OTTOBRE 2008
Scuola Governo Parlamento
gennaio 2008
febbraio 2008
marzo 2008
aprile 2008
maggio 2008
giugno 2008
luglio 2008
agosto 2008
settembre 2008
ottobre 2008
novembre 2008
dicembre 2008
Parlamento
Camera
|
Aula |
14 |
L'Aula approva la
mozione n. 1-00033
concernente iniziative in materia di accesso degli studenti stranieri
alla scuola dell’obbligo |
Aula |
3,
6, 7, 9 |
Il 9 ottobre l'Aula approva il disegno di legge di
conversione del
DL 137/08,
recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università che
passa ora all’esame dell’altro ramo del Senato.
Il 7 ottobre l'Aula, con 321 voti a favore e 255
contrari, ha votato la fiducia posta dal Governo sull’approvazione
dell’emendamento Dis. 1.1 interamente sostitutivo dell’articolo unico
del disegno di legge di conversione del
DL 137/08,
recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università.
|
Commissioni |
7a |
15,
22, 23, 28, 29, 30 |
Piano programmatico di
interventi volti alla razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse
umane e strumentali del sistema scolastico |
7a |
14,
15, 16 |
DdL AC.
1713 Governo, recante: “Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009)”, e AC.
1714 Governo, recante: “Bilancio di previsione dello Stato per
l’anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio
2009-2011” |
7a |
7,
8, 14 |
Schema di regolamento di organizzazione del Ministero
dell’istruzione, dell’università e della ricerca |
7a |
1,
16, 23, 30 |
DdL AC.
953, Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la
libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello
stato giuridico dei docenti |
Senato
|
Aula |
21,
22, 23, 28, 29 |
Con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astensioni
l'Aula approva definitivamente il DdL di conversione del
DL 137/08,
recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università
Riforme nella scuola:
il decreto-legge n. 137/2008 e il Piano programmatico
Il 23 ottobre l'Aula ha proseguito la discussione
del ddl n. 1108 di conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge n. 137 recante disposizioni urgenti in materia di
istruzione e università, già approvato dalla Camera dei deputati.
Dopo la reiezione della proposta di non passare all'esame degli
articoli, diversamente motivata dai sen. Morando, Rusconi,
Incostante, Procacci e Di Giovan Paolo(PD), il Sottosegretario di
Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Pizza ha accolto
una serie di ordini del giorno, alcuni dei quali come
raccomandazione, che impegnano il Governo: a valorizzare le ore
extra-curricolari di educazione fisica avviando le procedure per
aumentare quelle curriculari; a sostenere anche finanziariamente
progetti sportivi finalizzati all'integrazione sociale e al
contrasto dell'abbandono scolastico promossi dalle scuole di
particolari aree ritenute a rischio; a sostenere economicamente e
progettualmente le autonomie scolastiche nell'apertura pomeridiana
delle scuole ed in particolare dei loro impianti sportivi; a
proseguire con la sperimentazione dell'introduzione dell'educazione
motoria nelle scuole primarie con progetti nazionali e iniziative
locali con l'obiettivo di arrivare alla copertura di tutte le scuole
primarie del Paese; a prevedere la possibilità, a decorrere
dall'anno scolastico 2008-2009 in tutte le istituzioni scolastiche
di ogni ordine e grado, di percorsi didattici per la promozione di
una corretta cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro; a rafforzare le politiche scolastiche e a incrementare le
risorse per il diritto allo studio, con particolare riguardo agli
insegnanti di sostegno e alle figure professionali a supporto degli
stessi; a ridefinire il ruolo professionale dei docenti di sostegno
nel quadro del riassetto complessivo dei profili professionali dei
docenti, anche con l'introduzione di una specifica classe di
concorso; ad avvalersi, nell'applicazione del decreto-legge, della
consulenza di un comitato scientifico composto da riconosciuti
esperti in materia di integrazione scolastica degli alunni con
disabilità ed in materia di disturbi specifici di apprendimento,
investendo del tema l'INVALSI e l'Agenzia nazionale per lo sviluppo
dell'autonomia scolastica e relazionando il Parlamento almeno una
volta all'anno senza oneri aggiuntivi per lo Stato; ad adottare un
provvedimento organico che dia un senso e un orientamento certo e
chiaro ad una scuola in forte difficoltà, definisca il ruolo e la
modalità di impegno dei docenti e dei precari e indichi i nuovi
livelli di formazione e di paideia educativa in raccordo con i
governi regionali; a stabilire ogni migliore intesa con le Regioni e
gli Enti locali in materia di articolazione di istituti e plessi
scolastici sul territorio e ad adottare decisioni e direttive
ispirate al principio di conservare le presenze scolastiche primarie
e medie nei centri minori, montani o comunque periferici; ad
utilizzare prevalentemente nella scuola pubblica le risorse
derivanti dalle operazioni di riduzione del personale e di
razionalizzazione della rete scolastica previste nel decreto-legge,
verificandone e pubblicizzandone gli esiti; a garantire la
permanenza dei plessi scolastici nei piccoli comuni prevedendo una
realizzazione graduale della razionalizzazione e concordando con gli
enti locali i parametri organizzativi più efficaci e rispondenti ai
loro bisogni; a prevedere lo scorporo in più autonomie scolastiche
per le scuole che superano il parametro massimo di 900 alunni,
tenendo conto delle situazioni del territorio e attraverso apposito
confronto con enti locali, Regioni e uffici scolastici regionali
nonché mediante un'organizzazione didattica flessibile; a
incoraggiare forme di organizzazione locale per l'ottimizzazione dei
servizi, l'attivazione di nuove tecnologie a fini didattici e per
l'apprendimento a distanza e l'individuazione di modelli
organizzativi interni alle scuole alternativi a quelli attualmente
adottati.
|
Commissioni |
7a |
14,
15, 16, 21, 22 |
DdL conversione
DL 137/08,
recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università |
7a |
21,
22, 28, 29 |
DdL conversione in legge del
DL 154/08, recante
disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in
materia di regolazioni contabili con le autonomie locali |
7a |
7,
8, 9, 14, 15, 16, 21, 22, 28, 29 |
Piano programmatico di
interventi volti alla razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse
umane e strumentali del sistema scolastico |
7a |
1,
14, 15, 16 |
Nuove norme in materia di
difficoltà specifiche d'apprendimento |
7a |
1,
7, 8, 9, 21, 22, 28, 29 |
Schema di decreto del
Presidente della Repubblica recante il regolamento di riorganizzazione
del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca
Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento
di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca |
Governo
31 |
Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 9,35 a
Palazzo Chigi
La seduta ha avuto termine alle ore 11,05. |
17 |
Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 10,15 a
Palazzo Chigi
Il Consiglio dei Ministri ha esaminato le linee guida
per la consultazione delle parti sociali su un disegno di legge-delega
predisposto dal Ministro Sacconi che contiene i principi e criteri
direttivi per la regolamentazione e prevenzione dei conflitti collettivi
di lavoro e per garantire il buon funzionamento del sistema di relazioni
industriali. La consultazione si svolgerà con le organizzazioni dei
datori di lavoro e dei lavoratori, comparativamente più rappresentative
al fine di dare piena attuazione all'articolo 40 della Costituzione e
con l'obiettivo di realizzare, in tutti i settori produttivi e con
particolare riferimento ai servizi pubblici essenziali, un migliore e
più effettivo contemperamento tra esercizio del diritto di sciopero e
salvaguardia dei diritti della persona e della impresa
costituzionalmente tutelati. (...)
La seduta ha avuto termine alle ore 11,55.
|
13 |
Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 15,30 a
Palazzo Chigi
La seduta ha avuto termine alle ore 16,10. |
10 |
Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 11,40 a
Napoli, nel Palazzo della Prefettura
La seduta ha avuto termine alle ore 13,30. |
8 |
Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 20,45 a
Palazzo Chigi
La seduta ha avuto termine alle ore 21,10. |
3 |
Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 10,15 a
Palazzo Chigi
Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via
definitiva, acquisito il parere favorevole della Conferenza Unificata,
il disegno di legge di delega in materia di federalismo fiscale su
proposta dei Ministri Giulio Tremonti, Umberto Bossi, Roberto Calderoli,
Raffaele Fitto, Andrea Ronchi e Roberto Maroni (vedi allegato). Il
Consiglio ha altresì approvato uno specifico emendamento per Roma
Capitale, che sarà presentato alle Camere.
In correlazione tecnica e politica con il federalismo fiscale, è stato
approvato su proposta del Presidente del Consiglio, Berlusconi, e del
Ministro dell’economia e delle finanze, Giulio Tremonti:
- un decreto-legge finalizzato al riequilibrio economico e finanziario
di Regioni ed Enti locali; vengono adottate disposizioni in materia di
gestioni commissariali, utili in caso di mancato rispetto degli
adempimenti previsti dai piani di rientro dei deficit sanitari, e
potenziati gli strumenti operativi del commissario ad acta per
consentirgli l’accesso alle risorse finanziarie spettanti alla regione e
sospese a seguito di inadempienze; in materia di contabilità degli enti
locali il decreto-legge è coerente con l’accordo siglato ieri fra
Governo e Comuni e finalizzato a consentire la massima efficienza degli
enti locali chiamati a nuova responsabilità dal disegno di legge in
materia di federalismo fiscale approvato oggi. Il provvedimento,
inoltre, adotta disposizioni che consentono l’ordinaria gestione
contabile in considerazione della scadenza del termine per
l’approvazione dei bilanci di assestamento. (...)
Il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato
Brunetta, è stato autorizzato ad esprimere il parere favorevole del
Governo sulle seguenti ipotesi di contratti collettivi nazionali quadro
relativi al:
- personale della dirigenza sanitaria, professionale, tecnica ed
amministrativa del Servizio sanitario nazionale –Area III;
- personale della dirigenza medico-veterinaria del servizio sanitario
nazionale- Area IV;
- personale del comparto Università. (...)
Il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato
Brunetta, ha illustrato al Consiglio le linee portanti della Relazione
al Parlamento sullo stato della pubblica amministrazione per il 2007,
che dà conto dello stato generale sotto il profilo normativo,
istituzionale, organizzativo e contrattuale nonché delle prospettive di
azione.
La seduta ha avuto termine alle ore 11,35.
Il disegno di legge reca una delega per dare attuazione all’articolo 119
della Costituzione, con cui è stata in particolare stabilita l’autonomia
di entrata e di spesa di Comuni, Province, Città metropolitane e
Regioni, con l’attribuzione a tali enti di tributi propri e di
compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al loro
territorio, oltre ad un fondo perequativo statale, senza vincoli di
destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante.
Con l’attuazione dell’articolo 119 sarà superato il sistema di finanza
regionale e locale ancora improntato a meccanismi di trasferimento, in
cui le risorse finanziarie di Regioni ed enti locali non sono stabilite
e raccolte dagli enti che erogano i servizi ma derivano loro, in misura
significativa, dallo Stato. In questo modo tuttavia il sistema di
finanza derivata non favorisce la responsabilizzazione degli
amministratori, né il controllo dei cittadini. Inoltre, i trasferimenti
si sono spesso realizzati sulla base della spesa storica; è quindi
mancato qualsiasi meccanismo premiante o qualsiasi incentivo
all’efficienza.
Di conseguenza sono venuti a mancare alcuni elementi essenziali per un
armonico funzionamento del sistema secondo l’articolo 119:
- la responsabilizzazione dei centri di spesa;
- la trasparenza dei meccanismi finanziari;
- il controllo democratico dei cittadini nei confronti degli eletti e
dei propri amministratori pubblici.
I punti principali del disegno di legge sul federalismo fiscale sono i
seguenti.
Nessun aggravio per i cittadini. Il passaggio al nuovo sistema non può
produrre aggravi del carico fiscale nei confronti dei cittadini; alla
maggiore autonomia impositiva di Regioni ed enti locali corrisponderà
una riduzione dell’imposizione statale. La pressione fiscale complessiva
dovrà anzi ridursi e ad ogni trasferimento di funzioni dallo Stato alle
autonomie dovranno corrispondere trasferimenti di personale, in modo da
evitare duplicazioni di funzioni o costi aggiuntivi.
Autonomia impositiva. Finisce il sistema di finanza derivata, sulla base
della spesa storica, e si passerà gradualmente all’autonomia impositiva
ed al criterio dei costi standard;: in luogo del finanziamento della
spesa storica, che può consentire anche sprechi o inefficienze, si farà
riferimento ai costi corrispondenti ad una media buona amministrazione
(costi standard).
Viene prevista un’effettiva autonomia di entrata e di spesa di Regioni
ed enti locali. Ci saranno quindi tributi di cui le amministrazioni
regionali e locali potranno determinare autonomamente i contenuti, nella
cornice e nei limiti fissati dalle leggi. I tributi dovranno garantire
flessibilità, manovrabilità e territorialità; le amministrazioni più
efficienti, che sanno contenere i costi a parità di servizi, potranno
così ridurre i propri tributi.
- Le Regioni disporranno, per il finanziamento delle spese connesse ai
livelli essenziali delle prestazioni (in specie: sanità, istruzione,
assistenza e, in modo analogo, trasporto pubblico locale), di tributi
regionali da individuare in base al principio di correlazione tra il
tipo di tributo ed il servizio erogato; di una aliquota o addizionale
IRPEF; della compartecipazione regionale all’IVA; di quote specifiche
del fondo perequativo. In via transitoria, le spese saranno finanziate
anche con il gettito dell’IRAP fino alla data della sua sostituzione con
altri tributi. Per le altre spese le Regioni disporranno di tributi
propri;
- i Comuni disporranno di tributi propri derivanti da tributi già
erariali. In particolare, per le funzioni fondamentali usufruiranno
della compartecipazione e dell’addizionale all’IRPEF. Disporranno anche
di tributi di scopo legati ad esempio ai flussi turistici o alla
mobilità urbana;
- le Province disporranno di tributi propri e di tributi di scopo; in
particolare, le funzioni fondamentali saranno finanziate da una
compartecipazione all’IRPEF.
Perequazione. Nel quadro del superamento del criterio della spesa
storica, si farà riferimento ai costi standard; sarà assicurata
l’integrale perequazione per gli enti con minore capacità fiscale per
abitante, per le spese riconducibili ai livelli essenziali, per le
Regioni, ed alle funzioni fondamentali, per gli enti locali.
Il fondo perequativo per i livelli essenziali delle prestazioni sarà
alimentato, per le Regioni, dalla compartecipazione all’IVA; per le
altre spese dall’addizionale regionale all’IRPEF.
La perequazione ridurrà le differenze delle capacità fiscali senza
alterarne l’ordine e senza impedirne la modifica nel tempo secondo
l’evoluzione del quadro economico. Le Regioni potranno ridefinire la
perequazione degli enti locali fissata dallo Stato, d’intesa con gli
stessi enti.
Garanzie per gli enti locali. I tributi degli enti locali saranno
stabiliti dallo Stato o dalla Regione, in quanto titolari del potere
legislativo, con garanzia di un significativo margine di flessibilità e
nel rispetto dell’autonomia propria dell’ente locale, il quale disporrà
di compartecipazioni al gettito di tributi erariali e regionali, a
garanzia della sua stabilità.
Città metropolitane e Roma capitale. Sono previste specifiche
disposizioni per le aree metropolitane, la cui autonomia di entrata e di
spesa dovrà essere commisurata alla complessità delle più ampie
funzioni.
Con specifico decreto legislativo sarà disciplinata l’attribuzione delle
risorse alla città di Roma, conseguenti al ruolo di Capitale della
Repubblica e sarà inoltre disciplinata l’attribuzione a Roma di un
proprio patrimonio. Il Consiglio dei Ministri ha già autorizzato la
presentazione di un apposito emendamento su tale problematica.
Coordinamento dei diversi livelli di governo. Dovrà essere garantita la
trasparenza delle diverse capacità fiscali per abitante prima e dopo la
perequazione, in modo da rendere evidente i diversi flussi finanziari
tra gli enti; è stabilito il concorso all’osservanza del patto di
stabilità per ciascuna Regione e ciascun ente locale nonché
l’introduzione a favore degli enti più virtuosi e meno virtuosi di un
sistema rispettivamente premiante e sanzionatorio.
Attuazione dell’articolo 119, quinto e sesto comma, della Costituzione.
E’ prevista una specifica disciplina per l’attribuzione di risorse
aggiuntive ed interventi speciali in favore di determinati enti locali e
Regioni; gli interventi sono finanziati con contributi speciali dal
bilancio dello Stato, con i finanziamenti dell’Unione europea e con i
cofinanziamenti nazionali. E’ prevista anche la possibilità di forme di
fiscalità di sviluppo.
Viene data inoltre attuazione al sesto comma dell’articolo 119 sul
trasferimento di beni dallo Stato al patrimonio di Regioni ed enti
locali.
Sedi di coordinamento. Si prevede per la prima fase attuativa
l’istituzione di una Commissione paritetica per l’attuazione del
federalismo fiscale, della quale faranno parte i rappresentanti dei
diversi livelli istituzionali. La Commissione dovrà raccogliere ed
elaborare i dati in vista della predisposizione dei decreti legislativi
da parte del Governo, in un quadro di complessiva collaborazione e
condivisione tra Stato, Regioni ed enti locali.
Sull’esempio di importanti Paesi europei di ispirazione federale
(Spagna, Germania), si prevede poi l’istituzione di una cabina di regia
(denominata “Conferenza permanente per il coordinamento della finanza
pubblica”), quale sede condivisa tra tutti gli attori istituzionali
coinvolti, con funzioni di verifica del funzionamento del nuovo sistema
a regime e del corretto utilizzo del fondo perequativo.
Regioni speciali. I decreti di attuazione dei rispettivi Statuti
dovranno assicurare il concorso delle Regioni speciali al conseguimento
degli obiettivi di perequazione e di solidarietà ed all'esercizio dei
diritti e doveri da essi derivanti. Specifiche modalità saranno
individuate per le Regioni a statuto speciale i cui livelli di reddito
pro-capite siano inferiori alla media nazionale.
Fase transitoria. Saranno garantite:
- la gradualità del passaggio, in modo non traumatico, dal vecchio
sistema basato sulla spesa storica al nuovo sistema fondato sul criterio
dei costi standard;
- la sostenibilità del passaggio da parte di tutti i soggetti
istituzionali;
- la congruità delle risorse a disposizione di ogni livello di governo.
Salvaguardia. L’attuazione della legge deve essere compatibile con gli
impegni finanziari assunti con il patto europeo di stabilità e crescita.
Le maggiori risorse finanziarie rese disponibili a seguito della
riduzione delle spese determineranno una riduzione della pressione
fiscale dei diversi livelli di governo.
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