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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


OTTOBRE 2008


Scuola Governo Parlamento

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febbraio 2008
marzo 2008
aprile 2008
maggio 2008
giugno 2008
luglio 2008
agosto 2008
settembre 2008
ottobre 2008
novembre 2008
dicembre 2008

 

     

    Parlamento

     

    Camera

     

    Aula 14 L'Aula approva la mozione n. 1-00033 concernente iniziative in materia di accesso degli studenti stranieri alla scuola dell’obbligo
    Aula 3, 6, 7, 9

    Il 9 ottobre l'Aula approva il disegno di legge di conversione del DL 137/08, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università che passa ora all’esame dell’altro ramo del Senato.

    Il 7 ottobre l'Aula, con 321 voti a favore e 255 contrari, ha votato la fiducia posta dal Governo sull’approvazione dell’emendamento Dis. 1.1 interamente sostitutivo dell’articolo unico del disegno di legge di conversione del DL 137/08, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università.

    Commissioni
    7a 15, 22, 23, 28, 29, 30 Piano programmatico di interventi volti alla razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico
    7a 14, 15, 16 DdL AC. 1713 Governo, recante: “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009)”, e AC. 1714 Governo, recante: “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011”
    7a 7, 8, 14 Schema di regolamento di organizzazione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
    7a 1, 16, 23, 30

    DdL AC. 953, Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti

     

    Senato

     

    Aula 21, 22, 23, 28, 29 Con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astensioni l'Aula approva definitivamente il DdL di conversione del DL 137/08, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università

    Riforme nella scuola: il decreto-legge n. 137/2008 e il Piano programmatico

    Il 23 ottobre l'Aula ha proseguito la discussione del ddl n. 1108 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge n. 137 recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università, già approvato dalla Camera dei deputati. Dopo la reiezione della proposta di non passare all'esame degli articoli, diversamente motivata dai sen. Morando, Rusconi, Incostante, Procacci e Di Giovan Paolo(PD), il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Pizza ha accolto una serie di ordini del giorno, alcuni dei quali come raccomandazione, che impegnano il Governo: a valorizzare le ore extra-curricolari di educazione fisica avviando le procedure per aumentare quelle curriculari; a sostenere anche finanziariamente progetti sportivi finalizzati all'integrazione sociale e al contrasto dell'abbandono scolastico promossi dalle scuole di particolari aree ritenute a rischio; a sostenere economicamente e progettualmente le autonomie scolastiche nell'apertura pomeridiana delle scuole ed in particolare dei loro impianti sportivi; a proseguire con la sperimentazione dell'introduzione dell'educazione motoria nelle scuole primarie con progetti nazionali e iniziative locali con l'obiettivo di arrivare alla copertura di tutte le scuole primarie del Paese; a prevedere la possibilità, a decorrere dall'anno scolastico 2008-2009 in tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, di percorsi didattici per la promozione di una corretta cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro; a rafforzare le politiche scolastiche e a incrementare le risorse per il diritto allo studio, con particolare riguardo agli insegnanti di sostegno e alle figure professionali a supporto degli stessi; a ridefinire il ruolo professionale dei docenti di sostegno nel quadro del riassetto complessivo dei profili professionali dei docenti, anche con l'introduzione di una specifica classe di concorso; ad avvalersi, nell'applicazione del decreto-legge, della consulenza di un comitato scientifico composto da riconosciuti esperti in materia di integrazione scolastica degli alunni con disabilità ed in materia di disturbi specifici di apprendimento, investendo del tema l'INVALSI e l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica e relazionando il Parlamento almeno una volta all'anno senza oneri aggiuntivi per lo Stato; ad adottare un provvedimento organico che dia un senso e un orientamento certo e chiaro ad una scuola in forte difficoltà, definisca il ruolo e la modalità di impegno dei docenti e dei precari e indichi i nuovi livelli di formazione e di paideia educativa in raccordo con i governi regionali; a stabilire ogni migliore intesa con le Regioni e gli Enti locali in materia di articolazione di istituti e plessi scolastici sul territorio e ad adottare decisioni e direttive ispirate al principio di conservare le presenze scolastiche primarie e medie nei centri minori, montani o comunque periferici; ad utilizzare prevalentemente nella scuola pubblica le risorse derivanti dalle operazioni di riduzione del personale e di razionalizzazione della rete scolastica previste nel decreto-legge, verificandone e pubblicizzandone gli esiti; a garantire la permanenza dei plessi scolastici nei piccoli comuni prevedendo una realizzazione graduale della razionalizzazione e concordando con gli enti locali i parametri organizzativi più efficaci e rispondenti ai loro bisogni; a prevedere lo scorporo in più autonomie scolastiche per le scuole che superano il parametro massimo di 900 alunni, tenendo conto delle situazioni del territorio e attraverso apposito confronto con enti locali, Regioni e uffici scolastici regionali nonché mediante un'organizzazione didattica flessibile; a incoraggiare forme di organizzazione locale per l'ottimizzazione dei servizi, l'attivazione di nuove tecnologie a fini didattici e per l'apprendimento a distanza e l'individuazione di modelli organizzativi interni alle scuole alternativi a quelli attualmente adottati.

    Commissioni
    7a 14, 15, 16, 21, 22 DdL conversione DL 137/08, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università
    7a 21, 22, 28, 29 DdL conversione in legge del DL 154/08, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali
    7a 7, 8, 9, 14, 15, 16, 21, 22, 28, 29 Piano programmatico di interventi volti alla razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico
    7a 1, 14, 15, 16 Nuove norme in materia di difficoltà specifiche d'apprendimento
    7a 1, 7, 8, 9, 21, 22, 28, 29 Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento di riorganizzazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca
    Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca

    Governo

    31 Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 9,35 a Palazzo Chigi
    La seduta ha avuto termine alle ore 11,05.
    17 Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 10,15 a Palazzo Chigi

    Il Consiglio dei Ministri ha esaminato le linee guida per la consultazione delle parti sociali su un disegno di legge-delega predisposto dal Ministro Sacconi che contiene i principi e criteri direttivi per la regolamentazione e prevenzione dei conflitti collettivi di lavoro e per garantire il buon funzionamento del sistema di relazioni industriali. La consultazione si svolgerà con le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, comparativamente più rappresentative al fine di dare piena attuazione all'articolo 40 della Costituzione e con l'obiettivo di realizzare, in tutti i settori produttivi e con particolare riferimento ai servizi pubblici essenziali, un migliore e più effettivo contemperamento tra esercizio del diritto di sciopero e salvaguardia dei diritti della persona e della impresa costituzionalmente tutelati. (...)
    La seduta ha avuto termine alle ore 11,55.

    13 Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 15,30 a Palazzo Chigi
    La seduta ha avuto termine alle ore 16,10.
    10 Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 11,40 a Napoli, nel Palazzo della Prefettura
    La seduta ha avuto termine alle ore 13,30.
    8 Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 20,45 a Palazzo Chigi
    La seduta ha avuto termine alle ore 21,10.
    3 Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 10,15 a Palazzo Chigi

    Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva, acquisito il parere favorevole della Conferenza Unificata, il disegno di legge di delega in materia di federalismo fiscale su proposta dei Ministri Giulio Tremonti, Umberto Bossi, Roberto Calderoli, Raffaele Fitto, Andrea Ronchi e Roberto Maroni (vedi allegato). Il Consiglio ha altresì approvato uno specifico emendamento per Roma Capitale, che sarà presentato alle Camere.
    In correlazione tecnica e politica con il federalismo fiscale, è stato approvato su proposta del Presidente del Consiglio, Berlusconi, e del Ministro dell’economia e delle finanze, Giulio Tremonti:
    - un decreto-legge finalizzato al riequilibrio economico e finanziario di Regioni ed Enti locali; vengono adottate disposizioni in materia di gestioni commissariali, utili in caso di mancato rispetto degli adempimenti previsti dai piani di rientro dei deficit sanitari, e potenziati gli strumenti operativi del commissario ad acta per consentirgli l’accesso alle risorse finanziarie spettanti alla regione e sospese a seguito di inadempienze; in materia di contabilità degli enti locali il decreto-legge è coerente con l’accordo siglato ieri fra Governo e Comuni e finalizzato a consentire la massima efficienza degli enti locali chiamati a nuova responsabilità dal disegno di legge in materia di federalismo fiscale approvato oggi. Il provvedimento, inoltre, adotta disposizioni che consentono l’ordinaria gestione contabile in considerazione della scadenza del termine per l’approvazione dei bilanci di assestamento. (...)
    Il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, è stato autorizzato ad esprimere il parere favorevole del Governo sulle seguenti ipotesi di contratti collettivi nazionali quadro relativi al:
    - personale della dirigenza sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa del Servizio sanitario nazionale –Area III;
    - personale della dirigenza medico-veterinaria del servizio sanitario nazionale- Area IV;
    - personale del comparto Università. (...)
    Il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, ha illustrato al Consiglio le linee portanti della Relazione al Parlamento sullo stato della pubblica amministrazione per il 2007, che dà conto dello stato generale sotto il profilo normativo, istituzionale, organizzativo e contrattuale nonché delle prospettive di azione.
    La seduta ha avuto termine alle ore 11,35.
    Il disegno di legge reca una delega per dare attuazione all’articolo 119 della Costituzione, con cui è stata in particolare stabilita l’autonomia di entrata e di spesa di Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni, con l’attribuzione a tali enti di tributi propri e di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio, oltre ad un fondo perequativo statale, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante. Con l’attuazione dell’articolo 119 sarà superato il sistema di finanza regionale e locale ancora improntato a meccanismi di trasferimento, in cui le risorse finanziarie di Regioni ed enti locali non sono stabilite e raccolte dagli enti che erogano i servizi ma derivano loro, in misura significativa, dallo Stato. In questo modo tuttavia il sistema di finanza derivata non favorisce la responsabilizzazione degli amministratori, né il controllo dei cittadini. Inoltre, i trasferimenti si sono spesso realizzati sulla base della spesa storica; è quindi mancato qualsiasi meccanismo premiante o qualsiasi incentivo all’efficienza.
    Di conseguenza sono venuti a mancare alcuni elementi essenziali per un armonico funzionamento del sistema secondo l’articolo 119:
    - la responsabilizzazione dei centri di spesa;
    - la trasparenza dei meccanismi finanziari;
    - il controllo democratico dei cittadini nei confronti degli eletti e dei propri amministratori pubblici.
    I punti principali del disegno di legge sul federalismo fiscale sono i seguenti.
    Nessun aggravio per i cittadini. Il passaggio al nuovo sistema non può produrre aggravi del carico fiscale nei confronti dei cittadini; alla maggiore autonomia impositiva di Regioni ed enti locali corrisponderà una riduzione dell’imposizione statale. La pressione fiscale complessiva dovrà anzi ridursi e ad ogni trasferimento di funzioni dallo Stato alle autonomie dovranno corrispondere trasferimenti di personale, in modo da evitare duplicazioni di funzioni o costi aggiuntivi.
    Autonomia impositiva. Finisce il sistema di finanza derivata, sulla base della spesa storica, e si passerà gradualmente all’autonomia impositiva ed al criterio dei costi standard;: in luogo del finanziamento della spesa storica, che può consentire anche sprechi o inefficienze, si farà riferimento ai costi corrispondenti ad una media buona amministrazione (costi standard).
    Viene prevista un’effettiva autonomia di entrata e di spesa di Regioni ed enti locali. Ci saranno quindi tributi di cui le amministrazioni regionali e locali potranno determinare autonomamente i contenuti, nella cornice e nei limiti fissati dalle leggi. I tributi dovranno garantire flessibilità, manovrabilità e territorialità; le amministrazioni più efficienti, che sanno contenere i costi a parità di servizi, potranno così ridurre i propri tributi.
    - Le Regioni disporranno, per il finanziamento delle spese connesse ai livelli essenziali delle prestazioni (in specie: sanità, istruzione, assistenza e, in modo analogo, trasporto pubblico locale), di tributi regionali da individuare in base al principio di correlazione tra il tipo di tributo ed il servizio erogato; di una aliquota o addizionale IRPEF; della compartecipazione regionale all’IVA; di quote specifiche del fondo perequativo. In via transitoria, le spese saranno finanziate anche con il gettito dell’IRAP fino alla data della sua sostituzione con altri tributi. Per le altre spese le Regioni disporranno di tributi propri;
    - i Comuni disporranno di tributi propri derivanti da tributi già erariali. In particolare, per le funzioni fondamentali usufruiranno della compartecipazione e dell’addizionale all’IRPEF. Disporranno anche di tributi di scopo legati ad esempio ai flussi turistici o alla mobilità urbana;
    - le Province disporranno di tributi propri e di tributi di scopo; in particolare, le funzioni fondamentali saranno finanziate da una compartecipazione all’IRPEF.
    Perequazione. Nel quadro del superamento del criterio della spesa storica, si farà riferimento ai costi standard; sarà assicurata l’integrale perequazione per gli enti con minore capacità fiscale per abitante, per le spese riconducibili ai livelli essenziali, per le Regioni, ed alle funzioni fondamentali, per gli enti locali.
    Il fondo perequativo per i livelli essenziali delle prestazioni sarà alimentato, per le Regioni, dalla compartecipazione all’IVA; per le altre spese dall’addizionale regionale all’IRPEF.
    La perequazione ridurrà le differenze delle capacità fiscali senza alterarne l’ordine e senza impedirne la modifica nel tempo secondo l’evoluzione del quadro economico. Le Regioni potranno ridefinire la perequazione degli enti locali fissata dallo Stato, d’intesa con gli stessi enti.
    Garanzie per gli enti locali. I tributi degli enti locali saranno stabiliti dallo Stato o dalla Regione, in quanto titolari del potere legislativo, con garanzia di un significativo margine di flessibilità e nel rispetto dell’autonomia propria dell’ente locale, il quale disporrà di compartecipazioni al gettito di tributi erariali e regionali, a garanzia della sua stabilità.
    Città metropolitane e Roma capitale. Sono previste specifiche disposizioni per le aree metropolitane, la cui autonomia di entrata e di spesa dovrà essere commisurata alla complessità delle più ampie funzioni.
    Con specifico decreto legislativo sarà disciplinata l’attribuzione delle risorse alla città di Roma, conseguenti al ruolo di Capitale della Repubblica e sarà inoltre disciplinata l’attribuzione a Roma di un proprio patrimonio. Il Consiglio dei Ministri ha già autorizzato la presentazione di un apposito emendamento su tale problematica.
    Coordinamento dei diversi livelli di governo. Dovrà essere garantita la trasparenza delle diverse capacità fiscali per abitante prima e dopo la perequazione, in modo da rendere evidente i diversi flussi finanziari tra gli enti; è stabilito il concorso all’osservanza del patto di stabilità per ciascuna Regione e ciascun ente locale nonché l’introduzione a favore degli enti più virtuosi e meno virtuosi di un sistema rispettivamente premiante e sanzionatorio.
    Attuazione dell’articolo 119, quinto e sesto comma, della Costituzione. E’ prevista una specifica disciplina per l’attribuzione di risorse aggiuntive ed interventi speciali in favore di determinati enti locali e Regioni; gli interventi sono finanziati con contributi speciali dal bilancio dello Stato, con i finanziamenti dell’Unione europea e con i cofinanziamenti nazionali. E’ prevista anche la possibilità di forme di fiscalità di sviluppo.
    Viene data inoltre attuazione al sesto comma dell’articolo 119 sul trasferimento di beni dallo Stato al patrimonio di Regioni ed enti locali.
    Sedi di coordinamento. Si prevede per la prima fase attuativa l’istituzione di una Commissione paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale, della quale faranno parte i rappresentanti dei diversi livelli istituzionali. La Commissione dovrà raccogliere ed elaborare i dati in vista della predisposizione dei decreti legislativi da parte del Governo, in un quadro di complessiva collaborazione e condivisione tra Stato, Regioni ed enti locali.
    Sull’esempio di importanti Paesi europei di ispirazione federale (Spagna, Germania), si prevede poi l’istituzione di una cabina di regia (denominata “Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica”), quale sede condivisa tra tutti gli attori istituzionali coinvolti, con funzioni di verifica del funzionamento del nuovo sistema a regime e del corretto utilizzo del fondo perequativo.
    Regioni speciali. I decreti di attuazione dei rispettivi Statuti dovranno assicurare il concorso delle Regioni speciali al conseguimento degli obiettivi di perequazione e di solidarietà ed all'esercizio dei diritti e doveri da essi derivanti. Specifiche modalità saranno individuate per le Regioni a statuto speciale i cui livelli di reddito pro-capite siano inferiori alla media nazionale.
    Fase transitoria. Saranno garantite:
    - la gradualità del passaggio, in modo non traumatico, dal vecchio sistema basato sulla spesa storica al nuovo sistema fondato sul criterio dei costi standard;
    - la sostenibilità del passaggio da parte di tutti i soggetti istituzionali;
    - la congruità delle risorse a disposizione di ogni livello di governo.
    Salvaguardia. L’attuazione della legge deve essere compatibile con gli impegni finanziari assunti con il patto europeo di stabilità e crescita. Le maggiori risorse finanziarie rese disponibili a seguito della riduzione delle spese determineranno una riduzione della pressione fiscale dei diversi livelli di governo.

     



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