Ministero della Pubblica Istruzione
Direzioni Generali
dell'Istruzione Classica, Scientifica
e Magistrale,
dell'Istruzione Professionale e dell'Istruzione
Tecnica,
Ispettorato per l'Istruzione Artistica
IPOTESI DI SPERIMENTAZIONE
DA ATTUARE NEI PRIMI DUE
ANNI DI SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE
ROMA - LUGLIO 1997
INTRODUZIONE
Premessa
- Il presente documento è stato elaborato da un gruppo
di lavoro costituito dalle Direzioni Generali dell'Istruzione
Classica, Scientifica e Magistrale, dell'Istruzione Professionale
e dell'Istruzione Tecnica, e dell'Ispettorato per l'Istruzione
Artistica. Esso recepisce, nell'ambito di una ipotesi unitaria,
una serie di indicazioni provenienti dagli Istituti dei diversi
ordini, si inserisce nella prospettiva dell'elevazione dell'obbligo
scolastico, ed assegna ai primi due anni della scuola secondaria
superiore una connotazione fortemente orientativa, tale da farne
un importante strumento di prevenzione della dispersione e di
valorizzazione delle risorse dei giovani: caratteri che hanno
ispirato sia l'Accordo del 24 settembre 1996 ("Accordo per
il lavoro") e sono presenti sia nel documento sul riordino
dei cicli scolastici presentato dall'on.le Ministro nella scorso
mese di gennaio 1997 sia nel disegno di legge recentemente approvato
dal Consiglio dei Ministri. La proposta di sperimentazione qui
presentata è coerente con i principi fondamentali della
legge n. 59/1997, in particolare con quanto disposto all'art.
21 in materia di autonomia, e si caratterizza per una maggiore
flessibilità organizzativa e didattica, nel rispetto di
standard curricolari definiti a livello nazionale, e per un ampliamento
dell'offerta educativa scolastica mediante significative interazioni
e integrazioni con il contesto territoriale ed i fabbisogni formativi
locali. Il quadro di riferimento generale recepisce infine alcune
indicazioni formulate dalla "Commissione dei saggi",
soprattutto nel senso di una più forte motivazione all'apprendimento
e di un alleggerimento del carico curricolare, tiene conto dei
risultati acquisiti attraverso le sperimentazioni fin qui attuate
e - soprattutto - fa proprie esigenze largamente avvertite tra
gli istituti.
- Sulla base dei citati riferimenti, l'ipotesi sperimentale
qui presentata tende a sviluppare e a tradurre operativamente,
in un nuovo assetto organizzativo e curricolare del biennio, una
concezione che vede nella scuola non solo la sede privilegiata
per l'acquisizione di adeguati livelli di conoscenze e di competenze
individuali, ma anche, in senso più generale, il fattore
primario della crescita culturale, civile, sociale ed economica
e il mezzo fondamentale per la prevenzione e la riduzione del
disagio e delle diseguaglianze.
- Per conseguire questi obiettivi occorre individuare e sperimentare,
nella scuola secondaria superiore, modelli organizzativi e curricolari
flessibili, aperti, polivalenti, tutti riconducibili - come indica
l'art. 21 della citata legge n. 59/1997 - ad un sistema unitario,
entro il quale siano consentite interazioni, opzioni, passaggi
dall'uno all'altro canale formativo, possibilità di uscite
e di rientri: nessun percorso di studi secondari può oggi
ignorare i caratteri fondamentali del mondo contemporaneo, la
rilevanza del momento operativo, l'interazione tra cultura e professionalità,
le nuove competenze richieste dall'incessante innovazione tecnologica,
la disponibilità al cambiamento.
Obiettivi e condizioni della sperimentazione
- L'ipotesi di sperimentazione qui delineata si fonda, come
indicato al punto 1, su una serie di elementi di riferimento tratti
sia da esperienze innovative già sperimentate sia da fonti
normative e da documenti programmatici largamente diffusi e ampiamente
discussi nelle scuole. In sede di coordinamento interdirezionale
tali elementi sono stati organizzati sotto forma di linee-guida,
coordinate, o "paletti progettuali", entro i quali le
scuole secondarie superiori devono collocarsi per poter costruire
i nuovi percorsi formativi da sottoporre a sperimentazione. Se
ne offre qui un quadro sintetico.
OBIETTIVI | "PALETTI PROGETTUALI"
|
1. Maggiore equivalenza nella formazione generale in tutti i curricoli del biennio;
| a) Presenza, nel biennio, di un'area di sostanziale equivalenza, fra le varie tipologie scolastiche che investa circa i due terzi dell'orario;
|
2. Sufficiente definizione dell'identità di ciascun tipo di biennio;
| b) Riduzione del tetto orario medio settimanale;
|
3. Introduzione di elementi di flessibilità e di personalizzazione dei modelli e dei percorsi curricolari sulla base delle possibilità offerte dall'art. 21 della legge n.59/1997;
| c) Computo degli spazi orari disciplinari su base annuale; presenza di una quota di variabilità reciproca fra le discipline;
|
4. Definizione di un'area di interventi integrativi in tutti gli ordini e indirizzi;
| d) Presenza all'interno di questo tetto orario di uno spazio per la committenza locale e per l'approfondimento;
|
5. Possibilità di transitare da un tipo di biennio ad un altro.
| e) Accettazione di una logica degli standard disciplinari;
|
| f) Identificazione degli standard generali per le discipline inserite nei quadri orario;
|
| g) Mantenimento, nei limiti del possibile, delle denominazioni più diffuse per i vari ambiti disciplinari;
|
| h) Apertura verso possibili accorpamenti disciplinari, nella prospettiva della modularità;
|
| i) Definizione in particolare nell'ambito dell'istruzione tecnica e professionale, di aree formative a larga polivalenza per settori omogenei;
|
| l) Apertura verso il sistema dei debiti e dei crediti formativi;
|
| m) Introduzione di uno spazio disciplinare per le problematiche relative alla comunicazione multimediale.
|
Tra gli obiettivi più innovativi del progetto si segnala
il superamento degli attuali elementi di rigidità e di
separazione tra gli ordini scolastici, volto a facilitare il passaggio
tra diverse tipologie di scuola o da un indirizzo ad un altro.
Anche il più stretto raccordo tra il sistema dell'istruzione
e quello della formazione professionale regionale e il mondo della
produzione e del lavoro rappresenta un significativo elemento
di novità per l'ordinamento scolastico italiano.
L'organizzazione dei curricoli sperimentali
5. Nel quadro dell'istruzione secondaria superiore, l'ipotesi
qui presentata ben si presta a sperimentare progetti che richiedano
flessibilità curricolare e organizzativa e che siano finalizzati
a rivedere:
- i modelli e i paradigmi che presiedono all'organizzazione
degli insegnamenti;
- gli attuali rigidi assetti curricolari, introducendo
una quota di variabilità nella consistenza oraria
degli insegnamenti, gestita dalle singole scuole;
- le modalità di prestazione del servizio
da parte dei docenti;
- i principi che regolano la costituzione dei gruppi
scolastici (es. eventuali gruppi 'mobili' dentro e tra le classi
e/o tra indirizzi diversi);
- l'organizzazione delle risorse umane e logistiche,
per poter realmente riqualificare ambienti, mansioni, funzioni
e azioni didattiche e formative ;
- una nuova e diversa organizzazione del tempo
scuola, che compensi il contenimento quantitativo dell'orario
settimanale con la migliore qualità dell'azione formativa.
6. La individuazione dei modelli curricolari-standard dei diversi
indirizzi è stata realizzata dalle Direzioni Generali e
dall'Ispettorato, all'interno del sistema dei "paletti progettuali"
indicati al punto 4, in modo congiunto per quanto riguarda le
discipline dell'area di equivalenza, separatamente per le discipline
di indirizzo.
- Alla presente introduzione seguono:
- il quadro sinottico della struttura curricolare standard dei
diversi bienni sperimentali, in cui si evidenzia in particolare
l'area di equivalenza;
- quattro documenti, che illustrano più compiutamente
i diversi curricoli, con particolare riguardo per l'area di indirizzo
e per quella dell'integrazione, e definiscono in modo più
dettagliato le condizioni entro le quali gli Istituti potranno
compiere le loro autonome scelte di organizzazione dei curricoli.
BIENNI SPERIMENTALI SECONDARIA SUPERIORE
DISCIPLINE
| Istruzione
Clas.Scie.Mag.
| Istruzione
Tecnica
| Istruzione
Professionale
| Istruzione
Artistica
|
| Carico
orario
bien. (a)
| Carico
orario
perc.
| Carico
orario
bien. (a)
| Carico
orario
perc.
| Carico
orario
bien. (a)
| Carico
orario
perc.
| Carico
orario
bien. (a)
| Carico
orario
perc.
|
AREA DI EQUIVALENZA |
| | | |
| | | |
Lingua italiana | 264
| 13,33% | 198
| 9,09% | 264
| 11,76% | 198
| 8,82% |
Elementi di letterature e di storia delle arti
| - | -
| 99 | 4,54%
| - | -
| 198 | 8,82%
|
Storia | 198 (b)
| 10,00% | 132
| 6,06% | 132
| 5,88% | 132
| 5,88% |
Lingua straniera | 198
| 10,00% | 165
| 7,57% | 198
| 8,82% | 198
| 8,82% |
Diritto ed economia | 132 (b)
| 6,66% | 132
| 6,06% | 132
| 5,88% | 66
| 2,94% |
Matematica | 198
| 10,00% | 264
| 12,12% | 198
| 8,82% | 198
| 8,82% |
Scienza della terra e biologia | 132
| 6,66% | 132
| 6,06% | 132
| 5,88% | 132
| 5,88% |
Tecnologie della informazione e della comunicazione
| - | -
| 132 | 6,96%
| 132 (66)
(e)
| 5,88% | 66(66)
(e)
| 2,94% |
Linguaggi non verbali e multimediali
| 132 (c) | 6,66%
| - | -
| - | -
| - | -
|
Religione o attività alternative
| 66 | 3,33%
| 66 | 3,03%
| 66 | 2,94%
| 66 | 2,94%
|
Educazione fisica | 132
| 6,66% | 132
| 6,06% | 132
| 5,88% | 132
| 5,88% |
TOTALI | 1320
(b) (c)
| 66,66% | 1452
| 66,66% | 1386 (66)
| 61,76% | 1386 (66)
| 61,76% |
AREA DELL'INTEGRAZIONE |
132 | 6,66%
| 132 | 6,06%
| 264 | 11,76%
| 264 | 11,76%
|
AREE DI INDIRIZZO | 528
| 26,66% | 594 (d) (396) (132)
(132) (132)
| 27,27% | 594 (e)
| 26,47% | 594
| 26,47% |
TOTALI COMPLESSIVI | 1980
| 100% | 2178
| 100% | 2244
| 100% | 2244
| 100% |
L'orario medio settimanale delle lezioni è di 30 ore
per l'istruzione classica-scientifica-magistrale, 33 ore
per l'istruzione tecnica, 34 ore per l'istruzione professionale
e 34 ore per l'istruzione artistica.
Il quadro orario presenta quote di variabilità a
progettazione d'istituto.
N.B. Le ore tra parentesi prevedono la compresenza dell'insegnante
teorico con l'insegnante tecnico-pratico.
Note:
- Ai fini del calcolo del carico orario biennale sono state
considerate 33 settimane annuali di lezione.
- Per quanto attiene alle 99 ore annuali di "Storia"
e alle 66 ore annuali di "Diritto ed Economia" va chiarito
che di esse 66 sono gestite autonomamente dal docente di "Storia",
33 sono gestite autonomamente dal docente di "Diritto ed
Economia" e 33 sono gestite in compresenza dai docenti di
"Storia" e di "Diritto ed Economia". Pertanto
ai fini del calcolo dell'orario medio settimanale al quale gli
alunni sono tenuti vanno computate, per queste due discipline,
132 ore annuali.
- Per quanto attiene alle ore di "Linguaggi non verbali
e multimediali", va chiarito che delle 66 ore previste nell'orario
annuale, 33 sono gestite autonomamente dal docente, 33 ore annuali
vengono gestite in compresenza con tutte le altre discipline,
secondo la programmazione d'istituto. Pertanto, ai fini del computo
dell'orario medio settimanale al quale gli alunni sono tenuti,
vanno computate 33 ore.
- Le ore di compresenza indicate si riferiscono rispettivamente
al settore per le Produzioni Biologiche e le Risorse Naturali
(132), al settore per le Produzioni Industriali e i Servizi Tecnici
(396), al settore per le Attività Gestionali (132), al
settore per la Salute Individuale e Collettiva (132).
- Per le ore di compresenza negli insegnamenti dell'indirizzo
si fa riferimento ai quadri dell'Istruzione Professionale allegati
alla parte seconda.
- Le 66 ore di compresenza, riferite alla disciplina "Tecnologie
della Informazione e della Comunicazione", sono da organizzare,
in fase di programmazione collegiale, tenendo conto delle esigenze
di tutte le discipline.
Documenti