GENNAIO 2003
Scuola Governo Parlamento
gennaio 2003
febbraio 2003
marzo 2003
aprile 2003
maggio 2003
giugno 2003
luglio 2003
agosto 2003
settembre 2003
ottobre 2003
novembre 2003
dicembre 2003
Parlamento
Dopo la sospensione
natalizia, la Camera ed il Senato riprendono i propri lavori
rispettivamente mercoledì 15 e martedì 21 gennaio 2003, mentre le
Commissioni si riuniscono rispettivamente a partire da giovedì 9 e da
martedì 14 gennaio 2003.
Camera
|
Commissioni |
7a |
14,
15, 16, 21, 27, 28, 29, 30 |
in sede referente, DdL
AC 3387, Delega al Governo per
la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli
essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione
professionale Il 28, 29 e 30 gennaio la Commissione
approva senza modifiche gli articoli 1, 2, 3 e 4 del DdL
AC 3387, nel testo già approvato dal Senato
Il termine per la presentazione di emendamenti al
disegno di legge è fissato a lunedì 27 gennaio 2003, alle ore 14
Il 21 gennaio la Commissione
adotta il DdL
AC 3387, approvato dal Senato, quale testo base per il seguito
dell'esame
(21.01.03)
Interventi:
Relatore e Ministro
|
7a |
29,
30 |
Il 30 gennaio la Commissione esprime parere favorevole alla 12a Commissione
sul DdL AC
172,
Asili nido
(29.01.03) Simonetta LICASTRO SCARDINO (FI),
relatore, illustrando i contenuti del nuovo testo dei progetti di
legge in titolo, precisa che esso riguarda la disciplina dei servizi per
la prima infanzia e che è da comprendersi oggi nell'ambito della materia
dell'assistenza sociale: precisa che si tratta di una proposta
finalizzata a riorganizzare l'intero sistema dei servizi socio-educativi
per la prima infanzia, attraverso l'abrogazione della vecchia legge n.
1044 del dicembre 1971, che ne prevedeva l'istituzione.
Richiamandosi alla Costituzione, alla Convenzione ONU sull'infanzia e
alla legge n. 176 del 1991, osserva che nell'articolo 1 il testo in
esame detta i principi generali ai quali dovranno ispirarsi i servizi
destinati ai bambini dai 3 a 36 mesi e alle loro famiglie. Precisa che
questi servizi, che saranno d'interesse pubblico e costituiranno
funzioni essenziali di Stato, regioni ed enti locali, potranno essere
forniti sia da amministrazioni pubbliche che da soggetti privati,
compreso il privato sociale.
Con riferimento all'articolo 2, rileva che il testo in esame delinea le
caratteristiche del nuovo sistema che sarà articolato in asili nido,
servizi integrativi e servizi innovativi, in modo da rispondere alle
diverse esigenze dei bambini e delle loro famiglie. Famiglie che
dovranno essere coinvolte attivamente nella definizione degli obiettivi
educativi, nell'organizzazione e nella verifica della qualità e dei
risultati dei servizi stessi; gli enti locali e i gestori pubblici e
privati, dovranno invece collaborare tra loro in modo da integrare le
diverse tipologie di servizi e favorire la continuità con la scuola
dell'infanzia e con l'inserimento dei bambini disabili.
Sottolinea che con articolo 3 si prevede che gli asili nido
accoglieranno bambini da 3 mesi a 3 anni e saranno luoghi di cura,
crescita, socializzazione e sviluppo delle loro capacità e potenzialità,
potendo anche avere tempi e orari di apertura differenziati.
In merito ai servizi integrativi, rileva che l'articolo 4 prevede che le
regioni e i comuni potranno attivare servizi integrabili agli asili
nido, diversificandoli in modo da assicurare una pluralità di risposte
sul piano socio-educativo.
Per i servizi innovativi, precisa che l'articolo 5 prevede che le
regioni e i comuni potranno favorire anche la realizzazione di servizi
quali nidi e micro-nidi sui luoghi di lavoro o nelle vicinanze, nidi
familiari e di caseggiato, organizzati dalle famiglie, singolarmente o
in associazione presso il loro domicilio o quello degli educatori. La
compartecipazione delle famiglie al costo di gestione dei servizi dovrà
essere rapportata al reddito, ma saranno esonerati dal pagamento quelle
che si trovano in condizioni di particolare disagio sociale ed
economico. Inoltre, la deduzione fiscale prevista dal comma 6
dell'articolo 70 della legge n. 448 del 2001 viene estesa a tutte le
forme di servizi previsti dalla legge; i relativi oneri sono determinati
in 20 milioni di euro per il 2004 ed in 30 milioni di euro l'anno a
partire dal 2005.
Osserva quindi che anche il Parlamento vigilerà sull'attuazione della
legge attraverso una relazione che dovrà essergli inviata annualmente
dalla Commissione parlamentare istituita presso il Ministero per il
lavoro e le politiche sociali.
Esprime, quindi, la convinzione che, garantire ai bambini luoghi di
crescita di qualità elevata, pubblici, aperti a tutti, sia un dovere per
un paese sensibile ai diritti dell'infanzia; non solo, ma con il
provvedimento in esame si offrono ai bambini opportunità indispensabili
per un adeguato processo di sviluppo umano ed educativo, valorizzando i
ruoli e le funzioni dei genitori per una moderna politica della
famiglia.
|
7a |
9,
14, 15, 16, 21, 22, 23, 28 |
comitato ristretto, Disciplina delle attività musicali, DdL AC
587,
756,
835,
1184,
1213,
2065,
2129,
2434,
2246,
2623,
2672 e
3009 |
7a |
21,
22, 29 |
in sede referente, AC nn.
2128 e
2181, Sport per le persone
disabili |
7a |
22 |
Interrogazioni a risposta immediata |
12a |
22 |
DdL AC
172,
Asili nido |
Senato
|
Commissioni |
7a |
28 |
Il 28 gennaio la Commissione approva la proposta di indagine conoscitiva sullo stato giuridico del
personale docente della scuola |
7a |
21 |
in sede referente, DdL 1877,
Insegnanti di religione cattolica
(21.01.03) Il relatore BRIGNONE sottolinea anzitutto
la differenza fra la questione sottesa ai provvedimenti in titolo e
quella, pur correlata, dell'insegnamento della religione cattolica su
cui la Commissione fu a lungo impegnata nella scorsa legislatura fino
alla discussione di una bozza di risoluzione da lui stesso presentata in
qualità di relatore. Dopo l'accordo del 1985, con cui fu modificato il
Concordato del 1929 e fu raggiunta un'Intesa fra l'autorità scolastica
italiana e la Conferenza episcopale, il dibattito si è infatti
incentrato proprio su tale aspetto e, in particolare, sulla facoltà
degli studenti di avvalersi o meno dell'insegnamento della religione
cattolica nonché sulla tutela da assicurare a coloro che optavano di non
avvalersene.
La tematica sottesa ai disegni di legge in titolo è tuttavia diversa,
atteso che si tratta in questo caso di definire invece lo stato
giuridico degli insegnanti di religione cattolica, argomento
marginalizzato fino alla scorsa legislatura in favore del dibattito
contenutistico sulla disciplina.
Nella scorsa legislatura ha invece preso sostanza l'esigenza di definire
lo stato giuridico dei docenti, anche in considerazione del fatto che si
andava definendo l'inquadramento degli altri insegnanti precari. A
seguito dell'entrata in vigore della legge n. 124 del 1999, la
condizione di inferiorità tipica del precariato riguarda infatti ormai
solo gli insegnanti di religione cattolica.
Il relatore ripercorre quindi le tappe più significative dell'esame
condotto nella scorsa legislatura, dalla presentazione di un testo
unificato da parte dell'allora relatore senatore Occhipinti, alla
successiva assunzione da parte di quest'ultimo di un incarico di Governo
e il conseguente conferimento a lui stesso dell'incarico di relatore, al
trasferimento del confronto in Assemblea e al successivo passaggio
presso la Camera dei deputati, ove l'esame non si concluse entro la fine
della legislatura.
La Camera dei deputati ne ha tuttavia ripreso l'esame in questa
legislatura, sulla scorta di un provvedimento governativo che riproduce
in gran parte il testo licenziato dal Senato nel luglio del 2000.
Nell'entrare nel merito della questione, il relatore osserva quindi che
l'insegnamento della religione cattolica, originariamente affidato a
religiosi, è stato progressivamente affidato ad un numero sempre
maggiori di laici, pari oggi ad oltre il 76 per cento. Si è cioè formata
una nuova generazione di insegnanti di religione cattolica, che svolge
la propria professione esattamente come gli altri docenti e rappresenta
un solido punto di riferimento delle istituzioni scolastiche,
concorrendo ad un'offerta formativa più completa oltre che radicata
nella nostra storia e cultura. Tale situazione impone una disciplina più
stabile del loro stato giuridico, tanto più che essi non godono del
sostentamento tipico dei sacerdoti né delle garanzie dei religiosi
appartenenti ad una comunità.
Passando ad una puntuale analisi dei testi presentati, il relatore si
sofferma poi in particolare sul disegno di legge n. 1877, di iniziativa
governativa, già approvato dalla Camera dei deputati, cui sono stati
abbinati altri dieci disegni di legge di iniziativa parlamentare, che in
prevalenza seguono il medesimo impianto.
L'articolo 1 del disegno di legge n. 1877 definisce lo stato giuridico
degli insegnanti di religione cattolica, che viene equiparato a quello
degli altri insegnanti a tempo indeterminato. Esso istituisce infatti
due ruoli, uno per la scuola dell'infanzia ed elementare ed uno per la
scuola superiore, prevedendo peraltro che nella scuola dell'infanzia ed
elementare l'insegnamento possa essere affidato ai docenti di classe
purchè riconosciuti idonei dalla competente autorità diocesana. Al
riguardo, egli osserva peraltro che generalmente i docenti di classe
rinunciano e gli insegnanti di religione cattolica si configurano come
docenti specifici.
L'articolo 2 definisce le dotazioni organiche e costituisce uno dei
punti su cui maggiormente differiscono le diverse proposte presentate.
Il disegno di legge n. 1877 determina infatti la consistenza della
dotazione organica nella misura del 70 per cento dei posti di
insegnamento complessivamente funzionanti. Le altre proposte variano
invece da un minimo del 30 per cento (atto Senato n. 1909, di iniziativa
della senatrice Acciarini ed altri) ad un massimo del 90 per cento (atto
Senato n. 554 dei senatori Bevilacqua ed altri). Al riguardo, occorre
tuttavia rilevare che attualmente gli insegnanti di religione cattolica
non hanno un orario di cattedra completo. L'inquadramento in ruolo
impone invece l'attribuzione di cattedre di 18 ore, dal che deriva la
percentuale suggerita nel disegno di legge n. 1877 (e su cui si era del
resto già convenuto nella scorsa legislatura) del 70 per cento; risulta
invece impraticabile la percentuale del 90 per cento. Per converso,
desta perplessità la proposta del 30 per cento contenuta nell'atto
Senato n. 1909, atteso che in tal caso molti insegnanti resterebbero non
di ruolo, con una probabile accentuazione degli insegnanti religiosi che
più difficilmente accettano l'inquadramento, giudicando incompatibile
con i propri impegni pastorali un orario di cattedra di 18 ore.
L'articolo 3 del disegno di legge n. 1877 regola poi l'accesso ai ruoli
e definisce le procedure ordinarie di reclutamento, dopo una inevitabile
fase transitoria. Si tratta in questo caso di concorsi ordinari, sia pur
caratterizzati dall'accertamento della competenza specifica in capo
all'autorità religiosa.
Dopo aver dato conto dei titoli previsti dal punto 4 dell'Intesa, il
relatore si sofferma sulle procedure di assunzione ed in particolare
sull'intesa con l'ordinario diocesano competente per territorio che
caratterizza il contratto a tempo indeterminato. Analogamente, ai motivi
di risoluzione del contratto previsti dalle disposizioni vigenti, si
aggiunge la revoca dell'idoneità da parte del medesimo ordinario
diocesano. Al riguardo, egli dà conto peraltro di uno studio in corso da
parte della Conferenza episcopale per valutare la possibilità di
conferire un'idoneità valida su tutto il territorio nazionale.
L'articolo 4 reca invece norme in materia di mobilità, fermo restando
che la mobilità verso altro insegnamento è subordinata al possesso del
titolo di studio e all'abilitazione richiesti dall'ordinamento.
All'insegnante cui sia stata revocata l'idoneità dall'ordinario
diocesano, resta quindi la scelta fra chiedere il trasferimento ad altro
insegnamento, qualora sia in possesso dei requisiti richiesti, ovvero
fruire della mobilità professionale.
L'articolo 5 detta le norme per disciplinare la fase transitoria, su cui
molto acceso fu il dibattito nella scorsa legislatura. Non va tuttavia
dimenticato che anche la legge n. 124 del 1999 ha individuato un
percorso specifico per gli insegnanti precari e nella stessa linea si
pone la norma in oggetto, dettando anzi disposizioni assai puntuali per
l'accesso al concorso riservato.
L'articolo 6 reca le norme di copertura finanziaria.
Il relatore si sofferma infine sulle problematiche specifiche delle
regioni di confine, ricordando che – in virtù della specifica autonomia
– nelle province di Trento e Bolzano gli insegnanti di religione
cattolica sono già di ruolo e tutti gli ordini di scuola prevedono due
ore di insegnamento settimanale. La situazione appare tuttavia non
perfettamente omogenea nelle due province, atteso che all'atto della
revisione concordataria del 1985 erano state approvate le norme di
attuazione dello Statuto speciale del Trentino Alto Adige per Bolzano ma
non per Trento.
Conclude, proponendo l'assunzione del disegno di legge n. 1877 quale
testo base.
|
7a |
21 |
Interrogazioni |
7a |
22,
30 |
Indagine conoscitiva sullo stato di attuazione del decreto
legislativo 5 giugno 1998, n. 204, recante norme sul coordinamento, la
programmazione e la valutazione della politica nazionale relativa alla
ricerca scientifica e tecnologica: audizione del Ministro dell'istruzione,
dell'università e della ricerca
(22.01.03) Agli intervenuti nel dibattito replica
quindi il ministro MORATTI, la quale conviene anzitutto con l'esigenza,
sottolineata in particolare dal senatore Tessitore, di garantire
un'efficace valutazione della ricerca. Al riguardo, rileva che detta
esigenza è segnalata anche nelle Linee guida per la politica scientifica
e tecnologica approvate dal CIPE lo scorso aprile e si pone in stretta
connessione con l'obiettivo di una ottimale programmazione degli
investimenti. Il Ministero ha quindi incaricato il Comitato per la
valutazione della ricerca (CIVR) di elaborare apposite Linee guida ed
attende l'elaborato definitivo entro brevissimo tempo. Indi, sarà
avviato il consueto iter
di coinvolgimento della comunità scientifica ed universitaria, nonché
evidentemente delle Commissioni parlamentari. Nell'anticipare fin d'ora
che il documento farà senz'altro tesoro di
standard già elaborati dalla Conferenza dei
rettori così come di esperienze concrete delle università, manifesta
l'auspicio che il confronto possa essere avviato entro la fine del
prossimo mese.
Quanto alla preoccupazione, espressa anch'essa dal senatore Tessitore,
relativa alla decurtazione operata dalla legge finanziaria dei
contributi destinati agli enti di ricerca, ella precisa che la riduzione
non è stata del 10 per cento come ipotizzato bensì dell'1,6 per cento e
si riferisce al solo 2003, atteso che i fondi per il 2004 sono rimasti
sostanzialmente pari a quelli del 2002. La razionalizzazione degli enti
di ricerca, in avanzata fase di elaborazione, consentirà poi ulteriori
economie di gestione che compenseranno la decurtazione apportata per il
2003.
Il senatore Tessitore, prosegue il Ministro, segnalava infine l'esigenza
di idonee forme di tutela per la ricerca individuale e di piccoli
gruppi. Al riguardo, ella ricorda che il Fondo per gli investimenti
nella ricerca di base (FIRB) prevede una specifica allocazione di
risorse per sostenere la capacità dei ricercatori singoli o associati in
piccoli gruppi, sostenendo significativamente i progetti
curiosity driven ed
incentivando la creatività dei giovani ricercatori. In tal senso, nel
biennio in corso il FIRB ha finanziato 277 progetti per un totale di 59
milioni di euro destinati a tale specifico intervento.
Il Ministro si sofferma poi sulle osservazioni relative alla scarsità di
risorse destinate alla ricerca scientifica emerse nel dibattito. A tale
proposito, ribadisce l'impegno del Governo ad accrescere gli
investimenti fino al conseguimento dell'1 per cento del prodotto interno
lordo (PIL) nell'arco della legislatura, come indicato nelle Linee
guida. A causa di difficoltà economiche di carattere nazionale ed
internazionale, la legge finanziaria per il 2003 non ha potuto
rispettare l'entità dei finanziamenti prevista. Essa contiene comunque
segnali indiscutibilmente positivi, quali l'assegnazione (per la prima
volta in forma strutturale e non quale contributo
una tantum) al FIRB di 300
milioni di euro nel triennio e di 100 milioni di euro aggiuntivi
rispetto alle dotazioni attuali al Fondo per le agevolazioni alla
ricerca (FAR). Inoltre, all'articolo 56, si istituisce un nuovo fondo
per progetti di ricerca di particolare valore scientifico.
Al senatore Gaburro, che invocava interventi per un impiego più stabile
dei ricercatori, il Ministro conferma l'impegno del Governo per una loro
utilizzazione costante nel tempo nell'ambito dei grandi progetti
strategici, che vengono sempre più configurandosi come veri e propri
cantieri di formazione.
Alla senatrice Vittoria Franco, che esprimeva preoccupazione per la
scarsa mobilità assicurata ai ricercatori stranieri in Italia, comunica
poi che il Ministero ha allo studio alcuni interventi, da concordare con
il Ministero del lavoro e quello dell'interno, volti proprio a rimuovere
gli ostacoli ad una libera circolazione dei ricercatori.
Il Ministro si sofferma indi sulle considerazioni svolte dalla senatrice
in ordine ad una presunta scarsa attenzione della ricerca ai settori
sanitario e farmaceutico, osservando che, al contrario, si tratta di
settori indicati come prioritari nelle Linee guida. Il FIRB ha del resto
già finanziato progetti in tali settori (post-genoma, nuova ingegneria
medica, neuroscienze) per 137 milioni di euro, i quali sono già in fase
di attivazione. Lo stesso Fondo per progetti di ricerca di cui
all'articolo 56 della legge finanziaria del 2003, poc'anzi richiamato, è
finalizzato ad interventi di tutela della salute, oltre che di
innovazione tecnologica.
Quanto ai rilievi mossi in ordine al progressivo invecchiamento dei
ricercatori, ella conferma l'impegno ad incrementare le risorse e
prevederne una diversa allocazione. Ricorda tuttavia che con i progetti
FIRB sono state finanziate attività di alta formazione che comportano
l'inserimento di 900 giovani ricercatori nel circuito della ricerca. Con
specifico riguardo al Mezzogiorno, il Programma operativo nazionale (PON)
per la ricerca consente poi nuovi modelli di formazione attraverso
l'assegnazione di 6.500 borse di studio, di cui 5.500 a soggetti di
formazione e 1.000 per dottorati di ricerca.
Il Ministro risponde indi alle questioni poste dal senatore Modica.
Con riferimento alla lamentata crisi degli enti di ricerca, ella
richiama la riorganizzazione in corso di elaborazione, che consentirà di
attribuire a ciascun ente una missione più chiara, evitando la
dispersione o sovrapposizione di risorse anche attraverso forme di
multidisciplinarietà e stimolando un maggior raccordo con le università
da un lato e il mondo produttivo dall'altro.
Informa poi di aver incaricato la segreteria tecnica del Ministero di
verificare il posizionamento dell'Italia rispetto alle tematiche di
ricerca più rilevanti in vista della predisposizione di un nuovo
Programma nazionale di ricerca. Inoltre, il Ministero ha avviato
un'indagine sui sistemi di ricerca in connessione con il processo di
internazionalizzazione del Paese. Avvalendosi degli addetti scientifici
all'estero, è stata così predisposta una mappatura dei Paesi verso cui
l'Italia può esportare ricerca, con cui può collaborare in forme di
partnerariato, ovvero da cui può importare ricerca. Riservandosi di far
pervenire alla Commissione una sintesi di detta mappatura, si sofferma
quindi sull'esigenza, posta sempre dal senatore Modica, di una maggiore
integrazione dei sistemi di ricerca ricordando come essa sia un
obiettivo prioritario delle Linee guida, da realizzare attraverso il
sostegno a progetti di carattere rilevante e multidisciplinare.
Osserva poi come l'invocato superamento della distinzione fra ricerca di
base e ricerca applicata non sia contraddetto dall'esistenza di due
Fondi diversi, atteso che i progetti rispettivamente finanziati non si
pongono gli uni in una fase temporalmente antecedente rispetto agli
altri.
Individua altresì nei distretti ad alta tecnologia uno strumento
significativo di armonizzazione dei sistemi a livello regionale,
nazionale ed europeo. Cita in proposito i due esempi di Torino e Padova,
osservando come, nel primo caso, sia stato istituito un centro di
eccellenza atto anche a far nascere nuove imprese e, nel secondo caso,
proprio in un'ottica di armonizzazione sia stato istituito un
gemellaggio con un centro giapponese.
Ritiene poi di aver già risposto alle osservazioni del senatore D'Andrea
sulla scarsità delle risorse destinate alla ricerca e sulla priorità da
assicurare a tale profilo rispetto al riordino degli enti.
Alla senatrice Soliani, che invocava un più stretto rapporto tra
l'Esecutivo e comunità scientifica, conferma l'intenzione di sviluppare
il più ampio confronto sulla riorganizzazione degli enti prima del
definitivo passaggio in Consiglio dei ministri, come del resto già
sperimentato con riferimento alle Linee guida.
Quanto invece alle critiche sollevate in ordine a modalità occasionali
di finanziamento della ricerca, su cui dovrebbero prevalere fondi
strutturali, pur confermando il proprio impegno ad incrementare le
risorse di carattere strutturale, fa presente di condividere anche
iniziative quali l'introduzione di una tassa di scopo sul fumo, che
nulla impedisce possa nel tempo assumere carattere più stabile.
Conviene indi con la richiesta, avanzata da diversi senatori, di
sganciare l'erogazione dei contributi da criteri burocratici, spezzando
quindi la catena dell'autoreferenzialità. Per la prima volta quest'anno
il CIVR ha del resto effettuato una valutazione esterna degli enti di
ricerca, che si è affiancata all'operato dei comitati di valutazione
interni.
Conclude concordando infine con l'esigenza, sollevata dal senatore
Favaro, di un maggiore coinvolgimento del mondo produttivo, quanto meno
nei casi in cui gli imprenditori rinvengano motivi di interesse e cita
al riguardo la già menzionata fattispecie dei distretti ad alta
tecnologia. Dà conto altresì di un tavolo tecnico di confronto istituito
con le fondazioni bancarie proprio sui temi della ricerca.
|
Governo
31 |
Il Consiglio dei Ministri si è riunito a Palazzo Chigi alle
ore 17,15
All'inizio dei lavori il Presidente Berlusconi ha
svolto una relazione sui contatti avuti con alcuni colleghi di Paesi
alleati ed in particolare sull'incontro con il Presidente Bush in ordine
alla situazione irachena.
Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti:
su proposta del Presidente del Consiglio, Berlusconi, e del Ministro
dell'Interno, Pisanu:
- un decreto-legge che provvede ad elevare (fino al 90%) l'elargizione
spettante a titolo di provvisionale alle vittime del terrorismo e della
criminalità organizzata; si prevede anche la possibilità di elargire
l'assegno vitalizio già previsto dalle leggi in vigore, ai cittadini,
agli stranieri, agli apolidi ed ai superstiti, prima dell'emanazione di
sentenza, se le indagini dimostreranno con chiara evidenza che la natura
delle azioni che hanno causato il danno è terroristica, eversiva o
imputabile a forme di criminalità organizzata. E' prevista, inoltre, la
possibilità di elargire borse di studio per l'istruzione elementare e
secondaria inferiore, oltre che per tutti i livelli di istruzione
seguenti, agli orfani ed ai figli delle vittime;
su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della
ricerca, Moratti:
- tre schemi di decreto legislativo per la riforma ed il riordino del
CNR (Consiglio nazionale delle ricerche), dell'INAF (Istituto nazionale
di astronomia e astrofisica) e dell'ASI (Agenzia spaziale italiana), con
il fine di adeguarne la missione e la struttura al contesto europeo e di
favorirne l'inserimento nelle grandi reti di ricerca europee ed
internazionali; l'organizzazione e la struttura degli enti viene
sostanzialmente basata su strutture omogenee, con compiti definiti in
modo puntuale, la cui funzionalità viene assicurata da un assetto
spiccatamente manageriale, riservando alla componente scientifica la
formulazione dei progetti e dei piani di attività. In particolare si
prevede: · per il CNR l'attribuzione di autonomia scientifica,
finanziaria, contabile, organizzativa e patrimoniale; vengono
individuate le attribuzioni del consiglio di amministrazione con la
previsione di macro-aree di ricerca a carattere interdisciplinare;
individuati gli organi di gestione (con un consiglio di amministrazione
che sostituisce il consiglio direttivo), mentre la struttura viene
articolata in dipartimenti a capo dei quali è posto un responsabile
della programmazione; è previsto un comitato di valutazione dei
risultati della attività di ricerca svolta dall'ente sulla base di un
piano triennale ed annuale deliberati dal consiglio di amministrazione
ed approvati dal Ministro, sentiti i Ministri dell'economia e delle
finanze e della funzione pubblica; nell'ente confluiranno alcuni enti di
ricerca preesistenti, quali l'Istituto nazionale di diritto agrario,
l'Istituto nazionale di ottica applicata, l'Istituto papirologico “G.Vitelli”,
l'Istituto nazionale di fisica della materia.
· per l'INAF viene previsto un consiglio di amministrazione ed un
consiglio scientifico, mentre l'organizzazione è ripartita in
dipartimenti che predispongono il piano triennale e quello annuale di
ricerca; viene costituito un comitato di valutazione dei risultati dei
programmi, che tiene conto dei criteri definiti dal Ministero. E'
prevista altresì la confluenza di Istituti scorporati dal CNR:
l'Istituto di astronomia, l'Istituto di astrofisica spaziale e
l'Istituto di fisica dello spazio interplanetario;
· per l'ASI si tiene particolarmente conto dell'obiettivo di promuovere,
sviluppare e diffondere la ricerca applicata nel settore spaziale e
aerospaziale, potenziando la presenza italiana nelle sedi
internazionali. Vengono definiti con maggiore puntualità i compiti
dell'ente e prevista l'elaborazione di un piano triennale spaziale e di
un piano di dettaglio; l'organizzazione viene dotata di un consiglio
scientifico con compiti propositivi e consultivi. Anche per l'ASI viene
previsto un comitato di valutazione dei risultati della ricerca svolta
dall'ente.
Sui tre provvedimenti verrà acquisito il parere della Commissione
bicamerale per la riforma amministrativa.
Con particolare riferimento al CNR, per il quale è previsto un più
complesso processo di riordino, il Ministro Moratti ha informato il
Consiglio che è suo intendimento procedere allo scioglimento dei
relativi Organi di gestione e, contestualmente, alla nomina del prof.
Adriano DE MAIO a Commissario straordinario del CNR fino alla
riorganizzazione dello stesso e comunque non oltre il 31 gennaio 2004.
Il Consiglio ha condiviso;
su proposta del Ministro per le politiche comunitarie, Buttiglione, e
del Ministro per l'innovazione e le tecnologie, Stanca:
- un decreto presidenziale che adegua il quadro normativo italiano delle
disposizioni sulla firma elettronica al dettato comunitario, modificando
talune parti del testo unico in materia di documentazione
amministrativa. Il provvedimento detta una compiuta disciplina in
materia di firme elettroniche, di attività dei certificatori (libera e
non soggetta ad autorizzazione preventiva) e loro accreditamento, al
fine di ottenere il riconoscimento dei requisiti più elevati di qualità
e di sicurezza; sarà il Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie a
vigilare sul corretto svolgimento delle attività di certificazione, ed a
controllare periodicamente i certificatori accreditati. Sul
provvedimento si è espresso favorevolmente il Consiglio di Stato ed il
Garante per la protezione dei dati personali; è stata inoltre esperita,
con esito favorevole, la procedura di informazione alla Comunità
europea; (...)
su proposta del Ministro per le politiche comunitarie, Buttiglione, e
del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maroni:
- uno schema di decreto legislativo che adotta misure finalizzate a
contrastare i rischi per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro,
introduce l'obbligo del ricorso a servizi di prevenzione e protezione
esterni al luogo di lavoro quando quelli interni siano insufficienti,
prevede l'individuazione delle attitudini e delle capacità di cui devono
essere in possesso le persone responsabili delle attività di prevenzione
e protezione dei rischi professionali per la salute e la sicurezza dei
lavoratori. Il provvedimento integra la normativa esistente (legge n.626
del 1994), sanando un contenzioso in sede comunitaria che nel 2001
dichiarò l'Italia inadempiente nei confronti degli obblighi dettati agli
Stati membri. Sul provvedimento verranno acquisiti i pareri della
Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari competenti;
su proposta del Ministro per i beni e le attività culturali:
- un disegno di legge per l'istituzione della Fondazione
lirico-sinfonica Petruzzelli con sede nella città di Bari, ente di
diritto privato che opererà nel settore musicale ed acquisirà, previo
accordo con gli enti pubblici territoriali interessati, i diritti d'uso
esclusivo del Teatro Petruzzelli di Bari come previsto da apposito
protocollo sottoscritto con la Regione Puglia, la Provincia ed il Comune
di Bari e le parti private. Torna a nuova vita il noto Teatro, con la
fisionomia di Fondazione,e va ad aggiungersi alle altre tredici analoghe
Fondazioni attualmente esistenti in Italia nel settore; - uno schema di
decreto presidenziale per il funzionamento amministrativo e contabile
delle Soprintendenze dotate di autonomia gestionale in considerazione
della loro competenza su beni caratterizzati da eccezionale valore
archeologico, storico, artistico o architettonico; le norme sono rivolte
anche a musei, biblioteche pubbliche statali, archivi di Stato e
soprintendenze archivistiche. Sul provvedimento verranno acquisiti i
pareri del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari
competenti; (...)
Il Consiglio ha infine deliberato: (...)
su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della
ricerca:
- nomina del dott Salvatore Maria MICCICHE' a componente del Consiglio
di amministrazione dell'Istituto nazionale di documentazione per
l'innovazione e la ricerca educativa (INDIRE). (...)
La seduta ha avuto termine alle ore 20,00.
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24 |
Il Consiglio dei Ministri si è riunito alle ore 10,25 a
Palazzo Chigi
In apertura della riunione il Presidente Silvio
Berlusconi ha ricordato con parole commosse la figura del Senatore a
vita Giovanni Agnelli protagonista per oltre mezzo secolo della vita
italiana. Il Consiglio si è unito al cordoglio.
Il Consiglio ha successivamente ascoltato una approfondita relazione del
Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Moratti, sul
tema della riforma organica e della revisione strutturale degli enti di
ricerca, con la quale il Governo dà attuazione alla specifica delega che
gli è stata conferita dal Parlamento, anche in coerenza con le Linee
guida per la politica scientifica e tecnologica del Governo approvate
dal CIPE lo scorso anno. Dopo una approfondita discussione sugli aspetti
della complessa riforma, il Consiglio ha avviato l'esame degli schemi di
decreti legislativi sul riordino del CNR, dell'Istituto di astrofisica e
dell'Agenzia spaziale, riservandosi l'approvazione degli stessi nella
prossima riunione.
Il Consiglio ha altresì approvato i seguenti provvedimenti:
su proposta del Ministro per le politiche comunitarie, Buttiglione:
- un disegno di legge comunitaria 2003, che secondo il noto e
sperimentato modello reca le disposizioni per l'adempimento degli
obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alla Comunità europea;
tra le novità di maggior rilievo va sottolineata la previsione di
un'azione sostitutiva dello Stato nei confronti di Regioni titolari di
competenze oggetto di obblighi comunitari: a garanzia dell'obbligo
nazionale di adempiere al dettato comunitario, lo Stato potrà infatti
intervenire anche in materie a competenza ripartita con disposizioni che
perderanno efficacia (clausola della cedevolezza) nel momento in cui la
Regione inadempiente si attiverà con proprie norme. Degna di nota anche
la delega conferita al Governo per riordinare in testi unici omogenei le
disposizioni dettate per recepire direttive comunitarie; anche in tale
caso si applica la clausola della cedevolezza. Tra le principali deleghe
che lo Stato dovrà attuare vanno sottolineate la modifica alla
disciplina in materia di accesso alla professione di notaio; il
trattamento dei dati personali e la tutela della vita privata nelle
comunicazioni elettroniche; il riordino della disciplina in materia di
tutela dall'inquinamento acustico. Il disegno di legge ha ricevuto il
parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni;
su proposta del Ministro per le politiche comunitarie, Buttiglione, del
Ministro delle attività produttive, Marzano, e del Ministro per
l'innovazione e le tecnologie, Stanca:
- uno schema di decreto legislativo che recepisce disposizioni
comunitarie per l'adozione di regole uniformi per il commercio
elettronico nel mercato interno, per sua natura senza frontiere, al fine
di assicurare la libera prestazione dei servizi on line. L'obiettivo è
fornire una base comune di regole a tutte le transazioni in cui la
negoziazione degli accordi avviene senza la presenza fisica dei
contraenti e quindi prevedendo procedure trasparenti che consentano
anche costi di produzione minori e accrescano la fiducia dei consumatori
nei contratti telematici. Sul provvedimento verranno acquisiti i
prescritti pareri; (...)
Con l'astensione del Presidente Berlusconi e del Sottosegretario Letta,
che si sono temporaneamente allontanati, il Consiglio ha poi varato il
decreto presidenziale che approva il contratto di servizio tra il
Ministero delle comunicazioni e la RAI per il triennio 2003-2005, con il
fine di integrare ed aggiornare gli assetti industriali, finanziari, di
migliorare la qualità del servizio e di adeguare il canone. Ampio
rilievo viene dato all'individuazione della missione del servizio
pubblico, ai generi dell'offerta radiotelevisiva, alla tutela dei
minori, all'impegno per i disabili sensoriali, alla valorizzazione delle
culture regionali, locali e delle minoranze linguistiche. (...)
La seduta ha avuto termine alle ore 12,25
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17 |
Il Consiglio dei Ministri si è riunito alle ore 18,10 a
Palazzo Chigi
Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti:
(...)
su proposta del Ministro per le politiche comunitarie, Buttiglione, del
Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maroni, e del Ministro
per la funzione pubblica, Mazzella:
- uno schema di decreto legislativo di recepimento di direttive
comunitarie in materia di organizzazione dell'orario di lavoro, con ampi
e significativi rinvii alla autonomia negoziale delle parti sociali che
disciplinerà compiutamente la materia all'interno del quadro di
indirizzo tracciato in adesione al dettato comunitario nei limiti
temporali consentiti; vengono definite tra l'altro le nozioni di: orario
di lavoro e la durata massima (48 ore in media alla settimana compreso
lo straordinario), ferie (almeno quattro settimane all'anno), riposo
(almeno 24 ore consecutive ogni sette giorni, di regola la domenica),
lavoro straordinario, lavoro notturno e sua durata massima (l'idoneità
va accertata da strutture pubbliche competenti), lavoro a turni; la
disciplina è rivolta a tutti i settori di lavoro pubblici e privati (ad
eccezione della gente di mare e del personale di volo dell'aviazione
civile) e nel rispetto di specifiche disposizioni vigenti per le Forze
armate, i servizi di protezione civile, il Corpo nazionale dei vigili
del fuoco, il personale di strutture giudiziarie, penitenziarie e con
compiti di sicurezza pubblica. Sul provvedimento verrà acquisito il
parere delle Commissioni parlamentari competenti; (...)
La seduta ha avuto termine alle ore 19.50.
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10 |
Il Consiglio dei Ministri si è riunito alle ore 17,15 a
Palazzo Chigi
(...) Il Consiglio ha poi approvato i seguenti
provvedimenti:
su proposta del Ministro della giustizia, Castelli:
- un decreto legislativo che attua una riforma
organica della disciplina vigente in materia di società di capitali e di
società cooperative. Si tratta di un rilevante aggiustamento delle norme
di diritto societario che, nel rispetto di indirizzi e vincoli
comunitari, fra l'altro semplifica la fase di costituzione delle società
per azioni limitando la rilevanza dei vizi, introduce la disciplina dei
patti parasociali, innova quella dei conferimenti ( con particolare
riguardo alla nuova filosofia del rapporto fra questi e le azioni
assegnate al socio e quindi della tutela del capitale sociale), nonché
del valore, dell'emissione e del trasferimento delle azioni e delle
obbligazioni; razionalizza i poteri dell'assemblea (anche con
riferimento a convocazione, quorum, diritti di intervento,
rappresentanza dei soci); prevede nuovi sistemi di governance disegnando
diversi tipi di gestione societaria alternativa; amplia le cause del
recesso; introduce il nuovo istituto dei patrimoni destinati ad uno
specifico affare; riforma integralmente la fisionomia delle società a
responsabilità limitata ed inoltre accelera, semplifica e chiarisce le
fasi dello scioglimento e della liquidazione; introduce regole
trasparenti per la direzione ed il coordinamento di società (anche con
riferimento alla tutela dei soci di minoranza); facilita la
trasformazione, la fusione e la scissione di società. Per le società
cooperative la riforma si muove sulle direttrici di favorirne la
competitività anche attraverso il loro accesso ai mercati, valorizzarne
il carattere imprenditoriale, semplificarne la disciplina, ampliare gli
ambiti dell'autonomia statutaria. Particolarmente degna di nota la nuova
collocazione sistematica delle cooperative a mutualità prevalente e la
definizione dei rapporti fra queste e le altre cooperative;
- un decreto legislativo che introduce una nuova
procedura per il contenzioso relativo ai procedimenti in materia di
diritto societario e di intermediazione finanziaria, nonché in materia
bancaria e creditizia, e che realizza tra l'altro la concentrazione dei
procedimenti e la riduzione dei tempi processuali ; si tratta di un
intervento che, al fine di realizzare un processo più agile e rapido,
introduce un nuovo rito per le controversie civili in materia societaria
che valorizza in pieno il principio dispositivo, realizzando altresì la
tendenziale concentrazione dell'intera causa in una sola udienza. Questo
nuovo rito è coerente con quanto è emerso dai lavori compiuti dalla
Commissione Vaccarella che ha elaborato le direttrici fondamentali di
una riforma organica di tutto il processo civile; il provvedimento
deliberato oggi dal Consiglio potrà costituire una sperimentazione
generalizzabile in un futuro prossimo. E' dunque naturale che
l'intervento si estenda ad una rinnovata disciplina dei procedimenti in
camera di consiglio, di quelli cautelari, dell'arbitrato, introducendo
anche un nuovo tipo di “arbitraggio economico” dotato di potenzialità
applicative inesplorate. Rilevante, inoltre, la previsione e
l'incentivazione di una vasta gamma di modalità di risoluzione delle
controversie alternative alla sentenza.
Data la complessità della riforma, su richiesta delle
Commissioni parlamentari competenti e degli operatori, entrambi i
provvedimenti entreranno in vigore il 1° gennaio 2004, anche se sarà
possibile da subito per le società adeguare i propri statuti alla nuova
disciplina;
su proposta del Ministro per le politiche comunitarie,
Buttiglione:
- il disegno di legge comunitaria 2003, che secondo il
noto e sperimentato modello reca le disposizioni per l'adempimento degli
obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee;
tra le novità di maggior rilievo vi è la previsione di un'azione
sostitutiva dello Stato nei confronti di Regioni titolari di competenze
oggetto di obblighi comunitari: a garanzia dell'obbligo nazionale di
adempiere al dettato comunitario, lo Stato potrà infatti intervenire
anche in materie non proprie con disposizioni che perderanno efficacia
(principio della cedevolezza) nel momento in cui la Regione inadempiente
si attiverà con proprie norme. Degna di nota anche la delega conferita
al Governo per riordinare in testi unici omogenei le disposizioni
dettate per recepire direttive comunitarie. Il disegno di legge verrà
trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni per il parere;
su proposta del Ministro per gli affari regionali, La
Loggia:
- uno schema di decreto presidenziale che rende più
agile e veloce il finanziamento dei progetti che i soggetti della
pubblica amministrazione possono presentare per attuare le iniziative
necessarie alla tutela delle minoranze linguistiche storiche diffuse sul
territorio nazionale; il regolamento ha ricevuto il parere favorevole
del Consiglio di Stato e della Conferenza unificata; (...)
Su proposta del Ministro della salute il Consiglio ha
poi adottato, con deliberazione motivata ai sensi dell'articolo 3 del
decreto legislativo n.281 del 1997, la ripartizione delle disponibilità
finanziarie per il Servizio sanitario nazionale 2002.
Il Ministro Buttiglione ed il Sottosegretario Letta
per incarico del Ministro Maroni hanno svolto una relazione sui problemi
connessi con l'attuazione della direttiva 2000/34/CE in materia di
organizzazione dell'orario di lavoro. Il tema, per la sua rilevanza, è
alla viva attenzione del Governo in considerazione della sua immediata
connessione con la salute e la sicurezza dei lavoratori; saranno
disciplinati, tra l'altro, il riposo, il congedo, la durata settimanale,
il lavoro notturno, le turnazioni, la garanzia della continuità dei
servizi e della produzione, ove necessaria. Il Consiglio ha quindi
ribadito la necessità di pervenire quanto prima alla definizione di
questa importante disciplina. A tal fine il Ministro Maroni ed il
Ministro Buttiglione presenteranno al prossimo Consiglio dei Ministri la
normativa di attuazione. (...)
In chiusura dei lavori il Consiglio ha quindi
deliberato:
su proposta del Ministro dell'istruzione,
dell'università e della ricerca:
- nomina del prof. Iginio MARSON a Presidente
dell'Istituto nazionale di Oceanografia Sperimentale di Trieste (O.G.S.).
(...)
La seduta ha avuto termine alle ore 19,40.
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