Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

Ricerca

NOVEMBRE 2007


Scuola Governo Parlamento

gennaio 2007
febbraio 2007
marzo 2007
aprile 2007
maggio 2007
giugno 2007
luglio 2007
agosto 2007
settembre 2007
ottobre 2007
novembre 2007
dicembre 2007


 

 

Parlamento

 

Camera

 

Aula 26, 27,28, 29 Il 29 novembre l'Aula approva il DdL AC 3178-A, Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l’equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale
Aula 15, 19, 20, 21, 22 Il 22 novembre l'Aula approva il DdL di conversione in Legge del DL 159/07: Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l’equità sociale
Commissioni
7a 27 Disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge Finanziaria 2008
7a 6, 15

Norme in materia di difficoltà specifiche di apprendimento (esame C. 563 Fabris, C. 2474 Formisano e C. 2843, approvata dalla 7^ Commissione del Senato – rel. Barbieri)

7a 15 Norme generali sul sistema educativo di istruzione statale nella scuola di base e nella scuola superiore (esame C. 1278 Garagnani, C. 1299 Diliberto e C. 1600 di iniziativa popolare – rel. De Simone)
7a 8, 13, 14, 15 Il 15 novembre la Commissione esprime parere favorevole con condizioni ed osservazioni sullo Schema di decreto legislativo recante disposizioni per incentivare l’eccellenza degli studenti nei percorsi di istruzione

La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
esaminato lo schema di decreto legislativo recante disposizioni per incentivare l'eccellenza degli studenti nei percorsi di istruzione (Atto n. 182);
considerato in particolare quanto previsto dall'articolo 3 in riferimento all'organizzazione delle procedure per l'individuazione delle eccellenze;
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti condizioni:
a) appare necessario riformulare l'articolo 3, comma 1, al fine di considerare la partecipazione ad iniziative formative organizzate da centri scientifici nazionali con destinazione rivolta alla qualità della formazione scolastica;
b) ritenuto inoltre che l'attuale formulazione dell'articolo 3, comma 2, appare eccessivamente generica e che l'accreditamento verso soggetti esterni non può prescindere dall'adozione di un decreto ministeriale, da sottoporre al parere delle Commissioni parlamentari competenti, per la definizione di regole e criteri dell'accreditamento, costituendo parte integrante del provvedimento di cui in premessa, si considera necessario sostituire il medesimo comma 2 dell'articolo 3 con il seguente: «2. La responsabilità del riconoscimento delle eccellenze è esclusivamente a carico dei dirigenti scolastici dei diversi livelli di istruzione che si possono avvalere di altri soggetti pubblici e privati nazionali o comunitari con esperienze già consolidate, accreditati dall'Amministrazione scolastica secondo criteri da definire con apposito decreto ministeriale da sottoporre al parere delle Commissioni parlamentari competenti»;
c) appare altresì necessario coordinare le norme contenute agli articoli 1, comma 1, e 2, comma 1, precisando che il provvedimento riguarda gli studenti del triennio finale;
d) appare necessario, altresì, coordinare le norme del provvedimento in esame con quelle relative all'accesso all'università recentemente stabilite dallo schema di decreto legislativo recante norme per la definizione dei percorsi di orientamento all'istruzione universitaria e all'alta formazione artistica, musicale e coreutica, per il raccordo tra la scuola, le università e le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica nonché per la valorizzazione della qualità dei risultati scolastici degli studenti ai fini dell'ammissione ai corsi di laurea universitari ad accesso programmato, sopprimendo in particolare all'articolo 6, comma 1, le parole: «, anche le facilitazioni utili per l'accesso all'istruzione e formazione superiore.»;
e) si ritiene inoltre necessario attuare gli impegni assunti dal Governo in sede di Conferenza unificata in relazione al coinvolgimento di Regioni ed Enti locali, nell'ambito dei rispettivi ruoli, nell'organizzazione delle attività in oggetto;
e con le seguenti osservazioni:
1) si consideri inoltre l'opportunità di valutare anche eventuali risultati conseguiti da gruppi di studenti che hanno lavorato a progetti formativi, nell'ambito di concorsi nazionali e internazionali;
2) si valuti, infine, l'opportunità di non escludere la possibilità di utilizzare il voto di diploma come elemento di valutazione soprattutto all'interno delle rispettive istituzioni scolastiche.

7a 7, 8 L'8 novembre la Commissione esprime parere favorevole con condizioni e osservazioni al DL 159/07: Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l’equità sociale
7a 6

Audizione del Ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, sulla disciplina relativa al recupero dei debiti formativi

La seduta comincia alle 10,05.
Audizione del Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, sulla disciplina relativa al recupero dei debiti formativi.
GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Grazie, signor presidente. Le chiedo la cortesia, prima di entrare nel merito della disciplina del recupero dei debiti formativi, di approfittare di questa audizione per informare la Commissione di un elemento che desta profonda preoccupazione e che in questi giorni - anche questa mattina - sta riguardando le scuole italiane, con il verificarsi di alcuni casi - gravi e gravissimi - di ondate xenofobe e razziste, anche all'esterno delle nostre scuole.
Non a caso intendo fare ciò avanti alla Commissione VII: infatti, senza accompagnare i provvedimenti sulla sicurezza - ho pregato il Ministro Amato di intensificare nelle aree metropolitane e nelle zone a rischio la vigilanza all'esterno delle scuole, perché non debbano più verificarsi fenomeni razzisti e xenofobi - con una azione altrettanto forte ed incisiva sul piano culturale, civile e dell'integrazione, rischiamo di far «rientrare dalla finestra» ciò che esce invece dal comune senso e dal comune sentire degli italiani. Quindi lo sforzo che dovremo fare e verso cui dovremo invitare le nostre scuole è perseguire un processo di potenziamento dell'integrazione e della intercultura all'insegna del rispetto dell'altro; stigmatizzare le aggressioni all'esterno delle scuole, che sono avvenute in questi giorni; vigilare, con l'ausilio delle Forze dell'ordine, per garantire il rispetto della dignità della persona; e, proprio mentre si perseguono ragioni di sicurezza contro coloro che delinquono, appartenenti a qualunque razza od etnia, venga però contemporaneamente garantito il rispetto della dignità della persona in presenza di studenti o di ragazzi che, al di là dell'appartenenza ad una razza o ad una etnia, non hanno nessuna colpa né possono essere vittime di atteggiamenti e di ondate xenofobe e razziste. Perciò vi sarà una azione di prevenzione, ma vi sarà anche l'intensificazione di una presenza e di uno stimolo all'intercultura all'interno delle classi.
Allo stesso modo ho anche chiesto al Ministro dell'interno di valutare la presentazione, per le elezioni studentesche, di liste che possano fare esplicito riferimento al neonazismo o al neofascismo, affinché ciò possa essere valutato se esiste e se è presente. Ciò per far sì - come stigmatizzato peraltro da tutte le organizzazioni e le associazioni studentesche presenti nel forum studentesco - che la competizione della rappresentanza sia all'insegna dei principi di democrazia, di libertà e di rispetto dell'altro e che non possano partecipare alla competizione stessa - se sussistono gli estremi di legge, ovviamente - gruppi facenti riferimento a modi di espressione che poco hanno a che vedere con la democrazia e con la libertà, anche a danno delle stesse altre organizzazioni studentesche che in maniera civile, libera, democratica e col pieno rispetto si confrontano all'interno delle istituzioni scolastiche.
Detto ciò - e mi sembrava una doverosa informazione alla Commissione VII - vorrei passare al tema dell'audizione. Avrete già avuto modo di leggere e di valutare il decreto che ho emanato e che vorrei rammentare. Esso parte da una considerazione di grave preoccupazione che ho constatato all'interno delle istituzioni scolastiche autonome, rispetto ad una applicazione della normativa vigente sui debiti scolastici che ha consentito, nel corso degli ultimi dieci anni, il conseguimento del diploma di maturità ad oltre 8 milioni di studenti che non hanno mai colmato i debiti accumulati nel corso del loro iter scolastico. I rilevamenti hanno confermato che il 42 per cento della popolazione scolastica prende un debito: quindi poco più di 1.050.000 - 1.100.000 studenti annui. Di questi, uno soltanto su quattro «supera» il debito, ed il 50 per cento partecipa ai corsi di recupero. Ciò significa che mediamente 800 mila studenti entravano in questa «nebulosa» del debito all'interno delle istituzioni scolastiche, che - a differenza del concetto vigente nella società - comportava l'acquisizione di un debito senza che nessuno mai mettesse lo studente in condizione di dimostrare di averlo superato.
Già quando avevamo approvato insieme la legge per l'esame di maturità, avevamo stabilito un primo passaggio significativo: quello che l'ammissione al quinto anno, e quindi all'esame di maturità, comportasse da parte del consiglio di classe la certificazione che i debiti contratti nel corso dell'iter scolastico fossero superati. L'entità e la mole dei debiti presenti e non superati mi ha procurato la grande preoccupazione di non vedere fermati al quinto anno un numero elevatissimo di studenti che non erano stati posti in condizione di recuperare il debito del terzo o del quarto anno di corso; con ciò creando una situazione di difficoltà alle istituzioni scolastiche, ma soprattutto non consentendo al ragazzo la fruizione del diritto di essere posto in condizione di recuperare quelle lacune. D'altronde l'articolo 34 della Costituzione completa l'obbligo della scuola italiana, che non consiste solo nel far iscrivere i ragazzi e di promuoverli comunque, ma ci assegna la responsabilità di consentire agli studenti di conseguire le competenze ed i saperi che consentano loro di entrare nel mercato del lavoro o di proseguire gli studi con le competenze ed i saperi che sono loro propri.
È del tutto evidente che il superamento del debito interessa tutti i ragazzi italiani, ma in modo particolare - come ad esempio dimostrano le rilevazioni sulla terza classe della scuola media inferiore, che ci hanno indotto a reintrodurre perlomeno il giudizio di ammissione all'esame di terza media - sono le famiglie con una situazione più fragile dal punto di vista economico e finanziario ad avere una ricaduta diretta dalla possibilità di ricevere apprendimenti, competenze e saperi. Mandare avanti gli studenti senza aiutarli a colmare le lacune può essere un «non-problema» per quanti hanno i soldi e possono pagarsi poi il modo di colmare quelle lacune; ma diventa un ostacolo insormontabile per coloro che, non essendo «figli di papà», si trovino oggi poveri di competenze e di saperi e domani ad essere i nuovi poveri quando la vita presenterà loro il conto di ciò che dovevano sapere.
Per questo - attuando quanto previsto nella legge di modifica degli esami di maturità, che assegna al Ministro della pubblica istruzione la competenza di rimodulare i debiti - ho dapprima adottato il decreto e ieri sera ho firmato l'ordinanza (dopo aver sentito anche il forum delle associazioni studentesche, come previsto dal nostro ordinamento) che sostanzialmente consente ai ragazzi di avere la certezza che le istituzioni scolastiche organizzino corsi di recupero e attività didattiche incentrate sulle loro necessità per superare le lacune che si evidenzino fin dal primo scrutinio.
All'insorgenza della prima sufficienza a dicembre, viene informata la famiglia delle lacune appalesatesi. Vengono comunicati alla famiglia i corsi e le attività di recupero che si avviano per mettere in condizione il ragazzo di recuperare quelle lacune. Le procedure - come previsto dalla legge - assegnano responsabilità diverse al consiglio di istituto, al collegio dei docenti e al consiglio di classe. Le verifiche avvengono nelle fasi intermedie fino a giugno (verifiche che possono avere - come recita l'ordinanza - valenza scritta, scrittografica o orale a seconda delle materie). La valutazione, che in sede di scrutinio a giugno il consiglio di classe effettuerà sulle verifiche realizzate, non farà riferimento, come anche nello scrutinio finale aggiuntivo prima dell'inizio del successivo anno scolastico, all'esito di una singola verifica, ma terrà conto del processo complessivo delle azioni di recupero e delle verifiche intermedie che si sono effettuate. Il giudizio espresso dal consiglio di classe sia a giugno che - ancor di più - a settembre riguarda la valutazione complessiva non solo del percorso di verifica sulle materie oggetto di debito, ma dell'andamento dello studente nel corso dell'anno.
La possibilità di effettuare ulteriori approfondimenti ed iniziative di sostegno e di recupero nei periodi estivi, è affidata alla valutazione del consiglio di classe, laddove ritenga che lo studente che presenta debiti in alcune materie possa recuperare quel debito prima dell'inizio dell'anno scolastico o con lo studio individuale o come la frequenza ad ulteriori iniziative di recupero. Il consiglio di classe, a questo punto, sospende il giudizio a giugno e si riunisce nella stessa composizione di giugno prima dell'inizio dell'anno scolastico successivo.
I corsi di recupero non possono avere una durata inferiore alle quindici ore, perché credo che questo - nella esperienza comune delle nostre istituzioni scolastiche - sia il modulo minimo di supporto che deve essere dato ai nostri ragazzi, cui vanno aggiunte le opportunità previste del 20 per cento di ore aggiuntive (aggiuntive alle predette 15 ore, ovviamente) che possono esser tenute nella mattina, sempre a disposizione dei ragazzi che presentino un debito.
Per realizzare ciò è stato prodotto uno sforzo economico significativo, perché credo che, prima di qualunque progetto o qualunque altra iniziativa aggiuntiva o marginale, la scuola debba garantire ai ragazzi la certezza del supporto nell'azione di recupero e, dopo il recupero del debito, del sostegno affinché non si contragga nuovamente un debito l'anno successivo. Perciò, oltre alla cifre già previste di oltre 150 milioni di euro previste nel contratto per questo tipo di attività, ad oggi abbiamo aggiunto altri 60 milioni di euro e - se sarà ulteriormente necessario - saranno individuate altre risorse a discapito di altri progetti meno importanti, affinché le istituzioni scolastiche riescano ad offrire ai ragazzi corsi di recupero ed iniziative didattiche. È stato previsto per il personale della scuola un compenso per le iniziative di recupero pari a 50 euro: cifra che ritengo dignitosa per l'attività che viene richiesta ai docenti. È previsto che le modalità del corso ed i soggetti che seguiranno quel corso siano valutati dal collegio dei docenti e dal consiglio di classe, come iniziative di recupero che debbono essere fatte. La scuola, se lo ritiene opportuno ed indispensabile, può fare ricorso anche a soggetti esterni: l'ordinanza prevede solo l'esclusione - così da smentire certe «leggende metropolitane» - degli enti profit.
Si offre un quadro complessivo di certezza rispetto al fatto che il recupero non è più un dato virtuale, bensì sostanziale. Qualcun altro ha osservato che i ragazzi potrebbero anche non frequentarli. Credo che l'esercizio della patria potestà possa, ed anzi debba, essere esercitato dalla famiglia: laddove questa ritenga di non dover far frequentare al ragazzo il corso di recupero, perché intende fronteggiare in altro modo la situazione, dovrà darne formale comunicazione scritta alla scuola, specificando che intende avvalersi di un diverso percorso di recupero, fermo restando l'eguale necessità di procedere alle necessarie verifiche e poi ai giudizi di valutazione. Per chi dovesse ritenere di scegliere il percorso di studio individuale, è prevista - secondo le modalità decise dai consigli dei docenti e dal consiglio di classe - l'apertura di uno sportello, gestito da professori in ore concordate e note agli studenti interessati, di supporto. È stato anche individuato, all'interno dell'ordinanza, lo sforzo principale della metodologia dei corsi di recupero per materia e per aree disciplinari.
Il quadro complessivo di questa modifica consente, a mio avviso, di dare certezze ai ragazzi di aver superato il debito, o di averlo superato in maniera tale da non esserne gravati negli anni successivi, con una scuola che se ne libera rapidamente senza assumersi le responsabilità di dare le competenze ed i saperi che le competono per ogni fase del proprio percorso di istruzione. D'altra parte, con un sostegno economico e finanziario, si mettono in grado le scuole di effettuare i corsi di recupero; si rendono responsabili gli organi collegiali - ed in modo particolare il preside - per poterli promuovere ed si individuano anche delle figure di coordinamento responsabili per le iniziative di recupero all'interno delle istituzioni scolastiche, affinché non vi sia più nessun responsabile da dover sensibilizzare o che debba avere la responsabilità diretta della gestione dei corsi di recupero.
All'interno di questo percorso il Ministero si assume anche l'onere, con le direzioni regionali, di monitorare - ciò che in precedenza non è stato mai fatto - la realizzazione e l'andamento dei corsi di recupero, proprio perché la certezza di questi corsi sia uno degli elementi sostanziali della modifica della disciplina dei tempi di recupero dei debiti.
Ovviamente l'ordinanza fa riferimento ai debiti pregressi per i quali vige la normativa previgente e si rivolge agli studenti del quinto e del quarto anno, cui si applicano le normative preesistenti rispetto ai debiti contratti prima dell'emanazione del decreto e dell'ordinanza.

PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro, oltre che per questa esposizione, in particolare per aver ritenuto necessario e indispensabile rendere quelle dichiarazioni - sintetiche ma molto nette e forti, all'inizio della sua esposizione - su un rischio drammatico che avvertiamo in questi giorni, ossia che, in una spirale senza controllo ed anche con atteggiamenti di emulazione, avanti alle scuole o all'interno delle stesse possano avvenire degli episodi gravissimi e si possano ripetere o moltiplicare. Quanto è avvenuto ieri all'Istituto Einaudi di Roma è il segno di un salto di qualità molto preoccupante.
Da questo punto di vista, mi permetto di aggiungere che una responsabilità enorme, in questo momento, compete ai mezzi di informazione ed al servizio pubblico in particolare. Credo che il modo in cui vengono date le notizie relative a questi argomenti possa incidere fortemente nel senso comune ed rischi anche di innescare una catena episodi di intolleranza, di razzismo e di xenofobia. Quindi penso che la nostra Commissione possa e debba fare qualcosa in queste ore per invitare i mezzi di comunicazione - ed in modo particolare il servizio pubblico - a sviluppare una campagna positiva nei confronti delle giovani e giovanissime generazioni, che aiuti a stemperare il clima ed a determinare delle condizioni diverse da quelle dei giorni scorsi.
Evidentemente poi vi è anche una questione riguardante la nostra responsabilità come esponenti e leader politici, al di là delle posizioni diverse su argomenti come quello sulla sicurezza: credo infatti che chiunque di noi abbia responsabilità abbia anche un dovere aggiuntivo proprio su questo punto specifico: cosa possono determinare fra i giovani - in particolare nella fascia dell'adolescenza e della prima giovinezza - i nostri comportamenti, le nostre parole ed i nostri atti.
Forse potremo nei prossimi giorni sentire le organizzazioni studentesche di tutti gli orientamenti politici e culturali per provare a ragionare con loro su una campagna ed una iniziativa positiva in questo senso. Tra l'altro ricordo che abbiamo già deliberato insieme alla Commissione XIV una indagine conoscitiva che svolgerà una parte del proprio lavoro sui temi della interculturalità. Quindi disponiamo anche del contesto in cui poter svolgere efficacemente una iniziativa su questi temi.
Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

VALENTINA APREA. Signor Ministro, innanzitutto esprimiamo solidarietà a lei, che rappresenta la scuola italiana, per gli episodi di intolleranza e le aggressioni di cui ha parlato anche il presidente. Forza Italia si dichiara senz'altro a favore di tutte le iniziative che questa Commissione vorrà assumere per sensibilizzare i giovani rispetto alla negatività di questi atteggiamenti. Ma soprattutto le esprimiamo solidarietà e preoccupazione per gli episodi di profondo disagio che continuano a verificarsi nella nostra scuola, fino ai casi di suicidio - credo che anche questo sia problema da non sottovalutare - che ci turbano come cittadini, come genitori, come politici, ma soprattutto come educatori.
Veniamo al tema di oggi, signor Ministro.
Che i cosiddetti debiti formativi costituiscano una realtà allarmante e in crescita del sistema scolastico, è certamente un fatto preoccupante per le famiglie, gli insegnati e la scuola tutta. Impedire che i debiti continuino ad accumularsi negli zaini dei ragazzi è sicuramente un buon proposito (ma, forse, un must prima di tutto) da noi condiviso non da oggi, visto che nel decreto sul secondo ciclo avevamo posto le basi per rispondere a questa emergenza, senza però - come intende fare lei - scaricare le responsabilità e i costi sulle famiglie o delegando a soggetti esterni alla scuola il recupero dei debiti stessi.
Quello che lei prospetta, signor Ministro, è un processo selettivo e classista, che credevamo di aver lasciato alle spalle: la scuola delle lezioni private pagate per il 79,4 per cento dei casi in nero (si veda l'articolo apparso su Tuttoscuola il 29 ottobre) a vantaggio delle classi agiate, e il doposcuola per tutti gli altri studenti affidato a docenti diversi da quelli del mattino e pagati meglio (lo ha ribadito lei: 35 euro all'ora i primi, 50 euro all'ora i docenti che si rendano disponibili a tenere lezione il pomeriggio). Sarebbero queste le strategie vincenti di un sistema, per il quale il nostro Paese spende più di tutti gli altri Paesi OCSE, ma resta al 24o posto per numero di diplomati, a causa di una percentuale troppo elevata di dispersione scolastica, e tra il 23o e il 26o posto nelle prove internazionali di apprendimento in lingua, matematica e scienze? Queste sono le strategie vincenti del Governo Prodi?
La riforma Moratti, al contrario, prevedeva verifiche più severe nell'arco dei bienni didattici, laboratori di recupero e di approfondimento obbligatori... - mi fermo perché questo è un punto importante, chiedo scusa - all'interno dell'orario di lezione (i famosi LARSA) e sbarramenti, al secondo ed al quarto anno, nel caso in cui gli studenti non fossero riusciti a recuperare le lacune di apprendimento (si vedano gli articoli 3 e 13 del decreto legislativo n. 226 del 2005, che lei ha «congelato»).
Il suo decreto, al contrario, non è in grado secondo noi di rispondere a nessuno di questi obiettivi. Non sicuramente con riferimento al recupero dei debiti, senza una adeguata personalizzazione dei percorsi e flessibilità degli stessi, che consenta di armonizzare, all'interno del tempo scuola, studio e recupero.
Il progetto organico di riforma del sistema della scorsa legislatura, prima ancora che sulla valutazione, signor Ministro, interveniva a modificare la rigidità dell'organizzazione dei piani di studio e la «bulimia disciplinare» dei curriculum che ha raggiunto livelli inaccettabili sul piano didattico (per l'eccessiva frammentazione) e livelli insopportabili sul piano del successo scolastico, come ha riconosciuto anche lei nel Quaderno Bianco: quel famoso, benedetto, maledetto Quaderno Bianco che non ha più né padri né madri ....

GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Il Quaderno Bianco ha padri e madri...

VALENTINA APREA. Né sarà sufficiente fare corsi di recupero in estate affidandoli anche a soggetti esterni con costi ulteriori per le scuole e in discontinuità con gli itinerari didattici.
Insomma, signor Ministro, condanniamo e bocciamo la sua proposta, dunque, almeno per altri tre ordini di ragioni.
La prima ragione è di equità sociale. Le scuole valutano in modi differenziati i propri alunni. Esistono non solo regioni e scuole del Paese, ma addirittura classi e docenti in ogni scuola, dove la media dell'8 è cosa facile e altre dove un 4 vale 7, senza che però vi sia per gli studenti, per le famiglie e per la società la possibilità di verificare la qualità degli apprendimenti e la loro comparabilità. Queste disparità potranno essere superate, o quanto meno mitigate, quando disporremo di quel Servizio nazionale di valutazione, più volte evocato dal Quaderno Bianco, ma che nei fatti lei, signor Ministro, ha congelato almeno fino al 2011. Invece lei pretende da subito, ad anno scolastico già iniziato, di introdurre modalità di selezione più intransigenti per gli studenti, senza contrappesi istituzionali.
La seconda ragione è storica. Gli esami di riparazione appartenevano ad un tempo in cui la scuola era programmata secondo l'elitismo gentiliano: quello dei «pochi ma buoni». Oggi nella nostra società (globalizzata, post-industriale, multiculturale e della conoscenza) abbiamo bisogno di almeno la maggior parte - se non di tutti - «buoni», nei settori lavorativi, culturali e professionali in cui ciascuno può eccellere. D'altra parte proprio lei, signor Ministro, nella legge Finanziaria per il 2007 sembrava aver avviato lo sviluppo di una scuola inclusiva che si facesse carico delle difficoltà degli studenti, prevedendo interventi per ridurre gli insuccessi scolastici. La riduzione del 10% dei ripetenti l'avete inventata voi, non noi. Cosa è successo ora? Lei - lo ha dichiarato anche stamani - ha modificato gli esami di Stato prevedendo - giustamente diciamo noi - l'ammissione agli stessi solo nel caso in cui siano stati saldati i debiti, ma si rende conto che così facendo avrebbe lasciato fuori il 50 per cento degli studenti. E allora pensa di reintrodurre gli esami di riparazione per prevenire, pensa lei, questo disastro. In realtà, poiché di quel 42 per cento di studenti con debiti, i due terzi - i due terzi, signor Ministro! - frequentano gli istituti professionali e tecnici, e già oggi in questi stessi istituti si registra la più alta dispersione scolastica, le chiediamo, considerato anche che si oppone alla differenziazione dei percorsi e all'istruzione e formazione professionale regionale, cosa intende fare quando scoprirà che, sulla base di questo decreto, il 50 per cento degli studenti dei professionali e dei tecnici sarà bocciato? Da dove ricominciamo? Cosa ne facciamo di questi ragazzi?
E perché Ministro decide di indagare, attraverso gli ispettori, la scuola di Genova che modifica la propria organizzazione didattica - almeno intenzionalmente - per recuperare alunni bocciati? Dove è finita l'autonomia scolastica? Signor Ministro, l'autonomia scolastica! Lei non può indagare su una modalità organizzativa! Non faccia il ministro gentiliano degli anni Cinquanta! Esistono delle norme recenti che dicono che la scuola si assume la responsabilità! Ha sbagliato epoca, signor Ministro!
Ma ritorniamo al recupero dei debiti. (Commenti dei deputati Bono, Frassinetti e del Ministro della pubblica istruzione Fioroni). Sono l'unica ad intervenire per Forza Italia. Grazie.

PRESIDENTE. La invito a concludere. Sono già otto minuti, collega Aprea.

VALENTINA APREA. La terza, ma non ultima ragione di dissenso da parte nostra, sta nelle perplessità che denunciamo per l'uso improprio di un atto amministrativo per modificare le modalità di svolgimento degli scrutini, che rimangono aperti per molti mesi in attesa di una valutazione finale, soggetta a troppe variabili di difficile gestione. La grida di stampo manzoniano «Tutti i debiti vanno recuperati entro il 31 agosto», certamente di buon senso, si scontra con evidenti problemi organizzativi e finanziari.
La verità, signor Ministro, è che il suo progetto fa acqua da tutte le parti: sul piano politico, sul piano strategico e perfino sul piano amministrativo. Piuttosto abbia il coraggio di presentare un disegno di legge di più ampio respiro, che riporti dentro le ore di lezione e non fuori la responsabilità del successo formativo, che investa sui docenti del mattino e non su altri, che tratti sì il problema della valutazione degli studenti, ma soprattutto della personalizzazione dei piani di studio e della qualità degli apprendimenti.
Insomma, Ministro, non basta sostituire una deriva buonista con una rigorista. Anche perché, comunque lei dovrà rispondere dell'attuazione delle disposizioni che ha previsto, che non avendo la forza di una legge, si presteranno più di quanto non avvenga - ahinoi - già oggi a contenziosi e a discriminazioni tra scuole e scuole, tra ragazzi e ragazzi.
Concludo con alcuni quesiti che danno la misura della impraticabilità della sua proposta.

PRESIDENTE. Onorevole Aprea, abbiamo solo venti minuti ancora e lei ha già parlato dieci minuti.

VALENTINA APREA. Ho capito, ma il mio sarà il solo intervento per il gruppo di Forza Italia e siamo il primo partito di maggioranza relativa!

PRESIDENTE. Mi aveva chiesto di avere un tempo un poco più ampio e lo ha avuto ampiamente, però, a questo punto, deve concludere e magari lasciare i quesiti al Ministro, che così sarà in grado di rispondere. Mi scusi, collega Aprea, non è assolutamente mancanza di cortesia, ma è - diciamo così - una questione di equilibrio.

VALENTINA APREA. Onorevole presidente, i tempi in quest'Aula sono tali che risulta difficile intervenire ...

PRESIDENTE. Tutto si può dire, però, tranne che lei non possa parlare!

VALENTINA APREA. Le chiederei allora la cortesia di consentire che i quesiti che non posso ora formulare, e che trasmetto al Ministro, siano pubblicati in calce al resoconto della seduta.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Aprea, i suoi quesiti saranno pubblicati in allegato al resoconto.

ANTONIO RUSCONI. Deluderò il Ministro perché non avrò la stessa carica emotiva della collega Aprea. Invidio le sue capacità profetiche, lo dico con simpatia all'amica Valentina. A tutte le audizioni del Ministro si presenta con il testo già scritto; io, siccome non so mai prima cosa dirà il Ministro, scrivo dopo perché ho sempre l'idea che ci faccia qualche sorpresa.
Ritengo che si tratti di un provvedimento non eccezionale ma dovuto, che riporta un poco di giustizia e di serietà. Lo dico pensando al mio ultimo anno nel triennio delle scuole medie superiori, dove in classi parallele, con le stesse insufficienze nelle stesse materie, qualche studente ha riportato dei debiti e qualcun'altro è stato invece bocciato. Ciò è avvenuto perché in una classe il mancato recupero dei debiti è stato ritenuto come un debito in più, in un'altra classe il mancato recupero dei debiti non si è neanche giudicato, perché si è pensato di dare un'altra opportunità il prossimo anno. Ciò è quanto avviene oggi quotidianamente nella scuola italiana.
Non solo, ma siccome gli alunni sono stati molto più svelti e svegli di noi a capire come funzionavano i debiti, qualcuno ha capito che prendendo solo quattro in inglese per tre anni di fila alle scuole superiori, poteva diventare comunque ragioniere invece di conseguire la maturità scientifica, perché con un solo debito non si bocciava. Che poi questo alunno si presentasse al colloquio e sapesse tre parole - o magari neanche quelle - di inglese o di economia aziendale, non importava: noi con un debito non lo potevamo bocciare. E quindi gli alunni, che erano molto più svegli di noi lo attuavano. Noi abbiamo impiegato tredici anni a capirlo, gli alunni ci hanno impiegato due o tre anni in tutto, individuando cosa si poteva non studiare ed essere promossi ugualmente.
Allora, dire che andava bene continuare in questo modo... Si può discutere sulla soluzione che il Ministro propone, ma sostenere che tutto funzionasse in questo modo mi sembra un poco eccessivo.
Riferisco due dati. Dobbiamo cercare di ripristinare un poco più di giustizia - per quanto è possibile alla giustizia umana nella scuola - e un poco più di merito: non nel senso di differenziare, ma nel senso che non possono andare avanti in questo modo alunni che hanno fatto i furbi (ossia che hanno calcolato cosa non studiare) rispetto ad alunni che hanno studiato. Quindi un «merito alla rovescia». Anzi - e concludo per rispettare quanto ha detto il presidente; altre cose le farò pervenire per iscritto - all'interno di una riflessione generale sono disponibile per un disegno di legge bipartisan che preveda il ripristino vero e proprio degli esami di settembre, come era una volta (Commenti della deputata Aprea). Perché se abbiamo fatto una riflessione - ossia che dopo 12 anni il sistema non funziona (Commenti) - dire di proseguire in questo modo mi sembra la risposta peggiore a danno di quegli insegnanti e di quei ragazzi che affrontano seriamente la scuola italiana.

NICOLA BONO. Grazie, signor Presidente. Io che ho sempre apprezzato gli interventi della collega Aprea, questa mattina mi devo dissociare: infatti non potrei mai condividere l'opinione della collega sul fatto che lei, signor Ministro, ricalca il ministero di Gentile. Non mi pare coerente (si ride)...

VALENTINA APREA. Erano altri tempi, erano altri tempi!

NICOLA BONO. ...né lontanamente somigliante, per cui credo sia stata una concessione della collega Aprea - che stimo ed apprezzo, e lei lo sa - alla foga oratoria.
Detto ciò e con questa doverosa precisazione, mi associo certamente - a nome di tutta Alleanza Nazionale - alla condanna decisa e senza alcun tipo di condizionamento ai fenomeni di xenofobia che anche nella scuola hanno cominciato ad appalesarsi. Sono l'espressione di una ignoranza diffusa ed è grave che ciò avvenga della scuola perché significa che questa, nella fattispecie, dimostra ancora di più il proprio sostanziale fallimento. Sono fenomeni che vanno contrastati non solo con norme di polizia, ma anche e soprattutto con l'educazione alla tolleranza ed al rispetto degli altri.
Entrando nel merito della questione, tenuto conto che il Ministro ha fatto una premessa, vorrei farne una sulla stessa linea. Veda, signor Ministro, mi sto convincendo - più passa il tempo nella sua gestione del Ministero - che lei probabilmente avrebbe reso di più a Ministero per i beni culturali piuttosto che a quello della pubblica istruzione. Perché come «Ministro degli effetti speciali» è effettivamente inimitabile. La sua capacità di comunicazione e di trasmissione di grandi novità sul nulla o sulla ripetizione delle intuizioni del Governo precedente, credo che passerà alla storia come uno degli esempi di originalità più incisiva del Governo Prodi. Perché il dato che emerge dalle sue iniziative, sia in termini di ripristino della perduta autorità della scuola, sia in termini di lotta al bullismo, sia in termini di recupero - come in questo caso - di una selezione meritocratica all'interno della scuola, è che sono soltanto forme di comunicazione ed «effetti-annuncio». Non hanno quasi mai il contenuto della novità. Anche perché da un Ministro che proviene da una cultura politica e sindacale storicamente responsabile della perdita di autorità della scuola e del degrado che la affligge da decenni, credo non ci si possa aspettare un risultato né decisionista né terapeutico ai fini del superamento di questi mali, che affliggono la nostra istituzione scolastica da fin troppo tempo.
Veda, signor Ministro, la scuola non può basarsi su principi che non siano fortemente collegati alla meritocrazia, perché l'unico modo che ha la scuola di intervenire sulle differenze sociali è superarle attraverso la cultura e il sapere trasmesso dalla competitività meritocratica. Questo è l'elemento che aiuta a superare le differenze ed è anche il grande fallimento di tutte le concezioni di gestione della scuola di questo nostro tempo. È il fallimento di tutte le forze politiche perché tutte si ispirano, da questo punto di vista, ad obiettivi di superamento delle differenze delle classi sociali attraverso la scuola, ma soprattutto è il fallimento del Governo della sinistra che ha fatto di questo uno dei punti di forza della sua battaglia politica e ideale, se non addirittura ideologica: questo è il grande fallimento. Il fallimento è nell'avere preteso che si potesse dare vita ad una istituzione scolastica che, nel permissivismo, nel lassismo, nell'abbattimento dei meccanismi di meritocrazia, potesse aiutare a superare le differenze, senza capire che chi aveva le risorse, chi apparteneva ad una famiglia di ceto sociale elevato, quel problema della massificazione del sapere lo poteva superare attraverso altri mezzi o aveva comunque altri strumenti per affermarsi nella vita, mentre chi era figlio di un ambiente di minore spessore economico e sociale era ed è condannato ad essere nell'impossibilità di fare il salto di qualità, tranne casi eccezionali e situazioni di particolare individuale capacità.
Ecco perché non sono critico nei confronti del decreto che lei ha fatto, signor Ministro, se vogliamo poi parametrare il ragionamento sull'argomento di cui stiamo parlando. Non sono critico perché ha il grande merito di avere, comunque, riaperto il dibattito su criteri di meritocrazia all'interno della scuola. È questo un dato che io ritengo, presidente, debba vederci di nuovo impegnati non solo sul piano della predisposizione di norme di legge, ma anche sul piano del dibattito e dell'approfondimento: questo è quanto colgo di positivo nell'avere riproposto i termini della questione. Tuttavia, noto l'assoluta insufficienza di questo provvedimento. Ecco perché Rusconi poi, giustamente, arriva ad una conclusione che si può condividere oppure non condividere però è corretta: attraverso questo decreto non stiamo facendo altro che ripetere, lo diceva bene la collega Aprea che voglio richiamare in questa fase del mio intervento, norme che erano contenute in provvedimenti già emanati dal Ministro Moratti. Il decreto li ripete e li ripropone in una condizione, anche di tempistica e di verifica dei vari passaggi, leggermente diversa, ma non intacca la sostanza. La sostanza è che colui il quale abbia maturato un debito formativo, sostanzialmente può non superarlo e passare ugualmente l'anno scolastico.
Tutti i ragionamenti di questo mondo sulle autonomie scolastiche e sull'esigenza di rispettare criteri didattici non possono comunque confliggere con la circostanza che i ragazzi debbono andare avanti sulla base di competenze e preparazioni acquisite e che queste competenze e acquisizioni di sapere debbono essere verificate, comprovate e confermate.
Concludo quindi esprimendo un giudizio negativo sulla mancanza di coraggio: signor Ministro, se lei vuole essere coerente con quanto afferma, non deve emanare un decreto in cui si ripropongono in termini diversi, facendo il maquillage, chiamiamolo così, norme relative all'acquisizione delle valutazioni di meritocrazia. Lei deve avere il coraggio di affrontare il fatto che in questo momento la scuola italiana non è in grado di fare selezione meritocratica. Questo è un problema? Secondo me sì e va affrontato di petto, nel senso che, se esistono aspetti che possono essere superati, anche attraverso meccanismi di valutazione più cogenti, si deve agire in tal senso. Altrimenti, Ministro, si astenga dal fare provvedimenti senza contenuto e con un unico obiettivo: quello, come si diceva nei tempi passati, di fare «a muina», cioè dare ad intendere che ci stiamo muovendo, creando un grande scambio di effetti speciali e fuochi artificiali, ma sostanzialmente lasciando inalterate le cose nella loro incapacità di dare risposte alle attese dei cittadini, in questo caso degli studenti.

ALBA SASSO. Vedo che abbiamo ancora pochissimi minuti nei quali colgo l'occasione per associarmi a quanto detto dal Ministro in apertura di seduta. Credo sia importante fare qualcosa, signor Ministro, perché la paura del diverso è una pulsione naturale dell'animo umano. È evidente che poi, ad un certo momento, interviene l'educazione a far capire, a far comprendere e così via, ma se questa educazione, impartita da tanti docenti bravissimi nelle nostre scuole, si deve scontrare con grida giornalistiche che incitano alla tolleranza zero, questioni rispetto alle quali è intervenuto anche il Papa - meno male -, allora io credo che i bambini, quelli più deboli, quelli più fragili anche socialmente e culturalmente, siano i primi ad essere attirati in questa spirale. Quindi concordo con il presidente: è necessario che questa Commissione si faccia sentire, pur in una situazione di questo genere che, effettivamente, non riusciamo a dominare a causa della pressione così forte dei mass media. Nella scuola esempi di xenofobia e di razzismo ci sono già stati negli anni precedenti e quando trovano un contesto favorevole si moltiplicano: questo mi pare ovvio.
Ma veniamo al decreto. Signor Ministro, vorrei sottoporre alla sua attenzione due dati. Il primo è che la maggior parte dei ragazzi che escono dalla scuola media - una forbice che va dal 42 al 54 per cento - esce con la qualifica di sufficiente; solo il 17 per cento dei ragazzi della scuola media italiana esce con ottimo. Il secondo dato - non ricordo lo ricordo in termini esatti -, riguarda la percentuale molto alta di coloro che hanno carenze in matematica, un aspetto molto diffuso nella nostra scuola.
Cito questi due dati - ne potrei citare tanti altri - perché sono convinta che la questione del recupero dei debiti e quella della lotta alla dispersione vadano di pari passo. Ritengo che il decreto emanato dal Ministro centri un problema che oggi è drammatico nella scuola, perché se non seleziona la scuola, selezionerà la vita. La sinistra non è mai stata lassista; don Milani, onorevole Bono, li faceva studiare di più i ragazzi, non di meno.

NICOLA BONO. Che c'entra don Milani con la sinistra!

ALBA SASSO. Don Milani c'entra con la sinistra!

VALENTINA APREA. Che c'entra con la sinistra! Nelle scuole private cattoliche li faceva studiare!

ALBA SASSO. Non era una scuola privata cattolica. Comunque, don Milani, e tutto il movimento di sinistra sulla scuola non è stato mai lassista. Onorevole Aprea, le dico che ascolto i suoi interventi senza sollevare un sopracciglio e ci sarebbe da farlo. La prego, glielo dico un'ulteriore volta, di non interrompermi.
Ovviamente questo decreto presenta una serie di problemi, signor Ministro, lei lo sa bene, lo ha anche detto nel suo intervento, rispetto ai quali, però, è chiaro che ci deve essere un impegno da parte della scuola autonoma. È vero che il recupero comincia da una didattica diversa, da un modo diverso di lavorare: molte scuole già lavorano con una didattica laboratoriale. Allora, io ritengo, signor Ministro, che occorra dare fiducia alla capacità della scuola migliore di attivare percorsi di recupero che non siano solamente la sanatoria finale, la lotta contro l'emergenza, ma la prevenzione nella didattica, nel lavoro quotidiano.
Ci sono alcuni punti da lei sollevati, signor Ministro, che vorrei segnalare. Se il recupero, durante l'anno scolastico, è parte integrante del lavoro delle scuole, mi chiedo perché i genitori debbano opporsi al recupero medesimo. È come se i genitori faccio decidessero che non di deve studiare storia o geografia. Allora, o questo recupero è strettamente legato all'attività didattica, oppure diventa effettivamente qualcosa di esterno.
Per quanto riguarda i corsi di recupero estivi, ritengo che bisognerebbe cercare di non arrivare all'emergenza, ma lavorare durante l'anno scolastico.
Per quanto riguarda poi la necessità di attivare dei corsi, visto che nel decreto è scritto concretamente che è la scuola autonoma a decidere, scommetterei maggiormente sulla capacità delle scuole di progettare il percorso didattico.
Un'ultima questione da affrontare, signor Ministro. Faccio questo esempio perché lei è medico e quindi forse può essere d'accordo con me. Ho sempre pensato che al pronto soccorso ci dovessero essere i medici migliori, quasi i luminari, perché lì si decide della vita o della morte delle persone. Analogamente, penso che il recupero sia un'attività molto complessa e molto difficile che vada affidata agli specialisti migliori, anche pagandoli di più: su questo non ho alcun problema. Naturalmente questo decreto chiama in causa tante altre problematiche, signor Ministro, prima tra tutte l'aggiornamento degli insegnanti che è stato abbandonato. Uno studente mi disse: «Perché mi fate fare un corso di recupero e non segnalate, invece, quei docenti che sono autori delle nostre lacune?». Con ciò voglio dire che questo è un decreto che richiede altri interventi e una discussione vera e approfondita sulla questione della lotta alla dispersione, della possibilità di recuperare e sanare i debiti degli studenti, ma direi anche i debiti della scuola.

PRESIDENTE. Purtroppo dobbiamo concludere l'audizione per i concomitanti impegni del Ministro e della Commissione; me ne scuso con i colleghi.
Il tema della meritocrazia ci può impegnare in modo pieno come Commissione, come suggerivano gli ultimi interventi e credo che, proprio nell'ambito della discussione e delle indagini da noi già decise su tali questioni, potremo ritornare sull'argomento in modo più approfondito.
Do la parola al Ministro per una breve replica.

GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione. Vorrei solo dire all'onorevole Bono, sicuramente più competente ed esperto di me sui beni culturali, che ha ragione: la vera svolta che posso registrare, che è un grande effetto speciale, di consiste nel provare a passare dal dire al fare, caratteristica sconosciuta in un settore come quello scolastico nel quale, negli anni precedenti, si era più abituati a dire e quasi mai a fare. Noi abbiamo provato a dire di meno e a fare qualcosa di più: questo è un dato di fatto ed è oggettivamente un grande effetto speciale.
Inoltre, vi pregherei di non dirmi ogni volta che copio qualcosa: riprodurre una splendida opera di Leonardo o di Michelangelo vuol dire realizzare una copia che diventa un falso d'autore; copiare le intenzioni, le chiacchiere e le fantasie vuol dire copiare le creatività represse e non realizzate; copiare le intenzioni è una cosa che io, particolarmente dedito all'impegno, non riesco proprio a fare. Non ho trovato traccia di cose fatte; ho trovato traccia di ipotesi, di sbarramenti, di minacce, di progetti. Ho provato a fare questo: sarà giusto, sarà sbagliato, è un fatto. Già riuscire a discutere dei fatti è meglio che provare a copiare i fatti che non ci sono stati.
Ci sono, poi, alcune cose che ritengo, per onestà intellettuale di tutti noi, non debbano essere dette: si smetta dire cose non vere. Se il decreto ha un passaggio chiaro, questo è che l'ordinanza sugli scrutini non scarica nulla sulle famiglie: scarica sul Ministero della pubblica istruzione e sulle istituzioni autonome l'obbligo di fare, a proprie spese, i corsi di recupero, sui quali abbiamo investito più di 200 milioni di euro. Credo che ciò avvenga per la prima volta nella storia della Repubblica. Non si può dire tutto e il contrario di tutto. Averci messo sopra 200 milioni di euro, forse 230 e se servono anche 260 e sentirmi dire che si scarica sulle famiglie è una cosa insopportabile! Vi pregherei di non dirlo più perché non è così, non è vero. Non potete dire tutto e il contrario di tutto, perché questo non è il doposcuola. È la prima volta che si scrive sopra un'ordinanza sugli scrutini che va fatto un modello personalizzato di recupero didattico dello studente, sia nel corso individuale che nelle ore pomeridiane.
C'è un motivo per la scelta del modulo di quindici ore. In precedenza i corsi di recupero diventavano di quattro ore: quello era ciò che mandava a ripetizione privata gli studenti, perché in quattro ore un debito vero non si recupera. Aver scritto che la durata del corso non può essere inferiore alle quindici ore e averne aggiunte altre sei mattutine, laddove la scuola lo ritenga opportuno, significa valorizzare l'autonomia scolastica.
Il merito è lo strumento grazie al quale chi non ha i mezzi può accedere alle classi dirigenti. Privare del merito chi non ha i mezzi significa fare una selezione classista per l'accesso alle classi dirigenti, farla non in base a ciò che uno è, ma in base a ciò che uno ha e questo credo sia un punto che, qualche volta, fa la differenza.
I docenti che devono fare i corsi di recupero sono quelli di ruolo, ma l'autonomia non è cosa che si possa prendere e lasciare. Abbiamo detto che la scelta spetta al consiglio dei docenti e al consiglio di classe, il quale sa quando un docente sia più o meno idoneo. Di norma, devono intervenire i professori di ruolo; se così non sarà è perché in base all'autonomia scolastica, che non possiamo invocare solo quando ci fa comodo, si sceglie se quel docente sia la persona più idonea a farlo, se serva il docente dell'altra classe, se serva il docente di un altro istituto o se serva magari il giovane laureato o il docente in pensione. L'unica circostanza che ha tranquillizzato tutti è che, poiché mi avete fatto diventare la barzelletta dei CEPU e delle scuole, abbiamo scritto che gli enti profit non possono fare i corsi di recupero: credo che almeno questo sia un chiarimento.
I 50 euro sono il corrispettivo orario per i docenti di ruolo della scuola. Questo è stato concordato all'interno del contratto ed è quello che verrà dato e pagato. Per il resto, le autonomie scolastiche che si chiamano tali e che avranno le risorse sapranno se intendano avvalersi di soggetti esterni, quando e come sceglierli: l'importante è che ci sia la certificazione, per la prima volta monitorata dalle direzioni scolastiche regionali e dal Ministero, che i corsi di recupero non siano sulla carta, ma siano effettivi, che gli studenti abbiano l'opportunità di parteciparvi e di sapere in data certa se abbiano superato o meno le loro lacune. Ciò al fine di evitare che si arrivi al quinto anno e si debba ripeterlo perché non si è superato il debito in matematica del terzo.

PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 11.10.

7a 6 Risoluzione 7-00251 Sasso: Promozione nelle scuole di progetti culturali e formativi volti a contrastare fenomeni di omofobia e bullismo

La VII Commissione,
premesso che:
gli episodi di intolleranza e omofobia accaduti anche nel corso di questo anno scolastico, che hanno avuto come estrema e tragica manifestazione il drammatico suicidio dei giovane studente dell'istituto Sommelier, hanno riproposto l'esigenza di una iniziativa coordinata di carattere educativo e culturale da condurre direttamente nelle scuole;
l'urgenza di discontinuità dal passato in materia di diritti e pari opportunità e dignità è sempre più impellente;
il 17 maggio 1990 l'Assemblea Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) eliminava l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali;
la non discriminazione è un principio fondamentale su cui si basa l'Unione europea;
tale principio è riportato nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare all'articolo 6 «Diritto alla libertà e alla sicurezza» e all'articolo 7 «Rispetto della vita privata e della vita familiare»;
con le direttive della Comunità europea nn. 2000/43/CE del 29 giugno 2000 e 2000/78/CE dei 27 novembre 2000 si attua il principio della parità di trattamento tra le persone indipendentemente dall'origine etnica e si stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materie di occupazione e di condizione di lavoro che proibiscono le discriminazioni dirette o indirette basate sull'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o l'orientamento sessuale;
l'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, al primo capoverso, vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni pubbliche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali;
la Risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007 sull'omofobia in Europa «sottolinea che il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto, l'uguaglianza e la non discriminazione sono valori fondamentali»;
l'articolo 3 della Costituzione italiana sancisce che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di convinzioni personali e sociali»
impegna il Governo:
a favorire la diffusione nel mondo della scuola di specifici progetti educativi, preventivi e di ricerca realizzati e co-realizzati con la collaborazione delle Associazioni dei genitori, operanti nel settore;
a promuovere e sostenere progetti culturali e formativi che contribuiscano, al di là di ogni generico richiamo alla «tolleranza», alla diffusione del rispetto e della cultura del riconoscimento delle differenze, in particolare quelle di genere e delle diversità, alla diffusione di un clima di prevenzione del bullismo e di ogni tipo di violenza, in particolar modo esperita nei confronti dei minorenni;
a collaborare all'elaborazione su tali temi di progetti di formazione dei docenti.

 

Senato

 

Aula 27, 28 Il 28 novembre l'Aula approva definitivamente il DdL di conversione in Legge del DL 159/07: Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l’equità sociale
Aula 5, 6, 7, 8, 9, 10, 12, 13, 14, 15 Il 15 novembre l'Aula approva il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge Finanziaria 2008

Art. 5.
(Disposizioni in materia di accise ed ulteriori interventi nel settore tributario)

39. Per l'anno 2008 ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, anche non di ruolo con incarico annuale, ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, spetta una detrazione dall'imposta lorda e fino a capienza della stessa nella misura del 19 per cento delle spese documentate sostenute ed effettivamente rimaste a carico, fino ad un importo massimo delle stesse di 500 euro, per l'autoaggiornamento e per la formazione.

Art. 36.
(Edilizia scolastica, penitenziaria e sanitaria)

2. Il fondo di cui all'articolo 32-bis del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, è incrementato di 20 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2008, da destinare ad interventi di adeguamento strutturale ed antisismico degli edifici del sistema scolastico, nonché alla costruzione di nuovi immobili sostitutivi degli edifici esistenti, laddove indispensabili a sostituire quelli a rischio sismico, secondo programmi basati su aggiornati gradi di rischiosità.
3. Per l'utilizzazione delle risorse di cui al comma 2, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al comma 2 dell'articolo 32-bis del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, è emanato sentiti i Ministri delle infrastrutture, della pubblica istruzione e dell'economia e delle finanze.

Art. 50.
(Rilancio dell'efficienza e dell'efficacia della scuola)

1. Per una maggiore qualificazione dei servizi scolastici, da realizzare anche attraverso misure di carattere strutturale, sono adottati i seguenti interventi:
a) a partire dall'anno scolastico 2008/2009, per l'istruzione liceale, l'attivazione delle classi prime dei corsi sperimentali passati ad ordinamento, ai sensi del regolamento di cui al decreto del Ministro della pubblica istruzione 26 giugno 2000, n. 234, è subordinata alla valutazione della congruenza dei quadri orari e dei piani di studio con i vigenti ordinamenti nazionali;
b) il numero delle classi prime e di quelle iniziali di ciclo dell'istruzione secondaria di secondo grado si determina tenendo conto del numero complessivo degli alunni iscritti, indipendentemente dai diversi indirizzi, corsi di studio e sperimentazioni passate ad ordinamento. Negli istituti in cui sono presenti ordini o sezioni di diverso tipo, le classi prime si determinano separatamente per ogni ordine e tipo di sezione;
c) il secondo periodo del comma 1 dell'articolo 3 del decreto-legge 3 luglio 2001, n. 255, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 agosto 2001, n. 333, è sostituito dal seguente: «Incrementi del numero delle classi, ove necessario, sono disposti dal dirigente scolastico interessato previa autorizzazione del competente direttore generale regionale, secondo i parametri di cui al decreto del Ministro della pubblica istruzione 24 luglio 1998, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 264 dell'11 novembre 1998.»;
d) l'assorbimento del personale di cui all'articolo 1, comma 609, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è completato entro il termine dell'anno scolastico 2009/2010, e la riconversione del suddetto personale è attuata anche prescindendo dal possesso dello specifico titolo di studio richiesto per il reclutamento del personale, tramite corsi di specializzazione intensivi, compresi quelli di sostegno, cui è obbligatorio partecipare.
2. Le economie di spesa di cui all'articolo 1, comma 620, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da conseguire ai sensi dei commi da 605 a 619 del medesimo articolo, nonché quelle derivanti dagli interventi di cui al comma 1, lettere a), b), c) e d), del presente articolo sono complessivamente determinate come segue: euro 535 milioni per l'anno 2008, euro 897 milioni per l'anno 2009, euro 1.218 milioni per l'anno 2010 ed euro 1.432 milioni a decorrere dall'anno 2011. Al fine di garantire l'effettivo conseguimento degli obiettivi di risparmio relativi agli interventi di cui al comma 1, lettere da a) a d), del presente articolo, si applica la procedura prevista dall'articolo 1, comma 621, lettera b), della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
3. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 1, comma 605, lettera b), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il numero dei posti degli insegnanti di sostegno, a decorrere dall'anno scolastico 2008/2009, non può superare complessivamente il 25 per cento del numero delle sezioni e delle classi previste nell'organico di diritto dell'anno scolastico 2006/2007. Il Ministro della pubblica istruzione, con decreto adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, definisce modalità e criteri per il conseguimento dell'obiettivo di cui al precedente periodo. Tali criteri e modalità devono essere definiti con riferimento alle effettive esigenze rilevate, assicurando lo sviluppo dei processi di integrazione degli alunni diversamente abili anche attraverso opportune compensazioni tra province diverse ed in modo da non superare un rapporto medio nazionale di un insegnante ogni due alunni diversamente abili.
4. La dotazione organica di diritto relativa ai docenti di sostegno è progressivamente rideterminata, nel triennio 2008-2010, fino al raggiungimento, nell'anno scolastico 2010/2011, di una consistenza organica pari al 70 per cento del numero dei posti di sostegno complessivamente attivati nell'anno scolastico 2006/2007, fermo restando il regime autorizzatorio in materia di assunzioni previsto dall'articolo 39, comma 3-bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449. Conseguentemente, anche al fine di evitare la formazione di nuovo personale precario, all'articolo 40, comma 1, settimo periodo, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, sono soppresse le parole da: «nonché la possibilità» fino a: «particolarmente gravi,», fermo restando il rispetto dei princìpi sull'integrazione degli alunni diversamente abili fissati dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104. Sono abrogate tutte le disposizioni vigenti non compatibili con le disposizioni previste dal comma 3 del presente articolo e dal presente comma.
5. All'articolo 1, comma 605, lettera c), secondo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole: «20.000 unità» sono sostituite dalle seguenti: «30.000 unità».
6. Nelle more del complessivo processo di riforma della formazione iniziale e del reclutamento dei docenti, anche al fine di assicurare regolarità alle assunzioni di personale docente sulla base del numero dei posti vacanti e disponibili effettivamente rilevati e di eliminare le cause che determinano la formazione di precariato, con regolamento adottato dal Ministro della pubblica istruzione ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sentiti il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario da rendere entro il termine di quarantacinque giorni, decorso il quale il provvedimento può essere comunque adottato, è definita la disciplina procedurale per il reclutamento del personale docente, attraverso concorsi ordinari, con cadenza biennale, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente per il reclutamento del personale docente, senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica e fermo restando il vigente regime autorizzatorio delle assunzioni. È comunque fatta salva la validità delle graduatorie di cui all'articolo 1, comma 605, lettera c), della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Sono abrogati l'articolo 5 della legge 28 marzo 2003, n. 43, e il decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 227.
7. Con atto di indirizzo del Ministro della pubblica istruzione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, adottato entro il 31 marzo 2008, d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono stabiliti finalità, criteri e metodi della sperimentazione di un modello organizzativo volto a innalzare la qualità del servizio di istruzione e ad accrescere efficienza ed efficacia della spesa. La sperimentazione riguarda gli anni scolastici 2008/2009, 2009/2110 e 2010/2011 e gli ambiti territoriali, di norma provinciali, individuati nel medesimo atto di indirizzo.
8. L'atto di indirizzo di cui al comma 7 contiene riferimenti relativi a:
a) tipologie degli interventi possibili per attuare il miglioramento della programmazione dell'offerta formativa, della distribuzione territoriale della rete scolastica, dell'organizzazione del servizio delle singole istituzioni scolastiche, ivi compresi gli eventuali interventi infrastrutturali e quelli relativi alla formazione e alla organizzazione delle classi, anche in deroga ai parametri previsti dal decreto del Ministro della pubblica istruzione 24 luglio 1998, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 264 dell'11 novembre 1998;
b) modalità con cui realizzare il coordinamento con le regioni, gli enti locali e le istituzioni scolastiche competenti per i suddetti interventi;
c) obiettivi di miglioramento della qualità del servizio e di maggiore efficienza in termini di rapporto insegnanti-studenti;
d) elementi informativi dettagliati relativi alle previsioni demografiche e alla popolazione scolastica effettiva, necessari per predisporre, attuare e monitorare gli obiettivi e gli interventi di cui sopra;
e) modalità di verifica e monitoraggio dei risultati conseguiti al fine della quantificazione delle relative economie di spesa tenendo conto della dinamica effettiva della popolazione scolastica;
f) possibili finalizzazioni delle risorse finanziarie che si rendano disponibili grazie all'aumento complessivo dell'efficienza del servizio di istruzione nell'ambito territoriale di riferimento;
g) modalità con cui realizzare una valutazione dell'effetto degli interventi e base informativa necessaria a tale valutazione.
9. In ciascuno degli ambiti territoriali individuati ai sensi del comma 7, opera un organismo paritetico di coordinamento costituito da rappresentanti regionali e provinciali dell'Amministrazione della pubblica istruzione, delle regioni, degli enti locali e delle istituzioni scolastiche statali, con il compito di:
a) predisporre un piano triennale territoriale che, anche sulla base degli elementi informativi previsti dall'atto di indirizzo di cui al comma 7, definisca in termini qualitativi e quantitativi gli obiettivi da raggiungere;
b) supportare le azioni necessarie all'attuazione del piano di cui alla lettera a), nonché proporre gli opportuni adeguamenti annuali al piano triennale stesso anche alla luce di scostamenti dalle previsioni, previa ricognizione degli interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi.
10. Le proposte avanzate dall'organismo paritetico di coordinamento sono adottate, con propri provvedimenti, dalle amministrazioni competenti. L'organismo paritetico di coordinamento opera senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica.
11. I piani di cui al comma 9 sono adottati fermo restando, per la parte di competenza, quanto disposto dall'articolo 1, comma 620, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni.
12. L'ufficio scolastico regionale effettua il monitoraggio circa il raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano di cui al comma 9, ne riferisce all'organismo paritetico di coordinamento e predispone una relazione contenente tutti gli elementi necessari da inviare al Ministero della pubblica istruzione al fine di effettuare, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, la verifica delle economie aggiuntive effettivamente conseguite, per la riassegnazione delle stesse allo stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione.
13. Nel triennio di sperimentazione, le economie di cui al comma 12 confluiscono in un fondo iscritto nello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione, per essere destinate alle istituzioni pubbliche che hanno concorso al raggiungimento degli obiettivi, per le finalità di miglioramento della qualità del settore della pubblica istruzione.
14. Entro la fine dell'anno scolastico 2010/2011, sulla base del monitoraggio condotto ai sensi del comma 12 e della valutazione degli effetti di tale sperimentazione di cui al comma 8, lettera g), il Ministro della pubblica istruzione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, adotta, previa intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, un atto di indirizzo finalizzato all'estensione all'intero territorio nazionale del modello organizzativo adottato negli ambiti territoriali individuati ai sensi del comma 7, tenendo conto degli elementi emersi dalla sperimentazione.
15. Al fine di pervenire a una gestione integrata delle risorse afferenti il settore dell'istruzione, per gli interventi a carico del fondo di cui al comma 13 può trovare applicazione l'articolo 8 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 1994, n. 367.

Art. 51.
(Risorse per attività di supporto al settore della scuola)

1. Nell'ambito dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 634, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, a decorrere dall'anno 2008, un importo fino ad un massimo del 15 per cento della predetta autorizzazione di spesa è finalizzato: ai servizi istituzionali e generali dell'Amministrazione della pubblica istruzione; all'attività di ricerca e innovazione con particolare riferimento alla valutazione del sistema scolastico nazionale; alla promozione della cooperazione in materia culturale dell'Italia nell'Europa e nel mondo.

Art. 52.
(Strumenti per elevare l'efficienza e l'efficacia del sistema universitario nazionale)

1. Ai fini del concorso dello Stato agli oneri lordi per gli adeguamenti retributivi per il personale docente e per i rinnovi contrattuali del restante personale delle università, nonché in vista degli interventi da adottare in materia di diritto allo studio, di edilizia universitaria e per altre iniziative necessarie inerenti il sistema delle università, nello stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca è istituto un fondo con una dotazione finanziaria di 550 milioni di euro per l'anno 2008, di 550 milioni di euro per l'anno 2009 e di 550 milioni di euro per l'anno 2010, comprensiva degli importi indicati all'articolo 95, commi 8 e 14, della presente legge. Tale somma è destinata ad aumentare il Fondo di finanziamento ordinario per le università (FFO), per far fronte alle prevalenti spese per il personale e, per la parte residua, ad altre esigenze di spesa corrente e d'investimento individuate autonomamente dagli atenei.
2. L'assegnazione delle risorse di cui al comma 1 è subordinata all'adozione entro gennaio 2008 di un piano programmatico, approvato con decreto del Ministro dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI). Tale piano è volto a:
a) elevare la qualità globale del sistema universitario e il livello di efficienza degli atenei;
b) rafforzare i meccanismi di incentivazione per un uso appropriato ed efficace delle risorse, con contenimento dei costi di personale a vantaggio della ricerca e della didattica;
c) accelerare il riequilibrio finanziario tra gli atenei sulla base di parametri vincolanti, di valutazioni realistiche e uniformi dei costi futuri e, in caso di superamento del limite del 90 per cento della spesa di personale sul FFO, di disposizioni che rendano effettivo il vincolo delle assunzioni di ruolo limitate rispetto alle cessazioni;
d) ridefinire il vincolo dell'indebitamento degli atenei considerando, a tal fine, anche quello delle società ed enti da essi controllati;
e) consentire una rapida adozione di un sistema programmatorio degli interventi che preveda adeguati strumenti di verifica e monitoraggio da attivare a cura del Ministero dell'università e della ricerca, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, sentita la CRUI, e che condizioni l'effettiva erogazione delle maggiori risorse all'adesione formale da parte dei singoli atenei agli obiettivi del piano.
2-bis. Al fine di incrementare l'assegno di dottorato di ricerca il Fondo di finanziamento ordinario è aumentato di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010.

Art. 67.
(Sicurezza sui luoghi di lavoro)

1. All'articolo 1, comma 2, lettera p), alinea, della legge 3 agosto 2007, n. 123, le parole: «, da finanziare, a decorrere dall'anno 2008, per le attività di cui ai numeri 1) e 2) della presente lettera, a valere, previo atto di accertamento, su una quota delle risorse di cui all'articolo 1, comma 780, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, accertate in sede di bilancio consuntivo per l'anno 2007 dell'INAIL,» sono soppresse.
2. All'articolo 1 della citata legge 3 agosto 2007, n. 123, dopo il comma 7 è aggiunto, in fine, il seguente:
«7-bis. Per l'attuazione del principio di delega di cui al comma 2, lettera p), è previsto uno stanziamento di 50 milioni di euro a decorrere dal 1º gennaio 2008».
3. La dotazione del fondo di cui all'articolo 1, comma 1187, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è incrementata di 2,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 e di 10 milioni di euro a decorrere dal 2010.

Art. 94.
(Misure straordinarie in tema di mobilità del personale delle pubbliche amministrazioni)

1. Al fine di rispondere alle esigenze di garantire la ricollocazione di dipendenti pubblici in situazioni di esubero e la funzionalità degli uffici delle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, delle Agenzie, incluse le Agenzie fiscali, degli enti pubblici non economici, degli enti di ricerca e degli enti di cui all'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica ed il Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato possono autorizzare, per il biennio 2008-2009, in base alla verifica della compatibilità e coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica delle richieste di autorizzazione a nuove assunzioni presentate dalle amministrazioni, corredate dai documenti di programmazione dei fabbisogni, la stipulazione di accordi di mobilità, anche intercompartimentale, intesi alla ricollocazione del personale presso uffici che presentino consistenti vacanze di organico.
2. Gli accordi di cui al comma 1 definiscono modalità e criteri dei trasferimenti, nonché eventuali percorsi di formazione, da attuare nei limiti delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, nel rispetto delle vigenti normative, anche contrattuali.
3. Per le medesime finalità e con i medesimi strumenti di cui al comma 1, possono essere disposti trasferimenti anche temporanei di contingenti di marescialli dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica in situazioni di esubero, da ricollocare, previa selezione in relazione alle effettive esigenze, prioritariamente in un ruolo speciale ad esaurimento del personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare di cui al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195. Con gli strumenti di cui al comma 1 vengono definiti gli aspetti relativi al trattamento giuridico ed economico del personale interessato, nonché i profili finanziari, senza maggiori oneri per la finanza pubblica.
4. Per le medesime finalità e con i medesimi strumenti di cui al comma 1, può essere disposta la mobilità, anche temporanea, del personale docente dichiarato permanentemente inidoneo ai compiti di insegnamento. A tali fini detto personale è iscritto in un ruolo speciale ad esaurimento. Nelle more della definizione del contratto collettivo nazionale quadro per la equiparazione dei profili professionali, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della pubblica istruzione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono definiti, in via provvisoria, i criteri di raccordo ed armonizzazione con la disciplina contrattuale ai fini dell'inquadramento in profili professionali amministrativi, nonché, con le modalità di cui al comma 2, gli appositi percorsi formativi finalizzati alla riconversione professionale del personale interessato. Con gli strumenti di cui al comma 1 vengono disciplinati gli aspetti relativi al trattamento giuridico ed economico del personale interessato, nonché i profili finanziari, senza maggiori oneri per la finanza pubblica.
5. Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica è istituita la banca dati informatica finalizzata all'incontro tra la domanda e l'offerta di mobilità, prevista dall'articolo 9 del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 marzo 2006, n. 80.
6. La banca dati di cui al comma 5 costituisce base dati di interesse nazionale ai sensi dell'articolo 60 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.

Art. 95.
(Integrazione risorse rinnovi contrattuali biennio 2006-2007 e risorse rinnovi contrattuali biennio 2008-2009, ivi incluso il personale del Corpo dei vigili del fuoco)

1. Ai sensi dell'articolo 48, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e al fine di dare completa attuazione alle intese ed accordi intervenuti fra Governo e organizzazioni sindacali in materia di pubblico impiego, le risorse per la contrattazione collettiva nazionale previste per il biennio 2006-2007 dall'articolo 1, comma 546, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, a carico del bilancio statale sono incrementate per l'anno 2008 di 1.081 milioni di euro e a decorrere dall'anno 2009 di 220 milioni di euro.
2. In aggiunta a quanto previsto al comma 1, per il personale docente del comparto Scuola, in attuazione dell'Accordo sottoscritto dal Governo e dalle organizzazioni sindacali il 6 aprile 2007 è stanziata, a decorrere dall'anno 2008, la somma di 210 milioni di euro da utilizzare per la valorizzazione e lo sviluppo professionale della carriera docente.
3. Per le finalità indicate al comma 1, le risorse previste dall'articolo 1, comma 549, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, per corrispondere i miglioramenti retributivi al personale statale in regime di diritto pubblico per il biennio 2006-2007 sono incrementate per l'anno 2008 di 338 milioni di euro e a decorrere dall'anno 2009 di 105 milioni di euro, con specifica destinazione, rispettivamente, di 181 milioni di euro e di 80 milioni di euro per il personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia di cui al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195.
4. In aggiunta a quanto previsto dal comma 3 sono stanziati, a decorrere dall'anno 2008, 200 milioni di euro da destinare al personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia di cui al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195, per valorizzare le specifiche funzioni svolte per la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, anche con riferimento alle attività di tutela economico-finanziaria, e della difesa nazionale, da utilizzare anche per interventi in materia di buoni pasto e per l'adeguamento delle tariffe orarie del lavoro straordinario, mediante l'attivazione delle apposite procedure previste dallo stesso decreto legislativo n. 195 del 1995.
5. In aggiunta a quanto previsto dal comma 3, al fine di migliorare l'operatività e la funzionalità del soccorso pubblico, sono stanziati, a decorrere dall'anno 2008, 6,5 milioni di euro da destinare al personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
6. In relazione a quanto previsto dalle intese ed accordi di cui al comma 1, per le regioni e gli enti locali sottoposti al patto di stabilità interno i corrispondenti maggiori oneri di personale sono esclusi, per l'anno 2008, dal computo delle spese rilevanti ai fini del rispetto delle disposizioni del patto di stabilità.
7. In relazione a quanto previsto dalle intese ed accordi di cui al comma 1, il concorso dello Stato al finanziamento della spesa sanitaria è incrementato, in via aggiuntiva, di 661 milioni di euro per l'anno 2008 e di 398 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009.
8. Per le amministrazioni pubbliche non statali diverse da quelle indicate ai commi 6 e 7, in deroga all'articolo 48, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ed in relazione a quanto previsto dalle intese ed accordi di cui al comma 1, i corrispondenti maggiori oneri di personale del biennio contrattuale 2006-2007 sono posti a carico del bilancio dello Stato, per un importo complessivo di 272 milioni di euro per l'anno 2008 e di 58 milioni di euro a decorrere dal 2009, di cui, rispettivamente 205 milioni di euro e 39 milioni di euro per le università, ricompresi nel fondo di cui all'articolo 52, comma 1, della presente legge.
9. Le somme indicate ai commi 1, 2, 3, 4, 5 e 8, comprensive degli oneri contributivi e dell'IRAP di cui al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, concorrono a costituire l'importo complessivo massimo di cui all'articolo 11, comma 3, lettera h), della legge 5 agosto 1978, n. 468.
10. Al fine di contenere la dinamica dei redditi da lavoro dipendente nei limiti delle compatibilità finanziarie fissate per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, in sede di deliberazione degli atti di indirizzo previsti dall'articolo 47, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e di quantificazione delle risorse contrattuali, i comitati di settore si attengono, quale limite massimo di crescita retributiva complessiva, ai criteri e parametri, anche metodologici, previsti per il personale delle amministrazioni dello Stato di cui al comma 1. A tal fine, i comitati di settore si avvalgono dei dati disponibili presso il Ministero dell'economia e delle finanze comunicati dalle rispettive amministrazioni in sede di rilevazione annuale dei dati concernenti il personale dipendente.
11. Per il biennio 2008-2009, in applicazione dell'articolo 48, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, gli oneri posti a carico del bilancio statale per la contrattazione collettiva nazionale sono quantificati complessivamente in 240 milioni di euro per l'anno 2008 e in 355 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009.
12. Per il biennio 2008-2009, le risorse per i miglioramenti economici del rimanente personale statale in regime di diritto pubblico sono determinate complessivamente in 117 milioni di euro per l'anno 2008 e in 229 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009 con specifica destinazione, rispettivamente, di 78 milioni di euro e 116 milioni di euro per il personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia di cui al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195.
13. Le somme di cui ai commi 11 e 12, comprensive degli oneri contributivi e dell'IRAP di cui al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, concorrono a costituire l'importo complessivo massimo di cui all'articolo 11, comma 3, lettera h), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni.
14. Per il personale dipendente da amministrazioni, istituzioni ed enti pubblici diversi dall'amministrazione statale, gli oneri derivanti dai rinnovi contrattuali per il biennio 2008-2009 sono posti a carico dei rispettivi bilanci ai sensi dell'articolo 48, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Per il personale delle università, incluso quello di cui all'articolo 3, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, i maggiori oneri di cui al presente comma sono inclusi nel fondo di cui all'articolo 52, comma 1, della presente legge. In sede di deliberazione degli atti di indirizzo previsti dall'articolo 47, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, i comitati di settore provvedono alla quantificazione delle relative risorse, attenendosi ai criteri ed ai parametri, anche metodologici, di determinazione degli oneri, previsti per il personale delle amministrazioni dello Stato di cui al comma 1. A tal fine, i comitati di settore si avvalgono dei dati disponibili presso il Ministero dell'economia e delle finanze comunicati dalle rispettive amministrazioni in sede di rilevazione annuale dei dati concernenti il personale dipendente.

Commissioni
7a 27, 29 Esame congiunto dei disegni di legge:
- DdL AS 1848 - Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione (già approvato dalla Camera il 10 ottobre 2007)
- DdL 701 - Disposizioni concernenti l’obbligatorietà e gratuità dell’istruzione fino a diciotto anni di età e altre norme per il potenziamento del sistema scolastico
- DdL 1266 - Disposizioni in materia di contributi finanziari alle istituzioni scolastiche
- DdL 1687 - Norme organiche sulla scuola
7a 27 Schema di decreto legislativo recante: "Norme per la definizione dei percorsi di orientamento all'istruzione universitaria e all'alta formazione artistica, musicale e coreutica, per il raccordo tra la scuola, le università e le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, nonché per la valorizzazione della qualità dei risultati scolastici degli studenti ai fini dell'ammissione ai corsi di laurea universitari ad accesso programmato di cui all'articolo 1 della legge 2 agosto 1999, n. 264"
7a 13, 28 Audizione, ai sensi dell'articolo 46, comma 1, del Regolamento, del Ministro della pubblica istruzione sulle modalità di recupero dei debiti formativi.

Il ministro FIORONI ritiene anzitutto che la scuola abbia vinto la scommessa dell'alfabetizzazione di massa mentre non si è ancora raggiunto il traguardo della qualità, che resta la sfida principale del sistema scolastico. A tal fine, reputa indispensabile ripristinare la serietà dell'istruzione, purtroppo dispersa a causa dello stratificarsi di riforme globali le quali tuttavia non sono state né completamente applicate né modificate del tutto.
Ricorda quindi che la legge n. 1 del 2007 ha affrontato le questioni della disomogeneità della valutazione del curriculum scolastico ai fini dell'accesso all'università nonché della carenza di serietà dell'esame di Stato, ripristinando a tal fine la composizione esterna della commissione e stabilendo il principio della certificazione, da parte del consiglio di classe, del superamento dei debiti.
Nel rammentare l'entità della situazione debitoria vigente, fa presente che negli ultimi dieci anni si è registrata una percentuale elevata di studenti con debiti, pari a circa il 42 per cento, rispetto alla quale solo uno studente su quattro mostrava di aver recuperato le proprie lacune. Ciò testimonia, prosegue il Ministro, una carenza di saperi e competenze tale da pregiudicare il diritto fondamentale all'istruzione, suscettibile poi di discriminare gli studenti sulla base del contesto familiare di provenienza. I ragazzi che non possono contare su un adeguato supporto da parte delle famiglie diventano infatti, a suo giudizio, i nuovi poveri a causa delle inadempienze del sistema d'istruzione.
Reputa pertanto fondamentale garantire agli studenti la possibilità di mettere a frutto le proprie capacità, in tutti i livelli del sistema di istruzione, anche e soprattutto a partire dalla scuola secondaria di primo grado, in attuazione dell'articolo 34 della Costituzione. Dopo aver sottolineato la rilevanza del merito quale strumento di ascesa sociale, si sofferma sulla necessità di ripristinare il prerequisito del recupero dei debiti, come peraltro stabilito nella legge n. 1 del 2007 approvata dal Parlamento.
In merito alle modalità con cui sarà certificato il superamento dei debiti, fa presente che già nei primi scrutini il consiglio di classe dovrà individuare le lacune di ciascuno studente, rispetto alle quali le scuole avvieranno i percorsi e gli strumenti didattici idonei per consentire il recupero. Ciò sarà accompagnato da verifiche intermedie aventi valenza oggettiva, per permettere al medesimo consiglio di classe di valutare a giugno l'effettivo recupero ovvero l'esigenza di un supplemento di corsi da svolgere nel periodo estivo. In questo caso sarà effettuato un nuovo giudizio a settembre, nel quale il consiglio di classe si pronuncerà sull'andamento generale dello studente nonché sui risultati nelle singole materie, nella prospettiva di evitare l'ammissione all'ultimo anno della scuola secondaria senza aver pienamente saldato i debiti pregressi.
Dopo aver espresso riserve in ordine alla tendenza di assimilare le istituzioni scolastiche a meri "progettifici", enfatizza il carattere innovativo del percorso descritto, orientato a rispettare le necessità individuali del ragazzo. Sottolinea altresì l'ingente ammontare delle risorse stanziate, nonché il monte ore minimo previsto per lo svolgimento dei corsi di recupero, che a suo giudizio non è assolutamente lesivo dell'autonomia scolastica, ma consente i necessari approfondimenti a beneficio dello studente.
Nel rilevare con preoccupazione la diffusione presso gli atenei di corsi intensivi di italiano e matematica preliminari rispetto all'iscrizione, rimarca l'esigenza di verificare, durante il percorso scolastico, il possesso dei saperi e delle competenze fondamentali tanto più che essi non possono considerarsi aggiuntivi rispetto ad altre discipline. Ritiene conclusivamente che le somme stanziate per il pagamento delle ore di recupero effettuate dai docenti rappresentino il modo migliore di allocare le risorse.

Seguono quesiti posti dai senatori.

Il senatore ASCIUTTI (FI) concorda sugli obiettivi di serietà e promozione della qualità del sistema scolastico che devono essere raggiunti anche attraverso il recupero dei debiti formativi, tanto più che occorre consolidare la preparazione dell'intero quinquennio. In particolare, ritiene essenziale valutare il percorso scolastico a monte, atteso che sovente nei passaggi tra livelli di istruzione si riscontra l'esigenza di colmare le lacune nella preparazione.
La circostanza - già registrata in passato - per cui le università organizzano corsi intensivi nelle materie di base, prosegue, testimonia una decadenza strutturale del sistema scolastico, dovuta a svariate cause, quali ad esempio un certo lassismo, la diffusione di una cultura eccessivamente permissiva nonché l'evoluzione delle tecnologie.
Dopo aver rammentato che obiettivi analoghi erano già stati individuati - ma non pienamente applicati - nella riforma Moratti, manifesta dunque perplessità sulle modalità con cui vengono perseguite finalità condivisibili.
Nel dare atto al Ministro di aver stanziato risorse a carattere permanente, le ritiene ad esempio insufficienti per sostenere il percorso di recupero descritto, che di fatto ripristina gli esami di riparazione trasferendo il relativo onere dalle famiglie alle scuole. Fa presente infatti che l'ammontare previsto non copre tutte le spese connesse al numero di studenti con debito, al monte ore minimo richiesto e al pagamento dei compensi ai docenti.
Reputa inoltre essenziale invertire la tendenza attraverso l'introduzione di un sistema serio di valutazione, onde evitare che nello scrutinio di giugno gli insegnanti siano incentivati a considerare superati i debiti pur di non svolgere i corsi estivi. Nel ribadire la necessità di un meccanismo di valutazione di tutto il sistema scolastico, al fine di assicurare la qualità dell'istruzione già nel primo ciclo, rinnova conclusivamente la richiesta di maggiori chiarimenti circa le intenzioni complessive del Governo in materia scolastica.

Il senatore VALDITARA (AN) comunica preliminarmente che l'opposizione, ed in particolare il Gruppo di Alleanza nazionale, concordano sugli obiettivi di serietà e di valutazione del sistema scolastico. Tuttavia, egli ritiene non convincenti alcune argomentazioni del Ministro, orientate specificatamente a svalutare le riforme fatte in precedenza, tanto più che il decreto legislativo n. 226 del 2005 conteneva maggiori elementi di rigore rispetto alle misure rivendicate oggi dall'Esecutivo. In proposito rammenta che la finanziaria del 2007 invitava di fatto i docenti ad incrementare le promozioni al fine di registrare i cospicui risparmi di risorse connessi e non rendere quindi operante la clausola di salvaguardia che consentiva tagli sui bilanci delle scuole.
Ricorda invece che il decreto legislativo n. 226 del 2005, come già la legge n. 53 del 2003, autorizzava i docenti a bocciare gli studenti con gravi lacune, introducendo altresì una verifica biennale sul superamento di tutti i debiti dei ragazzi. Non corrisponde quindi al vero, a suo avviso, l'affermazione per cui la precedente riforma non dedicava attenzione alla questione del recupero dei debiti, tanto più che essa subordinava l'ammissione al quinto anno al saldo di tutte le mancanze degli studenti. Il procedimento descritto dal Ministro, al contrario, dispone una valutazione complessiva nello scrutinio di settembre secondo la quale potrebbe essere deliberato un giudizio positivo in relazione al profitto generale senza che siano effettivamente recuperati tutti i debiti, con una evidente discrezionalità da parte del consiglio di classe.
Si interroga quindi sulla natura delle misure introdotte dal Governo, assimilabili ad una operazione propagandistica secondo la quale si abroga la riforma Moratti reintroducendo un meccanismo analogo, anzi addirittura meno cogente, per il recupero dei debiti formativi.
Nel dare atto al Governo dell'entità delle risorse stanziate per i docenti, reputa poi fondamentale ripristinare l'orario flessibile contenuto nella legislazione elaborata dall'allora ministro Moratti, al fine di consentire un supplemento di ore per gli approfondimenti, nel caso di studenti meritevoli, parallelamente al recupero delle carenze in situazioni deficitarie.
Con particolare riguardo alla valutazione del percorso pregresso ai fini dell'accesso alle università, paventa il rischio di disomogeneità a causa delle differenze tra singoli istituti e tra aree geografiche, suscettibile di determinare discriminazioni a danno degli studenti. Occorre quindi a suo avviso rafforzare il sistema di valutazione delle istituzioni scolastiche.
Rivendica poi il ruolo svolto dall'INVALSI, a suo tempo oggetto di critiche da parte del Ministro, il quale è coinvolto nella elaborazione della terza prova dell'esame di Stato anche grazie al contributo svolto dall'opposizione.
Dopo essersi brevemente soffermato sul contenuto del decreto-legge n. 147 del 2007 in ordine alla quarta prova negli esami della scuola secondaria di primo grado, inserita a seguito di un emendamento dell'opposizione, lamenta l'assenza di stanziamenti specifici per la valutazione delle scuole.
Ritiene quindi prioritario instaurare una collaborazione seria e fattiva tra tutte le forze politiche, a partire dalla condivisione di principi e dal riconoscimento degli elementi positivi introdotti in passato, evitando sterili demonizzazioni nella prospettiva di perseguire gli interessi del mondo scolastico. A tal fine manifesta la disponibilità del proprio Gruppo a supportare il Ministro per raggiungere gli evocati obiettivi di serietà e per superare le eventuali resistenze che persistono all'interno della maggioranza.

La senatrice CAPELLI (RC-SE), richiamandosi alla pedagogia che condusse all'unificazione della scuola media e alle riforme degli anni Settanta, dichiara di condividere l'intento di introdurre elementi di maggiore serietà nella scuola, a condizione che ciò non equivalga a maggiore selezione. Reputa infatti che nella scuola tutti gli alunni debbano poter rimediare ai loro limiti e alle loro lacune.
In quest'ottica, suggerisce altresì una modifica terminologica, che consenta di superare l'inadeguato binomio "debiti/crediti". Il risultato scolastico ha infatti all'origine una scarsa motivazione degli studenti, le cui ragioni non sono invece mai oggetto di approfondimento. L'elevata percentuale di votazioni appena sufficienti agli esami di terza media sono ad esempio un campanello d'allarme troppo spesso trascurato. La scuola media è del resto l'anello debole dell'intero percorso formativo, ormai inidonea a rispondere alle esigenze degli adolescenti, sia nella strutturazione oraria che in quella disciplinare.
Occorre dunque affrontare il tema dell'impegno individuale non tanto nei termini meccanici dei corsi di recupero, che non sempre danno i risultati sperati, quanto piuttosto sotto il profilo sostanziale.
Né va dimenticato che in alcuni casi i docenti non sono disponibili a svolgere i corsi di recupero, nonostante la prevista retribuzione oraria di 50 euro. In tali casi, ritiene che vada evitato il ricorso ad agenzie esterne, che possono risultare insufficientemente qualificate. Al contrario, occorre che di tali corsi si facciano carico i docenti della scuola, eventualmente attraverso raggruppamenti disciplinari.
Si augura infine che in futuro il Ministro ricorra ad un più ampio coinvolgimento degli operatori interessati prima di emanare i provvedimenti di sua competenza.

Il senatore STERPA (FI) concorda con gli obiettivi indicati dal Ministro, invitandolo tuttavia a non illudersi di poterli conseguire attraverso atti normativi di rango primario. Al contrario, anche alla luce della sua lunga esperienza di parlamentare spesso di opposizione, ritiene preferibile il ricorso ad atti secondari, che traggano ispirazione dai principi di buona amministrazione.

La senatrice SOLIANI (Ulivo) condivide l'impostazione del Ministro secondo cui la qualità della scuola contemporanea configura una sfida storica, tanto più che a suo giudizio essa rappresenta l'unico strumento per conseguire obiettivi di equità. In tale ottica, la serietà costituisce la cifra essenziale che riporta l'intera tematica alla sua sostanza: la mancata valorizzazione delle innovazioni sperimentali, la prevalenza del centralismo burocratico, l'assenza di cospicui investimenti soprattutto sui docenti hanno infatti condotto ad una drammatica perdita di ruolo della scuola nella società. Né va dimenticato che il rigore rischia di non rappresentare più un valore, fuori e dentro la scuola, sicché risulta oggettivamente arduo imporlo in assenza di una precisa domanda sociale.
Si augura poi a sua volta che il Ministro superi la terminologia mercantile incentrata sui debiti e sui crediti, introducendo concetti più adeguati.
Quanto alle modalità di recupero, ella ritiene che dovrebbero rientrare nella responsabilità didattica delle scuole, con particolare riferimento al periodo dell'anno in cui svolgere i corsi e all'eventuale ricorso ad agenzie esterne.
Nel concordare con le osservazioni della senatrice Capelli in ordine ai limiti dell'attuale ordinamento della scuola media, sollecita infine un ampio coinvolgimento delle famiglie e un dialogo serio con gli studenti, nel quadro di una convinta regia nazionale.

Il senatore MELE (SDSE) ricorda che già nella XIII legislatura era emersa con chiarezza l'insufficienza della scuola media, schiacciata tra una buona scuola elementare e un ottimo sistema di istruzione secondaria superiore. Benché il processo di licealizzazione avviato nella scorsa legislatura abbia innescato un meccanismo perverso di abbassamento della qualità, reputa comunque tuttora prioritario affrontare il nodo della scuola media, nell'ambito di un confronto leale tra maggioranza e opposizione.
Si esprime poi in senso contrario alla mera reintroduzione degli esami di riparazione ed ancor più al ripristino di condizioni analoghe a quelle precedenti il Sessantotto. Al contrario, sollecita azioni positive costanti che consentano un'evoluzione positiva, soprattutto in termini di continuità nel corso dell'anno scolastico.

Il senatore RANIERI (Ulivo) si esprime nettamente a favore del progetto complessivo perseguito dal Governo, attraverso azioni coerenti e sistematiche, di restituire serietà alla scuola evitando che ciò si traduca in fenomeni di esclusione, selezione, dispersione e gerarchizzazione.
Si tratta di un processo mai perseguito finora con altrettanta chiarezza, atteso che la riscoperta del merito nella scorsa legislatura andava invece nel senso di reintrodurre gerarchie fra percorsi.
Invita quindi ad abbandonare rivendicazioni politiche che nulla hanno a che vedere con il bene della scuola, concentrando l'attenzione sulle azioni concrete.
Al riguardo, osserva anzitutto che la valorizzazione del merito nei termini anzidetti risponde ad una concezione moderna coerente tra l'altro con i risultati delle analisi internazionali più quotate.
Sottolinea altresì che tali misure debbono essere concepite in via sperimentale, al di fuori di qualunque pregiudizio ideologico. In tal senso, si augura che entro un certo lasso di tempo, sia possibile svolgere una valutazione dei risultati conseguiti con le nuove regole, onde verificarne l'effettiva efficacia.
Quanto alla possibilità di ricorrere ad agenzie esterne per lo svolgimento di corsi di recupero, si dichiara tendenzialmente a favore di una soluzione interna, anche se invita a non dimenticare che a volte i debiti dipendono da insegnanti del tutto inadeguati.

In considerazione del numero dei senatori ancora iscritti a parlare nel dibattito, la PRESIDENTE rinvia il seguito della procedura informativa ad altra seduta.

Il 28 novembre riprende l'audizione, sospesa nella seduta del 13 novembre scorso, nel corso della quale - ricorda la PRESIDENTE - era iniziata la discussione generale.

Il senatore DAVICO (LNP) osserva anzitutto che il tema del recupero dei debiti induce ad una riflessione di carattere più generale sulle scelte inerenti la scuola. In proposito lamenta un peggioramento della situazione in termini di incertezza, lassismo e carenza nelle modalità di recupero. Mentre con la precedente normativa - che l'Esecutivo non ha voluto applicare - era prevista una verifica biennale del superamento dei debiti, il nuovo provvedimento impone un giudizio complessivo entro la fine di agosto rimettendo in discussione l'operato degli studenti.
Sottolinea poi che a suo avviso la scuola è costituita soprattutto dagli insegnanti, i quali devono avere gli strumenti adeguati nonché l'autorevolezza e la fiducia da parte della società, a cui peraltro deve corrispondere uno stipendio commisurato alla rilevanza della funzione svolta. I docenti hanno peraltro la responsabilità di valutare gli studenti nel corso di un intero anno scolastico, per cui un margine di qualche mese in più per il recupero non determina una radicale differenza di giudizio.
Dopo aver evidenziato la necessità di valutazioni ponderate e chiare, rimarca la sua preferenza per l'abolizione degli esami di riparazione e deplora l'atteggiamento dell'Esecutivo orientato ad inseguire l'emergenza senza effettuare una riflessione di carattere globale.
Oltre a ciò stigmatizza i preconcetti ideologici che caratterizzano l'azione del Governo, il quale mira esclusivamente ad eliminare le tracce della precedente riforma riproponendo un approccio prettamente statalista. I recenti provvedimenti dimostrano infatti a suo avviso l'interruzione di un processo di modifica con la conseguenza di un aumento della incertezza e della disinformazione, soprattutto a danno delle famiglie.
Reputa pertanto prioritario assicurare la normalità del sistema formativo, anche attraverso un progetto organico di istruzione e formazione, privilegiando una visione globale di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel percorso educativo. Altrimenti, conclude, si attuano esclusivamente interventi-tampone acuendo il senso di sfiducia a detrimento della scuola.

Il senatore MARCONI (UDC), nel giudicare essenziale avviare una discussione su elementi condivisi di ampio respiro, richiama l'eliminazione degli esami di riparazione ad opera dell'ex ministro della pubblica istruzione, senatore D'Onofrio. In particolare, rammenta che quella scelta, che l'UDC tuttora difende e sostiene, è stata il frutto di varie esigenze, in parte ispirate ad una sorta di buonismo e, in parte, motivate dalla necessità di alleggerire le famiglie dagli oneri connessi al recupero.
Dopo aver ripercorso i tentativi di superamento degli esami di riparazione introdotti già a partire dagli anni Settanta, esprime apprezzamento a nome del suo Gruppo per le finalità delle misure varate dal Governo in ordine al recupero dei debiti, le quali impegnano le scuole ad una verifica concreta mediante un meccanismo che costituisce, a suo avviso, una giusta mediazione tra l'abolizione degli esami e la promozione con debito.
Suggerisce poi di introdurre una specifica tempistica inerente le prove di verifica, le quali devono essere comunque svolte con la supervisione dei docenti della classe, senza il ricorso ad insegnanti esterni; ritiene quindi che la valutazione debba essere effettuata all'ingresso nella scuola, dopo qualche mese dall'inizio dell'anno scolastico, a conclusione del primo quadrimestre, indi a giugno e poi a metà luglio, evitando di trascinare la sospensione dal giudizio fino ad agosto. In proposito ritiene che le prove svolte a fine agosto possano rievocare una presunta reintroduzione degli esami di riparazione ed impediscano una corretta organizzazione delle classi per il nuovo anno.
Nel manifestare rammarico per l'elevata percentuale di studenti promossi con debito, reputa che tale circostanza non sia attribuibile esclusivamente ad un generale lassismo atteso che il carico didattico gravante sui ragazzi è nettamente aumentato rispetto al passato.
Lamenta poi un drastico crollo del coinvolgimento delle famiglie alla vita scolastica che testimonia a suo giudizio una scarsa attenzione verso una cultura della partecipazione, subordinata piuttosto al formalismo e al decisionismo degli insegnanti. Al riguardo avrebbe auspicato maggiore coraggio da parte del Governo.
Mostra inoltre particolare preoccupazione per l'eccessivo numero di materie inserite nel percorso didattico, rispetto al quale occorre un intervento a monte che interessi i docenti, altrimenti le misure inerenti il peso massimo degli zaini, contenute nel disegno di legge n. 1848, rischiano di diventare inefficaci.
Esprime infine perplessità sul continuo richiamo alla serietà e al rigore, poiché ciò rischia di generare un clima culturale negativo che si basa esclusivamente sulla aritmetica valutazione degli errori degli studenti senza un approccio di insieme.

La senatrice PELLEGATTA (IU-Verdi-Com) ritiene che il tema del recupero dei debiti sia disciplinato in modo più solido ed efficace rispetto al passato e sia ispirato al principio di una scuola rigorosa e attenta al merito, come peraltro è accaduto con riferimento alla legge n. 1 del 2007 sugli esami di maturità.
Manifesta tuttavia perplessità in ordine ai soggetti esterni coinvolti nelle attività di recupero, paventando il rischio di un aggravio di spesa per le scuole nonché di una perdita della funzione delle istituzioni scolastiche sul piano sia istituzionale che formativo.
Occorre inoltre a suo giudizio chiarire che le misure del Governo non hanno affatto reintrodotto gli esami di riparazione tanto più che questi ultimi si collegano ad un modello di scuola ormai superato. Esprime invece il suo favore per un sistema scolastico inclusivo capace di accrescere la competitività e la qualità della formazione.
Ritiene poi essenziale un monitoraggio costante del Ministero affinché le scuole assicurino la qualità del recupero, considerato peraltro che esso è connesso ad una verifica finale, frutto del confronto tra diversi docenti. Il giudizio complessivo ad opera del consiglio di classe è a suo avviso un elemento positivo poiché unisce le competenze per materia ad una valutazione di profilo generale sullo studente.
Auspica altresì che la Commissione sia pienamente coinvolta nella verifica dei metodi adottati per il recupero, tanto sul piano organizzativo che sul piano dell'efficacia in corso d'anno.
Nel condividere le opinioni espresse dal Ministro in ordine alla scuola quale "ascensore sociale", reputa fondamentale che questo principio sia integrato con l'idea di una scuola solidale che premia l'integrazione. In particolare giudica essenziale coniugare rigore e partecipazione nella prospettiva di un nuovo patto educativo tra docenti e discenti, rispetto al quale la revisione degli organi collegiali si colloca nella giusta direzione.
Avviandosi alla conclusione enfatizza l'esigenza di definire i livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione nonché di assicurare i diritti degli studenti.

Il senatore SCALERA (Misto), nel sottolineare l'indubbio valore e la qualità delle tematiche affrontate, rammenta con rammarico lo stratificarsi progressivo di riforme che ha caratterizzato il settore e che induce, dunque, ad una riflessione più generale.
In ordine al ruolo della scuola quale unico centro per la formazione dei giovani, si interroga sulla validità di questo approccio tanto più che all'interno della società e del Paese il processo formativo si realizza ormai attraverso altre modalità, come ad esempio i mezzi radiotelevisivi. Al riguardo, nel registrare l'aumento di programmi di natura storica e documentale, rileva un massiccio utilizzo anche della rete internet, che ha inaugurato nuovi percorsi di conoscenza, unitamente all'azione di svariate forme associative.
Suggerisce quindi di tenere in considerazione le nuove realtà che si sviluppano al di fuori del sistema scolastico e che vanno maggiormente incontro al mondo dei giovani. In proposito sottolinea l'opportunità di un raccordo tra un modello classico di valutazione e le nuove piattaforme culturali tanto più che i ragazzi non incontrano difficoltà nell'accesso alle nuove tecnologie.
Questa nuova impostazione potrebbe rappresentare a suo giudizio la grande scommessa del futuro, incentrata sul superamento di una visione culturale esclusivamente basata sulla scuola a vantaggio di una prospettiva organica di collegamento con realtà innovative.

Agli intervenuti nel dibattito replica il ministro FIORONI, il quale ritiene che la presunta situazione di emergenza sia stata determinata dall'assenza di una efficace programmazione e individuazione degli indirizzi, che ha determinato la necessità di un'azione tempestiva anzitutto per dovere etico.
La promozione di ragazzi che non hanno superato i debiti rappresenta, a suo giudizio, un danno e una mancanza di serietà, dato che in questo modo si impoveriscono gli studenti in termini di conoscenze.
Dopo aver puntualizzato che il precedente Governo avrebbe potuto impedire il progressivo incremento di promozioni con debito, pone in luce i risultati ottenuti circa gli incentivi a favore dell'iscrizione alle materie scientifiche. In proposito rivendica l'operato dell'Esecutivo che ha coinvolto adeguatamente il mondo della scuola nonché quello accademico, anche attraverso il potenziamento dei laboratori, al fine di motivare gli studenti a riscoprire l'interesse per le discipline scientifiche, al punto che dopo un anno si registra un raddoppio delle iscrizioni. Ciò è stato il frutto di un'azione comune per avviare un processo di sensibilizzazione in vista di una inversione di tendenza e si configura quale importante risultato.
Ritiene altresì che la scuola dell'autonomia necessiti di sforzi ulteriori e assicura al senatore Marconi che i docenti responsabili del recupero saranno quelli delle singole discipline all'interno della scuola, a beneficio dei quali è stata stanziata un'ingente somma.
Precisa altresì che attraverso le misure per il recupero dei debiti sono stati chiusi numerosi "progettifici" ed è stato messo in moto un percorso di tipo diverso, nel quale la pluralità delle prove costituisce il mezzo efficace di valutazione da parte del consiglio di classe. Quest'ultimo peraltro è titolare di competenze che riguardano tutto l'operato del singolo studente sulla base dell'andamento globale delle verifiche.
Fornisce poi assicurazioni alla senatrice Pellegatta in ordine al monitoraggio costante delle nuove modalità introdotte e comunica l'adozione di un recente atto di indirizzo rivolto ai direttori generali affinché, nelle more di una nuova definizione della valutazione dei dirigenti scolastici, le decisioni in termini di nomina ed indennità aggiuntive siano basate prioritariamente sui risultati del recupero.
Condivide poi il rilievo del senatore Scalera sull'impatto delle nuove tecnologie, che occorre senz'altro indirizzare nella stessa direzione rispetto all'educazione scolastica. In tal senso, rammenta del resto di aver già rivolto diversi appelli ai presidenti della RAI e di Mediaset, affinché gli indici di ascolto siano considerati sul piano qualitativo più che quantitativo. Nella medesima prospettiva auspica altresì una collaborazione con la Commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI.
Concorda infine sul delicato ruolo di internet nell'educazione dei giovani, schierandosi apertamente in favore della tutela dei diritti dei minori.

La PRESIDENTE ringrazia il Ministro e dichiara conclusa la procedura informativa.

7a 6 La Commissione esprime parere favorevole su:

- Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento di riorganizzazione degli Uffici di diretta collaborazione del Ministro della pubblica istruzione

- Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento di riorganizzazione del Ministero della pubblica istruzione

- Schema di decreto legislativo recante: "Disposizioni per incentivare l'eccellenza degli studenti nei percorsi di istruzione"

Governo

29 Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 10,30 a Palazzo Chigi

(...) In considerazione della necessità di determinare i requisiti indispensabili per l’attuazione dell’obbligo dell’istruzione anche nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, realizzati dalle strutture formative accreditate dalle Regioni, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, ha adottato al riguardo la deliberazione motivata prevista dall’articolo 3, comma 3, del decreto legislativo n. 281 del 1997, considerato che nella sede della Conferenza unificata non è stato possibile raggiungere la prevista intesa con le Regioni stesse. (...)
La seduta ha avuto termine alle ore 11,25.

23 Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 10,20 a Palazzo Chigi

Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti: (...)
su proposta del Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni:
- un regolamento per la riorganizzazione del Ministero sulla base dei criteri di razionalizzazione e risparmio previsti dall’articolo 1, comma 404, della legge finanziaria per il 2007; in merito sono stati acquisiti i pareri prescritti. (...)
La seduta ha avuto termine alle ore 12,10.

16 Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 10,00 a Palazzo Chigi

Il Consiglio dei Ministri ha approvato due disegni di legge che il Governo propone al Parlamento in veste di collegati alla manovra finanziaria per il 2008, tenuto conto della particolare rilevanza sociale ed economica degli interventi normativi.
Il primo, su proposta del Ministro della salute, Livia Turco, propone misure per migliorare la qualità e incrementare la sicurezza del Servizio sanitario nazionale e prevede il conferimento al Governo di numerose deleghe nelle seguenti materie: a) riorganizzazione della medicina di base, attraverso l’istituzione dell’Area omogenea di medicina generale, delle Unità di medicina generale e delle Unità di pediatria per l’erogazione dell’assistenza; b) riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero (Istituto superiore di sanità, Istituti zooprofilattici sperimentali, Croce Rossa italiana, Lega italiana per la lotta contro i tumori, Agenzia italiana del farmaco, anche con la previsione di nuovi criteri di nomina dei presidenti); c) definizione del ruolo delle farmacie pubbliche e private per assicurare il supporto all’assistenza domiciliare integrata, lo svolgimento di attività di educazione sanitaria al pubblico, le analisi di laboratorio di prima istanza (escluse quelle del sangue); d) coordinamento e riordino della legislazione sanitaria.
Il ddl risponde all’esigenza di aggiornare i grandi principi ispiratori del Servizio Sanitario Nazionale, confermando l’unitarietà, l’universalità e l’equità del sistema, alla luce dei cambiamenti del quadro costituzionale, che ha visto un ruolo sempre più rilevante delle Regioni.
Con il definitivo riordino della medicina territoriale nasce il secondo pilastro del Ssn, per una medicina realmente vicina al cittadino e in grado, al contempo, di riqualificare l’attività della rete ospedaliera.
Il secondo disegno di legge collegato alla manovra finanziaria (su proposta dei Ministri della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, delle politiche per la famiglia, Rosy Bindi, della salute, Livia Turco) introduce nell’ordinamento disposizioni di rilievo per le persone non autosufficienti, nonché in materia di politiche sociali e a sostegno della famiglia. Vengono conferite al Governo alcune deleghe: a) definire un sistema di protezione sociale e di cura per le persone non autosufficienti garantendo l’accesso alle prestazioni, l’integrazione delle politiche sociali con quelle sanitarie, il sostegno alla persona non autosufficiente che scelga di rimanere nel suo domicilio, il coinvolgimento delle comunità locali e della società civile nella definizione degli interventi; b) rivedere e riordinare la materia dei congedi parentali, al fine di completare il sistema di tutela a sostegno della maternità e paternità. Vengono tra l’altro istituiti il Fondo per la lotta alla povertà estrema, per favorire iniziative di contrasto alle forme gravi di disagio ed emarginazione sociale anche delle persone senza fissa dimora, il Fondo di solidarietà sui mutui per l’acquisto della prima casa per sostenere i cittadini in difficoltà temporanea nel pagamento delle rate di mutuo per la prima casa, nonché la “carta della famiglia” per nuclei con almeno tre figli di minore età, che dà diritto a sconti sull’acquisto di beni e servizi, ovvero a riduzioni su tariffe, concordate con soggetti pubblici e privati che aderiscano all’iniziativa.
L’esame del terzo disegno di legge collegato alla manovra finanziaria, in materia di trasporti, è stato rinviato. (...)
Il Consiglio ha poi approvato due regolamenti che riorganizzano gli uffici di diretta collaborazione del Ministero della pubblica istruzione (in esame definitivo) e il Ministero dell’ambiente e tutela del territorio e del mare (in esame preliminare, ai fini del parere del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari).
E’ stato approvato dal Consiglio un decreto presidenziale che autorizza Ministeri, altre Amministrazioni statali, Enti pubblici e Agenzie ad assumere a tempo indeterminato unità di personale per complessive 4.497 unità nel corso del 2007 per far fronte a esigenze di funzionalità.
Utilizzando il Fondo appositamente istituito da una precedente legge finanziaria e nell’ambito della politica di assorbimento del precariato perseguita dal Governo, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che prevede per alcuni Enti di ricerca la stabilizzazione di ricercatori, tecnologi, tecnici e personale impiegato in attività di ricerca, nonché l’assunzione di vincitori di concorso (il provvedimento riguarda in totale 801 unità).
Il Consiglio ha poi autorizzato il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais, ad esprimere il parere favorevole del Governo sull’
ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto scuola per il quadriennio normativo 2006-2009 e biennio economico 2006-2007. (...)
La seduta ha avuto termine alle ore 11,00

9

Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 10,10 a Palazzo Chigi

Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti: (...)
su proposta del Ministro dell’università e della ricerca, Fabio Mussi, e del Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni:
- uno schema di decreto legislativo che dà attuazione alla delega conferita al Governo a disciplinare percorsi di orientamento alla scelta di professioni e lavoro (legge n. 1 del 2007). Le istituzioni scolastiche realizzeranno, nell’ambito della loro autonomia (ed in collaborazione con i centri territoriali per l’impiego, le strutture formative accreditate, cooperative, amministrazioni pubbliche, associazioni di volontariato, enti che curano i servizi di inserimento delle persone con disabilità) iniziative finalizzate a consentire agli studenti la conoscenza delle opportunità offerte dal mondo del lavoro. Sul provvedimento esprimeranno parere la Conferenza unificata e le Commissioni parlamentari; (...)
La seduta ha avuto termine alle ore 10,45.

 



La pagina
- Educazione&Scuola©