GENNAIO 2008
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Parlamento
Dichiarazione del Presidente Napolitano
(Palazzo del Quirinale, 30 gennaio 2008) "La crisi della maggioranza di
governo è intervenuta dopo che in Parlamento si erano aperti spiragli di
dialogo tra le forze politiche per una modifica della legge elettorale
vigente e di alcune, importanti norme della Costituzione. La preoccupazione
che senza tali modifiche non si possa realizzare la necessaria stabilità
politica ed efficienza istituzionale, si è negli ultimi tempi - e ancora in
questi giorni - chiaramente espressa, nel modo più imparziale, in seno
all'opinione pubblica e a significative rappresentanze del mondo economico e
della società civile. Una modifica della legge elettorale è stata,
d'altronde, sollecitata attraverso una richiesta di referendum dichiarata
ammissibile dalla Corte Costituzionale.
Ho perciò prospettato, a tutti i partiti e i gruppi politici da me
consultati, l'esigenza di una soluzione della crisi di governo che in tempi
brevi dia almeno avvio agli indispensabili processi di riforma e a credibili
impegni di più costruttivo e fruttuoso dialogo tra gli opposti schieramenti:
dialogo da me costantemente auspicato e obbiettivamente necessario qualunque
sia il risultato di nuove elezioni.
Questa soluzione è stata considerata impraticabile da quelle forze politiche
che hanno indicato nello scioglimento delle Camere e nella convocazione
delle elezioni sulla base della legge vigente il solo sbocco della attuale
crisi politica.
Nel ribadire attenzione e rispetto per tutte le posizioni illustratemi,
ricordo tuttavia che sciogliere anticipatamente le Camere ha sempre
rappresentato la decisione più impegnativa e grave affidata dalla
Costituzione al Presidente della Repubblica. E questa volta la decisione
dovrebbe essere assunta a meno di due anni dalle ultime elezioni. Considero
perciò mio dovere riservarmi un'adeguata ponderazione e valutazione
conclusiva ; il che non può essere da nessuna parte inteso come scelta
rituale o dilatoria.
Ho pertanto chiesto al Presidente del Senato - facendo appello al suo senso
di responsabilità istituzionale - di verificare le possibilità di consenso
su un preciso progetto di riforma della legge elettorale e di sostegno a un
governo funzionale all'approvazione di quel progetto e all'assunzione delle
decisioni più urgenti in alcuni campi."
Il Presidente Napolitano ha ricevuto il Presidente
Prodi che ha rassegnato le dimissioni del Governo
(Palazzo del Quirinale, 24 gennaio
2008) Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto, al
Palazzo del Quirinale, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Onorevole
Professor Romano Prodi, il quale, dopo aver riferito sull'esito negativo del
voto sulla fiducia espresso dal Senato della Repubblica, ha rassegnato le
dimissioni del Governo da lui presieduto.
Il Capo dello Stato ha invitato il Governo dimissionario a rimanere in
carica per il disbrigo degli affari correnti.
Le consultazioni avranno inizio nel pomeriggio di venerdì 25, con i
Presidenti delle due Camere.
IL CALENDARIO DELLE CONSULTAZIONI
L'Ufficio Stampa del Quirinale
comunica il calendario delle consultazioni del Presidente della Repubblica a
seguito delle dimissioni del Governo Prodi.
- Giornata di venerdì 25 gennaio 2008
Ore 17,00 Presidente del Senato della Repubblica: Sen. Dott. Franco Marini
Ore 17,45 Presidente della Camera dei Deputati: On. Fausto Bertinotti
Ore 18,30 Rappresentanza del Gruppo Misto del Senato della Repubblica
Ore 19,00 Rappresentanza del Gruppo Misto della Camera dei Deputati.
- Giornata di sabato 26 gennaio 2008
Ore 9,00 Rappresentanza parlamentare Autonomie Liberté Démocratie
Ore 9,20 Rappresentanza parlamentare Sud Tiroler Volkspartei
Ore 9,40 Rappresentanza parlamentare DCA - Democrazia Cristiana per le
autonomie - Nuovo PSI (Gruppo alla Camera)
Ore 10,00 Rappresentanza parlamentare per le Autonomie (Gruppo al Senato)
Ore 10,20 Rappresentanza parlamentare DC per le autonomie - Partito
Repubblicano Italiano - Movimento per l'Autonomia (Gruppo al Senato)
Ore 10,40 Rappresentanza parlamentare Popolari-Udeur (Gruppo alla Camera)
Ore 11,00 Rappresentanza parlamentare Socialisti e Radicali-RNP (Gruppo alla
Camera)
Ore 11,20 Rappresentanza parlamentare Italia dei Valori (Gruppo alla Camera)
Ore 11,40 Rappresentanza parlamentare Verdi (Gruppo alla Camera)
Ore 12,00 Rappresentanza parlamentare Comunisti Italiani
Ore 12,30 Rappresentanza parlamentare Sinistra Democratica. Per il
Socialismo europeo.
- Giornata di lunedì 28 gennaio 2008
Ore 9,00 Rappresentanza parlamentare Lega Nord Padania
Ore 10,00 Rappresentanza parlamentare Unione democratici cristiani e di
Centro (UDC)
Ore 11,00 Rappresentanza parlamentare Rifondazione Comunista-Sinistra
Europea
Ore 12,00 Rappresentanza parlamentare Alleanza Nazionale
- Giornata di martedì 29 gennaio 2008
Ore 10,30 Rappresentanza parlamentare Forza Italia
Ore 11,30 Rappresentanza parlamentare Partito Democratico-l'Ulivo
Ore 17,30 Presidente Emerito della Repubblica Senatore Prof. Francesco
Cossiga
Ore 18,00 Presidente Emerito della Repubblica Senatore Dott. Oscar Luigi
Scàlfaro
Ore 18,30 Presidente Emerito della Repubblica Senatore Dott. Carlo Azeglio
Ciampi.
Camera
|
Aula |
22,
23 |
Il 23 gennaio, con 326 voti favorevoli e 275 contrari, la
Camera dei Deputati conferma la fiducia al governo
Intervento del Presidente del Consiglio Romano Prodi alla
Camera dei Deputati
Signor Presidente, Onorevoli colleghi,
intervengo in quest’Aula a seguito della crisi venutasi a creare nella
maggioranza dopo la decisione dell’Udeur di non farne più parte.
Sicuramente sulla scelta del partito del senatore Clemente Mastella ha
influito la vicenda giudiziaria che lo ha investito sul piano personale
e politico, episodio per il quale gli ho espresso personalmente e a nome
del governo piena solidarietà assumendo l’interim del Ministero della
Giustizia. Solidarietà che gli ho in più occasioni rinnovato, così come
è stato fatto da tutti i partiti della coalizione. Clemente Mastella non
è stato lasciato solo, né come esponente politico, né come Ministro
della Repubblica, né tanto meno come uomo.
Oggi era previsto che io dovessi esporre qui la relazione annuale sullo
stato della giustizia. Impegno al quale, sia pure brevemente, intendo
fare onore.
Il nostro è uno Stato nel quale proprio al potere giudiziario è affidato
il compito di affermare e tutelare sempre la sovranità della legge. Una
sovranità che si impone ovviamente anche ai giudici e che chiede ad essi
di essere i primi a sottoporsi con lealtà e, permettetemi di dire,
purezza di cuore e serenità di intenti, al rispetto pieno delle nostre
regole giuridiche.
Riguardo alla relazione a cui oggi mi riferisco, è dovuto al senatore
Mastella un sincero apprezzamento. Per il lavoro fatto come Ministro
che, dopo aver operato con passione non solo per portare a compimento la
più ampia riforma dell’ordinamento giudiziario che il nostro Paese abbia
avuto, ma anche per avviare molte e importanti interventi di cui vi è
ampia traccia nella relazione che è stata depositata al Parlamento a
nome dell’intero Governo.
Una relazione ricca non solo di dati e di bilanci ma anche di problemi e
di interrogativi; di riflessioni critiche e di chiari inviti al
Parlamento affinché le tante iniziative già avviate possano trovare
presto piena approvazione.
Una relazione che riflette con rigore le luci e le ombre della giustizia
italiana nella difficile fase storica che stiamo vivendo; che dà forte
sostegno ai giudici, ai quali come potere e come ordine va
l’apprezzamento e la riconoscenza del Paese. Una relazione che chiede
alla classe politica e al Parlamento un eccezionale impegno.
Una relazione, voglio ancora sottolinearlo, che è stata approvata da
tutto il Consiglio dei Ministri e che dunque costituisce, in ogni sua
parte, la posizione dell’intero Governo.
Gli ultimi quindici anni sono stati contrassegnati da una situazione, a
volte palese e a volte nascosta, di tensioni tra politica e
magistratura; tensioni rese più drammatiche dalla crisi di fiducia che
ha purtroppo interessato entrambi i settori.
La politica – occorre ricordarlo – ha per definizione la finalità di
realizzare aggregazioni del consenso dirette a risolvere i problemi del
Paese, e deve poter operare nel libero esercizio delle proprie funzioni,
senza con questo ambire ad una sorta di irresponsabilità. Netta e
precisa è la sua primazia nei confronti di ogni altra istituzione
allorché concorre, nelle sedi parlamentari e in rappresentanza del
popolo sovrano, alla formazione delle leggi.
La magistratura ha il compito di assicurare la legalità in rapporto a
singole fattispecie e situazioni demandate al suo giudizio.
Nell’esercizio delle funzioni ogni magistrato è soggetto soltanto alla
legge, “sempre e costantemente alla maestà della legge”, nel senso che
deve mantenersi nell’ambito della legittimazione assegnatagli dalla
Costituzione e dalle norme processuali. Senza che in questo ambito vi
siano differenziazioni, in coerenza con l’art. 3 della Carta
costituzionale. Né la magistratura deve o può cercare il consenso sulle
proprie decisioni, in quanto esse sono conseguenti all’applicazione
della legge e, dunque, “vincolate”.
D’altra parte il controllo di legalità è il contrappeso dell’ampia
libertà di cui, in uno stato democratico, gode l’autorità politica per
la realizzazione dei suoi fini. Esso deve essere soltanto un rimedio
nell’equilibrio delle istituzioni. Le categorie dalla politica hanno
come contrappeso non tanto il principio esterno della responsabilità
penale, che vale certo anche per i rappresentanti politici, bensì,
soprattutto, quello interno di una responsabilità che è e resta di tipo
politico.
Una responsabilità che spetta direttamente ai cittadini far valere non
soltanto nell’occasione elettorale ma attraverso una costante relazione
tra politica e collettività che assicuri una reale e continua capacità
di partecipazione e di controllo.
Per altro verso, autonomia e indipendenza della magistratura, intesa
come organizzazione indipendente da ogni altro potere dello Stato,
devono trovare il proprio contrappeso nella professionalità, nella
responsabilità e nell’adesione alla legge cui ogni magistrato è
sottoposto. Perché – è bene ribadirlo – autonomia e indipendenza
dell’ordine giudiziario hanno come presupposto necessario e
imprescindibile la professionalità, l’imparzialità, la neutralità
politica, la responsabilità, e il rigido rispetto della legge.
Tuttavia non è solo di giustizia che si può parlare oggi in quest’Aula,
ma anche di quanto accaduto nelle ultime ore sul piano politico e
istituzionale, dopo le dichiarazioni rilasciate ieri dal Senatore
Mastella.
Per il rispetto che nutro nei confronti del Parlamento e per abbreviare
i tempi di una crisi che rischia di generare tensioni di cui il Paese
non ha bisogno, ho quindi deciso di presentarmi immediatamente per
riferire sulla situazione. Perché è dal Parlamento che un Governo trae
la sua legittimità ed è nel Parlamento che deve verificare l’esistenza
della fiducia.
Onorevoli colleghi,
sono convinto che nei momenti di decisione sia bene e salutare assumere
comportamenti che implichino l’assunzione di responsabilità limpide da
parte delle istituzioni preposte al governo del paese, a partire dal
Parlamento. In un paese legato allo stato di diritto non sono le agenzie
di stampa e neppure i dibattiti televisivi che determinano le sorti di
un governo. Siete voi, colleghi deputati che dovrete decidere e assumere
limpidamente e pubblicamente le responsabilità per cui siete stati
eletti. E’ nel Parlamento e solo nel Parlamento che si può decidere la
sorte del Governo.
Ho assunto l’interim del Ministero della Giustizia e, come ho già
ripetuto, il governo condivide la relazione dell’ex Ministro Mastella.
Se poi entrano in discussione in modo opaco preoccupazioni di riforma
elettorale o di altro genere è bene che tutto venga alla luce in questa
sede, nelle aule parlamentari. Esse sono la sede fondamentale della
democrazia.
Questo è un Governo che, nato su un patto di legislatura sottoscritto da
tutti i partiti dell’Unione il 20 giugno del 2005, si era ripromesso,
cito testualmente, “un’alleanza destinata a durare per l’intero arco
della legislatura”. Questo è un Governo che, nato sulla base di un
Programma elettorale firmato e condiviso da tutti i partiti dell’Unione
l’11 febbraio del 2006, ha avuto il mandato di guidare il Paese per
cinque anni dopo una vittoria elettorale tanto difficile quanto attesa
dalla maggioranza degli italiani.
Questo è un Governo che ha saputo rimettere in piedi il Paese e gli ha
permesso di riprendere il cammino, facendolo uscire dalle emergenze. Da
due anni la nostra crescita si attesta sui livelli massimi dell’ultimo
decennio. Abbiamo ripristinato l’avanzo primario, il debito cala
costantemente. E abbiamo cominciato, in modo onesto e responsabile, a
redistribuire risorse alle famiglie, ai lavoratori e ai pensionati.
Questo è un Governo che ha riconquistato fiducia in Europa, (come
proprio ieri sera ha certificato il commissario Almunia). Ha
riconquistato credibilità nei mercati e nelle istituzioni
internazionali.
Un governo che, con la sua politica estera e di sicurezza, ha saputo
riconquistare all’Italia il posto che le spetta sullo scenario
internazionale. Che ha saputo chiudere senza sbavature l’avventura in
Iraq; che ha guidato il processo che ha portato alla missione di pace in
Libano; che è presente con determinazione, professionalità e umanità
ovunque la pace è in pericolo.
Un governo che ha saputo combattere la criminalità organizzata,
diffondere la cultura del rispetto e lottare nel mondo con successo per
far trionfare la pace e condannare la pena di morte.
Questo è un Governo che ha cominciato a far pagare le tasse a chi non lo
faceva, ha combattuto la precarietà, abbattuto la disoccupazione,
abolito le ingiustizie sociali e investito sui giovani, sul loro essere
il futuro dell’Italia. Un lavoro che sta producendo ogni giorno frutti e
che sono certo continuerà a darne.
Questo è un Governo che ha saputo liberalizzare servizi e combattere
corporazioni, che ha ridato certezze sul senso di equità e di giustizia,
che ha messo la casa al centro delle sue politiche, tagliando l’Ici,
facendo costruire nuove abitazioni per i giovani, agevolando gli affitti
per le coppie e gli universitari.
Questo è un Governo che ha creduto e crede nell’ambiente e nella sua
tutela. Non operando con politiche cieche e immobilistiche, ma con la
consapevolezza che solo investendo sull’ambiente si investe sul futuro.
E anche quando ci siamo trovati di fronte ad emergenze come quella dei
rifiuti non abbiamo gridato allo scandalo, non abbiamo cercato di
addossare ad altri responsabilità storiche: ci siamo rimboccati le
maniche e abbiamo cominciato ad affrontare concretamente il problema.
Ecco, questa è la sintesi dell’attività di Governo che oggi presento con
orgoglio a questo Parlamento. Un Governo che ha combattuto i privilegi e
tagliato i costi della politica non sull’onda di polemiche demagogiche,
ma perché fermamente convinto che solo dando l’esempio si ottengono
risultati per tutti.
Con questi risultati e con questi principi ci apprestiamo ad affrontare
questo delicato momento. Le priorità che hanno accompagnato e guidano il
nostro cammino si chiamano riforme, efficienza, equità. Per ottenere
questi risultati ci vogliono coerenza e coraggio. Ci vuole continuità di
azione. Soprattutto in un momento in cui l’economia mondiale è di fronte
a un’evoluzione negativa della quale non riusciamo ancora a comprendere
le conseguenze ultime.
Dopo i sacrifici della prima Finanziaria, obbligata dalla gestione
dissennata di chi ci ha preceduto, abbiamo risanato i conti pubblici e
tagliato la spesa.
Ora, con la legge Finanziaria 2008 e dopo il grande accordo sul welfare
votato da cinque milioni di lavoratori e di pensionati, siamo pronti a
diminuire le tasse e aumentare i redditi dei lavoratori garantendo anche
un aumento della produttività, come testimonia il recentissimo accordo
per il contratto di lavoro dei metalmeccanici.
Ci aspettano progetti importanti che responsabilmente abbiamo avviato
senza pensare che decisioni solitarie ed episodiche potessero metterli
in forse. Abbiamo preso con gli elettori e con il Paese impegni che
intendiamo rispettare, secondo quanto stabilito dalle regole
parlamentari e costituzionali.
Proprio domani, in quest’Aula, il Presidente della Repubblica celebrerà
il sessantesimo anniversario della Carta fondante la nostra democrazia.
Mai come oggi siamo chiamati a dimostrare coi nostri comportamenti, con
le nostre decisioni e con atti formali che ci impegnamo tutti di fronte
al Paese, la fedeltà e il rispetto per la nostra Carta fondamentale.
Alla Costituzione mi richiamo dunque per chiedere a voi, onorevoli
deputati, e, in seguito ai vostri colleghi senatori, di esprimere con un
voto di fiducia il vostro giudizio sulle dichiarazioni che avete
ascoltato.
|
Aula |
21 |
Conversione in Legge del
Decreto-Legge 248/07,
Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni
urgenti in materia finanziaria |
Commissioni |
7a |
24 |
Indagine conoscitiva sulle problematiche connesse alla
riforma del secondo ciclo del sistema educativo nazionale di istruzione
e di quello di istruzione e formazione professionale: esame del
documento conclusivo |
7a |
23 |
Norme generali sul sistema educativo di
istruzione statale nella scuola di base e nella scuola superiore (esame
C.
1278 Garagnani, C.
1299 Diliberto, C.
1600 di iniziativa popolare e C.
3029 Volontè – rel. De Simone) |
7a |
15,
16 |
Conversione in Legge del
Decreto-Legge 248/07,
Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni
urgenti in materia finanziaria |
Senato
|
Aula |
24 |
Con 161 voti contrari, 156 favorevoli e 1 astenuto, il
Senato boccia la risoluzione presentata dai Capigruppo della maggioranza
che approvava le comunicazioni del Governo e sulla quale il Presidente
del Consiglio aveva posto la questione di fiducia. |
Commissioni |
7a |
15, 16,
22, 23, 24 |
Esame congiunto dei disegni di legge:
- DdL AS 1848 - Disposizioni
urgenti in materia di pubblica istruzione (già approvato dalla Camera il
10 ottobre 2007)
- DdL 701 - Disposizioni concernenti l’obbligatorietà e gratuità
dell’istruzione fino a diciotto anni di età e altre norme per il
potenziamento del sistema scolastico
- DdL 1266 - Disposizioni in materia di contributi finanziari alle
istituzioni scolastiche
- DdL 1687 - Norme organiche sulla scuola |
7a |
|
|
7a |
|
|
Governo
25 |
Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 9,05 a
Palazzo Chigi
Il Presidente del Consiglio ha illustrato la propria
direttiva, da emanare a seguito delle dimissioni presentate
dall’Esecutivo, relativa all’attività del Governo durante la fase di
crisi e finalizzata ad evitare ogni interruzione dell’attività
amministrativa ed a garantire il completamento delle principali
iniziative intraprese. (...)
Il Consiglio ha poi deliberato le seguenti nomine, tutte connesse ad
esigenze funzionali, a designazione dei soci, ad avanzamenti tabellari:
(...)
Su proposta del Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni:
- nomina a Presidente del Servizio nazionale di valutazione del sistema
educativo di istruzione e formazione (INVALSI) del professore Piero
CIPOLLONE.(...)
La seduta ha avuto termine alle ore 09,50.
|
22 |
Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 15,00 a
Palazzo Chigi
Il Consiglio ha fornito il proprio assenso a porre la
questione di fiducia sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio al
Parlamento.
Il Consiglio ha avuto termine alle ore 15,10.
|
11 |
Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 10,10 a
Palazzo Chigi
(...) Il Consiglio ha poi autorizzato il Ministro per
le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, Luigi
Nicolais, ad esprimere il parere favorevole del Governo sull’ipotesi
di accordo quadro per la definizione delle autonome aree di
contrattazione della dirigenza (quadriennio 2006-2009). (...)
La seduta ha avuto termine alle ore11,05.
|
|