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UN PC PER…

Umberto Tenuta

 

«Un computer per 65 mila docenti». Un PC per ogni docente neoassunto in ruolo.

Ottima notizia!

Non stiamo qui a recriminare su quante altre cose si potrebbero fare per la scuola e per i docenti.

Prendiamo atto che ci sono state buoni motivi che hanno indotto a privilegiare la fornitura di 65.000 PC.

Ma domandiamoci subito: un PC per farne che cosa?

A che cosa serve e può servire un PC nella mani di un docente?

Ecco, questa dovrebbe essere la prima domanda, la domanda da porsi prima di consegnare i PC ai docenti e prima di impegnarsi a insegnare ai docenti ad utilizzare il PC.

A che cosa può servire un PC?

Possiamo ipotizzare alcune risposte.

Il PC può servire al docente:

1) per aggiornarsi

2) per programmare

3) per insegnare

Forse ce ne sono altri, ma questi sembrano i più significativi impieghi del PC da parte dei docenti.

Esaminiamoli più analiticamente.

1) IL PC SERVE AI DOCENTI PER AGGIORNARSI

Ai docenti un PC può servire innanzitutto per aggiornarsi.

Per aggiornarsi su tutti gli ambiti dell’aggiornamento che di solito vengono riportati alle seguenti quattro tematiche:

a) aggiornamento disciplinare, relativo ai contenuti delle singole discipline;

b) aggiornamento didattico, relativo alla didattica delle singole discipline ed alla didattica in generale;

c) aggiornamento relazionale, relativo alle problematiche relazionali della vita della scuola e della classe;

d) aggiornamento organizzativo, relativo a tutti gli aspetti dell’organizzazione scolastica.

Un PC può servire per aggiornarsi utilizzando, sia tutte le possibili iniziative di formazione a distanza (FADIS), sia il materiale reperibile in Internet, sia la costituzione di gruppi a distanza.

In questa sede, vogliamo deliberatamente prescindere da tutte le possibili iniziative di formazione a distanza, che possono essere attivate, sia dall’Amministrazione scolastica e dalle istituzioni interessate, quali le Università ed i Centri di ricerca, sia dalle istituzioni scolastiche.

Pertanto, vogliamo interessarci specificamente dell’autoaggiornamento, attraverso la rete e attraverso la documentazione digitale.

a) aggiornamento disciplinare

Sul piano disciplinare, è certamente possibile reperire su Internet abbondante materiale, dalle enciclopedie on line ai saggi, alle riviste ecc.

È certamente difficile orientarsi e sarebbe estremamente utile coordinare il materiale esistente relativamente alle singole discipline. Ma se si hanno le idee chiare intorno a quello di cui si ha bisogno, si riesce a trovare del materiale utile.

Forse per alcune discipline, come ad esempio la Filosofia, il materiale è più abbondante e sistematico; per altre invece si presenta più frammentato.

Certamente, si pone il problema della conoscenza della lingua inglese, ma per i docenti questa potrebbe essere l’occasione buona per rinverdire le proprie competenze linguistiche, ammesso che le competenze acquisite a scuola risultino utilizzabili in questa prospettiva.

Comunque, 65.000 docenti fanno nascere l’esigenza di un coordinamento, di una sistemazione dei materiali disciplinari disponibili la cui ricerca non può essere lasciata ai soli motori di ricerca.

b) aggiornamento didattico

Più difficile è il discorso dell’aggiornamento didattico,

Innanzitutto, si deve purtroppo prendere atto che scarso spazio viene dato alla didattica, occupati come si è a trattare degli aspetti organizzativi della scuola.

In effetti, da circa trent’anni ci si occupa poco della didattica, tranne che per alcune discipline, come ad esempio le lingue straniere e la Filosofia nelle scuole superiori.

Tuttavia, su Internet è possibile reperire documenti significativi in ordine alle problematiche didattiche, soprattutto in alcuni siti, quale Didattica@edscuola.com.

È anche questa una problematica aperta, anche per quanto attiene ai riferimenti bibliografici.

c) aggiornamento relazionale

È un campo ove sono disponibili molti documenti significativi, anche se non facilmente reperibili.

d) aggiornamento organizzativo

Esiste abbondante materiale, anche se con le difficoltà già evidenziate.

2) IL PC SERVE AI DOCENTI PER PROGRAMMARE

Ancora non è stata esplorata appieno l’utilizzazione che del PC si può fare nell’attività di programmazione.

Non ci riferiamo alla scrittura digitale dei POF e delle Programmazioni didattiche annuali, che è possibile reperire su Internet e che possono risultare estremamente utili, ma ci riferiamo all’utilizzazione del PC nella vera e propria attività di elaborazione della programmazione.

Diamo per scontato che programmare significa ricercare: ricercare e delineare nel POF il curricolo della scuola e ricercare e delineare nella Programmazione didattica annuale e soprattutto nella Programmazione didattica periodica quali strategie appaiono più adeguate al perseguimento degli obiettivi formativi da parte degli alunni.

In tale prospettiva, la elaborazione del POF può essere agevolata dall’esame dei POF di altre scuole ma può essere agevolata soprattutto dai contributi che tramite Internet possono pervenire dai docenti, dai genitori, dagli studenti, dalle associazioni disciplinari ecc.

All’interno delle scuole, si può attivare un lavoro cooperativo che veda l’apporto diretto di tutti gli operatori scolastici ed extrascolastici e di quanti comunque siano interessati alla elaborazione del curricolo scolastico ed extrascolastico.

Peraltro, tramite Internet è possibile costituire gruppi di programmazione in rete tra diverse scuole del territorio ed anche al di fuori del territorio: docenti di scuole anche lontane possono collaborare per la elaborazione del POF, della Programmazione didattica annuale e soprattutto della programmazione didattica periodica.

L’elaborazione della Programmazione didattica periodica è forse il campo più propizio ad una cooperazione tra docenti di scuole diverse impegnati nelle stesse discipline su classi parallele.

Si tratta di uno spazio tutto da esplorare, perché su Internet, almeno in lingua italiana, ancora si trova poco. Solo qualche docente ha pubblicizzato alcune unità didattiche.

Al riguardo, riteniamo opportuno evidenziare che edscuola.com/dida.html ha avviato un’iniziativa organica in tale prospettiva nella rubrica UDIR - UNITA' DIDATTICHE IN RETE: gruppi di docenti in rete impegnati ad elaborare unità didattiche, anche integrate in moduli didattici, relativamente alle singole discipline.

3) IL PC SERVE AI DOCENTI PER INSEGNARE

è anche questo un territorio tutto da esplorare.

Quanti docenti oggi predispongono mediante il PC, non solo le unità didattiche, ma anche i materiali didattici che i singoli alunni debbono utilizzare nei percorsi apprenditivi?

Evidentemente, il problema si pone anche quando l’attività didattica è fondata sulla lezione frontale, nella quale il docente è impegnato ad esporre, presentare, dimostrare.

In questi casi, il docente può utilizzare il PC, non solo per reperire ed organizzare i materiali di cui ha bisogno nella lezione, ma anche per mettere a punto i materiali da offrire agli alunni anche per le esercitazioni. Un’enorme economia di tempi può essere realizzata approntando i testi delle esercitazioni ed offrendoli agli alunni in fotocopia.

Evidentemente, quando si parla di PC, si fa riferimento a sistemi informatici costituiti anche da scanner, stampanti, videocamere digitali e anche proiettori. In particolare, oggi sono da ritenere superate le lavagne luminose, da sostituire con i proiettori che eliminano l’esigenza della predisposizione dei lucidi o trasparenti e consentono l’organizzazione dei contenuti da proiettare mediante appositi programmi, quale PowerPoint.

Tuttavia, più che ad una didattica fondata sulla lezione frontale e che fa ricorso a strumenti multimediali ed ipermediali, oggi si dovrebbe pensare ad una didattica fondata sull’attività di ricerca/riscoperta/reinvenzione/ricostruzione (problem solving), auspicabilmente nella forma del cooperative learning.

In tale prospettiva, non basta il PC del docente, ma sono necessari laboratori informatici ovvero kit mobili di PC, da utilizzare nelle diverse aule (1).

Evidentemente, non basta consegnare ai docenti un PC e non basta nemmeno insegnare loro come funziona e come funziona Internet, come funziona un WP, come funziona un DB, come funziona un Foglio elettronico ecc.

Occorre che i docenti approfondiscano le problematiche didattiche generali e specifiche, in modo che acquistino le competenze necessarie ad organizzare una lezione frontale o un’attività di apprendimento mediante scoperta da parte degli alunni che lavorano individualmente o in gruppo.

In tale prospettiva, occorre evitare i rischi della separazione della formazione tecnica dalla formazione didattica, ma la formazione didattica non può limitarsi agli aspetti meramente organizzativi della scuola ma deve prendere in considerazione le specifiche problematiche didattiche relative alle singole discipline, considerate anche in una prospettiva interdisciplinare.

Un PC per far lezione e/o un PC per coordinare il lavoro di ricerca degli alunni: forse questa è la problematica più importante, preliminare ad ogni discorso sulla programmazione e sull’aggiornamento, perché l’esigenza dell’una e dell’altro si pone soprattutto quando si coglie nella sua pienezza la complessità delle problematiche dell’insegnare considerato nella sua stretta, indissolubile, essenziale correlazione con l’attività di apprendimento degli alunni, nella prospettiva dell’impegno della scuola di assicurare ai singoli alunni il successo formativo, inteso come piena formazione della persona umana, come formazione ottimale, integrale e personale.

Solo se si affrontano questi problemi, la spesa per 65.000 PC ha buone probabilità di risultare produttiva.

Diversamente, sarà stata solo una boccata di ossigeno per l’industria informatica.

Note

1 In merito cfr.: Umberto Tenuta, PC & Didattica; Tecnologie Multimediali per Apprendere in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM


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