GIUGNO 2000
14 - 30 giugno Esami
L'art. 4 dell'OM 110/99 prevede:
- 14 giugno 2000: inizio degli esami di licenza di scuola media;
- 21 giugno 2000: inizio, con la prova scritta di Italiano, degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d'istruzione secondaria superiore
e di abilitazione all'insegnamento nelle scuole materne (vd. anche art. 1 OM
31/00).
Gli esami di Stato nel mese di giugno si svolgono, in ragione di quanto
previsto dall'art 12 dell'OM 31/00, secondo il
seguente calendario:
Termine delle
lezioni |
Valutazione degli alunni interni e attribuzione del
credito scolastico. |
19 - 20 giugno |
Riunione preliminare delle Commissioni d'esame (art.
13, OM 31/00) |
21 giugno |
Svolgimento della prima prova scritta (art.
15, OM 31/00).
Prima Prova Scritta |
22 giugno |
Svolgimento della seconda prova scritta, grafica o
scritto-grafica (art. 15, OM
31/00).
Seconda Prova Scritta
Per gli esami nei licei artistici lo svolgimento della seconda prova
continua nei due giorni seguenti per la durata giornaliera indicata nei
testi proposti. Per gli esami negli istituti d'arte, la seconda prova si
svolge in non meno di tre giorni e in non più di cinque giorni. Poiché uno
dei giorni dello svolgimento di detta prova coincide con il sabato, la prova
stessa può essere sospesa per i soli candidati che per motivi di culto non
intendono proseguire l'esame in detto giorno. |
23 giugno |
Giornata a disposizione della commissione per definire la
struttura della terza prova scritta. |
26 giugno |
La commissione decide il testo della terza prova scritta.
Svolgimento della terza prova scritta (art. 15, OM
31/00).
Terza prova scritta
Per i licei artistici e gli istituti d'arte le operazioni si
svolgono entro il giorno successivo al termine della seconda prova scritta e
il giorno seguente (la prova può
svolgersi anche in due giorni). |
Data variabile |
Due giorni prima della data di inizio dello svolgimento
del colloquio (esclusi dal computo le domeniche e i giorni festivi
intermedi) la commissione rende noti i punteggi delle prove scritte ed il
calendario dei colloqui mediante pubblicazione all'albo.
E' facoltà
di ogni candidato richiedere alla commissione di conoscere il punteggio
attribuito alle singole prove. La commissione riscontra tale richiesta entro il
giorno precedente la data fissata per il colloquio del candidato interessato.
Svolgimento Colloquio (art. 16, OM
31/00).
Per l'espletamento dei colloqui, vengono convocati per primi, in base a
sorteggio, i candidati interni; successivamente, sempre in base a sorteggio, i
candidati esterni. Il numero dei candidati che sostengono il colloquio, per ogni
giorno, non può essere di norma superiore a cinque.
|
Di seguito il comunicato stampa del MPI relativo agli esami di Stato nelle
scuole italiane all'estero:
Il Ministero della Pubblica Istruzione provvede ogni anno
alla predisposizione delle tracce di 1ª e 2ª prova scritta da assegnare agli
esami di Stato nelle scuole italiane all'estero.
Tali scuole, per le quali valgono gli stessi ordinamenti della scuola
secondaria superiore italiana e quindi la stessa legge di riforma dell'esame
di Stato, sono dislocate in città dell'Europa, dell'Africa,
degli Stati Uniti e dell'America Latina.
Le date di svolgimento degli esami sono fissate dal Ministero degli Affari
Esteri, che cura la gestione amministrativo-contabile di queste scuole
attraverso le Ambasciate e i Consolati italiani esistenti nei rispettivi
paesi.
Considerata la diversità dei fusi orari delle varie località, vengono
stabilite tre date diverse: la prima per le scuole degli Stati Uniti e
dell'America Latina, la seconda per le scuole ubicate in Europa, la terza per
i licei di Lima e Buenos Aires, dove gli esami si svolgono a dicembre secondo il calendario
australe.
Le tracce preparate dal Ministero della Pubblica Istruzione per queste tre
tornate di esami, oltre ad essere ovviamente diverse tra loro, sono sempre
diverse da quelle predisposte per le sessioni, ordinaria e suppletiva, delle
scuole metropolitane.
Sono, pertanto, inutili i tentativi di conoscere in anticipo le tracce
assegnate ai candidati delle scuole italiane all'estero.
In Educazione&Scuola:
03 - 30 giugno Termine
attività educative e didattiche
L'art. 3 dell'OM 110/99 prevede:
- 03 giugno 2000: termine delle lezioni nelle classi terminali degli istituti professionali e degli istituti
d'arte in cui si effettuano, rispettivamente, esami di qualifica ed esami di licenza di
maestro d'arte;
- 10 giugno 2000: termine delle lezioni nelle scuole e istituti di tutti gli ordini;
- 30 giugno 2000: termine delle attività educative nelle scuole materne e
delle attività didattiche negli altri
istituti e scuole.
29 - 30 giugno DPEF 2001-2004
Il Consiglio dei Ministri approva il Documento di programmazione
economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni
2001-2004: previsti, entro il 30 giugno, alcuni emendamenti al testo originale a
favore di ambiente, scuola e agricoltura.
Di seguito un estratto del Comunicato Ufficiale relativo alla riunione del
Consiglio dei Ministri del 29 giugno 2000:
Il Consiglio ha approvato, su proposta del Presidente del
Consiglio, Amato, del Ministro del Tesoro, Visco, e del Ministro delle
Finanze, Del Turco, il Documento di programmazione economico-finanziaria
relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2001-2004.
Il risanamento della finanza pubblica realizzato nel corso di questa
legislatura consente per la prima volta, dopo molti anni di manovre di
aggiustamento, di raggiungere gli obiettivi di bilancio senza bisogno di
ricorrere ad interventi correttivi.
Il controllo sulla spesa - nonostante alcune aree di tensione che richiedono
attenta vigilanza - e il gettito fiscale danno luogo, nell’anno in corso, a
un disavanzo della Pubblica Amministrazione pari all’1,3% del Pil,
inferiore, quindi, all’1,5% indicato nel Patto di Stabilità al quale
l’Italia è vincolata. Per il 2001, è previsto il raggiungimento
dell’obiettivo di deficit dell’1% del Pil a legislazione vigente e senza
alcun intervento correttivo. Questo risultato è fra l'altro la conseguenza di
un abbattimento particolarmente significativo dello stock di debito pubblico
(per circa 65.000 miliardi).
Ciò significa che il risanamento realizzato è strutturale e permanente,
anche se il percorso non breve di progressiva riduzione del debito pubblico
accumulato nel passato richiede costanza nel rigore, determinazione nelle
politiche di privatizzazione e di riduzione del debito, e impone, tuttora,
limiti precisi alla possibilità di spesa e di riduzione delle imposte.
Il risanamento della finanza pubblica realizza le condizioni che consentono al
sistema produttivo italiano di beneficiare in pieno della ripresa economica in
atto: le previsioni di crescita sono tutte in aumento e la disoccupazione, nel
2001, infrangerà lo zoccolo del 10% per attestarsi al 9,9 in un andamento di
rapida discesa che nel 2004 prevede il 7,8%.
Gli interventi che il governo prospetta per il 2001 consisteranno (oltre
all'adeguamento delle risorse per i contratti di lavoro per i dipendenti
pubblici) quindi, nella riallocazione di alcune poste di spesa, allo scopo di
realizzare maggiore equità e di offrire maggior sostegno allo sviluppo
economico, e nell’introduzione di ulteriori alleggerimenti fiscali (dopo il
taglio di imposte di 11.300 miliardi, pari a mezzo punto di Pil, attuato con
la manovra precedente) resi possibili dal surplus di gettito ottenuto rispetto
alle previsioni. L’ammontare delle risorse destinate alle riduzioni delle
imposte sarà determinato dai primi consuntivi di entrata
dell’autotassazione annuale, in base ai quali sarà possibile fare una stima
attendibile dell’andamento complessivo delle entrate nell’arco del periodo
in corso.
Le priorità.
Il benessere del Paese dipende dalla capacità di competere sul piano
economico e dall'essere in grado di sfruttare nella maniera migliore le
opportunità offerte dai processi di innovazione in atto, nel quadro di uno
sviluppo sostenibile.
Per questi motivi, il governo ha indicato nel Dpef alcune linee di intervento
strutturali centrate su:
- Riduzione del prelievo tributario, con particolare attenzione alle categorie
più deboli
- Sostegno alle piccole imprese, anche attraverso la riduzione del cuneo
fiscale;
- Sostegno alle infrastrutture immateriali della Nuova economia: scuola,
formazione, ricerca
- Potenziamento e il miglioramento del sistema infrastrutturale e del sistema
di mobilità e valorizzazione del territorio come infrastruttura primaria del
Paese;
- L'innovazione della Pubblica Amministrazione e la prosecuzione dell'impegno
per la sburocratizzazione delle procedure;
- Accelerazione della riqualificazione degli investimenti pubblici e
potenziamento delle politiche per il Mezzogiorno
- Riforma delle politiche attive del lavoro, degli ammortizzatori sociali, e
delle misure di lotta alla povertà
- Ammodernamento e potenziamento delle politiche della giustizia e della
sicurezza interna ed esterna.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
Sviluppo delle Nuove Tecnologie
09 - 29 giugno 2000 Dimensionamento Rete Scolastica
Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 9 giugno 2000, con tre decreti
presidenziali, nomina i presidenti delle regioni Campania, Molise e Puglia
commissari ad acta per l'approvazione della rete scolastica nelle rispettive
regioni.
Il 29 giugno viene inoltre approvato un DPR che consente l'approvazione del
piano di dimensionamento per la regione Calabria.
Riportiamo di seguito i comunicati stampa del CdM e del
MPI:
(CdM: 9 giugno 2000)
(...) Il Consiglio (ha approvato)
su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione, De Mauro:
- tre decreti presidenziali che demandano ai Presidenti delle Giunte regionali
(designati Commissari ad acta) della Campania, del Molise e della Puglia l'approvazione dei piani di dimensionamento delle istituzioni scolastiche nei
rispettivi territori. Tali interventi sostitutivi si sono resi necessari in
quanto le predette Regioni non hanno provveduto in materia nei termini
prescritti e nonostante i successivi atti di diffida. (...)
La seduta ha avuto termine alle ore 11,25.
(MPI: 9 giugno 2000)
Il Consiglio dei Ministri ha nominato questa mattina, con
tre distinti decreti, i presidenti delle Regioni Campania, Molise e Puglia commissari ad acta delle rispettive regioni per approvare il piano di
dimensionamento della rete scolastica entro quindici giorni dalla data di
comunicazione del decreto.
Il provvedimento si è reso necessario ai fini dell'entrata in vigore in tutto
il Paese dell'autonomia scolastica, in particolare del formale riconoscimento
dell'autonomia giuridica alla singola istituzione scolastica e il relativo
conferimento della dirigenza al capo d'istituto. Ciò allo scopo di evitare
una penalizzazione ingiusta degli alunni, delle famiglie e degli operatori
scolastici che verrebbero ad essere esclusi dai processi di autonomia.
La legge sull'autonomia ha attribuito alle Regioni e alle Provincie il potere
di determinare i piani regionali della rete scolastica. Il regolamento per il
dimensionamento (DPR 233/98) ha previsto come termine per l'approvazione dei
piani il 28 febbraio 1999, con la possibilità di modificarli entro e non
oltre il 28 febbraio 2000.
Tutte le Regioni ad eccezione della Sicilia, Calabria, Campania,
Molise e Puglia hanno approvato nel tempo utile i piani. Per la Sicilia la legge di
recepimento è entrata in vigore il 1 marzo 2000; questa ha fissato in tempi
relativamente brevi, 90 giorni, i termini per la redazione del piano. Per le
altre quattro Regioni, con autorizzazione del Consiglio dei ministri si è
proceduto a diffidarle a perfezionare ed approvare i piani entro 60 giorni. Le
diffide per Calabria, Molise e Puglia sono scadute il 29 maggio, quella per la Campania
il 6 giugno. La perentorietà dei termini prefissati ha imposto, dunque,
l'attivazione del potere sostitutivo. La Giunta regionale della Calabria ha approvato in extremis il piano di dimensionamento, ora in attesa della
successiva ratifica consiliare, in mancanza della quale anche per tale Regione
si dovrà procedere nell'identica maniera.
(CdM: 29 giugno 2000)
(...) Il Consiglio ha, inoltre, approvato (...) su
proposta del Ministro della Pubblica Istruzione, De Mauro:
- un decreto presidenziale che demanda al Presidente della Giunta regionale
della Calabria (designato Commissario ad acta) l’approvazione del piano di
dimensionamento delle istituzioni scolastiche nella regione.
(MPI: 30 giugno 2000)
Il Consiglio dei Ministri nella riunione del 29 giugno - con apposito decreto
emesso su iniziativa del Ministro della Pubblica Istruzione, Tullio De Mauro -
ha nominato il Presidente della Giunta Regionale della Calabria commissario ad
acta per l'approvazione del piano di dimensionamento della Regione.
Il provvedimento (che prevede il compimento delle attività entro 15 giorni
dalla data di comunicazione dello stesso), si è reso necessario - spiega il
Ministro - per consentire un corretto avvio del prossimo anno scolastico anche
in Calabria e per evitare che in essa si possa verificare, a causa
dell'inadempienza, un'ingiustificata penalizzazione degli alunni, delle
famiglie e delle comunità scolastiche esclusi dal processo dell'autonomia,
con grave diseguaglianza rispetto al restante territorio nazionale.
La sua adozione, peraltro, è risultata indispensabile perché il Consiglio
regionale non ha ratificato nei tempi previsti dallo Statuto regionale la
precedente delibera di Giunta, con la quale la Regione, già diffidata in tal
senso, aveva in extremis definito un'ipotesi di dimensionamento.
01 - 29 giugno Scuola e Parlamento
Camera
|
Aula |
21 |
Approvazione DdL
4953 bis (ex AS S. 1496-2157), Nuove norme di tutela del diritto
d'autore (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 2, 3, 4 e 6
del progetto di legge n. 4953, approvato, in un testo unificato, dalla II
Commissione permanente del Senato) |
|
7a
Com. |
6,
13, 20 |
Interrogazioni
(20 giugno 2000) Nomina di docenti per esami a commissari per gli
esami di Stato al di fuori delle materie di cui sono competenti
Valentina APREA (FI), illustra l'interrogazione in titolo, chiedendo di sapere
quali iniziative intenda adottare il Governo per far sì che i docenti
nominati a commissari per gli esami di Stato svolgano tale ruolo nelle
materie di propria competenza e non in altre, come nel caso riportato
dalla stampa avvenuto in provincia di Milano.
Il sottosegretario Silvia Barbieri, rispondendo
all'interrogazione in titolo, fa presente che, dai dati forniti dal
sistema informativo che provvede alla gestione automatizzata delle
nomine, sul totale di oltre 39 mila commissari esterni, il 74,6 per
cento degli stessi è stato nominato per la propria materia di
insegnamento e il 23,7 per cento per materie appartenenti alla classe di
concorso della materia assegnata. Pertanto solo l'1,7 per cento, pari a
666 unità, è stato nominato su classe di concorso affine a causa della
mancanza di insegnanti nelle classi interessate. D'altra parte le classi
di concorso affini assicurano, di norma, le stesse competenze richieste
da quelle risultate carenti di docenti.
Fa presente che nei pochi casi di dichiarata incompetenza il Ministero
ha provveduto alla sostituzione dei docenti in questione.
Precisa inoltre che le nuove procedure di nomina dei commissari esterni
per gli esami relativi all'anno scolastico 1999-2000 prevedono, nel caso
in cui non sia possibile nominare un docente per la materia insegnata o
per quelle rientranti nella sua classe di concorso, che venga attribuita
al medesimo una materia affine a quella insegnata all'interno
dell'ordine scolastico cui appartiene l'istituto sede di servizio
dell'aspirante alla nomina stessa. Tale principio trova giustificazione
nella finalità e nella struttura del nuovo esame di Stato che richiede
soprattutto competenze e capacità di natura pluridisciplinare e ciò
comporta un'impostazione anch'essa pluridisciplinare per l'insegnamento
medesimo. Dallo stesso principio di affinità discende, inoltre, la
costituzione di aree disciplinari più ampie sulla base delle quali sono
stati banditi i concorsi a cattedra e le sessioni riservate di
abilitazioni.
In merito al caso dell'insegnante di Milano
che ha fatto rilevare la propria incompetenza sulla materia
assegnatagli, la filosofia, essendo docente di italiano e storia -
materie che ad avviso del Ministero hanno comunque un alto grado di
affinità - precisa che tale situazione è stata determinata a causa
della eccezionalità dell'abbinamento di una classe di istituto tecnico
statale con una di istituto legalmente riconosciuto, articolata in tre
indirizzi di studio afferente ciascuno a diversi ordini scolastici. Si
è trattato quindi di un caso derivante da una situazione del tutto
particolare.
|
7a
Com. |
20 |
seguito audizione del Ministro
della pubblica istruzione sulle linee programmatiche del suo dicastero |
7a
Com. |
20,
21, 27 |
in sede referente, DdL
AC 7073, Utilizzo degli stanziamenti previsti dalla legge sulla
parità scolastica
Il termine per la presentazione di emendamenti al
disegno di legge è fissato alle ore 18 del 21 giugno
(Il) relatore, fa presente che il disegno di legge in
esame è stato presentato per risolvere una questione ormai nota: la legge
n. 62 del 2000 sulla parità scolastica ha disposto, infatti, con
l'articolo 1, comma 13, un incremento degli stanziamenti iscritti alle
unità previsionali di base 3.1.2.1 e 10.1.2.1 dello stato di previsione
del Ministero della pubblica istruzione per il mantenimento di scuole
elementari parificate e per spese di partecipazione alla realizzazione del
sistema prescolastico integrato. Il medesimo articolo fornisce la
copertura finanziaria di tale autorizzazione di spesa già a decorrere dal
2000, ma il comma 13 dell'articolo 1 prevede che l'autorizzazione di spesa
decorra dall'esercizio finanziario successivo a quello in corso alla data
di entrata in vigore della legge: poiché la legge stessa è entrata in
vigore nel 2000, l'autorizzazione di spesa dovrebbe decorrere dal 2001,
con il risultato di rendere inoperante la copertura finanziaria relativa
all'anno 2000. Si tratta dunque di un'incongruenza derivata dal ritardo
nella conclusione dell'iter parlamentare che si riteneva dovesse avvenire
entro il 1999 e che invece si è protratta fino al marzo 2000.
Raccomanda, pertanto, la sollecita approvazione del disegno di legge, in
modo da consentire l'erogazione dei fondi previsti dalla legge sulla parità
scolastica entro il 2000.
|
7a
Com. |
1 |
audizioni in ordine al trasferimento allo Stato di insegnanti dipendenti da
amministrazioni comunali |
7a
Com. |
8 |
audizione del Sottosegretario di
Stato per l'università e la ricerca scientifica e tecnologica Antonino
Cuffaro sulle linee guida del Piano nazionale per la ricerca |
7a
Com. |
21,
28 |
in sede referente, DdL
AC 6560, Istruzione e Ricerca
(28 giugno 2000)
(Il) presidente, avverte che sono
stati espressi i seguenti pareri:
I Commissione: favorevole con
osservazioni, favorevole sugli emendamenti;
II Commissione: favorevole
con osservazioni, nulla osta sugli emendamenti;
V Commissione:
favorevole con condizioni sul testo ed emendamenti;
VI Commissione:
favorevole con osservazioni sul testo ed emendamenti;
IX
Commissione:favorevole con osservazioni, favorevole sugli emendamenti;
X
Commissione: favorevole con condizione e osservazione, favorevole sugli
emendamenti;
XI Commissione: favorevole con condizioni e osservazioni
sul testo ed emendamenti; XIII Commissione: favorevole con condizioni
sul testo ed emendamenti;
XIV Commissione:favorevole sul testo ed
emendamenti;
Commissione parlamentare per le questioni regionali:
favorevole con osservazioni, favorevole sugli emendamenti;
Comitato per
la Legislazione:favorevole con condizione e osservazioni, favorevole
sugli emendamenti.
Avverte che il relatore ha predisposto emendamenti per
recepire alcuni pareri espressi, nonché per un migliore coordinamento
del testo.
Ricorda che sull'articolo 21, come modificato con l'inserimento del
comma 6-bis, la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole con
una condizione - volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto
comma, della Costituzione - che sottolinea la necessità di assicurare
un'idonea copertura finanziaria per gli oneri recati dalle disposizioni
dell'articolo 21, risultando capiente lo stanziamento riferito alla
specifica finalizzazione soltanto con riferimento alle proiezioni per
l'anno 2001, mentre, per quanto attiene all'anno 2000, le risorse
risultano interamente utilizzate e per l'anno 2002 non risulta
accantonata alcuna risorsa. A fronte di tali rilievi il sottosegretario
per l'industria Passigli ha trasmesso la seguente nota riferita agli
oneri relativi al comma 6-bis dell'articolo 21:
Al riguardo, si ritiene che, per la copertura dei predetti oneri,
possano essere utilizzate le seguenti voci del fondo speciale di parte
corrente, in quanto quote residuali di iniziative già concretizzate:
MINISTERO DEL TESORO |
2000 |
2001 |
2002 |
|
(in milioni di lire) |
Modifiche alla legge 146/90 in materia di
diritto di sciopero |
152
|
- |
- |
Tutela sicurezza dei cittadini |
1.700
|
- |
- |
Forum della Società della informazione |
- |
5.000
|
- |
Riforma assistenza |
3.148
|
- |
- |
Interventi industria cantieristica |
- |
- |
5.000
|
|
7a
Com. |
1 |
in sede consultiva, Schema
di decreto del Presidente della Repubblica concernente il Regolamento di
organizzazione del Ministero della pubblica istruzione
La Commissione approva lo Schema di regolamento con le
seguenti osservazioni:
La VII Commissione,
considerato che l'autonomia delle scuole presuppone un'amministrazione
snella, che diriga meno, proponga, valuti e controlli di più;
ritenuto che lo schema in esame, che riordina l'amministrazione
scolastica centrale e periferica, è coerente con i contenuti della
legge 15 maggio 1997, n. 59;
valutato positivamente lo schema di regolamento deliberato dal Consiglio
dei Ministri nella seduta del 17 marzo 2000,
delibera di esprimere le seguenti osservazioni:
all'articolo 7 siano alleggerite le strutture di diretta collaborazione;
la materia dello status dello studente, che implica il tema della
titolarità di diritti e doveri, sia trasferita dall'articolo 11
all'articolo 12 comma 1 dove si elencano le competenze dell'area di
funzione delle politiche giovanili («alle strategie sulle attività e
sull'associazionismo...»). La collocazione di questa materia
nell'articolo 12 sembra infatti più coerente;
nell'articolo 12, comma 1, le parole: «consulta nazionale degli
studenti» siano sostituite dalle seguenti: «conferenza nazionale dei
presidenti delle consulte provinciali degli studenti»;
all'articolo 12, comma 1, sia specificato che i compiti relativi agli
indirizzi in materia di vigilanza sulle scuole non statali che eserciterà
il Dipartimento per i servizi nel territorio si realizzano nei confronti
delle scuole non statali non paritarie uniformando la normativa alla
legge 10 marzo 2000, n. 62;
nell'articolo 12, comma 2, lettera b), dopo le parole: «alle politiche
giovanili» siano aggiunte le seguenti: «allo sport e alle attività
motorie»;
il settore delle politiche giovanili sia collocato in un'area di
funzione autonoma;
all'articolo 14 sia esplicitamente precisato che l'articolazione «dei
servizi di consulenza e supporto» alle scuole va realizzata a livello
provinciale o subprovinciale per le aree metropolitane con l'indicazione
precisa delle funzioni, ivi compresi i processi di reclutamento e
mobilità del personale della scuola;
i tempi di realizzazione del processo di articolazione siano compatibili
con il reale esercizio delle nuove competenze delle scuole
dell'autonomia;
il processo di articolazione sia contestuale a percorsi di riconversione
del personale al quale, peraltro, dovrebbe essere data qualche garanzia
rispetto alla stabilità;
le decisioni dei dirigenti generali regionali siano vincolate a criteri
e principi che consentano di garantire l'unità del sistema scolastico
nazionale;
sia chiarito che gli IRRE costituiscono risorse «attive» a
disposizione delle scuole autonome e non semplici uffici periferici o
enti strumentali dell'ufficio scolastico regionale, ribadendo la loro
soggettualità autonoma.
|
7a
Com. |
|
comitato ristretto, DdL AC 2338,
3582
e 5688, Libri
scolastici in comodato |
7a
Com. |
8, 13,
22, 29 |
in sede referente, DdL Editoria
AC 390,
794,
1441,
3380,
3381,
3672,
4349,
4627,
4629,
4950,
6946 |
7a
Com. |
6, 8,
13, 15, 22, 28, 29 |
in sede referente, DdL
AC 6562, Docenti Universitari
Il termine ultimo per la presentazione di emendamenti è
fissato per le ore 20 del 6 giugno 2000.
L'8 giugno 2000 la Commissione delibera di nominare un
Comitato ristretto.
|
7a
Com. |
|
in sede referente, DdL AC 3907 e abb.,
Diritti dei bambini nelle comunicazioni radiotelevisive e
nell'informazione e tutela dei minori dalla pubblicità televisiva |
7a
Com. |
29 |
in sede consultiva, Schema di regolamento recante
Organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali
|
7a
Com. |
21 |
in sede referente, DdL, Associazioni Sportive
Dilettantistiche (DdL AC 2761,
769,
1776,
2489,
2739,
3607,
3912)
La Commissione delibera di dare mandato al relatore a
riferire favorevolmente all'Assemblea sul testo unificato da essa
predisposto; chiede di essere autorizzata a riferire oralmente e nomina il
Comitato dei nove.
|
Senato
|
7a
Com. |
6, 27,
29 |
Interrogazioni
(27 giugno 2000)
Il sottosegretario Carla ROCCHI risponde
all'interrogazione n. 3-03680 del senatore Michele De Luca,
sull'integrazione scolastica degli alunni disabili. Ella osserva
preliminarmente che la piena integrazione degli alunni disabili nelle
scuole è da tempo una delle finalità primarie dell'Amministrazione
scolastica che, ove reali necessità lo hanno richiesto, ha sempre
attivato posti in deroga rispetto alle previsioni di organico. Ella
fornisce altresì dati analitici sul numero di allievi disabili iscritti
nelle scuole statali di ogni ordine e grado per il corrente anno
scolastico, nonché sulla relativa attivazione dei posti di sostegno,
con particolare riferimento alla provincia di Parma, dove per 597 alunni
in situazione di handicap, sono stati attivati 308 posti di sostegno (a
fronte dei 265 in un primo tempo ipotizzati), assegnati sulla base delle
domande presentate e dopo una attenta analisi della documentazione
trasmessa. Il provveditore agli studi competente ha peraltro fatto
notare – comunica il Sottosegretario - che, in alcuni casi,
l'assegnazione di un elevato numero di ore di sostegno è stata di
ostacolo all'acquisizione dell'autonomia da parte dell'alunno in
condizioni di handicap e che, nella provincia, sono stati comunque
organizzati specifici momenti di formazione sull'argomento, è stato
riservato il 10 per cento del fondo per la sperimentazione
dell'autonomia al finanziamento di progetti sulla prevenzione e il
recupero del disagio e dell'insuccesso (fra cui rientrano le situazioni
di handicap) ed è stata avviata un'ampia sperimentazione dell'autonomia
che consente significative possibilità di insegnamento
individualizzato. Il provveditore ha comunque confermato il proprio
impegno a tenere nella massima considerazione le esigenze degli allievi
disabili.
Il senatore Michele DE LUCA si dichiara soddisfatto della risposta,
auspicando peraltro una maggiore pubblicità degli interventi disposti
dall'Amministrazione scolastica, al fine di rendere maggiormente edotti
gli utenti dei servizi offerti.
Il sottosegretario Carla ROCCHI risponde poi all'interrogazione n.
3-03682 del senatore Biscardi, sulla formazione delle graduatorie
permanenti per il personale docente e sulla connessa possibilità di
riconoscere un adeguato incentivo economico al personale all'uopo
incaricato, ricordando che lo stesso ministro De Mauro – nelle
dichiarazioni programmatiche rese alle competenti Commissioni
parlamentari dei due rami del Parlamento – ha riconosciuto che il
processo di riforma in atto nella scuola continua a comportare un
rilevante impegno non solo per il personale della scuola ma anche per
quello dell'Amministrazione scolastica. Stante l'ormai prossimo avvio
dell'autonomia (1° settembre 2000), nonostante le già gravose
condizioni di lavoro dell'Amministrazione, il personale dei
provveditorati dovrà infatti procedere – nei prossimi mesi estivi –
anche alla redazione delle graduatorie permanenti previste dalla legge
n. 124 del 1999. A tal fine, con decreto ministeriale n. 157 dell'8
giugno scorso, il Ministro ha costituito uno specifico gruppo di lavoro
per l'avvio del prossimo anno scolastico con il compito, fra l'altro, di
verificare lo stato di avanzamento delle procedure per la redazione
delle graduatorie e di individuare eventuali situazioni critiche.
Nell'ambito di tali competenze, il gruppo di lavoro sta ipotizzando la
costituzione di nuclei operativi per la formazione delle graduatorie, al
cui personale potrebbe essere riconosciuta una indennità economica. In
tale ottica, il Ministro ha peraltro chiesto al Ministero del tesoro una
maggiore assegnazione di fondi per lavoro straordinario, onde poter far
fronte agli eccezionali impegni derivanti da tali adempimenti.
Il senatore BISCARDI si dichiara soddisfatto per la consapevolezza
dimostrata dal Ministero di dover assicurare incentivazioni di carattere
economico al personale chiamato a svolgere un carico di lavoro
straordinario. Raccomanda tuttavia che il gruppo di lavoro concluda
rapidamente la propria attività, considerato che le graduatorie
dovranno essere ultimate entro la fine di agosto per consentire un
ordinato e tempestivo avvio del prossimo anno scolastico come è negli
auspici, più volte dichiarati, dello stesso ministro De Mauro.
Il sottosegretario Carla ROCCHI risponde indi all'interrogazione n.
3-03720 del senatore Asciutti, sulla denuncia di organi di stampa in
merito alla bocciatura di alcuni studenti presso un istituto
professionale del Sannio, di cui è stata ventilata la connessione con
l'altrimenti inevitabile soppressione di una prima classe a causa
dell'esiguo numero di iscrizioni. Al riguardo, ella informa che il
Ministero, non appena reso edotto della vicenda, ha disposto una
indagine ispettiva: dagli accertamenti effettuati, è risultato che il
provveditore non aveva inteso denunciare alcuna specifica situazione
patologica, ma solo richiamare l'attenzione su una problematica molto
avvertita e annualmente ricorrente, scoraggiando il mantenimento intatto
degli organici pur in presenza di esigue consistenze di alunni; ciò,
stanti le scarse possibilità a lui rimesse di concedere deroghe al
limite previsto di 20 alunni per classe.
Quanto al fatto specifico, l'indagine ha accertato che l'intervento del
provveditore si basava sulla previsione, svolta dal capo dell'istituto
in questione, della bocciatura di otto alunni, ma non su adempimenti già
posti in essere; ne è prova il fatto che gli scrutini si sono svolti
successivamente, alla presenza dello stesso ispettore incaricato delle
indagini che ne ha testimoniato la massima regolarità. La previsione di
bocciatura scaturiva d'altronde dall'assoluta mancanza di elementi di
valutazione concernenti gli alunni in questione, dovuta all'eccessivo
numero di assenze. Né va dimenticato, prosegue il Sottosegretario, che
i capi di istituto – pur facendo parte integrante dei consigli di
classe – non possono condizionarne gli esiti, in quanto le delibere di
promozione o di bocciatura sono adottate a maggioranza, sulla base delle
proposte dei singoli docenti.
Il Sottosegretario esclude conclusivamente l'esistenza di situazioni che
possano legittimare le preoccupazioni espresse dall'interrogante.
Il senatore ASCIUTTI si dichiara insoddisfatto della risposta che, a suo
giudizio, non fuga i dubbi sulla correttezza dei comportamenti citati.
Pur prendendo atto dell'assenza di sufficienti elementi di valutazione
degli alunni bocciati, resta infatti assai discutibile la carenza di
iniziative atte a rimuovere le cause delle assenze stesse, su cui il
Governo è stato al contrario elusivo.
Il sottosegretario Carla ROCCHI risponde infine all'interrogazione n.
3-03726 del senatore Asciutti, sulla formazione delle graduatorie
permanenti del personale docente e, in particolare, sulla collocazione
– nell'ambito delle medesime – del personale docente precario
proveniente dagli istituti non statali. Nel ricordare che la legge n.
124 del 1999 ha consentito per la prima volta al personale con servizio
nelle scuole non statali di partecipare (insieme al personale precario
della scuola statale) ad una sessione riservata di esami per il
conseguimento dell'idoneità o dell'abilitazione, ella precisa che il
regolamento sulle graduatorie (adottato con decreto ministeriale in data
27 marzo 2000) ha dovuto tenere conto, oltre che delle disposizioni di
legge, degli indirizzi contenuti in alcuni ordini del giorno accolti dal
Governo nel corso dell'esame parlamentare del disegno di legge poi
divenuto la legge n. 124. Da una parte, la legge prevede infatti
(all'articolo 2, comma 1, lettera a)) che le graduatorie siano integrate
con l'inclusione, in primo luogo, dei docenti in possesso (secondo la
giurisprudenza, alla data di scadenza del termine per la presentazione
della domanda di inclusione nella graduatoria) dei requisiti richiesti
dalla previgente normativa per la partecipazione ai soppressi concorsi
per soli titoli (idoneità o abilitazione all'insegnamento e 360 giorni
di servizio nelle scuole statali nell'ultimo triennio). Dall'altra, un
ordine del giorno accolto dal Governo alla Camera dei deputati impegna
invece a riconoscere una precedenza a coloro che erano già in possesso
dei suddetti requisiti alla data di entrata in vigore della legge n. 124
in quanto, se non fosse intervenuta tale legge, avrebbero potuto
partecipare al concorso per soli titoli per l'aggiornamento delle
graduatorie per il triennio 1999-2001.
Pertanto, il regolamento (all'articolo 2, comma 4) ha ripartito detto
personale in due scaglioni e, ai sensi del successivo decreto
ministeriale n. 146 del 18 maggio 2000, nella II fascia sono inseriti
coloro che erano in possesso dei requisiti alla data di entrata in
vigore della legge n. 124, mentre nella III fascia sono inseriti coloro
che li abbiano maturati alla data di scadenza per la presentazione delle
domande di inclusione nella graduatoria.
Quanto poi alla lamentata discriminazione fra il personale con servizio
nella scuola statale e quello con servizio nella scuola non statale, il
Sottosegretario sottolinea le differenze nelle procedure di
reclutamento, osservando che nella scuola statale vige il principio
della selezione, mentre nella scuola non statale il reclutamento avviene
secondo criteri discrezionali. Ella ricorda altresì un altro ordine del
giorno, accolto dal Governo in Senato, che prevede la valutazione del
servizio secondo gli stessi criteri già adottati per il concorso per
soli titoli.
Con riferimento infine alla ipotizzata discriminazione fra il personale
insegnante e il personale ATA (per il quale non è stata contemplata una
IV fascia), fa presente che per quest'ultimo personale la II fascia
corrisponde alla II e III fascia del personale docente (atteso che
l'indizione del concorso per soli titoli non ha subíto alcuno
slittamento e la formazione delle graduatorie permanenti coincide con la
data in cui si sarebbero dovute aggiornare le graduatorie del concorso
per soli titoli se non fosse intervenuta la legge n. 124), mentre la III
fascia corrisponde alla IV fascia del personale docente.
Il senatore ASCIUTTI si dichiara totalmente insoddisfatto,
stigmatizzando la pervicacia del Governo nel penalizzare gli insegnanti
provenienti dalla scuola non statale, che ha peraltro rappresentato
l'unico sbocco professionale possibile per i laureati a partire dal 1994
(data dell'ultimo concorso per accedere all'insegnamento nella scuola
statale).
Egli si compiace poi per il rispetto assicurato agli ordini del giorno
accolti dal Governo nel corso dell'esame del provvedimento, benchè
certo altrettanto non si possa dire di tutti gli atti di indirizzo fatti
propri dai rappresentanti dell'Esecutivo nei dibattiti parlamentari. Ciò
non giustifica peraltro, a suo giudizio, la discriminazione operata
attraverso il dimezzamento del punteggio riconosciuto agli insegnanti
delle scuole non statali, tanto più in quanto collocati in una fascia a
parte.
Egli lamenta infine la concatenazione di atti di normazione secondaria,
secondo un meccanismo di "scatole cinesi" che di fatto
esautora il potere legislativo del Parlamento.
(29 giugno 2000)
Il sottosegretario Carla ROCCHI risponde
all'interrogazione n. 3-03711 dei senatori Migone ed altri, sulla
composizione delle commissioni esaminatrici dei concorsi per titoli ed
esami per l'abilitazione all'insegnamento delle lingue straniere. Al
riguardo, ella ricorda la normativa recata dall'articolo 404 del testo
unico approvato con decreto legislativo n. 297 del 1994, nonché
dall'ordinanza ministeriale n. 307 del 5 novembre 1994, che ne fissa i
criteri applicativi: tali disposizioni prevedono la nomina di due
commissari titolari della specifica disciplina con almeno cinque anni di
anzianità e di un presidente, sorteggiato dagli elenchi all'uopo
predisposti secondo il grado di scuola e il tipo dei concorsi da
espletare. La medesima normativa dispone altresì che, nel caso di
mancanza di aspiranti, l'Amministrazione può nominare direttamente i
docenti purché titolari nella specifica disciplina, nonché i
presidenti anche appartenenti ad altri settori disciplinari. Il
Sottosegretario ricorda peraltro che il presidente svolge funzioni di
coordinamento ed assicura la regolarità delle procedure, mentre i
contenuti delle prove d'esame sono verificati dai commissari. Quanto
alla nomina di membri fuori sede, ella chiarisce che è possibile, purché
effettuata in ambito regionale; in quel caso a tali membri compete
l'indennità di missione.
Per quanto riguarda in particolare la composizione delle commissioni
giudicatrici dei concorsi per titoli ed esami di lingua straniera in
provincia di Cuneo, il Sottosegretario riferisce che, a fronte delle
difficoltà incontrate a causa delle numerose rinunce, il provveditore
agli studi competente si è attenuto alle disposizioni dettate dalla
summenzionata ordinanza ministeriale n. 307 del 1994: prioritariamente,
ha fatto riferimento agli iscritti negli elenchi relativi allo specifico
settore linguistico, successivamente a tutto il settore linguistico
espressivo ed infine ha ricercato la disponibilità ad accettare la
nomina fra i capi di istituto titolari. Con riguardo all'impiegata di
quinto livello cui fa riferimento l'interrogazione, il provveditore agli
studi ha precisato che la medesima è componente della commissione di
lingua tedesca in qualità di segretaria, come previsto dall'articolo
404, comma 1, del testo unico.
Il Sottosegretario fornisce poi i dati relativi alle percentuali degli
ammessi alle prove orali dei concorsi per lingue straniere nella
provincia di Cuneo, dichiarando che esse (benché non elevate nei
termini assoluti) rispettano comunque i valori medi di tutto il
territorio nazionale. Nessuna direttiva circa i criteri quantitativi di
selezione è stata d'altronde emanata dal Ministero, tanto più che
avrebbe senz'altro invaso il terreno della specifica competenza delle
commissioni giudicatrici.
Il Sottosegretario conclude osservando che l'ammissione con riserva alle
prove orali dei candidati che non abbiano superato le prove scritte del
concorso in questione, richiesta nell'interrogazione, sarebbe possibile
solo a seguito di accoglimento di specifico ricorso individuale da parte
della competente autorità giurisdizionale.
Il senatore MIGONE, pur ringraziando per la tempestiva risposta, si
dichiara insoddisfatto. Coglie altresì l'occasione per sensibilizzare
la Commissione su una tematica di grande rilievo, come la qualificazione
dei commissari chiamati a selezionare coloro che insegneranno le lingue
straniere alle prossime generazioni di studenti. Egli ricorda infatti
che i programmi degli ultimi Governi si sono caratterizzati per
l'impegno assicurato nell'insegnamento delle lingue straniere nella
scuola a tutti i livelli. Ciò si pone tuttavia in contraddizione con la
scelta di presidenti di commissioni giudicatrici tecnicamente non in
grado di assolvere al loro compito. Né appare sufficiente a
giustificare tanta incompetenza il ruolo di mero coordinamento svolto
dalla presidenza: poiché del programma di esame fa parte infatti anche
la legislazione scolastica, accade di frequente che il presidente
interroghi lungamente il candidato su tale disciplina, determinando così
un forte squilibrio delle prove d'esame su aspetti del tutto marginali.
Ciò, con il sostegno delle organizzazioni sindacali, che organizzano
corsi di formazione finalizzati alla preparazione di tali esami non a
caso prevalentemente orientati proprio sulla legislazione scolastica.
Nel rimettersi alle valutazioni del giudice amministrativo sulla
legittimità della composizione delle commissioni, egli osserva poi che
non appare congruo il richiamo svolto alla indisponibilità degli
appartenenti ai rispettivi settori linguistici, atteso che appare del
tutto impraticabile, per il docente di un settore linguistico, valutare
seriamente i candidati di un settore affatto diverso. In tal senso, la
severità dimostrata dai commissari di settori linguistici diversi da
quello del candidato risulta non a caso quanto meno sospetta.
Stupisce poi, prosegue il senatore Migone, l'indisponibilità del
Ministero a fornire cifre dettagliate sulle percentuali degli ammessi
alle prove orali su tutto il territorio nazionale, che avrebbero
consentito una valutazione più approfondita. Ciò, tanto più a fronte
della vergognosa immissione in ruolo di pressoché tutti i candidati
delle sessioni d'esame riservate ai docenti precari: tale risulta
infatti la strada migliore per la Sinistra di alienarsi il favore di una
intera generazione di giovani che, per primi, hanno acquisito una
mentalità internazionale e meritocratica quale purtroppo non prevale
nel nostro Paese.
|
7a
Com. |
22,
29 |
in sede referente, testo
unificato DdL AS 4047 e 4110, Istituzione della cattedra di maestro
accompagnatore al pianoforte e docente di repertorio vocale nei
Conservatori
|
7a
Com. |
13,
20 |
dibattito sulle comunicazioni
rese, nella seduta del 25 maggio
2000, dal Ministro della pubblica istruzione sugli indirizzi generali
della politica del suo Dicastero
(si veda anche l'audizione del Ministro
della PI ed il dibattito alla 7a Commissione della Camera):
Il senatore BISCARDI chiede preliminarmente conto
al ministro De Mauro degli esiti dell'incontro svoltosi ieri al più
alto livello fra Governo e rappresentanti delle confederazioni sindacali
sulla revisione del trattamento economico dei docenti.
Il senatore ASCIUTTI, nel sottolineare l'irritualità di domande rivolte
al Ministro in via preliminare rispetto al previsto svolgimento del
dibattito sulle dichiarazioni da lui rese, rivolge anch'egli un quesito
al ministro De Mauro, preannunciando nel contempo un'apposita
interrogazione. In particolare, chiede chiarimenti in ordine alle
modalità di redazione delle graduatorie del personale docente, ai fini
dell'immissione in ruolo, con particolare riferimento alla collocazione
in una apposita "quarta fascia"
e al dimezzamento del punteggio del personale precario che abbia
prestato servizio nelle scuole non statali.
Il senatore LORENZI contesta la procedura seguita, ritenendo che l'aver
concesso la parola ad alcuni componenti della Commissione per porre
quesiti specifici al Ministro prima dell'avvio del dibattito (cui il
Ministro non potrà non rispondere) ridurrà inevitabilmente i tempi a
disposizione degli iscritti a parlare nel dibattito stesso.
Il PRESIDENTE dà quindi brevemente la parola al Ministro per
un'integrazione delle dichiarazioni rese lo scorso 25 maggio, con
riguardo ai profili indicati.
Al senatore Biscardi, il ministro DE MAURO precisa anzitutto che,
all'incontro cui egli ha fatto riferimento, hanno partecipato – per il
Governo – non solo il Presidente del Consiglio e il Ministro della
pubblica istruzione, ma anche il Ministro del tesoro e quello per la
funzione pubblica. L'incontro ha avuto per oggetto i temi della
formazione ed era volto a fare il punto sul fabbisogno del comparto ai
fini della predisposizione della manovra finanziaria per il prossimo
anno: al termine di un aperto e proficuo confronto, si è peraltro
convenuto di convocare una nuova riunione in tempi ravvicinati, al fine
di individuare con precisione l'entità delle risorse aggiuntive
necessarie.
Al senatore Asciutti, il Ministro conferma invece di avere piena
consapevolezza della problematica sollevata e di aver avviato idonee
verifiche al fine di accertare la compatibilità con l'ordinamento
generale delle decisioni assunte dall'Amministrazione sul punto
segnalato. Assicura pertanto la propria disponibilità a riferire in
Parlamento non appena si saranno conclusi i predetti accertamenti.
Il PRESIDENTE dichiara quindi aperto il dibattito sulle comunicazioni
programmatiche del ministro De Mauro.
Il senatore BRIGNONE si sofferma anzitutto sul fenomeno della
dispersione scolastica e del cosiddetto "analfabetismo di
ritorno", richiamando con preoccupazione la percentuale del 32 per
cento indicata dal Centro europeo dell'educazione (CEDE) con riferimento
alla popolazione in difficoltà di fronte a testi scritti o a calcoli.
Egli richiama altresì l'indagine conoscitiva condotta dalla Camera dei
deputati in questa legislatura sui fenomeni della dispersione,
lamentando che la riflessione in Senato sia invece ferma dall'inizio
degli anni Novanta. Egli sottolinea poi l'esigenza di dedicare
particolare attenzione alla scolarità degli adulti, allo specifico
scopo di rimuovere le cause che impediscono l'esercizio del diritto di
cittadinanza di larga parte della popolazione italiana. Gli analfabeti
nel nostro Paese ammontano infatti a circa due milioni, due terzi dei
quali di età superiore ai 45 anni, distribuiti sul territorio nazionale
in maniera assai disomogenea. Nel ricordare che la competenza a
fronteggiare tali fenomeni spetta ai centri territoriali, le cui
strutture richiedono un notevole rafforzamento (come ha riconosciuto lo
stesso Ministro nelle sue dichiarazioni programmatiche), egli auspica
pertanto che il Governo voglia riferire alla Commissione su tale
specifico profilo.
Quanto poi al quadro delle riforme da completare, egli si augura che ciò
avvenga con il consenso del personale della scuola e
dell'Amministrazione, atteso che non altrettanto si può dire sia
avvenuto finora per l'avvio del processo riformatore stesso. Egli
suggerisce pertanto di assicurare il più ampio coinvolgimento degli
insegnanti, in particolare di quelli "di prima linea", anche
attraverso forme di incentivazione economica realmente commisurate
all'impegno profuso: ritiene infatti che, al di là dell'esperienza
fallimentare del "concorsone", esista la possibilità
oggettiva di misurare i carichi di lavoro degli insegnanti,
eventualmente con il concorso di più parametri (numero degli alunni e
delle classi, correzione delle prove scritte, elaborazione dei piani
quadrimestrali ed annuali, partecipazione alla predisposizione del piano
dell'offerta formativa, monitoraggio degli stage estivi, rapporto con
gli enti locali).
Sul conferimento della dirigenza ai capi d'istituto, egli richiama le
perplessità già manifestate nel corso di altri dibattiti parlamentari.
Egli fa poi riferimento al rilevante contributo reso dai presidi
incaricati ed auspica l'indizione di nuovi concorsi a preside che
evitino le carenze conseguenti al prevedibile esodo che caratterizzerà
il prossimo triennio. Egli sottolinea altresì l'aumento del carico di
lavoro conseguente all'esercizio dell'autonomia in capo ai segretari
amministrativi e ricorda l'ordine del giorno da lui all'uopo presentato
(ed accolto dal Governo) nel corso del dibattito parlamentare sul
disegno di legge sul personale precario della scuola (divenuto la legge
3 maggio 1999, n. 124).
Dopo aver brevemente accennato ai problemi dell'edilizia scolastica, sui
quali rivendica di aver in tempi lontani richiamato l'attenzione di
Governo e Parlamento, il senatore Brignone passa quindi ad analizzare i
principali nodi connessi all'attuazione dell'autonomia, rilevando
anzitutto che in alcune regioni il dimensionamento non è stato ancora
portato a compimento. Nell'osservare inoltre che il riordino dei cicli
recentemente approvato dal Parlamento potrà determinare un ripensamento
dei parametri dimensionali attualmente previsti per l'esercizio
dell'autonomia, egli prende atto che l'esperienza degli istituti
onnicomprensivi non fu dovuta a mere esigenze di verticalizzazione, bensì
preludeva al ciclo settennale di base indi introdotto con il riordino
dei cicli. Richiama al riguardo la propria interrogazione al Governo,
alla quale non è purtroppo stata finora fornita alcuna risposta, sulle
indicazioni offerte da detta esperienza. Lamenta poi che non siano
ancora noti i curricoli su cui basare i piani dell'offerta formativa,
osservando peraltro che l'attribuzione di una percentuale pari al 15 per
cento del monte ore annuale alla libera determinazione degli istituti può
risultare eccessiva in alcuni casi e mortificante in altri: auspica
conseguentemente una maggiore flessibilità, eventualmente a livello
regionale, pur riconoscendo che in alcuni ordinamenti federali (quale
quello tedesco) vi sia una incessante ricerca di criteri comuni a
livello nazionale. Invoca altresì un corretto riparto dei fondi per
l'autonomia, in particolare di quelli a carattere perequativo, seguito
da una trasparente informativa sui risultati conseguiti con i fondi
stessi. Infine, egli lamenta che la soppressione di molti plessi
scolastici conseguente al ridimensionamento della rete scolastica in
vista dell'autonomia abbia addossato pesantissimi oneri di trasporto sui
comuni e, in alcuni casi, sulle singole famiglie. Anche a tale
proposito, fa presente di aver presentato una specifica interrogazione,
per la quale auspica una sollecita risposta da parte del Governo.
Dopo aver ricordato di essersi già soffermato sulla riorganizzazione
del sistema informativo scolastico nel corso dell'esame dello schema di
regolamento sull'innalzamento dell'obbligo formativo, egli chiede al
ministro De Mauro se intenda tener fede all'impegno assunto dal suo
predecessore in ordine ad un coinvolgimento del Parlamento
nell'elaborazione del programma quinquennale di attuazione della riforma
dei cicli scolastici. Nel ricordare le comunicazioni rese in proposito
dall'ex ministro Berlinguer lo scorso 28 marzo, cui non poté seguire il
dibattito a causa della sopravvenuta crisi di Governo, formula
l'auspicio che il ministro De Mauro intenda perseguire,
sull'applicazione della legge, quel consenso trasversale che il suo
predecessore non si prodigò a ricercare sulle sue finalità.
Il senatore Brignone si sofferma quindi brevemente su ulteriori profili
delle dichiarazioni programmatiche rese dal ministro De Mauro: la legge
sulla parità scolastica (che si augura rappresenti un punto di partenza
e non di arrivo), le politiche giovanili (in ordine alle quali
sottolinea il ruolo svolto dai nuclei territoriali dell'autonomia),
l'educazione permanente, l'innalzamento dell'obbligo formativo e i
percorsi integrati fra istruzione e formazione.
Quanto ai concorsi ordinari a cattedra, egli registra la forte
sperequazione presente nei dati degli ammessi agli orali, le cui
percentuali sono assai più alte al Sud che al Nord con evidente
malcontento degli insegnanti delle regioni settentrionali.
Egli osserva poi che il pur lodevole impegno a reimpiegare nella scuola
i fondi derivanti dalle riduzioni di personale operate dalle ultime
manovre finanziarie non appare sufficiente ad assicurare le risorse per
una contrattazione integrativa significativa.
Egli richiama infine l'attenzione del Ministro sull'ormai prossima
discussione in Aula del disegno di legge sullo stato giuridico degli
insegnanti di religione cattolica (atto Senato n. 662-A), facendo al
contempo riferimento all'esame in Commissione dell'affare assegnato
relativo all'insegnamento della religione cattolica su cui egli stesso
è relatore. Al riguardo, ricorda l'impegno assunto nei confronti degli
insegnanti di religione cattolica per il conferimento di un pieno stato
giuridico che non si esaurisca nella mera immissione in ruolo ed invita
tutte le forze politiche, anche quelle pregiudizialmente contrarie
all'insegnamento religioso, a non eludere la questione.
Interviene quindi nel dibattito il senatore LORENZI, il quale dichiara
in primo luogo di aver apprezzato la prudenza delle dichiarazioni rese
alla Commissione dal Ministro. Si sofferma poi su un problema cui
annette particolare importanza, oggetto anche di sue interrogazioni
relative a specifiche questioni emerse a Alba e Mondovì: si riferisce
alle modalità di attuazione della recente legge di riforma dei cicli
scolastici (10 febbraio 2000, n. 30) e in particolare al carattere da
riconoscere al settimo anno della scuola di base. Dal momento che tale
anno ha un forte carattere di orientamento, mirando a facilitare la
capacità degli alunni di elaborare autonome scelte per il proseguimento
degli studi, egli propone di configurare tale anno, in sostanza, quale
anno iniziale del ciclo secondario, proposta, questa, che egli aveva
formulato già diversi anni fa e che il ministro Berlinguer aveva
dichiaratamente fatto propria nella sua originaria proposta di riforma
dei cicli.
Un altro tema sul quale intende richiamare l'attenzione del Ministro è
l'opportunità di aumentare fortemente il tempo scuola individuale
offerto agli alunni della scuola elementare; occorrerebbe a tal fine
dimezzare il numero di alunni per classe, quanto meno nei primi anni di
quel ciclo scolastico. Richiamando poi con vigore l'originario valore
pedagogico della nozione di ciclo, purtroppo usurata dalla pratica
burocratico-legislativa, richiama il grave problema rappresentato dalle
enormi spese che gli enti locali dovrebbero sobbarcarsi per adattare gli
edifici scolastici alla nuova struttura dei cicli. Concludendo sul
punto, invita il Governo a dare mostra dell'opportuna elasticità
attuando nei termini più ragionevoli ed accettabili quella importante
riforma.
Segnala poi al Ministro il ritardo con il quale si vanno svolgendo i
concorsi ordinari a cattedre e lo invita a fornire assicurazioni circa
il fatto che tale ritardo non comprometterà l'assegnazione ai vincitori
dei posti di ruolo loro riservati dalla legge.
Passando al delicato problema della retribuzione del personale docente,
problema strutturale che affonda le sue radici nelle politiche
scolastiche del passato, fa presente l'impossibilità di adottare
soluzioni eversive per il personale in servizio da molti anni; per tale fascia
di personale, invita ad elaborare un sistema che tenga conto quanto più
possibile di criteri oggettivi, quali l'anzianità coniugata con il
merito. Per il personale di nuova assunzione, invece, si potranno
introdurre meccanismi innovativi, come l'articolazione su più livelli.
In tale prospettiva, occorrerà attribuire primaria rilevanza - certo
non senza una valutazione critica - al giudizio degli studenti, nonché
ai titoli scientifici acquisiti. Occorre dunque superare la vecchia
logica dei concorsi nazionali e del posto fisso di ruolo; l'autonomia
scolastica rettamente intesa, del resto, si pone in contrasto con
l'attuale impossibilità per ciascun istituto di valutare, scegliere,
assumere i propri docenti.
Infine, manifesta il proprio disaccordo con il Ministro sul tema della
scolarità per gli adulti: l'approccio del Governo, fondato sull'idea di
fornire a ognuno gli strumenti di aggiornamento professionale e
culturale ritenuti necessari per partecipare attivamente alle vicende di
una società in tumultuosa evoluzione, in nome del perseguimento di una
ideale uguaglianza, si scontra infatti - a suo avviso - con il dovere
per lo Stato di astenersi dall'imposizione di doveri troppo pervasivi,
tali da ledere in definitiva la sfera dell'autonomia privata da
riconoscere a ciascuno.
|
7a
Com. |
14,
21 |
audizione del Sottosegretario di
Stato per l'università e la ricerca scientifica e tecnologica Antonino
Cuffaro e dibattito sulle linee guida del Piano nazionale per la ricerca |
7a
Com. |
1 |
in sede consultiva, Piano di
riparto dello stanziamento iscritto al capitolo 1800 del Ministero della
pubblica istruzione per l'anno finanziario 2000
La Commissione esprime parere favorevole con
osservazioni.
Riportiamo di seguito un estratto del resoconto sommario
della seduta:
Riferisce il senatore PAPPALARDO, in sostituzione
della relatrice designata, senatrice Bruno Ganeri, impossibilitata a
partecipare alla seduta odierna. Egli osserva anzitutto che il piano di
riparto non presenta novità di rilievo rispetto all'anno passato,
quando peraltro la Commissione non si espresse sul relativo schema per
decorrenza dei termini. Il piano riguarda, sulla base di criteri simili
a quelli adottati negli anni precedenti, una nutrita serie di
istituzioni: il Museo della scienza e della tecnica di Milano, per il
quale si conferma il contributo del 1999 di lire 2.850.000.000; l'UNLA,
per il quale si incrementa il contributo del 1999 di lire 150.000.000;
l'Opera Nazionale Montessori, per la quale viene confermato il
contributo del 1999 di lire 300.000.000; gli IRRSAE, per i quali - in
considerazione dell'utilizzo del 23 per cento dell'avanzo di
amministrazione - viene erogata una somma complessiva di lire
11.240.000.000 (di poco inferiore a quella del 1999); l'Istituto
nazionale di valutazione (ex CEDE) e l'Istituto nazionale di
documentazione (ex BDP), cui vanno rispettivamente lire 1.200.000.000;
gli enti operanti nell'ambito dell'istruzione artistica, per i quali si
conferma il contributo di lire 20.000.000; gli enti operanti nell'ambito
dell'istruzione elementare, per i quali il contributo resta fissato a
lire 345.000.000; le associazioni professionali per discipline, per le
quali il contributo scende da 460 a 310 milioni.
In particolare, il relatore manifesta perplessità sulla ripartizione
delle somme destinate agli IRRSAE, in ordine ai quali auspica
l'applicazione di criteri più trasparenti, che tengano conto fra
l'altro della popolazione scolastica. A titolo di esempio, si interroga
sui motivi che hanno indotto ad attribuire agli IRRSAE della Lombardia e
dell'Emilia Romagna una percentuale consistente del totale dei fondi a
disposizione.
Egli si dichiara inoltre poco convinto della scelta di rinviare ad un
successivo riparto il dettaglio delle somme da attribuire alle
associazioni professionali per discipline, sulla base di progetti che
saranno presentati dalle associazioni stesse: stante la scarsa rilevanza
della cifra impegnata, egli non ritiene tuttavia cruciale la questione e
propone l'espressione di un parere favorevole sull'atto in titolo, con
un'osservazione dedicata ai criteri di riparto relativi agli IRRSAE.
|
7a
Com. |
1 |
in sede consultiva, Schema di regolamento recante la fornitura gratuita o
semigratuita di libri di testo
La Commissione esprime parere favorevole.
Riportiamo di seguito un estratto del resoconto sommario
della seduta:
Riferisce alla Commissione il senatore BISCARDI, in
sostituzione del relatore designato, senatore Donise, impossibilitato a
partecipare alla seduta odierna. Egli ricorda anzitutto che l'articolo
27 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, aveva previsto la fornitura
gratuita o semigratuita dei libri di testo nella scuola dell'obbligo e
la fornitura anche in comodato dei libri di testo nella scuola
secondaria superiore per l'anno 1999 (a tal fine stanziando l'importo di
200 miliardi) e che tale disposizione normativa aveva trovato
applicazione con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n.
320 del 5 agosto 1999. Tale decreto indicava peraltro in 30 milioni il
tetto del reddito annuo, necessario per accedere ai suddetti benefici.
Il provvedimento collegato alla legge finanziaria per il 2000 (legge 23
dicembre 1999, n. 488, articoli 53, comma 1, e 70, comma 3) ha
riproposto, prosegue il relatore, lo stesso stanziamento anche per il
2000: di conseguenza si rende necessaria l'adozione di un nuovo decreto
del Presidente del Consiglio dei ministri, il cui schema è ora
all'esame della Commissione.
Egli si sofferma quindi sull'unico articolo di cui consta lo schema di
decreto, che reca alcune significative modifiche al precedente decreto
del Presidente del Consiglio dei ministri n. 320 del 1999: al comma 1,
la lettera a) prevede infatti la possibilità che i comuni si avvalgano
della collaborazione delle scuole nell'erogazione dei benefici previsti;
la lettera b) riduce le detrazioni degli oneri derivanti dalla
composizione del nucleo familiare (escludendo quelle di coniuge e
figli); la lettera c) modifica le somme indicate nelle tabelle di
ripartizione (A1: fornitura di libri per la scuola dell'obbligo, A2:
fornitura di libri anche in comodato per la scuola secondaria superiore)
in relazione alle nuove rilevazioni ISTAT e alla possibile variazione
delle disponibilità annuali iscritte in bilancio; la lettera d)
anticipa al 15 luglio il termine (già previsto al 30 settembre) per la
trasmissione dei piani regionali di riparto; la lettera e) prevede come
norma a regime la possibilità che il Ministero dell'interno, su
richiesta delle regioni, rimetta direttamente ai comuni le somme
assegnate nei piani di riparto.
Al comma 2, si conferma per il 2000 lo stanziamento di 200 miliardi e si
prevede che, in caso di inadempienza delle regioni, il Ministero
dell'interno provveda secondo il piano elaborato per il 1999.
Il comma 3 indica lo stanziamento di bilancio presente per il 2000 e
richiama la previsione di future disponibilità di bilancio.
Nel ricordare che resta immutato il regime di gratuità generalizzata
per i libri di testo delle scuole elementari e che il problema di una
unificazione dei criteri di erogazione dovrà essere necessariamente
affrontato nei provvedimenti attuativi del nuovo ordinamento della
scuola di base, il relatore conclude proponendo l'espressione di un
parere favorevole. Sottolinea altresì la significativa incidenza
sociale del provvedimento e sollecita tanto il Governo quanto le regioni
ad interventi rapidi affinché nel 2000 non abbiano a ripetersi i
ritardi che, in alcune aree del Paese, si sono registrati nel corso del
1999. Al riguardo, esprime in particolare compiacimento per la
disposizione contenuta nello schema di decreto che prevede un potere
surrogatorio del Governo in caso di inadempienza a livello locale.
|
7a
Com. |
1, 7 |
in sede consultiva, Schema di
decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali
ammesse al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio
2000-2002
Il 7 giugno 2000 la Commissione esprime parere
favorevole con osservazioni.
Riportiamo di seguito un estratto del resoconto sommario
della seduta dell'1 giugno:
Riferisce alla Commissione sullo schema di decreto
il senatore MONTICONE, il quale segnala in primo luogo che i contributi
da assegnare alle istituzioni culturali per ciascun anno del triennio
2000-2002 ammontano complessivamente a 20 miliardi, con un aumento di
circa 1,8 miliardi rispetto a quanto previsto dalla precedente Tabella,
relativa al triennio 1997-1999. Hanno presentato domanda di inserimento
nella nuova Tabella ora all'esame della Commissione 200 istituti
culturali, dei quali 123 erano già inseriti nella precedente. Al
riguardo il relatore segnala che il Governo, accogliendo una richiesta
da tempo avanzata dalla Commissione, ha trasmesso alle Camere, insieme
allo schema di Tabella, anche una ampia ed esauriente documentazione,
con schede illustrative concernenti tutte le istituzioni che hanno
presentato la domanda. Dei 200 istituti richiedenti, la apposita
Commissione ministeriale ne ha dichiarati inammissibili 14 perché
mancanti del requisito della personalità giuridica, 5 perché operanti
sotto la vigilanza di altra amministrazione statale e altri 22 perché
non pienamente soddisfacenti i parametri fissati nella circolare n. 97
del 1999 che regola la materia. Le domande della Domus mazziniana di
Pisa e della Fondazione "Il Vittoriale degli Italiani" di
Gardone Riviera, benché pervenute fuori termine, sono state accolte
perché si tratta di Istituti creati e finanziati per legge. Sono stati
invece inseriti nella Tabella 37 nuovi istituti. Nel decreto si prevede
di utilizzare totalmente la somma stanziata di 20 miliardi, dei quali
17.940.000.000 per gli istituti che vengono confermati, mentre
3.060.000.000 per le nuove inclusioni. Dei 37 istituti di nuova
immissione, 4 otterrebbero un finanziamento di un centinaio di milioni e
la maggior parte riceverebbero 50 milioni, con l'eccezione di tre che ne
riceverebbero 60 e uno 65. Il Ministero ha pertanto scelta la strada di
continuare a distribuire quote modeste a un vasto numero di richiedenti,
scelta che questa Commissione – osserva il relatore - ha ripetutamente
giudicato non pienamente opportuna. Rimangono aperti i problemi additati
nel parere del 1997 per quanto concerne gli istituti di cui si conferma
il finanziamento nella identica quantità; per i 37 nuovi ammessi il
relatore nota conclusivamente che almeno una decina fra quelli con una
quota fra i 50 e i 60 milioni potrebbero essere cancellati,
redistribuendo fra gli altri le relative somme, ovvero inserendo nella
Tabella istituzioni rimaste escluse benché meritevoli.
|
7a
Com. |
27,
28 |
in sede consultiva, Schema di regolamento recante
Organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali
|
7a
Com. |
1 |
in sede consultiva, Schema
di decreto del Presidente della Repubblica concernente il Regolamento di
organizzazione del Ministero della pubblica istruzione |
7a
Com. |
21,
27 |
affare assegnato: "La politica del
Governo in ordine all'insegnamento della religione cattolica previsto dal
Concordato tra l'Italia e la Santa Sede" |
|
direttiva 28 giugno 2000, n. 175
"Individuazione degli interventi prioritari e criteri generali per la
ripartizione delle somme, le indicazioni sul monitoraggio, il supporto e la
valutazione degli interventi stessi", ai sensi dell’articolo 2 della
legge 18 dicembre 1997, n.440
circolare 28 giugno 2000, n. 174
Prima integrazione delle graduatorie permanenti: D.M. n.
146 del 18 maggio 2000 - Chiarimenti - Valutazione titoli e operazioni
connesse
15 - 27 giugno Commissione Riordino Cicli
Il 15 giugno 2000 il ministro della PI firma il decreto che istituisce la Commissione
incaricata della realizzazione del programma per l'attuazione progressiva, nel
prossimo quinquennio, del riordino dei cicli scolastici previsto dalla Legge
10 febbraio 2000, n. 30,
nonché dell'individuazione degli obiettivi formativi scolastici al termine sia della
Scuola di Base, che del Ciclo Secondario.
La Commissione, formata da 240 componenti, che si insedia il 27 giugno 2000, concluderà i suoi lavori entro la prima
metà del prossimo settembre.
Riportiamo di seguito il comunicato stampa del MPI ed il testo
dell'intervento del ministro all'atto dell'insediamento della Commissione:
Comunicato Stampa MPI (19 giugno 2000)
Il ministro della Pubblica Istruzione, prof. Tullio De
Mauro, ha firmato il decreto istitutivo della Commissione che dovrà aiutare
il ministro a presentare, entro la prima metà di settembre, il programma per
l'attuazione progressiva del riordino dei cicli scolastici nel successivo
quinquennio. Parte delicata e essenziale del lavoro della Commissione sarà
l'individuazione degli obiettivi formativi scolastici al termine del primo
ciclo settennale di studi e al termine del ciclo secondario quinquennale.
La Commissione è formata da 228 componenti del più vario orientamento
ideologico e culturale e delle diverse specializzazioni e professionalità:
accanto a molti insegnanti e capi d'istituto della scuola militante vi sono
esperti delle diverse aree disciplinari che concorrono alla formazione
primaria e secondaria, ispettori ministeriali di lunga esperienza,
rappresentanti delle associazioni professionali dei docenti, delle case
editrici, delle famiglie. Nella Commissione sono rappresentati anche esponenti
dei comitati nazionali di Bioetica e delle Pari
opportunità, dell'intero ufficio di presidenza del Consiglio nazionale della
Pubblica Istruzione, dell'Anci, dell'Upi e delle Regioni e Province autonome.
Tra gli esperti più noti ricordiamo:
- sociologi come Alberto Abruzzese, Alessandro Cavalli,
Michele Colasanto, Luisa Ribolzi;
- studiosi di Filosofia come Dario Antiseri, Giuliano Tagliagambe, Giovanni Reale, Massimo Baldini;
- storici come Paul Ginsborg, Andrea Giardina, Nicola
Tranfaglia, Mario Veggetti;
- studiosi di educazione letteraria e linguistica come
Alberto Asor Rosa, Paolo Balboni, Umberto Eco, Carlo Ossola, Claudio Magris, Maurizio Bettini, Raffaele Simone,
Mario Santagata, Stefano Gensini;
- giuristi come Francesco Casavola, presidente
dell'Enciclopedia Italiana;
- classicisti come Michele Coccia, Leopoldo Gamberale,
Giovanni Polara,
Paolo Pontani;
- matematici e statistici come Alberto Conte, Claudio
Bernardi, Enzo Lombardo, Giunio Luzzatto, Lucio Russo, Edoardo Vesentini,
presidente dell'Accademia dei Lincei;
- pedagogisti come Luciano Corradini, Franco Frabboni, Raffaele Laporta, Cesare Scurati, Benedetto
Vertecchi;
- psicologi come Clotilde Pontecorvo e Anna Ferraris;
- esperti di tecnologia come Giorgio De Michelis;
- fisici e ingegneri come Vittorio Marchis e Franco Bassani;
- biologi e studiosi di Scienze naturali come Alberto
Oliverio e Giovanni Berlinguer;
- geografi come Cosimo Palagiano e Franco Salvatori.
Intervento del ministro Tullio De Mauro in occasione della
prima riunione plenaria della commissione per il riordino dei cicli
d'istruzione (27 giugno 2000)
In tema di scuola è un grave errore ignorare la
storia e la geografia. Permettetemi di chiedervi aiuto per non commettere
questo grave errore. Non è una storia lunga. Nel 1955 l'ISTAT rese pubblici i
dati del censimento generale della popolazione svoltosi quattro anni prima.
L'autorevolezza della fonte e la nettezza dei dati, i dati stessi nella loro
crudezza, scossero nel profondo le coscienze più avvertite. Fu
drammaticamente chiaro lo scarto storico misurabile in secoli che ci separava
dal resto dell'Europa occidentale, non meno che dell'Europa dell'Est
comunista. Sei italiani su dieci risultavano privi di qualsiasi titolo di
studio, compresa la licenza elementare e la cosiddetta licenza di
proscioglimento dall'obbligo, introdotta per un breve periodo durante il
regime fascista.
Un terzo abbondante di questi sei italiani si dichiaravano incapaci di leggere
e di scrivere, ossia completi analfabeti. Solo il 10% della popolazione si era
spinto oltre le elementari, verso la scuola di avviamento, il ginnasio e verso
l'Università. La scossa di questi dati fu benefica: i potentati economici si
resero conto che il paese non avrebbe retto il passo con lo sviluppo economico
a cui si avviava a metà degli anni Cinquanta con un tasso di scolarità pro
capite di soli tre anni. Le forze politiche e sociali si resero conto che la
Costituzione della Repubblica non predicava nell'astratto, inutilmente, quando
prescriveva almeno - dice il testo - otto anni di scuola per tutti i
cittadini. Otto anni che corrispondevano alla istituzione della scuola media
unificata che, per la verità storica, era stata già prefigurata dalla Carta
della Scuola del ministro Bottai sul declinare estremo del regime fascista
prima che venisse travolto dalle catastrofi provocate da esso stesso.
La scuola media unificata e l'effettiva estensione dell'obbligo furono le mete
comuni verso cui intesero muoversi forze politiche e personalità assai
diverse e in contrasto. Cominciò allora l'itinerario di ripensamento radicale
da parte di un parroco che si trovava nel suburbio operaio fiorentino, don
Lorenzo Milani. Gli Amici del Mondo si riunirono nel convegno "Scuola
secondo Costituzione". Le grandi forze politiche si riorientarono secondo
questo tema. L'opposizione all'idea che tutti dovessero frequentare la scuola
media era violenta, e serpeggiava sia nel maggiore partito politico di
governo, la Democrazia Cristiana, sia nel massimo partito d'opposizione.
"Todos caballeros" fu il titolo di un articolo di ripulsa all'idea
della media unificata scritto da uno dei più illustri intellettuali comunisti
del tempo. Questa tesi fu tuttavia sconfitta e si andò all'istituzione della
media unificata.
E' cominciato da allora, non senza scosse e ritardi, il lungo cammino che le
nostre scuole hanno saputo far percorrere al Paese. Il 60% di coloro che a metà
degli anni Cinquanta non avevano un titolo di studio si è ridotto oggi al
10%. Tocca invece il 60% la percentuale di coloro che hanno proseguito oltre
la licenza elementare fino a raggiungere i diplomi di scuola secondaria e la
stessa Università. La scolarità media da tre anni pro capite del 1950 è
passata agli otto anni del 1991 e ai nove di fine anni Novanta. Eravamo, in
media, un paese fermo alla terza elementare. Oggi ci affacciamo tutti alla
media superiore.
Un lavoro immenso è stato fatto, certamente dalle famiglie - seppur gravate
dall'investimento privato nell'istruzione dei figli - ma anche da due
categorie, spesso dimenticate, che saranno però al centro delle riflessioni
di questa commissione. Voglio dire, le varie generazioni di giovani che si
sono succedute in questi decenni e la classe degli insegnanti.
Bisogna che noi insegnanti teniamo presente che le generazioni più giovani
provengono da famiglie in cui fino a 20, a 15 anni fa si parlava all'80%
soltanto uno dei nostri bellissimi dialetti: bellissimi ma lontanissimi
dall'italiano. Tra le mura di casa ancora oggi è dominante una variabile
italo-dialettale. Solo in un terzo di queste case si leggono quotidiani, e
solo in un quinto vi è un nucleo di libri che supera le poche decine. Ragazze
e ragazzi hanno imparato e imparano a scuola a parlare l'italiano e a
scrivere, imparano a leggere libri non scolastici in una misura che è
quadrupla rispetto a quella delle generazioni più anziane, tripla rispetto a
quella delle generazioni adulte.
Sarà pur vero ciò che i giornali scrivono e cioè che i giovani leggono
poco: ma leggono tre volte di più rispetto a babbi e mamme e quattro volte di
più dei nonni. Asini? Forse. Ma il loro raglio si va affievolendo, se di
raglio si deve parlare.
Questo è il paese da cui viene quel 75% di ragazzi che la scuola, le famiglie
e l'impegno generoso degli stessi studenti portano alla licenza media
superiore. Provate voi a essere Gianni, a essere Samantha col "th",
e su queste basi a distaccarvi dal vostro ambiente nativo e ad incamminarvi
verso integrali, derivate, Aristotele, Newton, Galilei, verso la
pianificazione territoriale e Omero. Provate voi ad arrivare appunto al
diploma medio superiore in una percentuale del 75%.
Veniamo ora agli insegnanti. La loro attività è parsa un atto dovuto, e io
credo che debbano avere l'orgoglio di dirlo. Un atto dovuto alla Costituzione
della Repubblica italiana e alla loro coscienza professionale, non ad altri.
Si dice che gli insegnanti siano mal formati, da noi nelle Università; e
ancor peggio reclutati, si dice. E si aggiunge: lavorano poco. Ma guardando le
cose con un po' di distacco, si nota che le prime due accuse, mal formati e
mal reclutati, sono titoli di merito per chi ha dovuto imparare sul campo - ed
evidentemente ha imparato bene - l'arte di insegnare.
Quanto al rimprovero sulle 18-20 ore settimanali di insegnamento, la dice
lunga non sugli insegnanti, ma proprio su chi lo muove. Coloro che fanno
questo rimprovero pensano che si debba e si possa insegnare senza continuare
ad apprendere. Costoro si riempiono la bocca di tumultuosa avanzata dei saperi
e contemporaneamente pensano che sia possibile insegnare ripetendo sempre e
solo ciò che si è studiato venti, trenta, quaranta anni prima.
Oggi i governi dicono che il long life learning è la meta verso cui deve
avanzare la società dell'informazione nelle aree del mondo più sviluppate:
ma questa è un'abitudine che i nostri insegnanti praticano da tempo.
Se riteniamo il monte ore troppo modesto, teniamo presente quanto è
difficile, pensando a quel Gianni, a quella Samantha col th, e anche a quel
Pierino del dottore, per citare ancora don Milani, Pierino che non vive più
in una colta casa borghese, ma che è frastornato dalle sciocchezze, dalle
vacuità, che è corrotto dalla droga, e portare tutti alla scuola media
superiore e all'esame conclusivo. Questo è un lavoro molto difficile. Mi
auguro che questa commissione voglia trovare il modo di ribattere: "se 18
ore vi sembrano poche, provate voi ad insegnare in queste condizioni".
L'immenso lavoro che scuole e insegnanti hanno compiuto in questi anni
rappresenta, probabilmente insieme allo Statuto dei Lavoratori, lo sforzo
meglio riuscito per tradurre espressioni formali come "libero sviluppo
delle persone" e "pari condizioni di partecipazione alla vita del
paese", contenute nella Costituzione, in una realtà concreta, per lo
meno per le giovani generazioni.
Grazie al lavoro delle scuole alcuni dei segmenti più alti della Costituzione
formale sono diventati realtà operante. Lo ricordo non solo per segnare un
esplicito debito di riconoscenza che governo, Parlamento, nazione devono
sapere di avere verso la scuola, ma perché questo lavoro ha sedimentato un
patrimonio enorme di esperienze, di progetti, di disegni didattici, di offerte
e di sperimentazioni formative: tutte cose che questa commissione potrà
richiamare in sintesi e analiticamente.
Esiste un patrimonio di programmi, che forse hanno circolato troppo poco nelle
scuole, che è riferimento irrinunciabile da un punto di vista culturale.
Penso ai programmi delle medie, ai primi orientamenti per la scuola
dell'infanzia, ai programmi delle elementari, a quelli Brocca dei bienni e dei
trienni, ai documenti dei saggi.
Tutto questo patrimonio ci consente di immaginare che potremo raccordare alla
realtà delle nostre scuole il lavoro a cui siamo chiamati. Voglio dire il
lavoro di attuare quelle leggi che derivano direttamente dalla nostra
Costituzione.
Quello che dobbiamo fare è predisporre un programma che attui
progressivamente le leggi sul riordino dei cicli e la legge sull'autonomia
scolastica, insieme alle altre norme che sono in via di perfezionamento, come
il riordino del Ministero Pubblica Istruzione e l'accentuato decentramento
regionale di funzioni e compiti che queste norme prevedono. Queste leggi
giungono d'improvviso sulle spalle della scuola, ma giungono anche con enorme
ritardo, perché sono la proiezione sul terreno della scuola di un processo
antico, che parte dalla volontà di adeguare tutta l'amministrazione pubblica,
dunque anche tutte le scuole, statali e paritarie, a quello che la
Costituzione indica. Dopo molti tentennamenti questo processo ha cominciato a
decollare negli anni Settanta, ha avuto un momento alto nel progetto di
riforma della struttura dello Stato di Massimo Severo Giannini, si è poi
proiettato nella importante Giornata della Scuola promossa dal ministro
Mattarella nel 1989. Finalmente ha cominciato a trovare la via di
provvedimenti incisivi con ministri della Funzione Pubblica, di assai vario
orientamento, da Cassese, a Frattini, a Urbani, a Bassanini. Già questo
dimostra che il processo di decentramento e di riforma non è affare di una
parte politica, ma una questione che travalica i partiti e coinvolge l'intero
Parlamento e riguarda l'intero processo di ringiovanimento e miglioramento del
nostro Stato. Vi prego di rileggere tutti gli articoli di quella parte della
Costituzione che Giannini ha definito "splendida": mi riferisco ai
primi 12 articoli, quelli che contengono i principi fondamentali. In essi è
possibile leggere abbastanza immediatamente le indicazioni che noi,
riordinando i cicli e preparando un piano per il governo, possiamo dare per il
futuro della scuola.
L'articolo 1 recita che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro: è un
impegno affinché i cittadini e le cittadine non siano persone inerti, ma
siano tutti chiamati a dare il loro contributo di lavoro alla vita comune e
alla crescita del Paese.
L'articolo 2 parla di valori di solidarietà, di parità sociale a cui
dobbiamo tendere con il lavoro svolto a scuola.
L'articolo 3 parla di sviluppo libero delle persone: un tema a cui tutti siamo
legati profondamente. Ci parla della centralità di coloro che studiano. Ci
parla di progressività nella rimozione degli ostacoli che impediscono
l'eguale partecipazione alla vita del paese.
L'articolo 4 prospetta come compito delle istituzioni della Repubblica quello
di creare raccordi con il mondo del lavoro. E' l'articolo che stiamo cercando
di attuare attraverso la legge sull'elevamento dell'obbligo formativo.
L'articolo 5 ci mette sulla strada dell'autonomia delle offerte formative e
del decentramento. L'articolo 6, che parla delle minoranze linguistiche, è di
estrema attualità, visto che il nostro paese si prepara nei prossimi venti
anni ad avere il 30% di bambine e bambini di altra lingua e altra cultura.
Questo articolo ci ricorda il dovere di costruire le condizioni per la parità
di opportunità e per l'integrazione.
L'articolo 7 parla dell'insegnamento della religione cattolica, garantito dal
Concordato. E l'articolo 8 parla di quella pluralità religiosa che è
tutelata dalla Costituzione e che dobbiamo trovare modo di garantire nel
concreto della vita scolastica.
L'articolo 9 parla della territorialità, del radicamento delle scuole
nell'ambiente. Un tema caro anche all'attuale Capo dello Stato che ne ha fatto
un filo di dialogo con le scuole, cosa che vorrei ricordare con gratitudine.
L'articolo 10 parla di accoglienza degli stranieri: un tema che sentiamo tutti
L'articolo 11 ci parla di educazione alla pace e di prospettive di
integrazione europea e internazionale.
Queste non sono parole vuote: oggi, finalmente le leggi che abbiamo alle
spalle ci consentono di riempirle di contenuti.
Vorrei ricordare l'articolo 1 della legge sul riordino dei cicli, affinché ci
guidi nel nostro lavoro: "Il sistema educativo di istruzione e di
formazione è finalizzato alla crescita e alla formazione della persona umana
nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e delle identità
di ciascuno, nel quadro di cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con
le disposizioni in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche e
secondo i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Dichiarazione universale
dei diritti dell'uomo. La Repubblica assicura a tutti pari opportunità di
raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le conoscenze, le
capacità e le competenze, generali e di settore, coerenti con le attitudini e
con le scelte personali, adeguate all'inserimento nella vita sociale e nel
mondo del lavoro, anche con riguardo alle specifiche realtà
territoriali".
Che dobbiamo fare noi? Entro settembre 2000, come prevede l'articolo 6 della
legge sul riordino dei cicli, dobbiamo preparare per il governo, perché la
presenti al Parlamento, una documentazione doppia, ossia un programma
quinquennale di progressiva attuazione della riforma dei cicli e una relazione
che ne illustri la praticabilità e la fattibilità.
In particolare la commissione deve procedere alla definizione di questo
programma che deve comprendere un progetto generale di riqualificazione del
personale docente e i criteri generale per la formazione degli organici
d'istituto. Queste saranno le materie su cui sarà molto prezioso il
collegamento tra il lavoro della commissione e le strutture del ministero che
la fiancheggeranno.
Dobbiamo individuare i criteri generali per la riorganizzazione dei curricoli
sia disciplinari, sia di un intero ciclo scolastico. Per ora il nostro compito
è quello di definire i criteri generali di organizzazione dei curricoli delle
scuole di base e della scuola secondaria. Solo successivamente potremo
riarticolare questa commissione in commissioni specifiche per definire i
curricoli di singole aree disciplinari e di singole materie. Vorrei precisare
che nella dizione che sto utilizzando in questa occasione "scuola di
base" comprende anche la scuola dell'infanzia, ossia l'educazione
prescolare che è nostro compito estendere e generalizzare. Proprio in questo
segmento di scuola, talvolta ignorato nella sua straordinaria positività, vi
sono alcune delle punte di eccellenza del nostro sistema formativo.
Un'eccellenza riconosciuta più spesso fuori d'Italia che entro i suoi
confini: per questo abbiamo progettato un convegno a dicembre per la
valorizzazione internazionale del lavoro svolto dalle scuole dell'infanzia.
Dovremo occuparci anche di esse, sapendo di avere alle spalle non solo
esperienze eccezionali, ma anche orientamenti sui quali si è lungamente
riflettuto.
La legge ci chiede in particolare di badare alla valorizzazione dello studio
delle lingue e all'impiego delle tecnologie didattiche. Dovremo pensare anche
ad un piano per l'adeguamento delle infrastrutture e dovremo indicare tempi
per l'attuazione della legge. Esistono proposte, di cui potremo discutere. Su
questi temi dovremo preparare una relazione complessiva, sulla quale entro 45
giorni le Camere dovranno produrre una deliberazione che contenga indirizzi
specificamente riferiti alle singole parti del programma. Solo dopo questo
atto potremo riarticolarci in nuove commissioni o gruppi di lavoro, per
affrontare i curricola disciplinari delle singole materie. Questa commissione
ad alcuni è parsa ampia, in realtà è smilza: se si fa il conto dei
componenti delle commissioni che dal 1980 fino ai saggi hanno lavorato sui
singoli segmenti delle nostre materie si arriva a circa 600 persone. Noi siamo
240, dunque non siamo troppi, anche perché il nostro lavoro si allarga verso
fronti che non sono solo quelli della prefigurazione dei possibili curricula
disciplinari, ma tocca tutti i temi della nostra futura scuola. Non è stato
trascurato nessuno sforzo per garantire la composizione più ampia dal punto
di vista delle posizioni culturali e ideali e dal punto di vista della
collocazione professionale. Ci sono "saggi", cioè esperti di
livello universitario nelle varie discipline, ci sono rappresentanti delle
associazioni degli studenti e delle famiglie, delle associazioni disciplinari,
c'è una rappresentanza non esigua degli ispettori del ministero, e degli
insegnanti della scuola che possono garantirci il concreto collegamento alla
realtà delle scuole. Ci sono gli editori e i rappresentanti delle massime
istituzioni culturali del nostro paese.
Questo lavoro sarà presentato anche alle scuole. Ritengo doveroso confermare
un impegno preso dal ministro Berlinguer, di portare direttamente nelle scuole
i documenti che noi produrremo e raccogliere dalle scuole opinioni,
indicazioni e dubbi.
Indicazioni e dubbi che se ci sono devono provenire anzitutto dall'interno di
questa commissione: questa non è una raccolta di yes men, ma una raccolta di
spiriti liberi, che potranno esprimere anche progetti alternativi pur nel
rispetto della legge. E' con questo spirito che la commissione è stata
composta e spero lavori.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
circolare 27 giugno 2000, n. 172
Una Banca per l'Arte oltre il Mecenatismo - Chiostro del Bramante - dal 21
settembre al 15 ottobre 2000
nota 27 Giugno 2000, Gab/I 1816/DM
Anno scolastico 2000/2001 - Calendario scolastico nazionale
- Calendari scolastici per regioni e per province autonome - Prospetto
riepilogativo generale
nota 27 giugno 2000, Prot. n. 2130
Mobilità del personale Ata proveniente dagli enti locali per l'a.s. 2000/2001
nota 27 giugno 2000, Prot. n. 124/VM
Personale amministrativo, tecnico ed
ausiliario - Organici a.s. 2000/2001 - Schema di decreto
ministeriale - Risposta a quesiti
decreto 26 giugno 2000, n. 234 (in GU
25 agosto 2000, n. 198)
Regolamento, recante norme in materia di curricoli nell'autonomia delle
istituzioni scolastiche, ai sensi dell'articolo 8 del decreto del Presidente
della Repubblica 8 marzo 1999, n.275
ordinanza 26 giugno 2000, n.170
Nuovi termini mobilità dirigenti scolastici
nota Ispettorato Istruzione Artistica 22 giugno
2000, Prot. n. 9171
Esami di ammissione degli alunni per l'anno accademico 2000/2001
22 giugno Graduatorie Permanenti
Il termine ultimo per la presentazione delle domande per l'integrazione
delle graduatorie permanenti è fissato per il 22 giugno 2000, trenta giorni
dalla pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale - 4a serie speciale - n. 40 del 23 maggio 2000, del decreto
146/00 per l'integrazione delle graduatorie permanenti.
In Educazione&Scuola:
Modello per l'Autocertificazione
a cura di Giampaolo Poletto
Modello Dichiarazione
Sostitutiva
a cura del dr. Palumbo
Modello Dichiarazione
Personale
04 - 21 giugno Adozione Libri di
testo
Le circolari ministeriali nn. 64 e 65
del 10 marzo 2000, prevedono che le deliberazioni di adozione dei libri di testo
siano pubblicate all'albo delle scuole elementari entro il 7 giugno 2000, e che
le copie degli
elenchi dei testi adottati siano trasmesse
all'Associazione Italiana Editori, Via delle Erbe n. 2 - 20121, Milano
- entro il 4 giugno 2000, per le scuole superiori,
- entro il 21 giugno 2000, per le scuole elementari.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
circolare 19 giugno 2000, n.165
Applicazione dell’art.26, comma 14 della legge 23/12/1999, n. 448 - Aspettativa non retribuita al personale docente e direttivo delle istituzioni scolastiche statali
19 giugno Mobilità 2000-2001
Il 19 giugno sono pubblicati i trasferimenti del personale docente della
scuola elementare; slitta invece a luglio (OM 164/00)
la pubblicazione dei trasferimenti del personale docente delle scuole materne e
secondarie, nonché quello dei dirigenti (OM 170/00); dovrà attendere il 4 agosto il personale ATA.
Di seguito il calendario relativo ai termini per la diffusione dei risultati
delle domande di mobilità per l'A.S. 2000-2001 fissato dall'OM
26/00:
Tipo di
personale |
Diffusione
risultati |
Docenti
Elementari |
19 giugno |
Sul tema si veda la rubrica di Educazione&Scuola:
In Mobilità, Utilizzazioni e
Assegnazioni Provvisorie
16 giugno Piano d'Azione per la Società
dell'Informazione
circolare Ministero del lavoro 16 giugno 2000, n. 40
Partecipazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza alla gestione della sicurezza. Art. 19 del Dlgs 19 settembre 1994, n. 626 e successive modifiche e
integrazioni
ordinanza 16 giugno 2000, n.164
Termini
acquisizione a sistema e pubblicazione movimenti anno scolastico 2000-2001
circolare 15 giugno 2000, n. 163
L.10 marzo 2000, n.62 "Norme per la parità scolastica e disposizioni sul
diritto allo studio e all'istruzione". Prime indicazioni applicative
decreto 15 giugno 2000
Costituzione della Commissione per il programma di riordino dei cicli di
istruzione
15 giugno Formazione
Direttori Servizi Amministrativi
La Circolare Ministeriale 31 gennaio 2000, Prot. n. D4/230,
fissa al 15 giugno 2000 il termine ultimo per la conclusione dei corsi di formazione
(della durata di circa 3 mesi) di cui all'art. 34 commi 2 e 3
del CCNL e all'art. 49 del CCNI ai fini dell'attribuzione del profilo di
direttore dei servizi generali ed amministrativi.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
decreto Presidente della Repubblica 13 giugno 2000
(in GU 21 agosto 2000, n. 194)
Approvazione del Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva per il biennio
2000/2001
circolare Ministero Finanze 12 giugno 2000, n. 28, Prot.n.0041469
Art.2, comma 12, del D.L. 13.3.1988, n.69, convertito nella L. 13.5.1988, n.153 – Rivalutazione dei livelli per la corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare a decorrere dal 1° luglio 2000
circolare 9 giugno 2000, n.159
Trattamento di quiescenza - applicazione dell'art. 2 - commi 1 e 2 della Legge 8
agosto 1995, n. 335
circolare 8 giugno 2000, n.
158
Costituzione graduatorie nazionali e provinciali ad esaurimento per l'immissione
in ruolo dei modelli viventi previste dall'O.M. 14 del
17 gennaio 2000.
Istruzioni operative
nota 8 giugno 2000, Prot. 114/VM
Scuola materna e Istruzione secondaria - Organici di diritto - Anno Scolastico 2000/2001
nota MURST 8 giugno 2000, Prot. n. 2612
Immatricolazione degli studenti stranieri ai corsi universitari per l'Anno
Accademico 2000-2001
legge 7 giugno 2000, n.150 (in GU 13 giugno 2000, n. 136)
Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni
decreto MURST 7 giugno 2000
Modalità e contenuti delle prove di accesso alle scuole di
specializzazione per l'insegnamento secondario
circolare 7 giugno 2000, n. 156
O.M. n.126 del 20.4.2000 - Norme per lo svolgimento degli scrutini e degli esami
nelle scuole statali e non statali di istruzione elementare, media e secondaria
superiore. Anno scolastico 1999-2000
circolare
Ministeriale - Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale 6 giugno 2000, n.
36
Collocamento Obbligatorio L. 68 del 12.3.99. Richiesta Avviamento e
Compensazione Territoriale
circolare INPS 6 giugno 2000, n. 109
Congedi parentali. Legge 8 marzo 2000, n. 53. Disposizioni per il sostegno della maternità e della
paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città"
05 giugno Intesa sul Personale ATA
Il 5 giugno 2000 le OOSS della Scuola ed il MPI raggiungo un'intesa sui
servizi amministrativi, tecnici e ausiliari nel quadro del prossimo avvio
dell'autonomia.
I punti salienti dell'intesa, come riporta il comunicato unitario
delle OOSS, riguardano:
- il mantenimento del numero complessivo
dei posti di lavoro e l’adozione di tabelle organiche sperimentali per
l’anno scolastico 2000/01 che saranno oggetto di modifiche concertate con
le OO.SS. e di confronto nella categoria, in modo da assicurare per l’a.
s. 2001/02 piante organiche più coerenti alle esigenze dei servizi ATA
della scuola dell’autonomia;
- l’attuazione del decentramento
amministrativo conseguente alla riforma dell’amministrazione centrale e
periferica attraverso procedure che non determineranno aggravi nei carichi
di lavoro delle scuole;
- la garanzia del reperimento di
ulteriori risorse economiche per la corresponsione del salario accessorio ai
dipendenti transitati dagli EE.LL. che determinerà le possibili condizioni
per una rapida conclusione della specifica trattativa in corso all’ARAN;
- l’emanazione tempestiva di
provvedimenti per le assunzioni a tempo indeterminato e determinato per un
corretto avvio del prossimo a.s. prevedendo la parità di trattamento di
tutti i lavoratori precari; la prosecuzione degli appalti e le garanzie di
stabilizzazione dei lavoratori impegnati nei LSU;
- la definizione di procedure atte a
garantire il pagamento dei supplenti annuali e temporanei; il reperimento di
risorse per l’attivazione dei corsi di formazione previsti dal CCNL.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
02 giugno Parità Scolastica
Il Consiglio dei Ministri nel corso della riunione del 2 giugno 2000 approva
un DdL che consente, come previsto dalla legge n. 62/00, la spesa di 280 miliardi per la realizzazione del
sistema prescolastico integrato, di 60 miliardi per le scuole elementari
parificate e di 220 miliardi (già previsti dalla Legge Finanziaria 1999) destinati
alle scuole dell'infanzia non statali.
Di seguito un estratto della comunicato del Consiglio
dei Ministri n. 8 del 2 giugno 2000 ed il comunicato stampa del MPI:
La Presidenza del Consiglio
dei Ministri comunica:
il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 9,20 a Palazzo Chigi,
sotto la presidenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuliano Amato.
(...)
(Il CdM approva) su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione, De Mauro:
- un disegno di legge per consentire l'utilizzo, a decorrere dal prossimo anno
scolastico, degli stanziamenti previsti dalla legge n.62 del 2000, finalizzati
ad assicurare il funzionamento delle scuole materne ed elementari, nonché una
rapida attuazione del sistema prescolastico integrato. Viene così rimossa una
incongruenza della predetta legge, rilevata peraltro dalla Camera dei deputati
con apposito ordine del giorno, che impegna il Governo ad intervenire
sollecitamente; (...)
La seduta ha avuto termine alle ore 11,30.
Comunicato Stampa MPI:
Il Consiglio dei ministri ha approvato questa mattina un disegno di legge che
consente la spesa, nell'anno finanziario 2000, prevista dalla legge n.62/2000
relativa alle "Norme per la parità e disposizioni per il diritto allo
studio".
Si tratta di 280 miliardi per la realizzazione del sistema prescolastico
integrato (scuole dell'infanzia non statali comunali e private), di 60
miliardi per le scuole elementari parificate; ai quali si aggiungono 220
miliardi previsti dalla finanziaria 1999 e destinati sempre alla scuole
dell'infanzia non statali.
Il provvedimento si è reso necessario in quanto la legge sulla parità
prevede che tali finanziamenti, pur garantiti già dal 2000, si possano
spendere a partire dall'esercizio finanziario successivo all'approvazione
della legge. La legge, infatti, doveva essere approvata entro il 31 dicembre
1999, ha avuto invece il via libero definitivo da parte della Camera il 2
marzo 2000. Il quell'occasione il governo ha accolto un Ordine del giorno che
lo impegnava ad anticipare, anche con procedure d'urgenza, la spesa al 2000.
Il ministro della Pubblica Istruzione, prof. Tullio De Mauro, auspica che
l'approvazione del disegno di legge possa avvenire rapidamente da parte delle
Camere, in modo da assicurare alle scuole la redistribuzione delle somme prima
dell'apertura dell'anno scolastico.
decreto MURST 2 giugno 2000
Costituzione del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU)
nota 1 giugno 2000, Prot. n. D1/4247
D.M. n. 146 del 18 maggio 2000 - termini e modalità
per la presentazione delle domande per la prima integrazione delle graduatorie
permanenti, ai sensi del Regolamento D.M. n. 123/00 -
Indicazioni operative