Maggiori informazioni sono reperibili sulle pagine di
Educazione&Scuola (vd. Formazione Funzioni
Obiettivo) o in Rete tramite ricerca (vd.
http://www.udena.ch/quintessenz2/Brainstorming-it.pdf)
PRIMINA
Sono un genitore che viene giornalmente informato, da amici della convenienza di far fare a mio figlio, la cosiddetta primina, cioè, preparare il bambino di modo che al compimento dei 6 anni, superato un esame di ammissione, possa accedere al 2° anno di scuola elementare.
Vorrei sapere, se potete aiutarmi a capire i pro e i contro di questa scelte, o se ci sono dei libri o siti dove potersi informare.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
L'attuale normativa prevede che in prima elementare si poss andare a 6 anni.
Non è detto che tale età sia la migliore per tutti i bambini: per alcuni è avanzata, per altri è ritardata. Dipende dai ritmi di sviluppo del bambino, che però non hanno niente a che fare con lue potenzialità intellettive: alcuni bambini si sviluppano prima, altri dopo, come per la crescita fisica, ma ciò non significa che crescano di meno.
In linea di massima, il mio parere è negativo: è meglio non anticipare!
SPECIALISTE O SPECIALIZZATE
Sono un'insegnante specialista di lingua francese in un Circolo Didattico dove c'è un esubero di insegnanti di lingua straniera (sono presenti due specialiste e 10 specializzate su un totale di 450 alunni). Si sta perciò verificando che, in alcuni moduli, sono presenti un'insegnante specialista ed una specializzata (in alcuni casi persino due).
Una specializzata ha avanzato l'ipotesi di insegnare per 3 ore nella stessa classe dove sono titolare sostituendomi del tutto.
Un Dirigente Scolastico, facendo fede all'art.5 del DPR 275/99 sull'impiego dei docenti per ottimizzarne le risorse, potrebbe accordare l'ipotesi suesposta ed impiegarmi in attività progettuali, nonostante la mia figura sia presente nell'organico funzionale di circolo per insegnare sulle sei classi?
Vorrei sapere se è possibile che ciò possa accadere e chi avrebbe in questo caso la "precedenza" sulla classe contesa.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
In linea di principio si tenta di ridurre il numero dei docenti nei moduli e quindi si preferisce il docente della seconda lingua specializzato per la migliore funzionalità e il maggior profitto da parte degli alunni.
Bisogna tener conto della seconda lingua che si impartisce. Non tutte le lingue vengono considerate, anche e soprattutto da parte dei sigg. genitori, alla pari. Normalmente l'inglese viene preferito al francese.
Quali sono le posizioni e le disponibilità, rispetto alle seconde lingue in codesto Circolo didattico?
I docenti specializzati che attualmente insegnano nel circolo di quale lingua sono titolari?
In un circolo dove si decide di preferire una lingua anziché un'altra e in presenza di disponibilità si assegnano i docenti alle classi.
Tutta l'organizzazione scolastica deve rispondere ai criteri di efficienza e di efficacia e deve essere oggetto, come e quando previsto, di delibere degli organi collegiali ai diversi livelli e competenze.
ISCRIZIONI SCUOLA MATERNA
Da genitore eletto nel consiglio di istituto le pongo quattro quesiti veloci al fine di rappresentare al meglio i genitori in quanto parte dell'istituzione scolastica.
1) È competenza ultima del dirigente scolastico, accettare le iscrizioni alla scuola materna, anche in contrasto con i criteri deliberati dal consiglio di istituto?
2) Esiste un limite di età minimo secondo il quale accettare i bambini che non abbiano ancora compiuto i tre anni nell'anno corrente?
3) Qualora l'istituto (materna-elementare-media in tre edifici differenti) disponga di aule temporaneamente adibite a laboratori presso la scuola elementare o media, sarebbe possibile per il dirigente destinare le stesse aule a nuove sezioni della scuola materna discriminando in tal modo gli alunni che frequenteranno le stesse sezioni senza usufruire degli spazi dell'edificio appositamente progettato per loro?
4) Siete al corrente di requisiti minimi che debbano avere le aule destinate ai bambini della scuola materna? (Uscite di sicurezza sul giardino, bagni in aula ecc...)
RISPONDE ANTONIO MARTINO
1) "I criteri deliberati dal consiglio di istituto" non sono vincolanti per il dirigente scolastico, è tenuto a chiederli comunque. Non sarebbe male se spiegasse i motivi del suo allontanamento da quelli espressi dall'organo collegiale;
2) L'iscrizione e la frequenza alla scuola dell'infanzia è consentita dal primo giorno di scuola ai bambini che compiano tre anni entro il 31 dicembre. L'iscrizione ma non la frequenza è consentita anche per i bambini che compiano i tre anni entro il 31 gennaio. L'ammissione alla frequenza, comunque, può essere disposta, in presenza di disponibilità di posti e previo esaurimento delle eventuali liste di attesa a partire dal giorno successivo a quello del compimento del 3° anno;
3) Per opportunità, da verificare e soppesare caso per caso, il dirigente può destinare, con giusta causa quindi, le stesse aule a nuove sezioni della scuola materna per creare i presupposti per la frequenza di bambini che altrimenti rimarrebbero fuori dalla scuola dell'infanzia, sia pure per legge, non obbligatoria;
4) Le norme di sicurezza non sono tassative, tranne in alcuni casi come per il rapporto alunni/superficie nella sezione e in sala mensa. Non sono state determinate ancora quante e dove devono dare le uscite di sicurezza se sul giardino o da qualche altra parte, bagni in aula ecc. La legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro parla espressamente di miglioramenti continui e possibili e solo qualche volta, si ripete, pone condizioni imprescindibili.
FORMAZIONE
Sono una studentessa universitaria iscritta a Scienze della Formazione Primaria.
Ho visitato il vostro sito ed ho pensato di contattarvi.
Devo scrivere una breve tesina su "il concetto di formazione" e "il rapporto formazione-scuola" per sostenere il modulo di pedagogia generale.
Il docente ci ha indicato il testo di Viviana Burza intitolato PEDAGOGIA FORMAZIONE E SCUOLA un rapporto possibile.
Mi servirebbero poche pagine riguardanti questa tematica e non interi libri perchè purtroppo ho poco tempo a disposizione.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
Le invio alcuni paragrafi di un mio libro (FORMAZIONE) ed il testo di un mio articolo pubblicato su SCUOLA ITALIANA MODERNA
(Il sistema educativo di istruzione e di formazione)
SITI INTERNET
Sono iscritta alla scuola di specializzazione ssis, vorrei, se possibile, sapere qualche sito di matematica ma principalmente di fisica, riguardanti la didattica.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
Per le richieste di informazioni relative a siti si puo' utilizzare un motore di ricerca (vd. sezione
Ricerca in Educazione&Scuola) e cercare quello che interessa
DIDATTICA DELLA MATEMATICA
Sono docente elementare ,mi occupo di formazione docenti nell'ambito del progetto SeT,dovrei organizzare un corso di formazione sulla didattica pratica di matematica .
Gradirei avere del materiale e indicazioni.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
Le invio un breve programma da me utilizzato in un corso di aggiornamento: alle
lezioni seguivano esercitazioni pratiche con materiali didattici concreti, comuni e strutturati.
Nella rubrica DIDATTICA@EDSCUOLA.COM può trovare altri contributi.
Comunque le trascrivo alcune indicazioni bibliografiche che Le potrebbero risultare utili:
- UMBERTO TENUTA, Itinerari aritmetici, LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, ill., pp.256.
- UMBERTO TENUTA, Itinerari geometrici, LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, illustrato a colori, pp.244.
- UMBERTO TENUTA, Itinerari di Logica Probabilità Statistica Informatica, LA SCUOLA, BRESCIA, 1992, ill., pp. 344.
Nei tre volumi sono presentati i contenuti disciplinari ed i criteri metodologici del nuovo programma di Matematica.
Inoltre sono descritti significativi percorsi didattici operativi, ai fini della programmazione e della concreta azione didattica relativa ai singoli obiettivi dei cinque temi.
- UMBERTO TENUTA, I numeri in colore, LA SCUOLA, BRESCIA, ill. a colori, pp.96, illustrato a colori, 1994.
Nel volumetto sono illustrate le possibili utilizzazioni dei numeri in colori e dei materiali multilink, anche attraverso creative simulazioni ludiche.
ANNO DI FORMAZIONE
- TESINA FINALE SCUOLA MATERNA
Vorrei sapere se esiste un sito dove poter scaricare un file di come deve essere strutturata la tesina finale da presentare dopo l'anno di formazione per i docenti della scuola materna.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
Non esiste un modello ufficiale. In effetti, si tratta di una <<articolata relazione sulle esperienze e le attività
svolte>>.
Può fare una ricerca in Internet con GOOGLE, sotto la voce "articolata relazione sulle esperienze e le attività svolte" and "anno formazione" and "scuola materna"
Comunque, se mi comunica l'argomento, Le posso dare più precise indicazioni.
INSEGNAMENTI FUORI
DALLE CLASSI
Siamo il raro caso di una famiglia che crede nell'insegnamento della religione in una scuola elementare dove la maggioranza non si avvale dell'insegnamento della religione. All'inizio dello scorso anno scolastico siamo stati convocati dalla direttrice che ci ha spiegato che nostro figlio avrebbe fatto l'ora di religione col gruppo di un'altra classe.
Quest'altra classe, però, aveva religione-alternativa in un'ora diversa dalla classe di nostro figlio. Perciò nostro figlio avrebbe fatto anche l'ora di inglese (materia non facoltativa) con l'altra classe, in modo da far tornare i conti. Perchè nostro figlio non poteva avere il suo prof di religione?
Perchè la direttrice aveva bisogno di destinare due ore-cattedra ad un interessante progetto.
Noi abbiamo ingenuamente accettato, ma ora, ripensandoci, ci sembra di essere stati vittima di una discriminazione. Solo perchè ci avvaliamo dell'insegnamento della religione, nostro figlio ha dovuto fare non solo l'ora di religione, ma anche quella di inglese fuori dalla sua classe.
Desidererei il vostro parere a riguardo.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
L'ordinamento didattico della scuola dell'autonomia tende al
superamento delle classi nella prospettiva di un insegnamento personalizzato effettuato anche e forse soprattutto a classi aperte.
In tale prospettiva, non sembra che possa risultare discriminante la soluzione adottata per l'IRC.
Tuttavia, sarebbe opportuno che tali soluzioni fossero estese anche ad altre attività, coinvolgenti tutti gli alunni.
Auguri.
TRASFERIMENTO ALUNNO
Vorrei sapere come e da quale normativa è regolamentato il passaggio da una scuola elementare ad un'altra.
Mio figlio è stato promosso in terza elementare, ma dal prossimo anno cambierà l'orario che sarà
organizzato su cinque giorni, con tre rientri e con il sabato a casa.
Io e mia moglie lavoriamo anche il sabato, pertanto vorremmo trasferire nostro figlio ad un'altra scuola (che peraltro è nel nostro quartiere) che attua un orario con il sabato compreso.
Presentato il problema alla direttrice e verificata la disponibilità presso la scuola alla quale vorremmo trasferire nostro figlio ci siamo sentiti rispondere:
- A darvi il nulla osta non ci penso nemmeno.....figuriamoci....è inutile che facciate domanda ......arrivederci!!
RISPONDE ANTONIO MARTINO
I genitori, per dettato costituzionale, sono tenuti a far frequentare una scuola e assolvere così l’obbligo scolastico fino a 14 anni o giù di lì o a dichiarare che lo facciano loro medesimi. La suddetta dichiarazione deve essere presentata al dirigente del circolo scolastico di competenza e deve essere rinnovata ogni anno.
La scuola da frequentare è a scelta esclusiva dei genitori. Non esiste più, e si capisce da sé, il cosiddetto bacino di competenza. Però. La “nuova” scuola che dovrà accogliere il bambino potrebbe obiettare che non ci sono posti, perché tutte le classi hanno il numero massimo di alunni iscritti/frequentanti.
I genitori sono, comunque, obbligati a chiedere il nulla osta e possono, ovviamente, motivarlo. Il dirigente è obbligato a concedere il nulla osta.
RICERCA E PROBLEM SOLVING
Sono una giovane insegnante di scienze. Gradirei avere informazioni circa la metodologia didattica basata sul problem solving e sulla scoperta.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
In merito al Problem solving cfr.:
MOSCONI G., D'URSO V. (a cura di), La soluzione di problemi. Problem-solving, Giunti-Barbèra, Firenze, 1973;
KLEINMUNTZ B.(a cura di), Problem solving Ricerche, metodi, teorie, Armando, Roma, 1976;
DUNCKER K., La psicologia del pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1969; WERTEIMER M., Il pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1965;
DORNER D., La soluzione dei problemi come elaborazione dell’informazione, Città Nuova, Roma, 1988.
BROWN S.I., WALTER M.I., L’arte del problem posing, SEI, Torino, 1988.
Bonfiglioli R., La ricerca come strategia didattica, La Nuova Italia, Firenze, 1993
LISS J., L’apprendimento attivo - Imparare cose essenziali divertendosi, Armando, Roma, 2000.
FOSTER J., La scoperta come apprendimento - un metodo di insegnamento basato sull’indagine personale dei ragazzi, Emme edizioni, Milano, 1975.
CLASSE TERZA ELEMENTARE ORARIO 27 ORE
Vorrei sapere se è legale che:
1) in un circolo dove si è approvato che i bambini di scuola elementare facciano 30 h vi sia una classe che ne faccia 27.
2) questa stessa classe avrà una maestra unica, mentre tutte le altre classi hanno i moduli
3)questa classe di 13 bambini rimarrà in un istituto vuoto, contro la decisione verbalizzata del consiglio d'istituto di accorpamento ad altro istituto.
Leggere un atteggiamento discriminatorio è poca cosa.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
L'orario di 27 ore era consentito in via transitoria solo fino all'attivazione dell'insegnamento di lingua straniera, che ora dovrebbe essere attuato in tutte le classi del secondo ciclo.
Il regolamento dell'autonomia consente ogni forma di flessibilità anche nell'impiego dei docenti, ma appare strana oggi una classe con un solo docente.
Comunque tutte le decisioni in merito vanno assunte sulla base di delibere degli organi collegiali
GUIDA DIDATTICA SCUOLA MATERNA
Sarei interessata all'acquisto di una guida didattica per la scuola materna, vorrei qualche notizia sulle ultime pubblicazioni ed eventuali consigli.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
Per la guida didattica per la scuola materna c'è la possibilità di una vasta scelta.
Qui si suggeriscono alcuni titoli:
1) Autori Vari, L'Aquilone, Edizione Leonardo,
2) CAMELI - MAURIZI, Progetto Raffaello - Scuola infanzia, Edizioni Raffaello
3) (Ad integrazione della precedente guida) BRANO - GIORDANI, Qualità, scuola e valutazione, Edizioni Raffaello
4) Autori Vari, Crescere insieme alla scuola dell'infanzia, Iuvenilia.
Queste guide sono in vendita, più spesso, presso librerie e agenzie specializzate.
Conviene, però abbonarsi a qualche periodico. Questi presentano, ovviamente, la scuola più aggiornata. Diverse pubblicazioni arricchiscono il mercato. Si indicano qui due autorevoli pubblicazioni.
L'Editrice La Scuola pubblica una rivista quindicinale "Scuola materna per l'educazione dell'infanzia";
le Edizioni Didattiche Gulliver , 66054 Vasto (Chieti), pubblica una rivista mensile di aggiornamento e didattica per docenti della scuola dell'infanzia PROGETTO TRE SEI "Gulliver".
RIENTRI POMERIDIANI NELLA SCUOLA ELEMENTARE
Rappresento i genitori di un Istituto Elementare a Palermo,
Desideriamo sapere se è vero che per i bambini che frequentano le classi elementari, è d'obbligo un rientro pomeridiano alla settimana, oppure se tale rientro è a discrezione del Dirigente Scolastico, magari ascoltando il parere dei genitori.
Faccio presente che nell'Istituto non vi è la mensa, pertanto i bambini tornano a casa alle 13.15 per poi rientrare alle 15.00.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
Sul piano normativo, con il DPR 276/1988 (Regolamento dell'autonomia) restano confermati i cosiddetti rientri pomeridiani (momenti pomeridiani), ma alle scuole è attribuita la più ampia gestione flessibile di ogni aspetto della organizzazione scolastica (<<tutte le forme di flessibilità>>), per cui ogni scuola può organizzare anche l'articolazione dei tempi nel modo ritenuto <<più
opportuno>>.
Il discorso sul piano del merito è diverso: dal punto di vista educativo e didattico, a parere dello scrivente, anche sulla base delle esperienze realizzate nelle scuole, non sembra che l'articolazione dell'orario in momenti antimeridiani e momenti pomeridiani abbia dato sempre risultati positivi.
Comunque, con l'autonomia si va verso la personalizzazione dei percorsi formativi per tutti gli alunni: questo orientamento potrà consentire di articolare l'orario scolastico in modo flessibile a seconda delle esigenze dei singoli alunni. Si può articolare l'orario in modo da rispondere alle
esigenze dei genitori che preferiscono l'orario diviso e dei genitori che preferiscono l'orario unico, riservando al pomeriggio le attività opzionali.
Anche se il parere dei genitori non è obbligatorio e vincolante, è nello spirito dell'autonomia tenerne gran conto,
Per approfondire l'argomento può consultare il mio libro UMBERTO TENUTA, Il Piano dell’offerta formativa
- Moduli e unità didattiche - La programmazione nella scuola dell’autonomia, ANICIA, ROMA, 2001, con CD-ROM
Comunque, l'argomento sarà approfondito nel mio prossimo volume sulla Flessibilità.
COMPETENZE DIDATTICHE DEI DOCENTI E FORMAZIONE IN SERVIZIO
RISPONDE UMBERTO TENUTA
Sono un insegnante di strumento musicale da poco immesso in ruolo grazie alla recentissima istituzione della classe di concorso A077, sto leggendo con vivo interesse il suo testo pubblicato dalla Anicia "Il Piano dell'offerta formativa Moduli e unità didattiche" e vorrei sottoporgli alcune domande.
Conto sulla sua disponibilità sperando di non essere eccessivamente "invasivo" ma credo che possa comprendere il clima di difficoltà di chi vuole occuparsi di scuola in un paese dove bisogna inventarsi "tutor" di se stessi.
Vorrei un chiarimento rispetto alle capacità e agli atteggiamenti (pg46) nella loro definizione di " generali" e " specifici delle singole discipline" in relazione alle diverse classificazioni in termini di : motori, affettivi, sociali, morali, religiosi, linguistici, cognitivi ; nonché nelle loro tipologie di percepire, generalizzare, astrarre, concettualizzare, simbolizzare, curiosità, interessi, motivazioni, predilezioni, propensioni…
Per chiarirsi bene le idee può risultare utile la lettura degli articoli da me pubblicati
in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM
Se il Successo formativo significa adeguato sviluppo della persona umana nel rispetto della identità personale di ciascuno ovvero delle proprie motivazioni, dei ritmi, degli stili di apprendimento, del proprio contesto sociale, il raggiungimento di questo si concretizza in ESIGENZE FORMATIVE che l'insegnante dovrà tradurre in percorsi capaci di soddisfarle.
Un medico quando prescrive un farmaco lo fa sulla base della conoscenza della malattia e dell'influenza del farmaco su di essa. Se ciò non avviene ne va di mezzo la professionalità medico. Un insegnante se deve individualizzare un percorso didattico dovrà prima saper individuare le ESIGENZE dell'alunno in termini precisi di abilità, capacità e atteggiamenti da acquisire. Se ciò non avviene ne va di mezzo la professionalità dell'insegnante.
Sono un insegnante di ruolo pluriabilitato con tanto di corso di formazione alle spalle, ma mi ha mai insegnato (neppure indicato dove avrei potuto apprenderlo) come operare per valutare le reali esigenze dell'alunno. In altre parole con quali strumenti scientifici posso rilevare l'effettivo livello di partenza dell'alunno, in modo da sapere quali sono le abilità, le competenze e gli atteggiamenti che dovrò programmare in termini di Moduli didattici? Il tutto esteso per l'intera scuola vuole dire: quali sono gli strumenti scientifici per elaborare un POF che si fondi concretamente su un serio impegno di rilevazione, di verifica ,di conoscenza delle esigenze formative degli alunni e del contesto socioculturale affinché questo possa esprimere veramente l'identità culturale della scuola?
Lei ha perfettamente ragione. Nessuno glielo ha insegnato. Deve fare da sé. Può fare riferimento ai testi citati nel mio volume sul POF che sta leggendo.
Lei giustamente evidenzia il concetto che il RAS esige la responsabilità dei docenti nella individuazione, nella ricerca, nella messa a punto dei percorsi educativi e didattici più idonei al perseguimento degli obiettivi formativi. Le assicuro che la quasi totalità dei miei colleghi non solo ignora questo suo testo (ed altri affini), ma vuole deliberatamente tenersi lontano da ogni sorta di problematica didattica, continuando ad essere molto lontano da quel senso di responsabilità al quale lei fa appello.
Lei mette il dito sulla piaga, speriamo non necessariamente cancerosa: la didattica è la bestia nera; meglio la Filosofia, la Pedagogia, la Psicologia,
purché non si occupino della concreta attività educativa e didattica, quale si svolge quotidianamente nelle aule scolastiche!
Penso che oggi la scuola non può più fare a meno di nessuno, troppo elevate ed impegnative sono le esigenze formative degli alunni per poter credere che si possano soddisfare senza un alta professionalità didattica. Come poter parlare dunque di Cooperative Learning se si è da soli a sentire l'esigenza di un tale metodo ?
Ma ancora di più da parte mia: come poter applicare il Cooperative Learning ( ma potrei dire anche Problem Solving o Mastery Learning ) se la mia conoscenza di questa didattica rimane un fatto testuale senza saperlo e poterlo applicare in un contesto scolastico reale a fianco dei miei colleghi e di fronte ai miei alunni ? A questo punto mi chiedo, ma credo che sia già tutto molto evidente: chi è responsabile di dover formare i docenti a questa didattica?
È proprio così! I docenti debbono finalmente trovare in se stessi, come sta facendo Lei, la forza di reclamare anche una formazione didattica specifica, relativamente alla propria disciplina.
Lei stesso riconosce (pg118) che i malanni della scuola sono da attribuire alla scarsa attenzione che è stata rivolta all'azione educativa e didattica perché troppo occupati alle riforme di struttura. Bene, ora la struttura è stata riformata (a parte i Cicli e gli Organi Collegiali, di capitale importanza questi ultimi), è giunto finalmente il momento che qualcuno si prende la responsabilità di elevare la coscienza e la professionalità didattica degl'insegnanti?
Solo i docenti possono assumersi questa responsabilità.
Per quanto insostituibili ed indispensabili credo sia troppo semplicistico affidare il miglioramento del processo d'insegnamento alle "opportune forme del lavoro di gruppo", alle iniziative di "ricerca e sperimentazione" e alle "occasioni formative del territorio, dei mass media e delle vie telematiche". Gli insegnanti che operano oggi nella scuola, ormai fuori dai corsi universitari di scienza dell'educazione, hanno bisogno di tecnici professionisti che sappiano formargli le competenze didattiche e psicopedagogiche necessarie all'esercizio della loro professione.
Debbono lavorare assieme.
Nella rubrica DIDATTICA@EDSCUOLA.COM trova indicazioni in tal senso.
Mi creda, ce n'è veramente bisogno. Altrimenti POF, RAS, PDA, PEP e quant'altro, diverranno, se mai già non lo sono, le nuove sigle su cui ridere ai prossimi collegi: sarebbe come consegnare una Ferrari senza preoccuparsi di rilasciare una patente. Come ottenere questo tipo di formazione in servizio?
Vorrei invitarla a visitare il sito del Provveditorato agli studi di Salerno
(http://www.provveditorato.starnet.it/) Ufficio studi FORMANET ove viene descritta una organizzazione a rete delle scuole ai fini dell'aggiornamento.
Comunque, mi ripropongo di commentare con un apposito articolo la Sua lettera, estremamente significativa.
RIVISTE SCUOLA SECONDARIA
Sono un'insegnante di Italiano e Storia in un Istituto Tecnico Commerciale e Turistico gradirei ricevere informazione su Riviste che trattano tali materie.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
Nuova secondaria, Editrice La Scuola, Brescia Insegnare ecc
Faccia però delle ricerche specifiche su INTERNET
PROGRAMMI DIDATTICI SCUOLA MEDIA
Desidererei sapere su quale sito posso rintracciare i programmi ministeriali di Italiano, storia e geografia per la scuola media inferiore. Ho cercato nei siti più o meno ufficiali, ma probabilmente non so impostare bene la ricerca.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
I Programmi della scuola media attualmente ancora in vigore, secondo le indicazioni (<<OBIETTIVI FORMATIVI E COMPETENZE>>) di cui all'art. 13 del Regolamento dell'autonomia scolastica (DPR 275/1998), sono quelli emanati con
DM 9 febbraio 1999 e pubblicati nel Supplemento ordinario n. 50 alla G.U. del 20 febbraio
1979.
ATTIVITA' MATEMATICHE
Desidero indicazioni su attività matematiche per la seconda elementare
RISPONDE UMBERTO TENUTA
Itinerari didattici specifici relativi agli obiettivi di cui agli ancora vigenti Programmi didattici del 1985 sono puntualmente riportati nei seguenti volumi:
UMBERTO TENUTA, Itinerari aritmetici, LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, ill., pp. 256.
UMBERTO TENUTA, Itinerari geometrici, LA SCUOLA, BRESCIA, 1991, illustrato a colori, pp. 244.
UMBERTO TENUTA, Itinerari di Logica Probabilità Statistica Informatica, LA SCUOLA, BRESCIA, 1992, ill., pp. 344.
Nei tre volumi sono presentati i contenuti disciplinari ed i criteri metodologici del nuovo programma di Matematica.
Inoltre sono descritti significativi percorsi didattici operativi, ai fini della programmazione e della concreta azione didattica relativa ai singoli obiettivi dei cinque temi.
UMBERTO TENUTA, I numeri in colore, LA SCUOLA, BRESCIA, ill. a colori, pp.96, illustrato a colori, 1994.
Nel volumetto sono illustrate le possibili utilizzazioni dei numeri in colori e dei materiali multilink, anche attraverso creative simulazioni ludiche.
STORIA NEI LICEI E NEGLI ISTITUTI TECNICI
Gentilissimi, sono una stdentessa di psicologia, per la mia tesi ho realizzato una ricerca sulle modalità di apprendimento del testo di storia in ragazzi di 1° e 2° liceo scientifico e li ho confrontati con ragazzi di uguale età ma frequentanti il 1° e 2° anno di istituto tecnico commerciale. I risultati di questa ricerca evidenziano un livello di performance decisamente maggiore nei ragazzi del liceo. Questo mi fa supporre che, forse uno dei motivi di tale differenza sia da ricercare in parte nel metodo didattico utilizzato dagli insegnanti di storia delle scuole in questione. Vi scrivo perchè vorrei sapere dove posso trovare dei documenti che descrivano i metodi didattici utillizzati in questi due ordini scolastici e poi vorrei sapere se il ministero o altri organi competenti suggeriscono i metodi educativi da seguire a secondo delle scuole in questione.
RISPONDE PIERO MORPURGO
La domanda è seria e complessa. In primo luogo il risultato non è sempre corrispondente a ciò che ha rilevato la collega. E' pur vero che negli istituti tecnici e commerciali il livello di disaffezione agli studi storici è maggiore e la ragione dovrebbe
essere ricercata in ciò che avviene nelle scuole medie inferiori (per questo utilizzare il 15% previsto dall'autonomia per effettuare scambi tra scuole medie superiori e inferiori sarebbe utile, ma nessuno lo vuol fare chissà
perchè poi). Esiste un'analisi bella e forse un po' alterata nel libro in distribuzione gratuita dalla Direzione Generale per l'Istruzione Professionale dal titolo "...NON E' PIU' LA STESSA STORIA..." lì si trovano metodi, dati e proposte per analizzare le conoscenze storiche e le metodologie didattiche. E' un libro bellissimo anche se in qualche caso ho il sospetto onesto e non malevolo che si siano evidenziati più i successi che gli insuccessi.
Oltre il libro curato dal preside Guanci "Non è più la stessa storia" è
indispensabile che gli allievi abbiano un atlante storico e che l'insegnante
operi per schemi su cartine mute assieme agli studenti.
In ogni caso dal sito internet della Direzione Generale Istruzione Professionale del MPI
http://www.istruzione.it/professionale/cdd/areacomune.html
apprendiamo che potreste inviarci gratuitamente le seguenti pubblicazioni
distribuire daDIREZIONE SCOLASTICA dell' IPSCT OLIVETTI - Via Bixio 25 - 48100 RAVENNA:
1) CONSEGUENZE SOCIALI DELLO SVILUPPO INDUSTRIALE NELL'EUROPA DELLA SECONDA
META' DEL SEC.XIX.
2) MODULI DI STORIA: Decolonizzazione, neocolonialismo, sottosviluppo. Poteri, istituzioni e movimenti politici 1815-1945. La schivitù nel mondo
Greco. La schivitù nel mondo Romano. La democrazia di Atene del V sec. a.C.
L'organizzazione dell'Impero Romano.
3) IL SISTEMA ECONOMICO INTERNAZIONALE FRA LA GRANDE DEPRESSIONE E LA I^ GUERRA M. QUADERNO 1
4) LA CRISI DELLO STATO LIBERALE ED AVVENTO DEL FASCISMO IN ITALIA. QUADERNO
4
5) LO SVILUPPO INDUSTRIALE ITALIANO TRA IL 1860 ED IL 1914. QUADERNO 3
6) LO SVILUPPO INDUSTRIALE NEL MONDO DELL'800
PROGRAMMAZIONE
Volevo sapere se si poteva avere un unità di programmazione per il ciclo primario.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
Nella rubrica DIDATTICA@EDSCUOLA.COM diamo indicazioni di massima
DIFFICOLTA' DI APPRENDIMENTO
Sono un'insegnante elementare laureata in Pedagogia. Desidererei avere notizie, informazioni, indicazioni bibliografiche su alunni con difficoltà di apprendimento: scuole elementari, medie e superiori.
RISPONDE UMBERTO TENUTA
Può leggere il volume di CAIRO MARIA TERESA, DIFFICOLTA' DI APPRENDIMENTO, LA SCUOLA BRESCIA
Ma perchè non fare delle ricerche su INTERNET sotto la voce Difficoltà di apprendimento?
Può utilizzare il motore di ricerca GOOGLE (RICERCA AVANZATA, FRASE)