commercio e conoscerla costituisce
uno di quegli investimenti da considerare sicuri non solo per
l'arricchimento culturale, ma anche per le prospettive professionali che
può garantire». Lo ha affermato Alessandro Masi, Segretario Generale
della Società Dante Alighieri, durante l'incontro svoltosi il 10 ottobre
scorso a Skpoje, presso l'Università dei Santi Cirillo e Metodio, al
quale hanno preso parte autorità, docenti, studenti e italianisti
impegnati per diffondere la lingua e la cultura italiane nel Paese
macedone.
«La Macedonia - ha spiegato Masi prendendo spunto dai dati della ricerca
realizzata da Aleksandra Sarzoska e riportata nell'Annuario 2006 della
Società Dante Alighieri, curato da Paolo Peluffo e Luca Serianni - è il
Paese con il più alto numero di scuole con sezioni di lingua italiana:
nel dicembre del 2006 erano ben 15; seguono, di gran lunga distanziate,
la Romania con 4, l'Albania e l'Ungheria con 3. Questo quadro diventa
ancora più positivo se al dato proveniente dall'istruzione scolastica
aggiungiamo quello dell'istruzione universitaria. In questo ambito, il
merito principale spetta all'Università macedone dei Santi Cirillo e
Metodio, in particolare alla Facoltà di Filologia Blaze Koneski di
Skopje, che durante questi ultimi anni, grazie anche al sostegno sempre
più presente delle istituzioni italiane, si è prodigata affinché il
Dipartimento d'Italianistica divenisse un prezioso punto d'appoggio».
Al termine dell'incontro il Segretario Generale Masi ha visitato il
nuovo Centro Multimediale, dono del Governo italiano a quello macedone,
che ospiterà le attività didattiche e culturali del Comitato della
Società Dante Alighieri di Skopje.
Nella giornata successiva, giovedì 11 ottobre, il dott. Masi ha
incontrato l'Ambasciatore d'Italia a Skopje, S. E. Donatino Marcon, il
quale ha espresso la propria soddisfazione per la proficua
collaborazione culturale tra l'Ambasciata e la Società Dante Alighieri,
auspicando un'intensificazione dei rapporti per garantire in Macedonia
una crescita ancora maggiore dell'interesse per la lingua e la cultura
italiane.
Per informazioni:
www.italian-embassy.org.ae/ambasciata_skopje
THOR VILHJÁLMSSON, IL PIÙ IMPORTANTE SCRITTORE
ISLANDESE CONTEMPORANEO, IN VISITA A ROMA:
«L'ITALIANO È AMATO IN TUTTO IL MONDO PERCHÈ LINGUA DI UN PAESE RICCO DI
STORIA E DI CULTURA»
«L'italiano è amato in Islanda ed in tutto il mondo perché è la
lingua di un Paese ricco di storia, di cultura e di tradizioni. Per
comprendere i meriti straordinari dell'Italia e degli italiani, un
popolo generoso ed umano, è indispensabile condividerne il patrimonio
linguistico». Lo ha affermato questa mattina Thor Vilhjálmsson, il più
importante scrittore islandese contemporaneo, durante la sua visita in
Palazzo Firenze, Sede Centrale della Società Dante Alighieri. «L'Italia
- ha proseguito il vincitore del Premio dell'Accademia Svedese per la
Letteratura nel 1992 - è agli occhi del mondo il simbolo di una profonda
ed unica continuità storica, dall'antica Grecia fino ai giorni nostri.
Nessun altro Paese può vantare una tale ricchezza».
Thor Vilhjálmsson, nato nel 1925, è autore di romanzi, saggi, opere
teatrali e raccolte poetiche, e traduttore delle opere principali della
letteratura mondiale. I suoi romanzi sono stati tradotti in molte
lingue. Oltre al Premio Nordico dell'Accademia Svedese ricevuto nel
1992, nel 1998 il suo Il muschio grigio arde si è aggiudicato il Premio
del Consiglio Nordico e nello stesso anno Cantilena mattutina nell'erba
ha ricevuto il Premio della Letteratura Islandese. Lo scrittore, che
tuttora sta terminando un nuovo romanzo, ha rivestito per più di dieci
anni la carica di Presidente del Comitato della Società Dante Alighieri
di Reykjavik.
Presentata la seconda edizione del
Rapporto "Italiani nel Mondo"
Presentata oggi la ricerca svolta dalla Fondazione Migrantes in
collaborazione con Acli, Inas-Cisl, Mcl e Missionari Scalabriniani.
(ROMA, 4 ottobre 2007) Sono 3,5 milioni gli emigrati italiani, un
incremento di oltre 400 mila unità rispetto all’anno precedente dovuto
in gran parte a regolarizzazioni di registrazioni pregresse ma anche a
nuove nascite e a nuove acquisizioni di cittadinanza.
La popolazione
straniera residente in Italia al 1° gennaio 2007
Al 1° gennaio 2007 gli stranieri residenti in Italia sono 2.938.922
(1.473.073 maschi e 1.465.849 femmine); rispetto all’anno precedente gli
iscritti in anagrafe aumentano di 268.408 unità (+10,1%).
L’incremento relativo del 2006 è leggermente inferiore a quello
registrato nell’anno precedente. Va ricordato che nel periodo 2002-2004
il forte aumento dei residenti stranieri era stato determinato in larga
misura dall’ultimo provvedimento di regolarizzazione (leggi n. 189 del
30 luglio 2002, art. 33, e n. 222 del 9 ottobre 2002). Grazie ad esso,
infatti, numerosi immigrati già presenti in Italia avevano potuto
regolarizzare la propria posizione e iscriversi successivamente in
anagrafe.
La crescita della popolazione straniera residente nel nostro paese è
dovuta, anche nel 2006, all’aumento dei nati di cittadinanza straniera
(figli di genitori residenti in Italia, entrambi stranieri): il saldo
naturale (differenza tra nascite e decessi) risulta in attivo per 54.318
unità.
Il saldo migratorio con l’estero si attenua rispetto agli anni
precedenti ma si mantiene elevato (+237.614 nel 2006 rispetto a +266.829
nel 2005).
Il saldo naturale della popolazione straniera, pur essendo nettamente
più basso rispetto a quello migratorio, risulta particolarmente
significativo se contrapposto a quello della popolazione residente di
cittadinanza italiana, negativo (-6.912 unità) nel 2006.
Il 68% degli italiani ritiene di avere un buon
livello di conoscenza della propria lingua.
È quanto emerge dai risultati dei sondaggi presentati questa mattina in
Campidoglio durante l’inaugurazione del LXXVIII Congresso Internazionale
della Società Dante Alighieri.
Le indagini, commissionate dalla “Dante” e realizzate dagli Istituti di
Ricerca Piepoli, GfK Eurisko ed IPSOS, indicano i giornalisti come
personaggi televisivi che meglio si esprimono in italiano.
Analizzato anche il rapporto tra i giovani e i grandi personaggi della
letteratura italiana: Dante Alighieri si conferma il poeta che più di
tutti rappresenta il legame con il nostro Paese, seguito da Giacomo
Leopardi, Ugo Foscolo e Giovanni Pascoli, mentre la categoria degli
scrittori è capitanata da Alessandro Manzoni e Giovanni Verga. Tra i
personaggi letterari “moderni” trionfano Giuseppe Ungaretti e Luigi
Pirandello.
I sondaggi integrali sono visibili nella pagina iniziale del sito
Internet della Società Dante Alighieri,
www.ladante.it.
Il Vice-presidente della Commissione Europea Franco
Frattini inaugura il concorso EUROGIOVANE NO DISCRIMINATION
"L'Unione europea e la non discriminazione": un concorso della
Commissione rivolto a tutti i giovani europei
(Bruxelles, 30 luglio 2007) "L'Unione europea e la non discriminazione"
è il nome del concorso che Franco Frattini, vicepresidente della
Commissione europea e commissario incaricato della giustizia, della
libertà e della sicurezza, ha lanciato oggi, 30 luglio 2007, in pieno
"Anno europeo delle pari opportunità per tutti". I bambini e gli
adolescenti europei tra i 12 e i 18 anni sono invitati a ideare un
poster sul tema della non discriminazione nell’Unione europea,
nell'intento di sensibilizzare i giovani cittadini europei alle azioni
promosse dall’Unione in questo settore.
"Eliminare le discriminazioni e garantire la parità di trattamento e di
opportunità ai cittadini dell'Unione e a quanti vi risiedono, in
particolare i più giovani, sono obiettivi comuni dell'Unione e dei suoi
Stati membri. Dire NO ALLE DISCRIMINAZIONI vuol dire affermare un valore
fondamentale dell'Europa: è una battaglia che va combattuta ogni giorno"
ha dichiarato il vicepresidente Frattini, che ha poi aggiunto "è per
questo motivo che, in occasione di questo concorso e alle soglie del 50°
anniversario dell'Un ione europea, invito i giovani a lavorare fianco a
fianco sul tema della non discriminazione, affinché essi siano più
agguerriti per difendere e far valere questo principio".
I giovani partecipanti, chiamati ad ideare un poster che illustri l'idea
della non discriminazione nell'Unione europea, saranno divisi in due
fasce di età (dai 12 ai 14 anni e dai 15 ai 18 anni) e dovranno formare
delle squadre di almeno quattro partecipanti.
A livello nazionale, si procederà ad una prima selezione dei lavori e le
tre squadre selezionate per ciascuna fascia d'età saranno invitate il 20
novembre, "Giornata internazionale dei diritti del bambino", ad una
cerimonia di consegna dei premi organizzata in ciascun paese.
A livello europeo, i lavori che si saranno aggiudicati il primo premio a
livello nazionale parteciperanno ad una seconda selezione; le tre
squadre selezionate per ogni fascia d'età saranno invitate a Bruxelles
dal 15 al 17 dicembre per scoprire la città e le istituzioni europee e
partecipare a una cerimonia europea di consegna dei premi presieduta dal
vicepresidente Frattini.
I poster migliori, che saranno in mostra sui siti web degli uffici di
rappresentanza della Commissione negli Stati membri e sul sito Europa,
potranno inoltre essere utilizzati nelle future campagne europee di
lotta contro la discriminazione.
Si tratta di un'iniziativa perfettamente in linea con la decisione della
Commissione europea di proclamare il 2007 "Anno europeo delle pari
opportunità per tutti" e con la volontà
dell'istituzione di lottare contro la discriminazione e di far valere
questo principio nell'ambito di tutte le sue strategie interne ed
esterne.
Il sito web www.eurogiovane.eu fornisce ulteriori informazioni e
consente l'accesso al sito del concorso.
Il concorso fa seguito ad una prima edizione del 2006 dedicata ai
diritti dei minori. "Metti in campo i tuoi diritti!" era stato il
concetto unificatore che aveva spinto ben 2 237 squadre di tutta
l'Unione a presentare poster sul tema dei diritti dei minori. I migliori
lavori, disponibili sul sito
http://ec.europa.eu/commission_barroso/frattini/children/children_2006_en.htm#national,
potrebbero del resto essere utilizzati anche per future campagne
europee.
Scuola e immigrazione, De Torre: alla Camera
dibattito di grande rilievo
Dichiarazione del sottosegretario alla Pubblica Istruzione, Letizia
De Torre
(Roma, 4 luglio 2007) Mi pare di grande importanza il dibattito avvenuto
alla Camera sulla riorganizzazione della scuola italiana alla luce non
solo della presenza di alunni di origine immigrata, ma anche perchè
tutti oggi viviamo in una dimensione mondiale.
Il fatto che tutti i gruppi parlamentari abbiano espresso pareri
concordi su molti punti, questo sì lo ritengo una vera vittoria,
un'indicazione di consapevolezza politica data insieme dal Parlamento
alla scuola italiana.
Non è quindi andato sotto né il Governo, né la maggioranza. In realtà
tutte le mozioni hanno offerto spunti di riflessione e di analisi
importanti per il lavoro del Ministero della Pubblica Istruzione.
In particolare esce rafforzato l'impegno già in atto di accogliere gli
studenti di recente immigrazione con efficaci misure di accompagnamento
linguistico, l'attenzione alle radici culturali di ciascuno e il dialogo
tra le culture, la composizione di classi equilibrate nella
composizione, la formazione dei dirigenti e dei docenti, il colloquio
costante con le famiglie.
L'aspetto più rilevante, infine, è l'impegno approvato, e da tutti
indicato, di assegnare risorse adeguate nella manovra Finanziaria.
A scuola con la raccomandazione
L'opinione di Don Antonio Mazzi
Mi meraviglia e quasi mi disturba leggere che sono gli studenti rumeni,
ucraini e cinesi, a lamentarsi della scuola italiana perché poco
meritocratica, poco severa, priva di valori e non i nostri cicciobelli
debosciati e disimpegnati. Per i giovanotti italiani l'uguaglianza e la
disuguaglianza si misurano attraverso altri criteri: lo zio onorevole, i
soldi di papà, le raccomandazioni del sindaco.
In molti immigrati, invece, cresce la consapevolezza che una scuola più
impegnativa possa ridurre in modo efficace le disuguaglianze sociali di
partenza. Le ricerche evidenziano alcuni disagi da parte di noi paesi
accoglienti, dovuti all'incapacità nostra di coniugare integrazione,
competitività, conoscenze e competenze.
Alla fine di quest'anno scolastico nel quale sono esplosi problemi fin
ora tenuti ipocritamente nascosti e ben protetti, questa accusa,
registrata in un seminario internazionale dalla Fondazione Agnelli, ci
frastorna come un pugno da ko. Spero che il Ministro e le direzioni
regionali leggano con attenzione frasi come: "Gli insegnanti non si
fanno rispettare…". "Sono più indietro nelle materie scientifiche
rispetto ad altri paesi europei ed asiatici…". "La scuola italiana è un
posto dove non si combina molto perché i figli non imparano o imparano
male…". "La qualità dei docenti è molto scarsa…".
Purtroppo siamo abituati a collocare gli immigrati in un rango basso e
non sappiamo cogliere le qualità della loro istruzione, il capitale
umano che rappresentano, la voglia aggressiva di riscatto. Le seconde
generazioni degli stranieri non si accontentano più di fare badanti,
pizzaioli o manutentori di autostrade. Rispetto al loro futuro hanno
idee molto chiare e non a caso sognano di diventare magistrati, medici,
matematici, ingegneri.
In compenso sono i nostri ragazzi a farsi buttar fuori dalla scuola, a
contestare per i troppi compiti delle vacanze, a perdere punti ogni
giorno rispetto al senso del dovere e agli impegni etici e
professionali. Mi viene in mente una frase un po' donchisciottesca,
bruttina ma forse veritiera: "Viva la classe degli asini!".
Rassegna di teatri delle scuole. Intercultura in scena
Al Teatro del Buratto si leva il sipario: bambini e ragazzi
interpreti della convivenza tra le culture del Mondo
Il palcoscenico come luogo privilegiato per elaborare i conflitti,
valorizzare le esperienze, impersonare punti di vista differenti,
rendere protagonisti tutti gli allievi, anche quelli con problemi di
lingua e di inserimento.
La rassegna "Intercultura in scena", promossa da Fratelli dell'Uomo,
all'interno del progetto "Crescere Diritti" (condiviso con ArciRagazzi,
Celim, Coe, Cosv, ManiTese, Terre di Mezzo Editore/Cart'armata e
finanziato dal Comune di Milano), muove da questi presupposti per
condurre una riflessione attiva e coinvolgente sulle questioni derivanti
l’incontro tra culture diverse.
Giovedì 7 giugno, a Milano, presso il Teatro del Buratto, via Mosè
Bianchi, 94 presso il Pime, a partire dalle ore 9.30, si svolgerà la
rassegna degli spettacoli realizzati dalle scuole che hanno aderito al
progetto.
Sulla scena si alterneranno per tutto il giorno le pièce degli alunni
delle scuole materne, elementari, medie e superiori, che avranno modo di
esprimere i risultati di un percorso di crescita e l'acquisizione di una
nuova consapevolezza. La visione degli spettacoli sarà guidata dalla
figura di un griot, un narratore africano che introdurrà il pubblico
nelle tematiche trattate.
La partecipazione è gratuita ed è aperta a scuole, insegnanti, cittadini
e curiosi di tutte le età.
Terra Madre... il debutto
Finalmente ieri sera è andato in scena lo spettacolo "Terra...
Madre".
Bello ed emozionante. Io lavoro con Anna Rita Luongo dal 2004, ovvero da
tre spettacoli: "Tutte le cose sono acqua", "Angeli carezze d'aria" ed
ora "Terra... Madre". Il mio non è un giudizio di parte, anche il
pubblico sembrava (anzi lo era) particolarmente soddisfatto.
I testi sono frutto di una seria ricerca sulla storia dell'emigrazione
italiana del secolo scorso, uno studio che Anna Rita Luongo è riscita a
portare in scena con uno spettacolo che si segue tutto di un fiato, che
ci trasporta indietro nel tempo e ci fa capire quali sofferenze e quali
speranze hanno albergato nelle menti e nei cuori dei nostri nonni o
bisnonni. Non bisognerebbe mai dimenticare che loro alle strade alle
mondo hanno affidato la loro vita e quella delle proprie donne, pronte
anche loro a partire per le strade del mondo per "fare fortuna".
Brava Anna Rita sei riuscita pienamente nel tuo intento! E Brava anche
Santa Borriello, coreografa e ballerina, che insieme a Vincenzo La Cola,
sottolinea queste storie con la danza... danza nella quale in alcuni
casi sono coinvolti anche gli attori: Rocco Ditella, Chiara Di Ianni,
Francesco Castiglione, Ermanno Manzetti, Sarah Mataloni e la stessa Anna
Rita Luongo, che non contenta di fare l'autrice e la regista è anche
attrice.
http://www.terrazzidiada.it
http://terrazzidiada.spaces.live.com
Accoglienza degli alunni stranieri, al via un
progetto pratese
Un'intesa per far partire le iniziative - Per la Regione firma
l'assessore Salvadori
Accoglienza, diritti, confronto fra culture: questi i contenuti
dell'intesa firmata lunedì 23 aprile, a Prato, nella sede della
Provincia, in Palazzo Banci Buonamici, da Regione, Provincia di Prato,
Comuni, Uffici scolastici regionale e provinciale, scuole - pubbliche e
paritarie - del territorio.
L'intesa, punto di partenza per il progetto per l'accoglienza degli
alunni stranieri e l'educazione interculturale è stata illustrata nel
corso di una conferenza stampa. Parteciperanno l'assessore regionale
alle politiche sociali Gianni Salvadori, il presidente della Provincia
di Prato Massimo Logli, il sindaco di Prato Marco Romagnoli, i sindaci
di tutti i comuni della Provincia, il responsabile dell'Ufficio
scolastico regionale Cesare Angotti e dell'Ufficio scolastico
provinciale Davide Biccari.
L’interculturalità come conquista e costruzione
sociale impegna la ricerca educativa su più fronti
In libreria Interculturalità e processi formativi, a cura di
Teresa Grange Sergi e Antonella Nuzzaci
Il progressivo passaggio dalla multiculturalità come dato all’interculturalità
come progetto impegna la ricerca educativa – su più fronti e da diverse
angolazioni epistemiche – verso una pedagogia interculturale capace di
fornire, in un quadro di complessità, adeguati riferimenti per il
pensiero e per le opere. Il presente volume nasce da una riflessione
sulle relazioni fra l’interculturalità come conquista e costruzione
sociale e civile e i processi formativi che sottendono la realizzazione
di modelli di soocietà partecipativi, solidali e trasformativi. La prima
parte delinea i tratti di una prospettiva interculturale come bisogno
personale e sociale, come connotazione di contesto e come istanza
educativa e comunicativa. La seconda parte propone scenari, processi e
prospettive per la promozione della comunità interculturale attraverso
la formazione e l’educazione.
Teresa Grange Sergi è Professore di Pedagogia sperimentale presso
l’Università della Valle d’Aosta dove è Preside della Facoltà di Scienze
della Formazione e Direttore della Scuola di Specializzazione per la
Formazione degli Insegnanti di Scuola Secondaria (SISS). Tra le sue
pubblicazioni più recenti: Nascere a inizio millennio. Processi
educativi e prospettive pedagogiche (Lecce, 2005); con M. Onorati, La
sfida della comunicazione all’educazione. Prospettive di Media Education
(Milano, 2006).
Antonella Nuzzaci è Professore associato di Pedagogia sperimentale
presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università della
Valle D’Aosta ed è Direttore del Master in Pedagogia interculturale e
dimensione europea dell’educazione per la sede aostana. Tra le sue
pubblicazioni segnaliamo Profili di competenza e trasformazioni sociali.
Insegnare e apprendere e Musei, pubblici e didattiche. La didattica
mussale tra sperimentalismo, modelli teorici e proposte operative.
CONFERENZA STAMPA
Presentazione del Terzo Rapporto - Osservatorio Romano sulle Migrazioni
a cura della Caritas diocesana di Roma
in collaborazione con la Camera di Commercio, la Provincia ed il Comune
di Roma
mercoledì 18 aprile 2007, ore 12.00, Camera di Commercio di Roma - Sala
del Consiglio, Via de' Burrò, 147
Interverranno: mons. Guerino Di Tora,
direttore della Caritas di Roma, Lorenzo Tagliavanti, vicepresidente
della Camera di Commercio di Roma, Claudio Cecchini, assessore alle
Politiche Sociali della Provincia di Roma, Raffaela Milano, assessore
alle Politiche Sociali del Comune di Roma, Franco Pittau, coordinatore
dell'Osservatorio Romano sulle Migrazioni.
Il Terzo Rapporto dell'Osservatorio Romano sulle Migrazioni è un volume
di oltre 400 pagine, con 37 capitoli ricchi di tabelle ed appendici
statistiche. Una ricerca che unisce l'attenzione alle esigenze
economico-produttive a quelle socio-culturali dell'immigrazione
nell'area romana.
Uno strumento di lavoro che si rivolge a un pubblico molto
vasto: professionisti e operatori impegnati nel settore sociale e nel
mondo imprenditoriale, funzionari delle strutture pubbliche, studiosi,
amministratori e politici ma anche semplici cittadini desiderosi di
cogliere il senso delle migrazioni nello specifico dell'area romana.
Per informazioni: Alberto Colaiacomo - Ufficio Stampa Caritas di Roma
tel. 06.69886417 cell. 335.1817131
Li chiedono 58 professori per i bambini appena
arrivati
Lanciato un appello anche a non concentrare troppi immigrati nella
stessa scuola
Chiedono regole per distribuire in maniera più equilibrata gli
stranieri nelle scuole del quartiere. Classi con un numero inferiore di
alunni negli istituti a forte processo migratorio. Maggiori risorse e
più docenti che lavorino sui progetti di integrazione. Soprattutto,
corsi di italiano obbligatori per i neoarrivati e il riconoscimento
delle lezioni di italiano come seconda lingua anche nella valutazione di
fine anno. I docenti che nelle scuole seguono esclusivamente gli
studenti extracomunitari stilano il loro decalogo per una scuola
«interculturale». Un appello che il provveditore raccoglie: «Le
osservazioni presentate sono condivisibili - spiega Antonio Zenga - ma
devono essere accompagnate da un sostegno finanziario e da maggior
risorse umane. Mi farò portavoce delle richieste delle scuole verso il
ministero». E sulla questione della distribuzione degli stranieri -
punto spinoso su cui le scuole hanno iniziato a muoversi in autonomia -
aggiunge: «È un problema sentito in molti istituti della città. Stiamo
riflettendo sull´ipotesi di invitare le scuole a dividersi in maniera
più equa gli alunni non italiani, ma è una questione delicata perché
tocca la libertà di scelta delle famiglie».
Le osservazioni e le proposte dei professori sono raccolte in un
documento dell´ufficio scolastico provinciale, sintesi di un incontro
che si è tenuto un paio di mesi fa a Milano. Invitati al dibattito i 94
docenti distaccati sui progetti di integrazione. A tutti è stato
distribuito un questionario, hanno risposto in 58. «Abbiamo deciso di
fare un´indagine fra le scuole per capire il tipo di attività che
vengono svolte - spiega Rosi Spadaro, responsabile dell´area stranieri
in provveditorato - per individuare la direzione in cui muoversi in
futuro. Abbiamo raccolto i suggerimenti degli insegnanti che ogni giorno
lavorano sul campo perché sono l´osservatorio migliore».
Fra le considerazioni dei professori c´è la «necessità di maggiori
risorse e competenze per realizzare una scuola interculturale» in un
territorio «interessato da un forte flusso migratorio». Ma anche la
richiesta di «regole per la distribuzione degli alunni stranieri su
tutte le scuole» perché la concentrazione di troppi extracomunitari in
quegli istituti che hanno una lunga tradizione di accoglienza rischia di
«compromettere la qualità degli interventi di integrazione», oltre a
generare preoccupazione nelle famiglie italiane che, talvolta, mandano i
proprio figli in istituti più lontani da casa ma con una percentuale
inferiore di stranieri. Un fenomeno questo che inizia a preoccupare
molti dirigenti scolastici perché una scuola con solo extracomunitari
«non aiuta neanche gli stranieri». Fra le richieste degli insegnanti c´è
anche «la legittimazione dell´apprendimento dell´italiano e il
riconoscimento di crediti per la lingua d´origine come lingua
straniera». Infine viene chiesto di «fare pressione sul Comune» per
avere mediatori culturali gratis che vadano a tamponare i buchi lasciati
dai tagli del governo degli ultimi anni. «Nella mia scuola - precisa
Francesco Cappelli, dirigente della Casa del Sole - ho il 50 per cento
di stranieri con un solo facilitatore. Fino a 5 anni fa, con una
percentuale che non superava il 20 ne avevo 5. Inoltre, ogni anno
accogliamo più di 100 alunni in corso d´anno di cui un terzo alle
elementari e due terzi alle medie, arrivati in Italia con i
ricongiungimenti familiari. Al problema della lingua si aggiunge,
soprattutto alle medie, l´inserimento in una realtà completamente nuova
anche dal punto di vista affettivo».
30 marzo 2007 - La Repubblica
Teresa Monestiroli
I sessantottini? Genitori orrendi, in quelli di oggi
c'è più responsabilità»
«In classe ho ragazzi di mezzo mondo.
Genova, la maestra Celeste Barone tra la «erre» di Wei Li e l'odio del
piccolo libanese. Ricordi di un'insegnante in prima lineaLa maestra
Celeste non è mai riuscita ad accettare la «erre» mancante di Wei Li. Si
è sempre sentita responsabile, per quel bambino che dopo cinque anni
parlava ancora come i cinesi dei cartoni animati. «Alle Elementari hai
sempre paura che un tuo fallimento segni in maniera indelebile un essere
umano. Quando escono da qui, non li rivedi più, e ti chiedi che ne è
stato di loro. Noi siamo le fondamenta della casa, quelli che cominciano
qualcosa che altri finiranno». Un giorno ancora lontano, quando finirà
di insegnare, Celeste Barone scenderà negli archivi della De
Scalzi-Polacco, la scuola dove lavora da ormai 15 anni, e si leggerà i
registri di quando i bambini «ariani» entravano dall'ingresso principale
e quelli ebrei da una porticina sul retro, invisibili agli altri,
contabilità separate, le loro vite documentate solo dagli appositi
«registri della razza ebraica». Ne farà un libro, forse.
Anche la maestra Celeste è stata una bambina discriminata. È nata ad
Asmara, figlia di un soldato che a guerra finita decise di restare in
Eritrea per fare il fotografo. Quando la famiglia Barone tornò a Genova,
lei e suo fratello erano chiamati «gli africani» dai compagni di classe.
Non è un caso, dice, che entrambi siano finiti ad insegnare in istituti
che hanno il quaranta per cento di alunni extracomunitari, lei alle
Elementari, lui alla media Don Milani, la scuola ai bordi dei carrugi
del centro storico che nel 1998 divenne un simbolo dell'Italia
multietnica, quando si scoprì che tra i suoi banchi nove ragazzi su
dieci erano stranieri. Fu allora che cominciò a funzionare una rete di
accoglienza che anche oggi si occupa di distribuire in modo omogeneo gli
allievi extracomunitari nelle varie scuole, per evitare la creazione di
ghetti. Un osservatorio «indirizza» le iscrizioni alle primarie, mentre
il Cras, Centro risorse alunni stranieri, da quasi dieci anni si occupa
di formare gli insegnanti e distribuisce libri nelle diverse lingue
d'origine. «Basta? Non credo. I programmi ministeriali si ispirano
sempre alla poetica della maestrina con la penna rossa, che è
sicuramente un modo di intendere il mestiere, ma da solo non è più
sufficiente. Siamo diventati leggermente più tecnologici, solo questo».
Il sistema scricchiola dalle fondamenta, anche in una città-pilota come
Genova. I mediatori culturali, che sono pagati dal Comune, sono stati
dimezzati negli ultimi anni, e la loro presenza si riduce ormai a
qualche ora settimanale. A settembre il ministro Fioroni ha spedito 40
mila euro per le scuole della città, e solo in minima parte quei soldi
sono stati utilizzati per accoglienza e inclusione dei bambini
stranieri.
Alla fine si torna sempre a loro, alle maestre e alla buona volontà, una
sorta di volontariato non obbligatorio ma necessario. «Il problema —
dice Celeste Barone — è altrove, nell'università che non funziona. A chi
vuole diventare maestro o professore si insegna di tutto senza fargli
imparare un granché. Le ex Magistrali non formano, e parecchi dei
giovani insegnanti mancano di passione e preparazione. Ogni tanto mi
capita di andare all'estero per convegni, e vedo che i colleghi hanno
competenze, capacità e conoscenze didattiche che le nostre scuole di
formazione si sognano». L'integrazione, e molto altro ancora, comincia
alle Elementari, l'unico ambiente protetto della scuola italiana,
sottoposto a cambiamenti continui, ma in fondo sempre uguale a se
stesso. Celeste ha una classe con sette etnie diverse, un caleidoscopio
dove si concentrano i problemi che oggi una maestra si trova davanti.
C'è il bimbo albanese con madre ancora ragazza che non riesce ad
imparare una parola d'italiano. A settembre il piccolo libanese le ha
detto che in estate suo cugino era morto su una mina israeliana, glielo
avevano raccontato i nonni, e quindi aveva deciso che da grande avrebbe
«odiato» i nemici. «Non è facile, spiegare ad un essere umano di sette
anni sottoposto all'influenza dei grandi che l'odio non è un lavoro, non
è niente».
Durante l'anno arriva sempre il momento in cui il medico scolastico
impone la tubercolinica, e tocca spiegarlo ai genitori dei cinesi.
«Penso che se qualcuno mi filmasse e mi spedisse su YouTube, spopolerei.
Metto su una faccia da "bacillo di Koch", simulo atroci sofferenze, e
solo allora la madre, preoccupata per la mia salute, mi prende la mano
per farmi capire che va tutto bene. Un gesto di pietà». Anche a
guardarla dal giardino delle Elementari, la famiglia non se la passa
bene. «I bambini sanno essere crudeli, ma non conoscono ancora il
razzismo. Le loro famiglie invece sì. Gli stranieri vogliono fortemente
integrarsi, per condividere gli stessi giochi degli italiani, scambiarsi
le figurine dei Gormiti. Ma quando un alunno ecuadoriano o marocchino
sparisce da scuola, e purtroppo capita spesso, i genitori degli altri
tirano un sospiro di sollievo, qualcuno dice che così il rischio dei
pidocchi diminuisce e non si rende conto che sta pronunciando
un'enormità. È un razzismo inconsapevole e strisciante. I figli
accettano il diverso in modo incondizionato, mentre i genitori lo fanno
solo per motivi di facciata, di rispettabilità». Non è passato molto
tempo da quando Celeste si trovò appeso alla porta della classe l'invito
alla festa di un alunno italiano, scritto dalla sua mamma. «Piccolo
dettaglio, era nominale. Una lista di nomi, non tutti. Tu sì, tu no. E
gli esclusi, ovviamente, erano stranieri». Non è una peculiarità
italiana. Ecuadoriani e peruviani si odiano per ragioni storiche, ma in
classe giocano insieme. Le loro madri invece non si parlano, e questo
silenzio inevitabilmente sgocciola sui figli. «Dopo qualche mese, è
facile che un bimbo ti dica che "quando sono grande a quello non gli
faccio più amico"».
La speranza è nelle nuove generazioni, non di figli, ma di madri e
padri. «Da qualche anno qualcosa sta cambiando. I sessantottini sono
stati mediamente dei genitori orrendi. Disastri familiari, un caos
affettivo inenarrabile, i bimbi gestiti come pacchi postali, impicci
viventi da incastrare nell'agenda giornaliera, e sempre la pretesa che
la colpa del disagio dei figli fosse di altri, del coniuge separato,
della società ingiusta, mai loro. Nei nuovi genitori, invece, vedo una
maggiore e più serena accettazione delle proprie responsabilità,
dell'essere famiglia». Celeste ci si è trovata, questo mestiere non lo
ha scelto. Ma alla domanda sul perché lo fa da oltre trent'anni, spunta
fuori la maestra dalla penna rossa che è in lei, mischiata a qualcosa di
molto personale. «Suonerà un po' retorico, ma l'unica risposta è questa:
sono una signora di mezza età che non ha mai avuto figli. L'illusione di
lasciare su ognuno di questi bambini una ditata, un'impronta positiva, è
comunque un modo per guadagnarmi l'eternità». Pochi giorni fa, Celeste
era sull'autobus. Ad una fermata, dai due ingressi della vettura è
entrato un gruppo di ragazzi. Li ha guardati, mentre facevano casino,
insultandosi da un capo all'altro della vettura. Uno di loro le sembrava
di averlo già visto. Non si è fatta avanti, perché le maestre sono così,
hanno paura di disturbare, hanno la percezione del tempo che passa. La
maestra ha stretto gli occhi, per scrutare meglio i lineamenti di uno
spilungone cinese. Era Wei Li, senza dubbio. Negli anni, aveva imparato
tante cose, non tutte necessarie. Urlava, in mezzo agli altri
passeggeri. Diceva «stronzo», «porca troia». Ma la «erre», quella, era
perfetta.
Marco Imarisio
06 aprile 2007
SVIZZERA: CLASSE TURBOLENTA ESAURISCE 6 DOCENTI IN 2 ANNI
Poco più due anni e sei insegnanti di Zurigo si sono arresi, sfiniti da
una classe indisciplinata di 22 allievi, oggi tra i 12 e i 13 anni.
Molti i ragazzi stranieri. La vicenda ha riacceso in Svizzera il
dibattito
sull'integrazione degli stranieri.
La classe di Friesenberg, un tranquillo quartiere di Zurigo, ha
cominciato a
far parlare di sé quando gli alunni erano in quarta. Un insegnante
vicino alla pensione, per controllare gli allievi, arrivò a tirar loro i
capelli. L'anno successivo, la classe è stata quindi affidata ad
un'insegnante esperta, con
una collega di sostegno. Ma la seconda ha ceduto rapidamente le armi
dopo una crisi di nervi e la prima, rimasta sola, non ha resistito. La
"moria" di docenti è continuata. Il caso della classe indisciplinata ha
assunto rilievo nazionale. È intervenuto il ministro di giustizia e
polizia, Cristoph Blocher, del partito di destra populista Udc. Per
Blocher si tratta di una conseguenza della politica d'immigrazione
praticata negli ultimi anni. Secondo il ministro, agli scolari vanno
date chiare regole da rispettare. In caso contrario vanno puniti, anche
con l'espulsione dalla scuola. Tra le misure anche l'allontanamento
dalla Svizzera, se si tratta di stranieri. Un provvedimento che potrebbe
essere allargato anche alla famiglia
avvenire
IL FATTO
L'appello di un gruppo di insegnanti al ministero: gli alunni
extracomunitari ammessi tutto l'anno, servirebbero limiti al numero e al
periodo degli ingressi
Scuola e stranieri. Sono il 5% ma «concentrati» L’integrazione resta
difficile
Da Milano Enrico Lenzi
«L'integrazione scolastica degli alunni di cittadinanza straniera
rischia di fallire». È un vero grido d'allarme quello lanciato dai
docenti di Diesse, una delle principali organizzazioni professionali
degli insegnanti, vicina alla Compagnia delle Opere. Un allarme, ma
anche un appello affinché si intervenga per evitare che si prosegua
«all'insegna dell'emergenza e della capacità di arrangiarsi di docenti e
alunni». Significativo che l'appello parta proprio dalla sezione della
Lombardia, regione dove si concentra un quinto dell'intera popolazione
studentesca di cittadinanza non italiana: centomila sul mezzo milione di
iscritti.
Due gli aspetti che preoccupano Diesse. Il primo riguarda «l'inserimento
di questi studenti in qualsiasi momento dell'anno scolastico, benché
privi di una conoscenza adeguata della lingua italiana». E il secondo
evidenzia la «concentrazione degli alunni stranieri in alcune scuole,
con la conseguente fuga degli iscritti italiani in altri istituti».
Insomma, il moltiplicarsi di «scuole-ghetto». L'ultima denuncia in
ordine di tempo arriva dalla Sicilia, dove in una elementare di
Vittoria, nel Ragusano, i genitori italiani hanno preferito trasferire i
loro figli in un altro istituto perché nella terza classe la maggioranza
è composta da extracomunitari. Ma questo accade anche in altri centri e
in alcune grandi città (Milano, Torino e Roma in testa) dove
l'immigrazione è forte. «Da parte nostra - spiega Mariella Ferrante,
presidente di Diesse Lombardia - intendiamo farci carico del disagio e
proporre soluzioni perché a tutti venga garantito il diritto
all'istruzione».
«Onestamente non credo che esista la volontà di creare scuole-ghetto -
commenta Giorgio Rembado, presidente nazionale dell'Associazione
nazionale presidi (Anp) -. La concentrazione in certe zone periferiche o
in alcuni comuni appare legata alla casualità del maggior o minor
insediamento di cittadini stranieri con figli in età scolare». Una
casualità, che, però, «se non gov ernata - aggiunge Gina Scarito
dell'associazione presidi Disal e fino allo scorso anno preside di una
media milanese che sfiora il 40% di alunni stranieri - rischia di
provocare disorientamento nei genitori italiani, ma soprattutto mette a
rischio l'obiettivo dell'integrazione scolastica di questi ragazzi».
Insomma, ancora una volta l'eccessiva concentrazione appare come il
problema prioritario.
«Ma non è l'unico - precisa la professoressa Scarito -. Anche
l'inserimento indiscriminato nel corso dell'anno è un fattore negativo
per una reale integrazione». Un problema messo in rilievo con forza
dall'appello lanciato da Diesse Lombardia: «Sarebbe meglio stabilire una
data, rispettosa del lavoro già svolto nelle classi con gli altri
studenti, oltre la quale non sia più possibile iscriversi e frequentare
la scuola», si legge nel documento, che chiede nel contempo
«l'attivazione sul territorio di corsi intensivi di prima
alfabetizzazione per una proficua frequenza dell'anno scolastico
successivo alla data da cui non è più possibile iscriversi all'anno
scolastico».
La professoressa Scarito ha provato sul campo il problema. «Nella scuola
che ho diretto fino allo scorso anno - racconta - c'era il 38% di
studenti stranieri, di 24 nazionalità diverse. Poteva capitare di avere
in classe studenti cinesi, ecuadoregni, filippini e peruviani. Magari
qualcuno arrivato in classe senza sapere una parola di italiano». Il
vero problema nasce proprio qui. La gran parte dei bambini stranieri
sono nati nel nostro Paese e apprendono la lingua frequentando gli altri
bambini e la materna. «Nelle nostre scuole - spiega Anna Maria Dominici,
direttore scolastico regionale della Lombardia - abbiamo un 15/20% di
studenti non italiani che entrano nelle scuole ad anno scolastico
iniziato, arrivando direttamente dai loro Paesi d'origine». Si può
dunque capire «quale fatica si deve compiere per aiutare questi ragazzi,
in particolare disponendo di un solo docente "facilitatore"», chiosa
Gina Scarit o.
«In questi anni le scuole che hanno avuto maggiori concentrazioni di
studenti non italiani hanno elaborato strategie d'intervento che spesso
possono essere un modello per altri istituti, alle prese con lo stesso
fenomeno», sottolinea Rembado dell'Anp, non nascondendosi «le difficoltà
che sorgono quando il corpo docente non è stabile in queste scuole.
Mantenere le équipe educative rodate sarebbe auspicabile, anche se oggi
appare irrealistico nei fatti, stante l'attuale normativa». Com'è
impossibile evitare eccessive concentrazioni. «Pur non ritenendo
negativo che vi siano scuole con maggiore esperienza sul campo -
risponde Rembado -, non esiste una normativa che metta un tetto alle
iscrizioni degli alunni stranieri».
Un passaggio che non dispiacerebbe ai presidi della Disal. «Una miglior
distribuzione sarebbe positiva in primo luogo per i ragazzi stessi -
commenta Gina Scaroni - e aiuterebbe la scuola a fare piena
integrazione». E l'inserimento di «norme per un'equa distribuzione degli
studenti stranieri» rientra fra i punti sottolineati dall'appello di
Diesse rivolto al ministro della Pubblica Istruzione e ai dirigenti
scolastici regionali. Domande che richiedono risposte in tempi brevi,
visto che ogni anno entrano nel nostro sistema scolastico mediamente
50/60mila bambini non italiani
|
Per la realizzazione di una scuola italiana a
italiana a Bruxelles si è mossa, in queste settimane, tutta
l'Italia che conta. Dal Presidente della Repubblica Italiana
Giorgio Napolitano, al Vicepresidente della Commissione europea,
Franco Frattini, al Presidente di Confindustria (la più potente
lobby italiana, se non l'unica) Luca Cordero di Montezemolo.
Franco Frattini ha dichiarato: "Oggi le possibilità di successo
per la realizzazione di una scuola italiana a Bruxelles sono
alte". A lanciare la proposta era stato Gennaro Maria Amoruso,
Presidente dell'Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo,
che ora ci spiega le motivazioni e a che punto è l'iniziativa.
Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 58 - Anno
XIV, 23 marzo 2007
Per scuola italiana a Bruxelles "istituzioni pubbliche e private
in sinergia"
Bruxelles - Per la realizzazione di una scuola italiana a
Bruxelles si è mossa, in queste settimane, tutta l'Italia che
conta . Dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio
Napolitano, al Vicepresidente della Commissione europea, Franco
Frattini, al Presidente di Confindustria (la più potente lobby
italiana, se non l'unica) Luca Cordero di Montezemolo. |
Il Vicepresidente della
Commissione europea, Franco Frattini ha dichiarato: "Oggi le
possibilità di successo per la realizzazione di una scuola
italiana a Bruxelles sono alte", "ho parlato con il Presidente
di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo e ho trovato il suo
sostegno convinto per trasformare questo progetto in
un'iniziativa del sistema italiano a Bruxelles. E poi non
dimentichiamo che abbiamo già ricevuto il sostegno di Giorgio
Napolitano. Inoltre sto discutendo con l'Università LUISS di
Roma per vagliare i possibili interventi".
E gli ingredienti per una tale iniziativa sono davvero perfetti.
Da una parte -sul versante strettamente culturale- la Dante
Alighieri che oramai da tempo calca il piede sull'acceleratore
per dire al mondo intero che l'italiano è una delle lingue più
studiate al mondo e che lo studio è in continuo aumento anche in
Paesi dove francamente viene difficile immaginare che ci possa
essere l'interesse per la lingua italiana. Dall'altra parte -sul
versante econmico- c'è una Confindustria che con la guida di
Luca Cordero di Montezemolo ha preso di netto una posizione in
favore della lingua e della cultura italiana come traino per il
Made in Italy nel mondo. Dall'altra parte ancora -sul versante
politico istituzionale- c'è un Quirinale che porta avanti
l'eredità di Carlo Azeglio Ciampi di difesa del concetto di
Patria e di italianità, mentre Palazzo Chigi programma tutte le
sue azioni di politica estera in difesa di una "autonomia"
italiana che inevitabilmente non si può esplicitare solo nelle
azioni di politica estera.
Chi ha lanciato la proposta è stato Gennaro Maria Amoruso,
Presidente dell'Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo
con "una petizione al Vice Ministro Onorevole Danieli" lo scorso
ottobre, il quale ora dichiara "apprendiamo con piacere che la
questione interessa anche i grandi media. Questa settimana della
vicenda se ne occupa anche il magazine italiano 'Panorama' che
nel numero del 15 marzo 2007 tratta l'argomento. Oggi le
possibilità di successo per la realizzazione di una scuola di
italiano a Bruxelles sono alte".
Presidente Amoruso, come è nata questa proposta?
La proposta della nostra Associazione si allinea a quella che è
l'istanza di tanti calabresi ed italiani che vivono in Belgio di
avere una scuola di Italiano libera ed accessibile a tutti. Si
tratta di predisporre nel breve dei corsi di lingua italiana per
i bambini rientranti nell'età dell'obbligo ovvero dai sei anni
in poi. Nel medio termine questa scuola dovrebbe coordinarsi e
rapportarsi con l'IC presente e divenire un vero e proprio polo
della lingua, delle tradizioni e della cultura italiana. Come
Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo negli scorsi
mesi e soprattutto a ridosso dell'inizio delle scuole siamo
stati sollecitati da diverse e-mail di soci e di amici che ci
segnalavano detto problema, quello dell'impossibilità di far
frequentare ai propri figli una scuola Italiana in Belgio. Per
queste persone, che sono per la maggior parte liberi
professionisti, l'avventura inizia con la richiesta presso la
Scuola Europea, tale scuola è riservata ai soli figli di
italiani che lavorano presso le istituzioni comunitarie. A Mol
c'è un'altra scuola internazionale che nel prossimo anno
scolastico (2007/2008) chiuderà definitivamente la sua sezione
italiana ed infine a Mons c'è una scuola dove sono ammessi
solamente i figli di militari.
Perchè una scuola italiana in Belgio e quale utenza pensate
possa servire?
Gli italiani residenti in Belgio sono circa trentamila, a questa
importante presenza dobbiamo aggiungere i nuovi emigrati. Sono,
infatti, numerosi i professionisti (avvocati, commercialisti,
ingegneri e consulenti in genere) che si spostano dal nostro
paese in terra belga. Queste persone si trovano a vivere in
prima persona il "dramma" emigratorio, l'approdo non è dei più
facili anche se le condizioni di vita sono nettamente migliori
degli emigranti dello scorso secolo. Il vero problema della
mancanza della scuola italiana è quello dell'impossibilità di
consentire a questi professionisti il ricongiungimento
familiare, tutelato tra le altre cose dalle norme comunitarie.
Si tratta dunque di una richiesta e di una battaglia di civiltà
ispirata a tutelare il diritto primario di chi è costretto ad
emigrare per lavoro di vivere questa situazione difficile
insieme alla famiglia. Molti sono comunque costretti a
trasferire le proprie famiglie e ad inviare i propri figli in
una scuola fiamminga. Siamo convinti che sia necessaria una
integrazione anche a carattere linguistico, ma chiediamo che si
aiutino le famiglie e soprattutto i minori.
C'è stata, mi pare una mobilitazione sia da parte della
Presidenza della Repubblica che da parte degli organismi UE.
Non credo si tratti di una mobilitazione vera e propria, ma di
una presa in carico del problema da parte delle massime
istituzioni italiane. Quello che ci piace di questa vicenda è il
metodo. Il nostro paese e le sue istituzioni pubbliche e private
si sono mosse in sinergia e fuori da ogni logica di
schieramento. Si è pensato di cercare di realizzare desideri ed
aspirazioni dei calabresi e degli italiani che vivono
all'estero. Credo che questa modalità di agire in maniera
bipartisan e sinergica per risolvere i problemi del nostro paese
e dei suoi cittadini, che in questo caso vivono all'estero,
debba essere una costante e non una eccezione.
Non ci sono forse altri Paesi dove sarebbe necessaria attenzione
per nuove scuole e soprattutto per evitare la chiusura delle
poche che ci sono?
La situazione delle scuole di italiano in giro per il mondo è
abbastanza variegata. Le nostre istituzioni debbono vigilare
affinché si realizzino le attività didattiche a supporto delle
nostre comunità. Quello della lingua è un patrimonio importante
e fondamentale e non solo si devono risolvere tutte quelle
situazioni critiche presenti ma si deve sviluppare una politica
di sviluppo della presenza delle scuole italiane nel mondo.
Questa vostra richiesta mi pare si possa inserire nel quadro di
queste settimane di ansia diffusa di riorganizzazione
dell'intero sistema dell'italianità all'estero. A questo
proposito lei cosa pensa.
La condizione degli italiani nel mondo si è andata sviluppando
negli ultimi decenni con una velocità impressionante. Si
verificano diverse situazioni con riferimento alle varie aree
geografiche. Un nota comune riguarda tutte le comunità, se da
una parte notiamo una forte istanza di un ricambio generazionale
nei soggetti associativi, che hanno fatto da "collante
necessario" tra le nostre comunità e la madre patria, dall'altra
la conseguente elezione dei parlamentari italiani nella
circoscrizione estero ha portato "dentro" le istituzioni tutte
le ansie e i problemi delle nostre comunità. Molti soggetti si
sono finalmente accorti che in giro per il mondo vivono decine
di milioni di nostri oriundi; le nuove generazioni e la presenza
nelle istituzioni hanno generato una forte voglia di novità e di
riorganizzazione di tutto il sistema. A nostro avviso serve un
punto di incontro e di equilibrio tra l'esigenza di ricambio e
rinnovamento e la decennale esperienza di soggetti che hanno
fatto la storia del sistema emigrazione. I giovani dall'Italia
debbono assurgere a protagonisti di qualità e non di quantità
per attivare un dialogo vivo e fecondo con le nuove generazioni
che vivono all'estero. |
Donne in musica:
Scambio di Tradizioni musicali.
Le voci delle donne: Italia, Nigeria, Sri Lanka
Roma, 15 febbraio 2007 - ore 20:45
Teatro Quirino
Incontro-dibattito:
Spazi comuni. Reinventare la città
Roma, 15 febbraio 2007 - ore 17:00
Lungotevere de' Cenci 5
Presentazione del libro:
America Latina, tra civiltà e barbarie
Roma, 15 febbraio 2007 - ore 18:00
Ist. Italo-latinoamericano, P.za Cairoli 3
Mostra concerto:
Strumenti dall'America Latina
Roma, fino al 16 febbraio 2007
Teatro Regina Pacis , via Bravetta 267
Presentazione del libro:
Europa di confine. Trasformazioni
della cittadinanza nell’Unione allargata
Roma, 17 Febbraio 2007 - ore 10.00
Facoltà di Giurisprudenza- aula 9
Via Ostiense 159
Concerto:
Music and Magic and Juliet.
Orchestra nazionale del Belgio
Roma, 17 febbraio 2007 ore 20.00
Auditorium Via della Conciliazione
Incontro:
Media e cittadini immigrati. Parole e pregiudizi
Forlì, 17 febbraio 2007 - ore 9:30
Piazza G.B. Morgagni, 9
Teatro:
Italiani cìncali!
Roma, 18 febbraio 2007 - ore 18:00
Teatro Palladium, P.za Romano 8
Corsi di formazione:
Corso di gestione ed assistenza domestica
per donne straniere
Roma, dal 20 febbraio 2007
Via Firenze 38
Incontro interreligioso:
L’esperienza d’incontro islamo-cristiano
del monastero di Mar Musa (Siria)
Roma, 21 febbraio 2007 - ore 19:00
via Ostiense 152b
Seminario:
Migrazione e lavoro: il ruolo dei sindacati in Italia
Toino, 22 febbraio 2007 - ore 17:00
Palazzo L. Venturi, Via Verdi 25
Incontro pubblico:
America Latina, continente in movimento
Padova 24 febbraio 2007 ore 9.00
Seminario:
Finanza e Sviluppo
Roma, 24-25 febbraio 2007 - ore 9:00
Via dei Salesiani, 13 Cinecittà
Prenotazioni entro il 19 febbraio 2007
Dialog Festival II Edizione:
Opere in rassegna per una città multiculturale
Ostia (RM), 20 - 25 febbraio 2007
Serata di cultura asiatica:
Iran: relazioni e immagini
Milano, 27 febbraio 2007 - ore 21:15
Teatro Verga, Via Giovanni Verga 5
Conferenza:
Islam in Europa: sviluppi recenti e trasformazioni
Roma, 28 febbraio 2007 - ore 17:00
PISAI, V.le di Trastevere 89
Anno delle Pari Opportunità:
Diritti, culture, migrazioni nella nuova Europa
Formigine (MO), 28 febbraio 2007 - ore 20:00
P.za della Repubblica 5
Corso di aggiornamento docenti:
La componente relazionale nell'insegnamento linguistico
Milano, 3 - 4 marzo 2007
Il Centro” , Via Brera 11
Percorso formativo:
Donna e migrazioni
Bergamo, a partire dall' 8 marzo 2007
Via Pizzo della Presolana, 15
Fiera dell'intercultura:
Aza Mataotra. Integrazione, Intercultura,
Comunità Straniere
Modena, 9-11 marzo 2007 - ore 9:00-19:00
Quartiere fieristico
Incontri Europa:
Settimana Europea
Louvain La Neuve (B), 19-23 Marzo 2007
Domande entro il 1. marzo
Concorso letterario:
Giovani scrittrici & scrittrici esordienti sul tema Conflitti
Invio dei lavori entro l'8 marzo 2007
Formazione:
Lo specchio e la maschera. Training di iniziazione
all'approccio interculturale
Gargnano (BS), 23-25 marzo 2007
Iscrizioni entro il 17 marzo 2007
Turismo responsabile:
Etiopia. Il Nord: la rotta storica e i monti del Semiem
Viaggi dal 8 al 19 marzo, dal 25 aprile al 6 maggio 2007
Corsi di aggiornamento:
Proposta per lo sviluppo di tematiche
relative alla didattica della lingua italiana
Roma, 27-29 marzo 2007 - ore 16:00-19:00
Ed. La Scuola, Via Crescenzio 23
Concorso per le scuole:
Programma Think Quest
Presentazione delle domande entro il 16 aprile 2007
Call for papers, borse di studio e stage:
Altreitalie. Proposte di studi sull'emigrazione italiana
Scadenza per l'invio delle domande e dei lavori: 20 aprile 2007
Concorso:
Premio Marenostrum
Invio delle opere entro il 1 luglio 2007
Council of Europe. International Dialogue
http://www.coe.int/t/dg4/intercultural/default_EN.asp?
Si tratta del nuovo sito web del Consiglio d'Europa per la promozione
del dialogo interculturale nel nostro continente e tra l'Europa e le
regioni confinanti. Offre informazioni sul concetto di dialogo
interculturale ....
Consiglio dell'Istruzione Pubblica uruguayana:
sopprimere l'obbligatorietà dell'italiano nelle scuole medie superiori
A seguito della proposta avanzata dal Consiglio dell'Istruzione Pubblica
uruguayana di sopprimere l'obbligatorietà dell'italiano nelle scuole
medie superiori, la Comunita' Radiotelevisiva Italofona si unisce
all'appello del sen. Franco Danieli, vice ministro agli Affari Esteri
con delega italiani nel mondo, esprimendo viva preoccupazione per una
decisione che priverebbe gli uruguayani di un fondamentale strumento di
formazione e non nascondendo stupore ed amarezza per una decisione che,
qualora approvata in via definitiva, sarebbe in evidente contrasto con
il fatto che il 40% della popolazione di quel paese è di origine
italiana e con la storica tradizione plurilingue di quel paese.
Istituzione della terza università per stranieri in
Italia
E’ dell’ultima
ora la notizia della istituzione della terza università per
stranieri in Italia, denominata «Dante
Alighieri», non statale e legalmente riconosciuta, con sede
a Reggio Calabria. Si tratta dell’istituto superiore ad ordinamento
speciale, promosso dal Consorzio per l'Università per stranieri «Dante
Alighieri» di Reggio Calabria ed eroga i seguenti corsi validi e
riconosciuti:
- corsi di lingua e cultura italiana per stranieri e
corsi per docenti di lingua italiana a stranieri;
- corso di laurea in operatori pluridisciplinari ed
interculturali d'area mediterranea;
- corso di laurea magistrale in programmazione e gestione
delle politiche e dei servizi sociali d'area mediterranea.
Le altre
due sono l'università per stranieri di Perugia e di Siena.
Forum per l'Intercultura: 15 anni di incontri
La Caritas diocesana di Roma ha ricordato oggi i quindici anni del
Forum per l'Intercultura con il convegno "15 anni di incontri". Durante
la manifestazione è stata presentata la prima indagine sull'intercultura
svolta tra i docenti delle scuole romane.
La scuola è l'agenzia fondamentale per favorire il processo di
integrazione degli immigrati in Italia. Questo è il primo dato che
emerge dall'indagine svolta tra i docenti delle scuole romane e i
mediatori interculturali, presentata in occasione del convegno "15 anni
di incontri".
Dall'indagine emerge come Roma sia sempre più una città multiculturale,
in cui il 67% degli insegnanti ha contatti con cittadini provenienti da
altri paesi (amici, colleghi, commercianti). È insoddisfacente il
giudizio che il corpo docente dà dei servizi per l'integrazione: solo il
45% pensa che le politiche ed i fondi economici per attuarle siano
sufficienti mentre oltre il 20% pensa decisamente che l'importanza
dell'intercultura sia sottovalutata e poco avvertita.
Soddisfacente è, invece, il quadro del sistema scolastico della Capitale
tracciato dagli insegnanti: in tre quarti degli istituti è presente un
referente per l'intercultura (in 86% delle scuole primarie e in 79%
delle superiori); in particolare, in circa la metà delle scuole sono
state recepite le circolari sull'intercultura e anche applicate con
cura, mentre nel 46% degli istituti, per attuare percorsi formativi
interculturali vengono utilizzati i fondi dell'autonomia scolastica,
purtroppo sempre più esigui.
Questo in sintesi il quadro della prima indagine svolta dal Forum per
l'intercultura tra i docenti delle scuole romane, presentato oggi nel
convegno che la Caritas di Roma ha organizzato in collaborazione con
l'Assessore alle Politiche sociali della Provincia di Roma, e che ha
visto la partecipazione del Sottosegretario all'Istruzione On. Letizia
De Torre e di rappresentanti del Comune di Roma e della Regione Lazio.
"In una società con cittadini di diverse culture la mediazione culturale
è un raccordo necessario. Seppure nel rispetto delle norme fondamentali
della società, siamo chiamati tutti a valorizzare le differenze e ad
evitare gli scontri culturali, societari e religiosi. In questi 15 anni
di attività, il Forum per l'intercultura ha considerato gli immigrati
una componente strutturale della nostra città e ha operato insieme a
loro per favorire il superamento di pregiudizi e stereotipi, favorendo
l'incontro, la conoscenza e il dialogo": questo è stato il commento di
mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas romana, che ha introdotto
i lavori dei convegnisti.
Il Forum per l'Intercultura è stato promosso dalla Caritas di Roma nel
1991 per affiancare alle tradizionali opere di accoglienza e di
assistenza verso gli immigrati un'azione culturale volta a favorire
l'inserimento dei "nuovi cittadini" nella società romana con percorsi di
formazione e conoscenza che hanno coinvolto innanzitutto il mondo della
scuola, ma anche gli agenti di polizia ed i vigili urbani, i sacerdoti e
le religiose, i circoli culturali, i sindacati, i giornalisti ed il
mondo del volontariato.
Dall'indagine svolta risulta molto positivo il giudizio dato
sull'operato del Forum, al quale hanno aderito molte associazioni, di
italiani e di immigrati, ed che attualmente opera con oltre sessanta
mediatori culturali, organizzando annualmente percorsi di formazione e
molteplici altre iniziative tra centinaia di docenti e migliaia
studenti, per cui il bilancio complessivo di 15 anni è
straordinariamente consistente.
L'attività svolta costituisce allo stesso tempo un impegno per il
futuro. Il direttore della Caritas, mons. Guerino Di Tora, ha illustrato
insieme ai mediatori del Forum le linee di lavoro da seguire: "La scuola
rimarrà il settore a cui dedicare la maggiore attenzione per preparare
le nuove generazioni alla convivenza nella società di domani, senza
trascurare programmi che sviluppino la mediazione culturale in tutti gli
ambiti della società, dal settore pubblico, al territorio e alle stesse
parrocchie"
Borse di studio per imparare lingue straniere
Intercultura e Fondazione Varrone a braccetto per promuovere scambi
informativi e istruttivi all’estero
di ALESSANDRA PASQUALOTTO
(13 settembre 20006) INTERCULTURA e Fondazione Varrone ancora insieme
per promuovere scambi formativi ed istruttivi all’estero. Una iniziativa
destinata agli studenti meritevoli che potranno, grazie al nuovo bando
di concorso relativo all’anno scolastico corrente, usufruire di otto
borse di studio per volare e soprattutto studiare all’estero in
collaborazione con Intercultura, la prima organizzazione italiana di
scambi culturali. Una opportunità concreta di crescere a contatto con
culture diverse come in questi anni già Intercultura aveva fatto
favorendo scambi tra giovani studenti sia reatini che stranieri. Una
occasione per ampliare il proprio raggio di osservazione, per
approfondire culture e tradizioni spesso anche molto distanti dalla
nostra. Le borse di studio presentate ieri a Palazzo Potenziani dal
presidente della Fondazione Varrone Innocenzo de Santis - consentiranno
un soggiorno di 10 mesi negli Stati Uniti in una famiglia selezionata e
la frequenza di una scuola superiore pubblica con un finanziamento di 95
mila euro. «Il vero problema sono i genitori - ha detto de Sanctis - che
devono avere il coraggio di far volare i propri figli, spronandoli a
partire, a vivere un’esperienza che potrebbe cambiare in modo positivo
la loro vita, e soprattutto il loro futuro. Sono convinto – ha
proseguito de Sanctis – che, chi avrà dimostrato di avere capacità di
superare una prova così coinvolgente, al ritorno, avrà anche gli
strumenti necessari per potersi affermare nel mondo del lavoro. Questi
ragazzi tornano infatti con più grinta, con più energie propositive e
soprattutto con un’altra mentalità, più aperta, più innovativa, più
dinamica. Ci affidiamo alla professionalità di Intercultura per la
gestione dei ragazzi all’estero, che comunque seguiamo anche noi, con
contatti frequenti. L’unico criterio che seguiamo nelle selezione è
quello delle capacità scolastiche e capacità caratteriali di affrontare
un percorso formativo nuovo. Con il progetto Intercultura, abbiamo
purtroppo verificato l’arretratezza del metodo scolastico italiano
nell’insegnamento della lingua straniera. Molti studenti pur avendo
conseguito ottimi voti nella lingua inglese, non sono riusciti poi a
superare il test di lingua. La Fondazione ha quindi provveduto a
organizzare per i candidati, corsi speciali di inglese».
VERRA’ tradotta in otto lingue, la Costituzione
italiana e «verrà distribuita in tutte le scuole, nelle ...
... associazioni e nelle città - annuncia l’assessore capitolino alla
Scuola, Maria Coscia - per moltiplicare le opportunità di apprendimento
della nostra lingua e dei nostri valori». Le lingue in cui la nostra
carta dei Diritti verrà tradotta sono francese, inglese, spagnolo,
rumeno, polacco, arabo, cinese e albanese e rappresenta una novità
assoluta nell’intero Paese. Non è l’unica però, che riguarda i circa 380
mila studenti romani di ogni ordine e grado, che da oggi siederanno sui
banchi di scuola. Saranno 35 mila i bambini che frequenteranno le 302
scuola comunali dell'infanzia, 3.700 in più dal 2001. «In tutta Roma poi
- ha aggiunto l'assessore - gli studenti stranieri sono circa 26 mila
mentre sono 2.029 i ragazzi nomadi iscritti in tutte le scuole, circa
200 in più rispetto allo scorso anno». L'assessore Coscia ha ricordato
poi che il Campidoglio, oltre a gestire la scuola comunale dell'infanzia
fornisce i servizi di mensa, trasporti, buoni per i libri e materiale
didattico: «Si tratta - ha ribadito - di servizi sempre più efficienti e
di qualità le cui tariffe sono ferme a cinque anni fa e sono le più
basse d'Italia». Sono 411 le linee di trasporto scolastico, 15 nuove di
cui 8 per diversamente abili, per un totale di 14.800 bambini
trasportati. Per tutti i bambini diversamente abili non autonomi, sia
della scuola dell'infanzia comunale che nelle statali materne,
elementari e medie, il Comune fornisce anche gli assistenti educativi
culturali che quest'anno sono 1.250. I bambini che usufruiscono del
servizio di ristorazione sono invece 160 mila,10mila in più rispetto
allo scorso anno. Il costo per l'amministrazione delle mense è di circa
101 milioni di euro, 57,8 milioni gestiti in appalto, 43,4 gestiti
direttamente dalle scuole.
La formazione linguistica in Italia
Primi risultati dell'indagine sull'offerta e approfondimenti sulla
didattica e le tecnologie della comunicazione. Cresce peso pubblico e
terzo settore
L’offerta formativa linguistica è molto articolata. L’indagine ha
censito più di 1.000 strutture: oltre alle scuole di lingua private
(21,3%), emerge il ruolo del sistema di formazione professionale (44,9%)
che propone insieme a moduli all’interno di altri percorsi formativi,
anche veri e propri corsi di lingua, e del sistema di istruzione,
soprattutto dei centri territoriali permanenti per la formazione degli
adulti (10,5%). Cresce il ruolo del terzo settore e delle infrastrutture
culturali, che complessivamente sono il 15,3% dei soggetti che
realizzano formazione linguistica.
Cosa offrono. Il 50% delle strutture propone corsi di lingua, il 22%
realizza solo moduli linguistici e il restante 28% attiva sia moduli che
corsi. In relazione ai soli corsi di lingue, il 72% delle strutture ha
proposto corsi collettivi, il 27,7% a singoli individui e il 26,5% a
personale aziendale e della Pubblica Amministrazione.
Gli utenti dei corsi. Ben il 40,3% del totale dei corsisti, ovvero
110mila utenti, risulta aver frequentato corsi con l’intento di spendere
sul mercato del lavoro le competenze linguistiche acquisite. Il 33,4% di
essi ha frequentato corsi organizzati dal datore di lavoro (aziende e Pa),
mentre le scelte personali si sono orientate in misura maggiore,
rispetto alla media dei corsisti, verso un’offerta personalizzata: il
24,7% di coloro che hanno frequentato corsi con fini professionali ha
optato per corsi individuali, mentre i corsi collettivi hanno riguardato
il restante 41,9%.
Quale lingua si studia. E’ l’inglese ad assorbire la quota più alta di
utenti (56,3%) più o meno in tutti i livelli di insegnamento
(elementare, intermedio, avanzato), sia a scopo professionale che
generico. Lo stesso avviene anche tra i fruitori dei corsi di italiano
L2 (18,2%), generalmente immigrati che vogliono integrarsi nel nostro
mercato del lavoro, e anche delle altre lingue (25,5%), che nel caso
degli insegnamenti linguistici meno diffusi, come cinese, russo e
giapponese, fanno emergere una domanda quasi esclusivamente
professionalizzante. Quanto ai destinatari si osserva una concentrazione
di utenza di livello impiegatizio (69,7%), seguita da tecnici, dei
quadri e dei funzionari (43,1%), dirigenti e vertici (34,7%).
Le finalità dei corsi. Il 43,6% delle strutture intervistate propone
corsi finalizzati all’alfabetizzazione linguistica; seguono
l’insegnamento a livello intermedio di una lingua straniera o
dell’italiano L2 (29%), l’acquisizione di competenze linguistiche di
tipo specialistico-tecnico-professionale di base (15,5% delle strutture)
o intermedie-avanzate (11,9%).
Poca tuttavia la voglia o la possibilità di sperimentare nuove
iniziative e prodotti per l’insegnamento. Il 79,1% ha dichiarato infatti
di aver proposto un’offerta standard. Tra i soggetti che hanno segnalato
iniziative di particolare rilevanza, troviamo il 27,9% delle scuole
private intervistate ed il 24,9% delle strutture d’istruzione pubblica.
Le abilità su cui le iniziative innovative si focalizzano sono prima di
tutto la capacità di parlare in lingua (79,9%), seguite dallo scrivere
(34,5%) e ascoltare, o la comprensione in lingua (31,1%). Le metodologie
con cui vengono perseguiti obiettivi e abilità, vanno dalla
conversazione in lingua in presenza tra allievi e docenti (87,6%), alle
lezioni frontali (55%) e alle simulazioni di situazioni di vita reali
(51,5%), che rappresentano le modalità più ricorrenti, cui si affiancano
elaborazioni scritte in lingua (40,8%), attività ludiche in lingua
(32%), formazione a distanza (18,9%) e attività laboratoriali varie
(5,9%).
Le lingue nei percorsi di formazione professionale. Per quanto riguarda
i moduli linguistici inseriti in percorsi formativi, nel 34,8% dei casi,
la struttura erogatrice li inserisce in tutta la sua proposta formativa;
il 50,6% li attivano o meno in base alla figura professionale da
formare, mentre solo il 12,1% lo considera un adempimento su richiesta
dell’ente pubblico che finanzia il corso. Il 66,7% degli intervistati
ritiene opportuno che la formazione linguistica vada contemplata in
tutti i percorsi formativi, a condizione che le ore dedicate alla
formazione linguistica siano adeguate a garantire il raggiungimento di
determinati livelli di competenza.
Questi sono alcuni dei dati di un’indagine realizzata nell’ambito del
progetto Let it Fly (finanziato dal Fondo Sociale Europeo - Programma
Operativo Nazionale Obiettivo 3 - "Azioni di sistema" a titolarità del
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per
le Politiche per l'Orientamento e la Formazione, e affidato al
Raggruppamento Temporaneo d'Impresa costituito da Sinform, Fondazione
Censis, Enaip Emilia Romagna, Consorzio Editoriale Fridericiana, Grandi
Numeri) che verranno presentati oggi a Roma presso la sede del Censis,
in piazza di Novella 2, alle 09:30. Le analisi sull’offerta di
formazione linguistica da parte della popolazione sono state realizzate
dal Censis e da Grandi Numeri.
Scuola e immigrazione, venerdì alle 12 conferenza
stampa Fioroni
(Roma, 1 settembre 2006) Venerdì 1 settembre alle ore 12.00 nella
sede del Ministero, Viale Trastevere, 76/a, il ministro della Pubblica
Istruzione, Giuseppe Fioroni, illustrerà alla stampa
i dati e le linee di
lavoro per l’integrazione degli alunni stranieri presenti nella scuola
italiana.
All’incontro prenderanno parte il viceministro, Mariangela Bastico, il
sottosegretario per la Pubblica Istruzione, Letizia De Torre e il
sottosegretario del Ministero della Solidarietà Sociale, Cristina De
Luca.
Saranno circa 500 mila gli alunni con cittadinanza non italiana che nei
prossimi giorni siederanno tra i banchi. Una presenza contenuta che ci
vede "ultimo Paese europeo per percentuale" ha sottolineato il ministro
Giuseppe Fioroni presentando i dati e le indicazioni per favorire la
piena integrazione e spiegando che "solo grazie alla conoscenza
reciproca saremo in grado di far cadere le barriere della diffidenza e
della paura".
"Le nazionalità rappresentate – ha aggiunto il ministro– sono 191 e i
ragazzi provenienti da Paesi arabi, non sempre musulmani, sono meno di
un terzo della popolazione scolastica non italiana". Letizia De Torre,
sottosegretario con delega all’immigrazione, ha poi sottolineato che
"per realizzare un’integrazione completa dobbiamo dialogare con tutti i
soggetti che a vario titolo se ne occupano: ministeri, regioni,
province, comuni e soprattutto creare una rete di sistema con le
autonomie scolastiche".
INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO E
MEDIA
Si terrà a Pechino nell'ambito della "Settimane della lingua
italiana nel mondo" (24 – 26 OTTOBRE 2006) Promosso dal Ministero
dell'Istruzione Università per Stranieri di Perugia e Ministero degli
Affari Esteri.
Il convegno che si terrà a Pechino dal 24 al 26 ottobre 2006 durante la
“Settimana della lingua italiana nel mondo” rappresenterà un’occasione
per l’approfondimento delle conoscenze sull’insegnamento dell’italiano
in Cina e dell’impiego dei media nella formazione linguistica anche per
intensificare i rapporti tra le istituzioni cinesi e quelle italiane.
All’interno delle giornate di convegno verranno presentati materiali
audio-visivi e multimediali sul tema specifico della “Settimana della
lingua italiana nel mondo 2006” ovvero sul cibo e sulle tradizioni nella
cultura italiana.
Le attività si svolgeranno presso l’Istituto Italiano di Cultura e la
Communication University of China.
I lavori del convegno, oltre alle relazioni tenute da studiosi ed
esperti italiani e cinesi, prevederanno momenti che avranno lo scopo di
approfondire le conoscenze sullo stato dell’insegnamento dell’italiano
in Cina,e dell’impiego della multimedialita’ in situazioni formative.
Essi saranno occasioni per pensare a successive iniziative di ricerca,
di aggiornamento e di formazione degli insegnanti d’italiano e dell’uso
di laboratori multimediali.
I temi trattati saranno:
L’apprendimento e l’insegnamento della lingua italiana
L’uso dei media nella didattica della lingua e della cultura italiana.
I promotori:
Direzione Generale per i Sistemi Informativi del Miur, Università per
Stranieri di Perugia, Ambasciata Italiana a Pechino, Istituto Italiano
di Cultura di Pechino, Comunication University of Pechino, Rai
Educational , Federazione Italdidattica.
14/09/2006 Quinto workshop Fondazione Censis – Piazza
di Novella, 2 - Roma ore 09,30 / 13,30
LA FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA
Primi risultati dell’indagine sull’offerta e approfondimenti sulla
didattica e le tecnologie della comunicazione
Moderatore:
Giuseppe Roma – Fondazione Censis
Interventi:
Marianna D’Angelo – Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
Claudia Donati – Fondazione Censis
Franca Bosc – Facoltà di Lingue e Letterature Moderne – Università
Torino
Nunzia Latini – ANILS ; CIRPS – La Sapienza - Roma
Sono previsti interventi di rappresentanti degli Enti Locali del Lazio,
degli Enti di Formazione Professionale, Scuole e Associazioni
info
http://www.letitfly.it/news/default.asp?idnews=95
Immigrazione è globalizzazione
Presentazione Dossier Statistico 2005:
Teatro Orione in Via Tortona 7 Roma
27 ottobre 2005 ore 10:30
Caritas e Fondazione Migrantes, nel centenario della morte del Beato
Giovan Battista Scalabrini presenta “Immigrazione è globalizzazione”.
I flussi migratori sempre più protagonisti di una globalizzazione “dal
basso” che incentiva la formazione di società aperte alla convivenza
multiculturale nei paesi di accoglienza e il varo di meccanismi di scambio
più equi a livello internazionale.
Sul tema “Chiesa e immigrazione” è previsto l’intervento di S.E. Mons.
Francesco Montenegro, Presidente di Caritas Italiana e, inoltre, alla
nuova geografia delle religioni nel mondo è dedicato uno dei capitoli del
Dossier, con dati aggiornati e riflessioni sulle concrete prospettive di
convivenza pacifica.
Papa Benedetto XVI – anche di recente durante la Giornata Mondiale della
Gioventù di Colonia – ha dichiarato che le religioni, a partire dalla
comune idea della sacralità di ogni vita, non devono dividere ma devono
aiutare a superare eventuali contrapposizioni culturali e a neutralizzare
la forza dirompente delle ideologie.
Non meno forte è l’impatto delle migrazioni sul piano politico-sociale,
come si sta constando nell’Unione Europea, una delle aree più
significative del fenomeno con i suoi 24 milioni di immigrati stranieri ai
quali si aggiungono quelli che ormai sono diventati cittadini di uno stato
membro, al ritmo di più di mezzo milione l’anno.
Relatore sugli aspetti politici sarà l’on. Franco Frattini, Vice
Presidente della Commissione Europea e Commissario competente per
l’immigrazione, al quale è dovuto il lancio del citato “Libro Verde”.
Interverranno anche i direttori dei tre organismi promotori: mons.
Vittorio Nozza di Caritas Italiana, mons. Luigi Petris della Fondazione
Migrantes e mons. Guerino Di Tora della Caritas diocesana di Roma.
IN DIFESA DELL’ITALIANO
Sei lingue guida nelle istituzioni Ue
«Almeno "6 lingue guida" nelle Istituzioni comunitarie, nello spirito e
nel rispetto del 9-10% della popolazione europea. Maggiore spazio a
Italiano, Spagnolo e Polacco oltre a Inglese, Francese e Tedesco. La
Commissione e le Istituzioni comunitarie non possono continuare con un
regime di fatto preferenziale di 3 lingue perché: primo, come ha
confermato il Commissario Figel stesso questa sera, non esiste alcuna
regola ma tutte le lingue sono allo stesso tempo lingue di lavoro;
secondo, perché il non dare maggiore spazio a lingue come l'Italiano,
diffusissime in tutta Europa e nel mondo intero, significa non guardare in
faccia alla realtá». Queste le dichiarazioni da Strasburgo dell'Europarlamentare
di FI Alfredo Antoniozzi dopo il dibattito che si è svolto martedì in aula
con il Commissario alla cultura Figel in seguito alla decisione della
Conferenza dei Capi Gruppo del Parlamento di riservare prioritá assoluta
all'interrogazione presentata dall’europarlamentare Alfredo Antoniozzi. Ma
l’europarlamentare ha anche aggiunto: «Non consento che la Commissione
assuma un comportamento contraddittorio ed incoerente su un tema quale
quello della cultura e della tutela delle lingue. La Commissione ha prima
annunciato di avere allo studio la riformulazione del regime linguistico e
poi dichiara attraverso il Commissario Figel, per di piú per conto del
Presidente Barroso, di non avere intenzione di modificare il sistema
attuale, un sistema senza regole scritto e, quindi allo sbando che non
esprime certezza giuridica ai cittadini europei. In un momento delicato
come questo in Europa, i cittadini Italiani ed europei hanno bisogno di
riposte meno burocratiche e, soprattutto, che le Istituzioni europee
mantengano le proprie promesse». Il Commissario Figel ha confermato alla
Società Dante Alighieri che il regime linguistico dipende da «ragioni
operative, preferenze e conoscenze linguistiche all'interno dei servizi
della Commissione» ragioni che comprendo ma che non tutelano gli interessi
e la promozione delle lingue in Europa. La risposta di Figel sa troppo di
burocrazia. Le lingue sono cultura, la loro tutela e promozione non puó
essere relegata a «mere esigenze di servizio» come egli ha dichiarato in
aula nella sua dichiarazione espressa, come da me richiesto
nell'interrogazione, anche a nome del Presidente Barroso. «Il Commissario
Figel é, inoltre, in palese contraddizione: nella precedente risposta, a
me inviata due mesi fa - spiega Alessandro Masi, segretario Generale della
Società Dante Alighieri - aveva dichiarato che "i servizi della
commissione stavano studiando le varie opzioni possibili al fine di
instaurare un regime linguistico equilibrato e compatibile con le
disponibilità di risorse" ed oggi ha dichiarato, anche a nome di Barroso,
che la Commissione non intende dare spazio al altre lingue, richiamando
ancora una volta l' "effetto Allargamento," come se l'allargamento fosse
solo effetto negativo e, soprattutto, una giustificazione per tutto quello
che non va in Europa! Quanto al Rapporto Eurydice e al quadro pessimo che
esso fa dello studio della lingua Italiana in Europa (studiata solo a
Malta secondo Mister Eurydice....) ho riconfermato al Commissario che gli
attuali programmi come il Socrates non bastano proprio perché le lingue da
tutelare sono passate da 11 a ben 20, bisognerá incrementare queste
iniziative e proporre qualcosa di nuovo. Intendo continuare a portare
avanti la mia proposta di avviare lo studio di fattibilitá di un regime
linguistico a 6 "lingue guida" comprese l'Italiano»
Il preside della Serena: «Il problema più difficile è
la lingua. Inesistente lo stanziamento del ministero di 7 mila euro»
«Strage» di stranieri alle medie
Sono cinesi e africani la maggioranza degli alunni respinti
di Michela Santi
Sono stranieri la maggioranza degli studenti bocciati alla scuola media.
Il dato emerge evidente ad una considerazione statistica dei risultati
degli scrutini esposti ieri alla scuola media Serena. Nell’istituto, primo
in città ad esporre i risultati, sei su dieci respinti sono stranieri,
cinesi soprattutto ma anche nord e centro africani, e latino americani.
Sono 23 su 37 alunni «non ammessi».
La percentuale comunque è compensata da un numero ben superiore di
stranieri che sono riusciti a superare l’anno scolastico. A frequentare le
medie Serena, che riuniscono anche Mantegna di Santa Maria sul Sile e
Felissent di Sant’Antonino, sono infatti 120 studenti extracomunitari su
un totale di 787 alunni.
«Sono quasi raddoppiati rispetto all’anno scorso - spiega il preside
Francesco Tammaro - nel 2003-2004 erano 75. Quelli che sono stati fermati
avranno la possibilità di recuperare. Molti sono arrivati quando l’anno
era già iniziato e le difficoltà sono soprattutto nell’apprendimento della
lingua. A fronte degli stranieri non ammessi, ce ne sono molti invece
promossi».
Il maggior numero di bocciati stranieri si concentra in prima media, dove
se ne contano 14, 10 dei quali sono immigrati. In seconda gli stranieri
respinti sono 7, in terza media 6. «E’ necessario fare attenzione a come
si interpreta la cosiddetta bocciatura - sottolinea Tammaro - per il
consiglio di classe è un’opportunità di recupero. Ci sono alcuni studenti
per i quali il recupero è disperato e quindi si sceglie la promozione per
non creare ulteriori problemi. La valutazione degli studenti è sempre
globale e prende in considerazione ciò che è meglio per ciascuno».
L’ostacolo maggiore che comporta la non ammissione alla classe successiva
per uno straniero è la conoscenza della lingua. Su questo la scuola
combatte contro la necessità di fare corsi di recupero e rinforzo, ma non
è facile. «Abbiamo un fondo ministeriale ridicolo di 7 mila euro per lo
scopo - spiega Tammaro - ora, con la riduzione degli organici e la
mancanza di ore libere da parte degli insegnanti, ci troviamo davvero in
difficoltà. Peccato perché la maggior parte degli alunni immigrati è
disponibile a frequentare anche laboratori e corsi facoltativi
pomeridiani. Per quelli arrivati a metà anno è impossibile prendere il
passo della classe, sono loro soprattutto che vengono fatti ripetere.
Alcuni addirittura sono analfabeti o con un bagaglio culturale piuttosto
limitato. Con loro dobbiamo fare un lavoro più approfondito».
Due degli alunni immigrati bocciati non si sono quasi mai presentati a
scuola. «In questi casi le famiglie richiedono che aiutino in casa o che
diano un supporto lavorativo - conclude Tammaro - purtroppo ci siamo
trovati di fronte ad un dato di fatto».
Il ministro dell'istruzione Moratti: "500 insegnanti
in più per gli studenti stranieri"
Ogni la popolazione scolastica immigrata cresce di 50mila unità
ROMA - Cinquecento docenti in più per accogliere ed integrare gli
studenti immigrati: l'aumento dell' organico è destinato soprattutto alle
regioni del Nord dove più forte è stato l'aumento degli studenti
stranieri.
Lo ha riferito ieri il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, nel
corso di un'audizione alla commissione istruzione del Senato.
Il ministro ha precisato che questi 500 docenti hanno l' obiettivo di
portare a termine progetti già avviati nelle scuole per l'accoglienza e
l'integrazione scolastica. Moratti ha poi annunciato che sono stati
previsti fondi aggiuntivi per le aree depresse dove è numerosa la presenza
di stranieri.
Nell'audizione il ministro Moratti ha ricordato che sono 330 mila gli
alunni stranieri, provenienti da 191 paesi. Ogni anno il numero si
incrementa di circa 50 mila unità, pari ad un'incidenza del 4% rispetto
alla popolazione scolastica complessiva. La maggior parte degli alunni
immigrati proviene da Albania, Marocco ed ex-Jugoslavia. Il 90,5% degli
studenti immigrati frequenta strutture statali. Il 40% si trova nella
scuola primaria. A livello regionale, l'incidenza più alta, il 7%, si ha
in Emilia Romagna mentre a livello comunale primeggia Milano (10,2%). Al
Nord-Ovest del paese, con il 5,7%, c'é la maggiore concentrazione di
alunni stranieri; al Centro la percentuale è del 4,8%, al Sud dello 0,9%,
nelle isole dello 0,7%.
Riferendo i risultati di un'altra indagine, il ministro ha sottolineato la
differenza tra i tassi di promozione degli allievi stranieri e di quelli
italiani: è pari a -3,36 nella scuola primaria, -7,06 nella secondaria di
primo grado, -12,56 nella secondaria di secondo grado dove 1 alunno
straniero su 4 non consegue la promozione.
Fra le regioni con il minor divario negli esiti tra studenti italiani e
stranieri c'é il Friuli Venezia Giulia per la scuola primaria (1,13),
l'Emilia Romagna per la secondaria di primo grado (4,94) e il Piemonte per
la secondaria di secondo grado (9,92).
Moratti ha tenuto a sottolineare la politica del governo a sostegno di un
approccio interculturale nell'educazione di tutti gli alunni e della
promozione della diversità culturale attraverso i valori del rispetto e
della tolleranza.
A suo avviso, l'Italia sta transitando in una prima fase del fenomeno,
quella in cui la scuola si è trovata ad affrontare l'emergenza. Tuttavia,
si sta delineando una "scuola delle cittadinanze, europea
nell'ispirazione, capace di valorizzare le identità locali e di far
dialogare la molteplicità delle culture entro una cornice di valori
universali".
Il ministro ha anche detto che sono state incrementate le azioni formative
per gli adulti immigrati e che è stato avviato un programma di corsi on
line per formare docenti che avranno, a loro volta, il compito di formare
insegnanti di lingua italiana come seconda lingua.
Complessivamente saranno formati 1.000 insegnanti. E' stato inoltre
attivato uno specifico sito web per diffondere materiali e pratiche
didattiche. A maggio prossimo si terrà un convegno nazionale dove saranno
riportate le buone pratiche di integrazione degli alunni stranieri che nel
frattempo si stanno raccogliendo in collaborazione con gli uffici
scolastici regionali.
Un concorso sull’intercultura
Le novità che interessano il mondo della scuola non riguardano solo
contenuti e metodi di insegnamento, ma anche il contesto in cui tutto ciò
si realizza. Un contesto in cui culture diverse si incontrano e devono
trovare gli strumenti per capirsi e dialogare.
Il tema dell’intercultura è ampiamente trattato negli aspetti che
riguardano l’integrazione linguistico-culturale, ma poco si approfondisce
l’universo di sentimenti e di legami che vivono e costruiscono ragazzi e
adolescenti nell’incontro tra diverse sensibilità culturali. Un Seminario
accompagna la preparazione al concorso: il giorno 4 novembre 2004 presso
l'Università Cattolica di Milano saranno presenti rappresentanti
dell'UNICEF, del COE, della FOM, del CSI e delle realtà promotrici
dell'iniziativa.
Finalità
Creare, confrontandosi con la diversità, ulteriori momenti di riflessione,
confronto e dialogo, capaci di arricchire vicendevolmente i ragazzi
protagonisti
Contribuire con alcuni stimoli all’elaborazione di progetti per
l’accoglienza e l’accompagnamento di giovani stranieri all’interno della
scuola
Offrire un’ulteriore occasione di collaborazione tra le diverse realtà
rivolte alla famiglia e al mondo dell'infanzia quali: dipartimenti e
centri di ricerca universitari, riviste, associazioni cattoliche,
associazioni genitori, enti e realtà impegnate da anni nel campo della
tutela dei diritti, della mediazione, dell’integrazione e dell’educazione
interculturale.
Tema
Lo straniero è un amico che ancora non conosco.
Ci piacerebbe conoscere le storie di amicizia nate con compagni che sono
di Paesi lontani, hanno sensibilità, religione, usi, cibi, stili di vita
magari diversi. Raccontateci attraverso una poesia o un breve racconto non
solo come fate a capirvi, a dialogare, a convivere nel rispetto reciproco
tra i banchi di scuola, ma soprattutto descriveteci l’amicizia che è nata
tra voi, quella scintilla magica che è il modo più autentico per conoscere
profondamente l’altro senza pregiudizi.
Ci piacerebbe anche programmare insieme alla vostra classe un viaggio nei
Paesi stranieri da cui provengono i vostri compagni di scuola, lasciandovi
affascinare da itinerari che ricerchino l’anima autentica di territori
spesso sconosciuti.
Coinvolgete gli insegnanti di geografia, italiano e storia e chi pensate
possa darvi una mano: l’importante è comunicare nei vostri lavori la
voglia di conoscere davvero ciò che è lontano, per renderlo un po’ più
vicino e un po’ più nostro!
Destinatari
Il concorso è gratuito e si rivolge agli studenti della scuola elementare
e della media inferiore.
Caratteristiche degli elaborati
Lavori individuali:
I ragazzi sono invitati a scrivere una poesia (o un breve racconto) su una
storia di amicizia e di incontro con una/un compagna/o straniera/o. La
poesia (o il breve racconto) deve essere dattiloscritta e della lunghezza
di una cartella (minimo 5, massimo 30 righe).
Lavori di classe:
I ragazzi dovranno immaginare un viaggio nei Paesi (o nel Paese) di
provenienza dei compagni stranieri della classe (se presenti), o
conosciuti in altri contesti, e realizzare una mini-guida (massimo 15
cartelle dattiloscritte) ricca di notizie utili al viaggiatore,
utilizzando soprattutto i ricordi e le conoscenze dei ragazzi che in quel
Pese sono nati e vissuti: durata del viaggio, itinerario e cartina
geografica, mezzi di trasporto da utilizzare, tempi di percorrenza,
alloggi, costi da sostenere, aspetti folcloristici, le frasi in lingua per
"sopravvivere", notizie sanitarie, ecc….
Iscrizioni on line
http://www3.unicatt.it/pls/unicatt/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=11368
FLUSSI D'INGRESSO DEI LAVORATORI PER L'ANNO 2005
La Direzione Generale dell'Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali ha emanato, il 25 gennaio 2005, due circolari che
stabiliscono le disposizioni e le modalità con le quali i datori di lavoro
che intendono assumere cittadini stranieri devono presentare le relative
domande, nei limiti delle quote di ingresso stabilite. Sono infatti in
corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale i due Decreti del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2004 contenenti,
rispettivamente, la programmazione dei flussi d'ingresso dei lavoratori
cittadini dei nuovi Stati membri della UE per l'anno 2005 e la
determinazione delle quote d'ingresso dei cittadini extracomunitari per
motivi di lavoro, sempre per l'anno 2005. Il primo DPCM stabilisce che per
l'anno 2005 è ammessa in Italia per motivi di lavoro subordinato
stagionale e non stagionale, una quota di 79.500 lavoratori cittadini dei
nuovi Stati membri dell'Unione europea. Il secondo, nell'ambito della
quota massima di 79.500 ingressi di cittadini extracomunitari, prevede,
tra l'altro, che siano ammessi in Italia per motivi di lavoro i cittadini
stranieri non comunitari residenti all'estero, entro una quota massima di
30.000 unità, di cui 15.000 unità sono riservate agli ingressi per motivi
di lavoro domestico o di assistenza alla persona.
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/flussi_2005/index.html
I promotori: «Attenzione, non vogliamo imitare la Lega,
il nostro vuole essere uno stimolo a non perdere la memoria»
«Annamo, famo»: il romanesco entra in classe
La Regione approva la legge per tutelare i dialetti del Lazio, che dal
2006 potranno essere studiati a scuola «Dàmose da fà, volèmose bene, semo
romani...». Non l'ha detto mica Tomas Milian, alias er Monnezza. E
tantomeno er Piotta. Disse così il Papa, Giovanni Paolo II, la mattina del
26 febbraio scorso, salutando in Vaticano i parroci romani. Parlò in
romanesco, il pontefice, spiazzando tutti ancora una volta. «Un dialetto
ti dice tante cose di un territorio, della sua gente - sospira il
professor Ugo Vignuzzi, 56 anni, docente di Dialettologia italiana
all'università La Sapienza - La lingua è espressione di radici». Da almeno
15 anni il professor Vignuzzi si batteva per la difesa del romanesco.
Ieri pomeriggio, finalmente, in via della Pisana, con 35 voti a favore,
zero voti contrari e zero astenuti, il consiglio regionale ha approvato
una proposta di legge per la tutela e la valorizzazione dei dialetti di
Roma e del Lazio. Il romanesco, ma anche le infinite lingue della
Ciociaria, della Sabina, del viterbese, dall'anno prossimo potranno essere
studiate nelle scuole medie inferiori e superiori, previo accordo con i
Provveditorati.
«Sono molto contento - commenta il capogruppo regionale dei Verdi, Angelo
Bonelli, promotore della proposta di legge - Tutto cominciò un anno e
mezzo fa, quando il professor Vignuzzi lanciò un appello denunciando il
rischio della scomparsa dei dialetti. Così, ci mettemmo insieme al lavoro
e adesso la legge è diventata realtà. Il voto unanime del consiglio
regionale testimonia l'impegno di tutti, maggioranza e opposizione. Il
presidente della commissione cultura, Claudio Bucci, di Forza Italia, è
stato uno dei più sensibili, lo voglio ringraziare pubblicamente». È
soddisfatto anche Giorgio Simeoni, assessore regionale alla Scuola, pure
lui di Forza Italia: «Mantenere vive le tradizioni popolari - dice - è
fondamentale per affrontare con spirito costruttivo un futuro che ci vede
proiettati verso l'orizzonte europeo».
«Il romanesco è un patrimonio culturale enorme, se fosse estinto sarebbe
come cancellare il Colosseo», sentenziò un mese fa il sindaco Walter
Veltroni al convegno Le lingue der monno, organizzato in Campidoglio dal
Centro Studi «Giuseppe Gioachino Belli».
«Il dialetto però è una lingua in progress , una lingua viva che si evolve
e non sappiamo dove arriverà - aggiunge Marcello Teodonio, vicepresidente
del Centro Studi «Belli» - Il romanesco oggi si trova anche nei figli
degli immigrati, che hanno un diverso colore della pelle ma parlano come i
loro coetanei». Piuttosto - sottolinea il professore - è stato un certo
tipo di televisione e di cinema a utilizzare il romanesco in modo
improprio, imponendo negli anni il personaggio greve del bullo, del
coatto. La scommessa della nuova legge regionale - conclude Teodonio -
sarà ora quella di tirar fuori la lingua originale dall'acqua bassa di
questo romanesco povero, «da rigatoni con la pajata oppure da anvedi come
balla Nando» e restituirla alla tradizione nobile dei film di Luigi Magni.
Attenzione, però, avverte Bonelli: «Noi non vogliamo imitare la Lega di
Bossi e di Calderoli. Il romanesco a scuola non vuol dire rivendicare
un'autonomia linguistica, non nasconde intenti di separatismo. È solo lo
stimolo a non perdere la memoria. Il dialetto non verrà insegnato nelle
aule al posto dell'italiano, ovviamente, ma studiato sui vecchi testi, sui
classici. Sfogliare le pagine del Belli, di Pascarella e di Trilussa
aiuterà i ragazzi a familiarizzare con la storia, a capire meglio la
repubblica romana, il papato».
L'articolo 13 della legge prevede testualmente che la Regione Lazio
finanzierà lo studio dei dialetti non solo a scuola, ma anche nelle
università popolari e della terza età, nei centri anziani, in tutte le
comunità di emigrati laziali in Italia e all'estero. «Finalmente un po' di
soldi e un po' di spazi nuovi a disposizione degli studiosi», osserva
acuto Antonello Venditti, il noto cantautore. «Ma non bisogna aver paura
dello slang , delle parolacce, del romanesco delle radio e della vita
quotidiana - ammonisce l'artista - Si tratta infatti di un antico
complesso: noi romani pensiamo a priori di essere volgari. Non è vero, il
nostro dialetto è amato in tutta Italia».
Ricordate Albertini? Il sindaco di Milano, spiritoso, a marzo, incontrando
Veltroni lo salutò usando proprio le stesse parole del Papa: «Volemose
bene».
Roma: venditore di "Terre di mezzo" accoltellato a
Largo di Torre Argentina.
Il giornale denuncia l'aggressione razzista
"Terre di mezzo", il giornale di strada, denuncia la sanguinosa
aggressione subita domenica 9 gennaio, nel pomeriggio, da C.K. venditore
del giornale, in pieno centro a Roma. Una coltellata inferta dopo un
diverbio a sfondo razzista, in cui C.K. ha avuto la sola colpa di far
valere civilmente le sue ragioni.
"Un'aggressione che a nostro avviso ha caratteristiche di razzismo e
intolleranza molto gravi -dice Carlo Giorgi, direttore di Terre di mezzo-,
un episodio che ci aspettiamo sia stigmatizzato e condannato con forza
anche dalle autorità cittadine. I nostri venditori lavorano da anni sulle
strade di Roma, Milano, Genova, Trieste e di diverse altre città italiane.
Il loro è un lavoro legale, previsto dalla legge sull'editoria (decr. leg.
n.170, 24.4.2001) e chi lo sceglie spesso lo preferisce ad altre forme di
ambulantato invece irregolari. Terre di mezzo è uno strumento concreto di
lotta alla povertà e di maggiore integrazione per gli stranieri. Anche per
questo è tanto più grave l'episodio capitato a C.K.
L'aggressione avviene domenica 9, alle ore 18 circa, davanti alla libreria
Feltrinelli, a Largo di Torre Argentina, in pieno centro. Mentre C.K. sta
vendendo libri e giornali assieme ad alcuni connazionali, un uomo dall¹età
apparente di 30 anni, jeans e giubbotto, comincia ad apostrofare i
venditori di strada: "Sporchi negri tornatevene a casa vostra" C.K
reagisce dicendo: "Come ti permetti di dire così?". Il tizio gli si
avvicina estrae un coltello a serramanico e lo affonda nella coscia
sinistra di C.K. che cade a terra chiedendo aiuto. L'aggressore fugge,
inseguito solo da altri venditori, i quali lo sentono chiamare da un
motorino "dai vieni salta su". La Polizia, sopraggiunta su segnalazione
dei passanti, accompagna C.K. all'ospedale S. Spirito. Il referto medico
del 9.1 ore 18.36 recita: "ferita da taglio su coscia sinistra laterale;
medicazione, sutura e prescrizione terapia antibiotica. 10gg di prognosi,
medicazioni periodiche in ospedale". C.K ha sporto denuncia-querela al
Commissariato RM1 Trevi-Campo Marzio in data 10.1 alle ore 16.20.
Si uniscono alla denuncia di "Terre di mezzo" ed esprimono solidarietà ai
venditori del giornale: ass. Insieme nelle Terre di mezzo, Cooperativa
Salvador Allende, Acli, Arci Roma, Caritas italiana, Casa dei diritti
sociali, Centro Astalli, ass. Chiama l'Africa, CIR (Consiglio italiano per
i rifugiati), Cipax (Centro interconfessionale per la pace), CSER (Centro
studi Emigrazione Roma), Fondazione Don Luigi Di Liegro, ass. Giufà, Opera
nomadi, Rivista del Volontariato, Sinnos Editrice, Ucsi (Unione Cattolica
Stampa Italiana) Lazio
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