OTTOBRE 2001

Scuola Governo Parlamento



 

09 - 31 ottobre Parlamento

 

Camera

 

Aula 24 Interrogazioni a risposta immediata

MARIO PEPE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che: 
in questi anni il reclutamento dei professori universitari è avvenuto ad avviso dell'interrogante nella più completa irregolarità sotto lo sguardo indifferente dei governi; 
in conseguenza di ciò molti ricercatori valorosi sono stati discriminati ed allontanati dalla carriera accademica, trasferendosi all'estero, dove si sono resi protagonisti di importanti ricerche; 
la legge n. 370 del 1999, approvata nella scorsa legislatura, all'articolo 8, comma 7, sancisce un'ulteriore discriminazione nei confronti di cittadini italiani che, pur avendo la stessa posizione accademica e gli stessi titoli, non hanno potuto accedere ai giudizi di idoneità solo per questione di tempo, in quanto è intervenuto nel corso dei lavori delle commissioni esaminatrici l'intervento preclusivo della giustizia amministrativa; 
tale comma 7, oltre a legittimare i giudizi di chi è riuscito ad accedere al concorso, contiene per gli stessi soggetti anche la legittimazione dell'accesso al concorso, pre-requisito di legittimità indispensabile per dichiarare legittima l'idoneità ottenuta; non è concepibile infatti una illegittimità dell'accesso ed una legittimità dell'idoneità ottenuta in seguito all'accesso illegittimo; i due eventi - quello del1'accesso al concorso e del successivo conseguimento del giudizio - sono strettamente interdipendenti ed uniti per quanto riguarda sia il carattere di conseguenzialità sia per quanto riguarda il carattere della legittimità; 
quali iniziative intenda assumere il Ministro alla luce della legge e della sua più equa interpretazione ed applicazione per sottoporre ai giudizi di idoneità i tecnici laureati con tre anni di attività didattica e scientifica esclusi dai giudizi di idoneità in base al decreto del Murst del 21 maggio 1992, in modo da dare la possibilità anche a loro, come ai più fortunati colleghi, di fruire degli aspetti favorevoli della legge n. 370 del 1999, articolo 8, comma 7, risolvendo, attraverso la verifica concorsuale, una situazione di esclusione dall'accesso al concorso, di fatto ingiusta. (3-00353) (23 ottobre 2001)

LETIZIA MORATTI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è da sottolineare, in primo luogo, che la disposizione introdotta dall'articolo 8, comma 7, della legge n. 370 del 1999 - ricordata dall'onorevole Mario Pepe - trova giustificazione nelle vicende relative all'applicazione dell'articolo 50 del decreto del Presidente della Repubblica n. 382 dell'11 luglio 1980, con il quale - com'è noto - furono dettate norme per l'inquadramento nella fascia dei professori associati di specifiche categorie di soggetti sulla base di giudizi di idoneità. Fra i beneficiari furono inseriti i tecnici laureati, a condizione che fossero in servizio alla data del primo agosto 1980 e che avessero svolto un triennio di attività didattica e scientifica debitamente documentato.
Nell'applicazione di tale disposizione, che prevedeva lo svolgimento di tre distinte tornate di giudizi, si è determinato un considerevole contenzioso, in particolare da parte dei soggetti esclusi per assenza dei requisiti richiesti dai giudizi di idoneità. Tale contenzioso, dopo vent'anni dall'emanazione della norma, non è ancora del tutto definito. Se si considera, infatti, che per la partecipazione alla sola terza ed ultima tornata sono state presentate circa 15.000 domande e che il Ministero ha ammesso poco più di 500 candidati e, cioè, coloro i quali erano in possesso dei requisiti di legge, è facile comprendere come l'esclusione degli altri richiedenti abbia comportato una consistente quantità di ricorsi sui quali i tribunali amministrativi regionali si sono, peraltro, pronunciati in modo diversificato, concedendo solo in alcuni casi la sospensiva.
Tutto ciò ha introdotto ovviamente una diversità di posizione dei ricorrenti: alcuni di essi hanno potuto sostenere i giudizi di idoneità, mentre ad altri tale possibilità è stata preclusa. Le sentenze definitive, peraltro, hanno rigettato per difetto dei requisiti i ricorsi degli interessati e hanno bloccato gli inquadramenti dei vincitori.
A favore di questi è successivamente intervenuto l'articolo 8, comma 7, della legge ricordata. Il Parlamento, infatti, ha ritenuto di portare a sanatoria la posizione dei soggetti nei confronti dei quali le commissioni giudicatrici avevano espresso un giudizio positivo.
In relazione a quanto richiesto dall'onorevole interrogante, è da sottolineare che tale norma riveste un carattere di eccezionalità e, pertanto, non può essere interpretata estensivamente o applicata nei confronti di soggetti diversi da quelli ivi contemplati, a maggior ragione perché essa è in contrasto con quanto affermato da numerose pronunce giurisdizionali.
Conseguentemente, risulta impossibile ampliare il numero dei destinatari dell'articolo 8, comma 7, sopracitato perché ciò, tra l'altro, provocherebbe - com'è ovvio - ulteriori rivendicazioni da parte di soggetti che si trovano in situazioni analoghe.
MARIO PEPE. Signor Presidente, signor ministro, i soggetti interessati non sono 15.000, ma sono in tutto un centinaio. Vorrei ricordare che dal punto di vista giuridico il suo ufficio li ha tranquillizzati dicendo che tutto è a posto. Tuttavia, il problema non è giuridico, bensì politico. In altri termini, vi è una legge che stabilisce che è legittimamente conseguita una idoneità, però vi è un giudizio del Consiglio di Stato che afferma che l'accesso a quel concorso era illegittimo. Come può essere legittima una idoneità conseguita con un accesso illegittimo? Spetta, quindi, alla politica correggere le storture della norma giuridica.
La legge lascia uno spiraglio aperto perché dice «è legittimamente conseguita», non «è stata legittimamente conseguita». Dunque, basterebbe una circolare del ministro per riaprire i termini e per sanare, ora per allora, una situazione che interessa circa 80 persone, non 15 mila. Spero che il ministro voglia porre fine a questa ingiusta esclusione.

TITTI DE SIMONE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che: 
gli interventi previsti nella prossima legge finanziaria per il 2002 nel settore della scuola determineranno, anche a detta dei sindacati della categoria, un peggioramento della qualità dell'offerta formativa nonché delle condizioni lavorative degli insegnanti; 
è anche previsto un aumento dell'orario di lavoro cosiddetto frontale degli insegnanti che non tiene conto del fatto che l'attività di insegnamento si esplica e si estende già ben oltre l'orario ufficiale di lavoro intervenendo, di fatto, per via legislativa in una materia regolata esclusivamente dal Ccnl; 
inoltre, le proposte avanzate dal ministero prevedono il divieto di nominare supplenti esterni fino a 30 giorni di assenza di un insegnante, e la sostituzione avverrà da parte di colleghi membri interni «liberi» in quelle ore, indipendentemente dalla materia insegnata; 
un'altra norma esclude il ricorso a personale specializzato per l'insegnamento della lingua straniera nella scuola elementare determinando, di fatto, il taglio di numerosi posti di lavoro; 
le reazioni nel mondo della scuola sono state immediate: uno sciopero è stato attuato già la scorsa settimana e manifestazioni e iniziative sono state indette da tutte le organizzazioni della categoria -: 
se non ritenga di intervenire affinché gli interventi governativi siano indirizzati alla valorizzazione di un settore così delicato e importante come quello dell'educazione e della formazione e se non ritenga di dover lasciare alla contrattazione tra le parti sociali qualsiasi modifica riguardante il contratto di lavoro degli insegnanti accogliendo e sostenendo, invece, le loro richieste comprese quelle economiche. (3-00354)  (23 ottobre 2001)

LETIZIA MORATTI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Pur nel presente difficile scenario economico il Governo ha valutato di preminente interesse la scuola e ritiene strategico un investimento nella scuola nel suo complesso quale investimento nelle risorse umane e nel futuro. 
Sul contenuto generale della legge finanziaria si erano tenuti incontri da parte del Governo con le confederazioni sindacali. Una volta inviato dal Senato il testo del disegno di legge relativo ho personalmente convocato le organizzazioni sindacali della scuola per un confronto sulle disposizioni specifiche. Le soluzioni proposte per la scuola nel disegno di legge finanziaria 2002 sono finalizzate a fornire gli strumenti per una riqualificazione della spesa. 
I risparmi preventivati sono destinati, pertanto, a valorizzare il ruolo e la funzione del personale docente. Tali risorse specifiche per la scuola si aggiungono a quelle previste in via generale per i rinnovi contrattuali di tutto il pubblico impiego. Questo è previsto solo per una quota delle economie stimate nella formulazione originaria della legge finanziaria ma, a seguito dell'esame da parte della competente Commissione VII e del confronto con le organizzazioni sindacali, il Governo si è impegnato a destinare per intero le economie realizzate alla valorizzazione del personale docente. Il Governo sta presentando un emendamento in tal senso che recepirà quello presentato da numerosi senatori. 
A seguito del confronto sono state, inoltre, individuate formulazioni idonee a dissipare le incertezze interpretative che avevano suscitato qualche inquietudine nel mondo della scuola. Con riguardo alle supplenze è stata data ai dirigenti scolastici la possibilità e non l'obbligo di utilizzare più ampiamente, e comunque per brevi periodi, i docenti in servizio presso la scuola garantendo così anche una maggior coesione di tutto il corpo docente. Non viene, inoltre, modificata in alcun modo la disciplina dell'orario contrattuale. Si intende, invece, pervenire ad una più razionale utilizzazione dei docenti nel rispetto delle disposizioni contrattuali vigenti. Le ore aggiuntive saranno, quindi, effettuate solo dai docenti disponibili e verranno, ovviamente, compensate come lavoro straordinario, secondo quanto previsto dal contratto di comparto. 
Circa l'insegnamento della lingua straniera nella scuola elementare si è riscontrato che non risultano pienamente utilizzate tutte le competenze acquisite dai docenti che sono stati formati per l'insegnamento della lingua straniera con gli appositi piani pluriennali di formazione in servizio. Si rende necessario, pertanto, chiarire che, ove vi siano adeguate competenze dei docenti, l'insegnamento della lingua straniera va ad essi prioritariamente affidato. Su tali basi il confronto con le organizzazioni sindacali del 19 scorso ha registrato un notevole avvicinamento. 
TITTI DE SIMONE. Signor ministro, le modifiche apportate sotto le forti pressioni delle parti sociali dimostrano, a nostro avviso, palesemente quanto siano ingiuste e antisociali le proposte contenute nella finanziaria, in particolare, per quanto riguarda l'articolo 13, tanto da far cadere i pochi argomenti di mera ragioneria che questo Governo ha potuto utilizzare. 
Si tratta di modifiche che, tuttavia, riducono la catastrofe, ma quest'ultima, a nostro avviso, resta; essa è determinata da una strategia complessiva con cui il Governo sta sottraendo linfa vitale alla scuola pubblica. Non ci soddisfano, quindi, le sue raccomandazioni, pur riconoscendo gli elementi migliorativi introdotti sotto la pressione di una massiccia mobilitazione della scuola sul testo della finanziaria; non ci soddisfano perché, intanto, resta l'impianto di controriforma che, secondo noi, svalorizza complessivamente la scuola pubblica e, a fronte di una retromarcia sull'aumento dell'orario di lavoro fuori dalla contrattazione nazionale, resta fermo l'utilizzo di insegnanti interni per le supplenze nelle scuole superiori: questo non è, forse, un invito ad innalzare obbligatoriamente l'orario per i docenti di questi istituti? 
Il computo degli organici resta in base agli alunni e non alle classi, si scoraggia l'insegnamento qualificato della lingua straniera nella scuola elementare, si cancellano, nei fatti, migliaia di posti di lavoro per i precari e per il personale A.T.A, si cerca, nei fatti, di imporre orari europei senza adeguare gli stipendi in modo concreto a quegli standard. 
Non bastano i risparmi investiti nella scuola quando a mancare è un piano di investimento pluriennale per il rinnovo dei contratti, per l'investimento e il sostegno dell'attività didattica e per l'edilizia scolastica, che nel nostro paese è fra le più fatiscenti d'Europa; non c'è alcun investimento per l'innovazione culturale e didattica, mentre con la delega al Governo si preferisce attaccare le regole democratiche della scuola per cancellare gli organi collegiali e si regalano 100 miliardi alle scuole private, mentre svariate centinaia di miliardi si tagliano alla scuola pubblica. 
Signori del Governo, non ci siamo. Noi pensiamo che questa finanziaria sia profondamente ingiusta e vi daremo battaglia perché riteniamo complessivamente inaccettabile la vostra idea di scuola e i contenuti di questa finanziaria. Vi diamo, quindi, appuntamento in Parlamento e nel paese dove la vostra controriforma troverà una posizione netta e irriducibile con cui fare i conti.

GRILLO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che: 
anche per quest'anno accademico si riproporrà la questione degli accessi ai corsi univeristari a numero programmato; 
la legge n. 264 del 2 agosto 1999 ha regolarizzato le posizioni degli studenti universitari fino al 31 marzo 1999 -: 
se non ritenga, al fine di evitare una nuova ondata di contenziosi contro i provvedimenti di esclusione, di adottare le opportune iniziative per gli iscritti all'anno accademico 2001/2002 e per sanare le situazioni in essere relative agli anni precedenti. (3-00355) (23 ottobre 2001)

LETIZIA MORATTI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Vorrei rispondere all'interrogazione presentata dall'onorevole Grillo confermando, in via preliminare, che effettivamente, riguardo all'accesso ai corsi universitari a numero programmato, negli anni passati si è verificato un notevole contenzioso. 
Vorrei però anche ricordare - credo sia noto - che la questione dell'accesso ai corsi universitari a numero programmato è stata disciplinata con legge n. 264 del 1999, che ha recepito le osservazioni e i suggerimenti della Corte costituzionale, l'orientamento scaturito dalle sentenze dei TAR nonché le reiterate richieste del Parlamento, in particolare per quanto riguarda l'articolo 5, con il quale è stata disposta la cosiddetta sanatoria per gli iscritti alla frequenza nell'anno 1998-1999. 
La legge n. 264 ha posto, dunque, un punto fermo sulla questione degli accessi, anche se per l'anno 1999-2000 sono stati nuovamente riproposti numerosi ricorsi in merito ai quali si è pronunciato il Consiglio di Stato, il quale ha sancito l'applicabilità della disciplina contenuta nella legge in argomento solo a decorrere dall'anno accademico 2000-2001. 
Va ricordato, in proposito, che la legge n. 264 è stata approvata solo in data 29 luglio 1999, quando cioè la maggior parte dei provvedimenti propedeutici per il regolare avvio dell'anno accademico erano stati già predisposti ai sensi del regolamento previgente. 
A seguito della situazione di incertezza, venutasi a creare per effetto del nuovo contenzioso, su iniziativa parlamentare è stata approvata la legge 17 marzo 2001 n. 133 che, tenuto conto dell'opportunità di tutelare posizioni acquisite dagli studenti nelle more dell'emanazione delle sentenze giurisdizionali definitive, ha previsto un'ulteriore sanatoria per l'iscrizione ai corsi 1999-2000. 
Da queste premesse consegue ovviamente che, a decorrere dall'anno accademico 2000-2001, la legge n. 264 è stata regolarmente applicata. Le università operano, quindi, nel quadro della disciplina definita con la legge medesima in relazione al meccanismo di accesso ai corsi a numero programmato. 
Non ritengo, pertanto che, stante l'attuale regolamentazione, possano verificarsi situazioni di contenzioso analoghe a quelle degli anni precedenti; infatti, risulta presentato, per l'anno accademico 2001-2002, un esiguo numero di ricorsi. 
MASSIMO GRILLO. Signor ministro, prendo atto con soddisfazione del ragionamento complessivo relativo allo stato delle cose. 
In verità, sono stati presentati diversi ricorsi; tuttavia, le questioni rimangono due. In primo luogo, verificare il numero dei ricorsi in quanto, se il numero è elevato ed è altrettanto elevato il numero dei sospensive da parte dei competenti organi giurisdizionali, è chiaro che il Parlamento dovrà tener conto di tutto questo, arrivando a porre un punto fermo. 
Infatti, ci troviamo di fronte a situazioni di discriminazione e di ingiustizia con il rischio, tra l'altro, di sollecitare i giovani studenti a incentivare la via del ricorso, con l'altro aspetto negativo, che tutti noi conosciamo, per averlo vissuto nella precedente legislatura. 
Si pone, poi, un'altra questione, vale a dire quella relativa ad una regolarizzazione non del tutto giusta, che non ha permesso a tanti altri studenti di poter accedere ai benefici della legge, del marzo dello scorso anno, da lei citata. 
Dunque, ritengo che, complessivamente, il Parlamento dovrebbe rivedere la normativa vigente, possibilmente anche con un indirizzo da parte del Governo, soprattutto per quanto riguarda alcuni aspetti. 
Ci troviamo innanzi a responsabilità che non sono degli studenti. Qual è la loro responsabilità? Siamo di fronte a tempo sprecato, a esami sostenuti inutilmente, a requisiti per il servizio di leva che vengono meno, a sforzi finanziari delle famiglie che per anni hanno sostenuto gli studenti e che adesso non possono ottenere i benefici delle prestazioni, degli esami sostenuti e di tutta l'attività didattica svolta. 
Si chiede, quindi, di poter rivedere complessivamente la norma, anche in considerazione del fatto che, oggi, il nostro sistema scolastico non prepara i giovani, ad esempio, al test di ammissione; non siamo attrezzati adeguatamente per far accedere ai corsi universitari soltanto con un semplice test. La nostra cultura formativa è di tipo diverso. 
Dunque, reputiamo opportuna una rivisitazione della norma e, in tal senso, preannuncio la presentazione, da parte del gruppo del CCD-CDU Biancofiore, di una proposta di legge che spero possa essere tenuta in considerazione anche dal Governo. 

Aula 10 Interrogazioni a risposta immediata

RUSSO SPENA, GIORDANO e TITTI DE SIMONE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Governo, con l'articolo 19 del disegno di legge finanziaria per il 2002, chiede al Parlamento un'ampia delega ai fini della trasformazione in società per azioni di enti pubblici trai i quali fonti ministeriali e organi di stampa indicano l'Istat, il Cnr;
ad avviso dei sindacati le conseguenze di una privatizzazione degli enti di ricerca sarebbero gravi;
la ricerca pubblica rappresenta una garanzia di tutela della salute e di trasparenza, un'opportunità di crescita scientifica, culturale e sociale della collettività che non possono essere sottomesse ad un'ottica di profitto -:
come il Governo voglia garantire saperi, cultura trasparenza di enti di ricerca che non possono essere privatizzati.(3-00289) (9 ottobre 2001)

LETIZIA MORATTI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge finanziaria per l'anno 2002 effettivamente prevede per gli enti per i quali lo Stato concorre al finanziamento la possibilità della trasformazione in società per azioni o in fondazioni di diritto privato. Peraltro, la stessa norma precisa che l'eventuale trasformazione dovrà essere preceduta da un'indagine finalizzata a valutare la proficuità della futura gestione al di fuori del settore pubblico dei servizi presi in esame e che solo in caso di valutazione positiva si procede alla trasformazione. Ritengo dubbio che la norma possa applicarsi al CNR, la cui missione prevalente non è quella di fornire servizi. Il CNR, come tutte le agenzie di ricerca, ha il compito fondamentale di promuovere la ricerca avanzata ad alto rischio, il cui ritorno è per sua natura differito nel tempo e quindi fuori da una logica di profitto immediato. In tutti i paesi avanzati queste istituzioni sono pubbliche e costituiscono il braccio operativo attraverso cui i governi attuano le loro politiche di ricerca. Un CNR trasformato in un'istituzione privata, che vive sul mercato, potrebbe essere indotto ad abbandonare strade di ricerca innovative, con una graduale trasformazione in un ente di puro servizio, in un paese che, viceversa, ha bisogno di incrementare la ricerca di base.
Peraltro, ciò non esclude che per il CNR, come per altri enti di ricerca, sia auspicabile che vengano individuate specifiche soluzioni che consentano l'apporto di ulteriori capitali destinati all'attività di ricerca istituzionale. In particolare, penso ad iniziative tese a valorizzare i risultati della ricerca e incentivare l'impegno dei ricercatori. In ogni caso, ogni iniziativa al riguardo sarà adottata salvaguardando il principio della libertà della scienza e la garanzia degli obiettivi scientifici e culturali perseguiti dai ricercatori nell'interesse della società, obiettivi che il Governo intende tutelare nella maniera più completa e dei quali si rende garante.

GIOVANNI RUSSO SPENA. Signor Presidente, credo che la preoccupazione molto grave che ha esposto non solo a nome mio personale ma anche di rifondazione comunista, di tanti sindacati autorganizzati, delle rappresentanze di base e delle sinistre sindacali, non sia fugata dalla risposta della signora ministro. Non siamo soddisfatti, non siamo tranquilli, di fronte ad una questione così grave, perché quanto detto dalla signora ministro per il CNR vale per tutti gli enti di ricerca. In verità, ritengo che questo smantellamento e privatizzazione di questi enti rientri in una politica generale del Governo estremamente negativa, che vediamo in tutti i provvedimenti che in questi giorni stiamo discutendo e approvando, così come li cogliamo nello spirito di disegno di legge finanziaria o nel cosiddetto libro bianco del ministro Maroni.
Da un lato vi è una precarizzazione dei lavoratori e del mercato del lavoro sino a giungere a contratti intermittenti, part-time elastici, contratti di lavoro a chiamata - vi è un vero furto di spazio, tempo, vita -; dall'altro lato si smantellano interi pezzi di Stato sociale e si privatizzano gli enti di ricerca come se essi potessero essere messi sul mercato, come se la loro utilità sociale dipendesse da ciò che viene prodotto, come se la cultura fosse una merce e non un bene collettivo, come se la formazione potesse essere sottratta alla comunità e diventare merce privatizzata sulla quale si può fare del profitto. 
Nell'ambito della legge finanziaria, non solo presenteremo emendamenti alternativi ma condurremo anche un'iniziativa politica molto forte e decisa contro le intenzioni del Governo.

Aula 09 Comunicazioni del Governo sui più recenti sviluppi della situazione internazionale
 
2a Comm. 18 La commissione approva il PdL AC 543, Norme in materia di incompatibilità dell'esercizio della professione di avvocato
 
7a Com. Sistema dei servizi per la prima infanzia
7a Com. DdL AC. 1315, Equipollenza tra diploma in educazione fisica e laurea in scienze motorie e sportive
7a Com. 24 DdL AC. 1534, Riforma organizzazione del Governo
7a Com. 24 Interrogazioni
  • 5-00312 Grignaffini: Organici del personale delle Accademie e dei Conservatori
  • 5-00313 Angela Napoli e Butti: Regolamento sull'autonomia delle Accademie e dei Conservatori
  • 5-00314 Gambale: Corsi polivalenti organizzati dall'Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli
7a Com. 30, 31 in sede referente, DdL AC 587, 756, 835, 1184 e 1213, Disciplina delle attività musicali 
7a Com. 11 Audizioni di rappresentanti dell'Andu, Apu, Cidum, Cipur, Cnu, Firu, Snur-Cgil, Snals-Università, Ugl-Università, Uil-Paur in relazione all'autonomia statutaria degli Atenei e all'applicazione della riforma degli ordinamenti didattici
7a Com. 09 La Commissione esprime parere favorevole su:

- Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2000 (C. 1597 Governo, approvato dal Senato)
- Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2001 (C. 1598 Governo, approvato dal Senato)
Tabella n. 2: stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, limitatamente ai settori dell'informazione e dell'editoria
Tabella n. 3: stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali
Tabella n. 6: stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca

 

Senato

 

Aula 09 Comunicazioni del Governo sui più recenti sviluppi della situazione internazionale
 
5a Com. 30, 31

Il 31 ottobre la 5a Commissione Senato approva, nel testo emendato, la Legge Finanziaria 2002.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2002)

(30.10.01) Il presidente AZZOLLINI propone di riprendere l'esame degli emendamenti riferiti agli articoli 9 e 13 del disegno di legge finanziaria, precedentemente accantonati e pubblicati nel resoconto sommario di venerdì 26 ottobre 2001. Invita, quindi, il rappresentante del Governo ad illustrare gli emendamenti presentati dall'Esecutivo nn. 9.70 e 13.90.
Il sottosegretario APREA illustra l'emendamento 9.70, volto a sostituire il comma 3 dell'articolo 9. In particolare, fa presente che per quanto riguarda il conseguimento di economie derivanti dall'applicazione dell'articolo 13, la norma si estende anche al personale ATA. Illustra, quindi, l'emendamento 13.90 formulato dall'Esecutivo tenendo conto sia di molti emendamenti presentati dai Gruppi di maggioranza, sia di alcuni suggerimenti provenienti dalle opposizioni, pur nel mantenimento dei principi ispiratori della manovra. Sottolinea, inoltre, che molte scelte contenute nell'emendamento 13.90 prendono l'avvio dalle decisioni in materia di autonomia scolastica adottate nella passata legislatura. L'attuale Esecutivo si è sforzato di intervenire per meglio regolare i flussi di spesa di tale settore. A questo fine, sono stati per esempio introdotti gli organici di istituto ed è stata presa la decisione di aumentare il corpo docente in relazione a situazioni particolari come la presenza di studenti stranieri o allievi portatori di handicap, senza l'applicazione dei precedenti automatismi. Si sofferma quindi brevemente su alcuni temi, come quello delle supplenze e della formazione delle commissioni d'esame rispetto alle quali evidenzia le novità contenute nell'emendamento 13.90. (...)
Il sottosegretario Valentina APREA fa presente che la situazione ereditata dal Governo non consentiva scelte diverse da quelle che sono state assunte con il disegno di legge finanziaria in esame. Ricorda che le leggi finanziarie dal 1997 al 2000 avevano previsto risparmi di risorse, in conseguenza degli interventi di razionalizzazioni adottati, per circa 7000 miliardi di lire. I risultati sono stati assolutamente nulli e anzi gli automatismi hanno incrementato le spese per il personale nell'ordine di oltre 3000 miliardi di lire. Il Governo si è trovato quindi di fronte ad un buco finanziario per il settore scolastico pari a circa 10.000 miliardi di lire. La gestione attraverso automatismi del personale scolastico è infatti continuata sia con riferimento agli organici funzionali, sia per la sussistenza di parametri fissi come ad esempio quello concernente gli insegnanti di sostegno per i portatori di handicap.
Esprime, tuttavia, un ragionevole ottimismo sulle prospettive. Ciò in quanto, già a partire dal prossimo anno, il Governo sulla base di quanto sarà possibile correggere con la attuale legge finanziaria potrà impostare una nuova politica scolastica basata sulla responsabilizzazione dei dirigenti e degli insegnanti. Condivide le osservazioni formulate dal senatore Michelini, che però vanno riferite esclusivamente, almeno nella situazione attuale, alle regioni che hanno competenza esclusiva sulla scuola. Segnalerà quindi l'esigenza di un approfondimento in sede tecnica.
Ritiene che gli emendamenti hanno il pregio di coinvolgere gli insegnanti nelle scelte organizzative, responsabilizzandoli attraverso l'utilizzazione di incentivi efficaci. Cita, a titolo di esempio, il caso dell'insegnamento della lingua straniera nella scuola elementare, dato che oggi è ancora possibile utilizzare, senza giustificazione, sia gli insegnanti con la cosiddetta "seconda competenza", che gli specialisti. Per ciò che si riferisce al comma 6, ribadisce che non sono calcolati i risparmi, in quanto si tratta di una norma di tendenza, che indica l'esigenza di incentivare il risparmio delle risorse. Conferma, per ciò che concerne il comma 7, la possibilità di graduare le indennità attraverso il decreto del Ministro.

7a Com. 30 La Commissione esprime parere favorevole sul DdL, Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2001 (già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati)
7a Com. 24 Indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, sui nuovi modelli organizzativi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali. Audizione del sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Sgarbi.
7a Com. 17 I. Proposta di indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, sullo stato di attuazione del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204, recante norme sul coordinamento, la programmazione e la valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica.

II. Proposta di indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, sui nuovi modelli organizzativi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali.
7a Com. 09, 10, 11 1. Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2002 e bilancio pluriennale per il triennio 2002-2004.(700)  
- Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2002. (Tab. 7)
 
- Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2002. (Tab. 14)
 
2. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2002). (699)

L'11 ottobre la Commissione esprime parere favorevole alla 5a Commissione

(Parere 7a Commissione Senato) "La Commissione, esaminati lo stato di previsione della spesa del Ministero della pubblica istruzione per l'anno finanziario 2002, nonché le parti connesse del disegno di legge finanziaria, esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni, relative al disegno di legge finanziaria.
Quanto all'articolo 9, comma 3, ritiene opportuno incrementare la quota di risparmio devoluta alla valorizzazione dei docenti.
Quanto all'articolo 12, relativo al divieto di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel pubblico impiego, si suggerisce di riflettere sull'opportunità di escludere dal blocco quegli enti pubblici che si caratterizzino per una bassa percentuale di oneri per il personale sui contributi ricevuti dallo Stato.
Quanto all'articolo 13, recante norme in materia di organizzazione scolastica, va rilevato in via generale che, trattandosi di misure finalizzate ad una riqualificazione della spesa, è necessario che i conseguenti risparmi rimangano destinati alla scuola; più puntualmente si osserva quanto segue:
- occorre, al comma 1, dettare indicazioni più precise ai fini della definizione con decreto ministeriale dei criteri relativi alla revisione delle dotazioni del personale docente;
- al comma 3, occorre prioritariamente assicurare il rispetto delle disposizioni contrattuali in materia di prestazione oraria eventualmente modificando gli ordinamenti didattici;
- appare ragionevole ridurre il termine attualmente fissato dal comma 5 in 30 giorni delle assenze cui le istituzioni scolastiche autonome debbano far fronte con risorse proprie, prevedendo altresì l'esclusione da tale disposizione per la scuola dell'infanzia;
- appare preferibile, al comma 6, procedere all'abrogazione esplicita delle disposizioni incompatibili con la normativa recata dai commi da 1 a 5, nonché raccordare tale abrogazione con l'entrata in vigore delle disposizioni attuative di rango secondario;
- al comma 7, appare preferibile prevedere un presidente esterno per ogni sede d'esame, per un massimo di tre commissioni d'esame, anziché un presidente per ciascun istituto scolastico, e fissare al contempo criteri precisi per la sua nomina da parte dei dirigenti regionali;
- al comma 8, appare indispensabile abrogare anche le altre disposizioni dell'articolo 4 della legge n. 425 del 1997 palesemente incompatibili con la nuova composizione delle commissioni d'esame.
Quanto all'articolo 14, si esprime il timore che il comma 2 (per effetto del quale, a seguito del conglobamento della quota di indennità integrativa speciale nello stipendio iniziale per le categorie indicate all'articolo 1, comma 1, della legge n. 37 del 1990 e della contestuale riduzione della misura dell'indennità integrativa speciale, sono modificati i rapporti percentuali fissati fra gli stipendi delle qualifiche dei docenti e dei ricercatori universitari), unitamente al comma 7 dell'articolo 9 (che pone a carico delle amministrazioni di competenza gli oneri di rinnovo contrattuale del personale non contrattualizzato, quali i professori universitari), risulti eccessivamente penalizzante per i docenti universitari.
Quanto all'articolo 31, che autorizza alcuni limiti di impegno al fine di agevolare lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione, si rileva che quelli relativi all'edilizia scolastica, attualmente previsti a partire dal 2004, dovrebbero essere anticipati già a partire dal 2002.
Quanto infine alla Tabella C allegata, si richiama l'esigenza di un rafforzamento del Fondo per l'ampliamento dell'offerta formativa, inopportunamente ridotto rispetto al 2001, nonché degli stanziamenti destinati all'edilizia universitaria e alla ricerca. Per quanto riguarda più specificatamente tale ultimo aspetto, si ritiene necessario sia un incremento del Fondo unico per la ricerca, tale da portare l'investimento pubblico nel settore progressivamente all'1 per cento del prodotto interno lordo (PIL), sia l'inserimento di norme che prevedano esenzioni fiscali per gli assegni di ricerca ed in genere per le attività di ricerca delle università e degli enti di ricerca".

(11.10.01) Il ministro si sofferma preliminarmente sul quadro economico-finanziario all'interno del quale viene a collocarsi la manovra di finanza pubblica; un quadro assai diverso da quello delineato nel Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF), a seguito della crisi economica internazionale manifestatasi in maniera sempre più acuta nel periodo immediatamente successivo all'approvazione del DPEF e ancor di più a seguito dell'attacco terroristico agli Stati Uniti d'America perpetrato l'11 settembre scorso, che ha generato un contesto di grave incertezza anche sotto il profilo delle previsioni economiche. Ciò nonostante, il Governo sta mantenendo gli impegni assunti in sede di campagna elettorale, grazie a una manovra di bilancio che tiene comunque conto delle esigenze delle categorie più svantaggiate e che mantiene inalterata la pressione fiscale.
Nel merito delle problematiche proprie del comparto della scuola, il Ministro ricorda che il Dicastero di cui ella è titolare è l'unico, assieme a quello dell'Interno, a non aver subito tagli relativamente ai propri stanziamenti e ad aver anzi registrato un contenuto incremento delle risorse ad esso assegnate. Il Ministro rileva altresì che il disegno di legge finanziaria dimostra una particolare attenzione per la specificità del settore scolastico, confermando coerentemente - in particolare all'articolo 13, relativo all'organizzazione scolastica - l'impianto organizzativo complessivo già delineato nel corso della passata legislatura; un impianto che, decentrando le sedi decisionali e di assunzione di responsabilità, configura gli uffici scolastici regionali quali centri di responsabilità amministrativa e individua nei dirigenti scolastici il fulcro attorno al quale dovranno essere adottate le scelte in tema di organici, di conferimento delle supplenze e di razionalizzazione della spesa.
Ella manifesta poi disponibilità ad accogliere proposte emendative volte a una riformulazione di alcune disposizioni del disegno di legge finanziaria che consenta di renderle più chiare. Tale disponibilità si riferisce innanzitutto alla disposizione concernente la definizione degli organici, con riferimento ai quali il Governo non intende abrogare i criteri individuati dalla disciplina vigente, sulla base della legge n.59 del 1997. In secondo luogo, modifiche migliorative potrebbero essere accolte in merito alla norma che riguarda la prestazione oraria dei docenti, a proposito della quale ella sottolinea che non innova rispetto alla disciplina contrattuale vigente e che le ore aggiuntive a quelle previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro saranno ovviamente compensate come lavoro straordinario.
Quanto all'insegnamento della lingua straniera nella scuola elementare, il Ministro dichiara che la relativa disposizione nasce dalla consapevolezza che le competenze acquisite dai docenti non sono pienamente utilizzate.
Soffermandosi poi sulla questione delle supplenze, ella ricorda come le proposte contenute nel disegno di legge finanziaria si ispirino ai princìpi di autonomia e flessibilità, rimettendo le relative decisioni in capo alle singole istituzioni scolastiche autonome. Dichiara tuttavia sin da ora di essere disponibile a prendere in considerazione eventuali emendamenti che rendano meno rigida l'applicazione della norma, nella consapevolezza del particolare rilievo che assume la sostituzione del personale assente sotto il profilo della continuità didattica.
In riferimento poi alla valorizzazione del personale docente, il Ministro evidenzia che le determinazioni adottate dall'attuale manovra finanziaria si inscrivono nell'ambito delle linee guida tracciate in materia dalla legge n. 440 del 1997, sull'ampliamento dell'offerta formativa che già prevede il reinvestimento nella scuola di economie di spesa.
Un atteggiamento non rigido viene quindi dichiarato dal Ministro in merito alla norma contemplata dal disegno di legge finanziaria relativa alla composizione delle commissioni da insediare per lo svolgimento degli esami di maturità. Ella si dichiara infatti disponibile a prefigurare una limitazione della composizione di tali commissioni come prevista dal comma 7 dell'articolo 13 alle sole scuole pubbliche e paritarie; uguale disponibilità ella manifesta riguardo alla norma che disciplina il numero dei presidenti di commissione.
Infine, in relazione alle tematiche universitarie, ella sottolinea anzitutto il sia pur esiguo incremento del Fondo di finanziamento ordinario, nonché la previsione di uno stanziamento di cassa superiore per 1.000 miliardi di lire a quello di competenza, in un processo di graduale riequilibrio fra stanziamenti di cassa e di competenza.
Il Ministro passa quindi ad affrontare puntualmente le questioni poste dai singoli senatori rispondendo in primo luogo al senatore Tessitore, al quale ricorda che gli effetti del blocco delle assunzioni di personale a tempo indeterminato, previsto dall'articolo 12 del disegno di legge finanziaria per il personale tecnico e amministrativo delle università, sono notevolmente attenuati dai margini assai ampi di ricorso alle assunzioni a tempo determinato. Dopo aver poi evidenziato che per l'edilizia universitaria sono previsti limiti di impegno per 15 miliardi di lire (con conseguenti investimenti per 150 miliardi di lire), e dopo aver sottolineato che l'articolo 9, comma 7, (che pone a carico dei bilanci delle amministrazioni di competenza gli oneri derivanti dai rinnovi contrattuali anche del personale del comparto universitario in quanto non contrattualizzato), non ha carattere innovativo rispetto alla disciplina vigente, ella rileva come la norma introdotta dall'articolo 14 in merito al contenimento delle spese per il personale abbia natura meramente interpretativa e recepisca un consolidato indirizzo giurisprudenziale del Consiglio di Stato.
Al senatore D'Andrea il Ministro replica che non appartiene al Governo una visione aziendalistica della scuola, viceversa considerata momento essenziale di vita comunitaria, di aggregazione e di formazione. Occorre tuttavia attenersi anche in questo campo a criteri generali che consentano una buona gestione del sistema dell'istruzione. Quanto alla denunciata riduzione degli stanziamenti destinati alle scuole non statali, ella assicura che è stato posto rimedio al taglio effettuato in fase di assestamento per il 2001.
Rispondendo alla senatrice Manieri, il Ministro osserva che le risorse destinate ai rinnovi contrattuali del personale del comparto "Scuola" non sono unicamente allocate nella Tabella 7 allegata al disegno di legge di bilancio, dovendosi considerare queste ultime solamente aggiuntive, ma sono conglobate nella loro gran parte nell'ambito della voce di spesa finalizzata al pubblico impiego. Quanto al decentramento delle decisioni circa il conferimento delle supplenze, ella sostiene che alla base di tale scelta vi è il fine di responsabilizzare i singoli istituti scolastici e di ovviare agli abusi verificatisi in passato.
Alla senatrice Pagano, il Ministro conferma poi che in sede di assestamento 2001 sono stati cancellati i 123 miliardi destinati alla contrattazione integrativa dei docenti in quanto ne mancavano i presupposti, mentre i restanti 630 miliardi sono stati ripartiti a livello regionale.
Dopo aver assicurato il senatore Favaro che si è proceduto a un rafforzamento degli investimenti destinati alla ricerca e che il Ministero si è posto l'obiettivo di innalzare la quota di risorse stanziate in questo settore all'1 per cento del prodotto interno lordo (PIL), ella si rivolge al senatore Berlinguer rammentando come già la manovra finanziaria per il 1998 disponesse una drastica riduzione del personale, pari al 3 per cento, evidentemente valutando che il conseguente risparmio di 1.900 miliardi non dovesse tradursi in una minore qualità del servizio scolastico. Ad essa si è aggiunta la successiva legge finanziaria per il 1999, che ha disposto un'ulteriore riduzione del personale pari all'1 per cento. Essendo rimaste disattese quelle norme e al contrario essendosi registrata una progressione della spesa scolastica pur in presenza di un calo costante del numero degli alunni iscritti (sul quale dato ella consegna alla Commissione il relativo grafico), l'attuale Governo ha ereditato i complessi problemi connessi al soddisfacimento di una esigenza - appunto già individuata in passato ma non soddisfatta - che richiede ora non una riduzione degli organici, bensì una loro stabilizzazione, che consenta di governare effettivamente la spesa scolastica e di riqualificarla.

(10.10.01) Il senatore GABURRO riferisce sulla Tabella 14, recante lo stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2002, nonché sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria, sottolineando anzitutto come nel quadro di politica economica e finanziaria delineato nel Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2002-2006 il settore dei beni e delle attività culturali sia chiamato a svolgere un ruolo determinante, con una dinamica destinata a riflettersi positivamente anche sui conti pubblici. La piena valorizzazione delle risorse culturali, in particolare con riferimento al rilancio del Mezzogiorno, costituisce infatti il volano più appropriato per sviluppare l'enorme potenziale del settore sull'intera economia del Paese, con un incremento del gettito dei proventi erariali e delle entrate extra tributarie. In questa prospettiva, gli interventi pubblici di tutela e valorizzazione dei beni culturali devono trasformarsi in terreno di sviluppo di nuove attività produttive, non più solo attraverso l'indotto del turismo che infatti appare straordinariamente in crescita proprio nelle città d'arte.
Il relatore individua pertanto le seguenti linee di indirizzo programmatico: portare rapidamente a compimento la modernizzazione della macchina amministrativa in vista di una gestione più dinamica dei beni culturali, ridefinendo altresì le missioni istituzionali del Ministero; distinguere fra attività di tutela e salvaguardia (da mantenere in capo al Ministero) e gestione delle attività stesse (che possono essere concesse, con le dovute garanzie, all'imprenditoria privata); proseguire nel miglioramento dei servizi resi all'utenza stabilizzando ed estendendo i risultati positivi già raggiunti in alcune aree (apertura di nuovi musei, prolungamento degli orari di apertura, aumento dell'occupazione diretta ed indotta).
Per quanto riguarda in particolare lo stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali, il relatore – dopo aver dato analiticamente conto degli stanziamenti previsti per i residui passivi, la competenza e la cassa – osserva che lo stanziamento complessivo per il 2002 in conto competenza segna, rispetto alle previsioni assestate del bilancio 2001, una riduzione di 280,2 milioni di euro, relativa prevalentemente agli stanziamenti di parte corrente per le spese relative all'acquisto di beni e servizi e per i compensi aggiuntivi al personale.
Egli passa poi ad illustrare l'articolato del disegno di legge finanziaria, per le parti che abbiano riflessi sui beni culturali, soffermandosi in primo luogo sull'articolo 11 secondo il quale, ai fini del contenimento della spesa, le pubbliche amministrazioni non potranno istituire nuovi comitati ed organismi collegiali, ad eccezione di quelli di carattere tecnico e ad elevata specializzazione indispensabili per la realizzazione di obiettivi istituzionali non perseguibili attraverso l'utilizzazione del proprio personale. Gli organismi tecnici e ad elevata specializzazione già operanti nelle pubbliche amministrazioni e ritenuti indispensabili dovranno essere individuati con decreto del Ministro competente entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge; gli organismi non ritenuti indispensabili dovranno invece essere soppressi.
L'articolo 12 prevede il divieto di assunzione di personale a tempo indeterminato. In proposito, appare tuttavia opportuno inserire una norma di deroga, al fine di prorogare l'utilizzo del personale precario assunto in connessione con l'anno giubilare per il tempo necessario ad espletare le procedure di assunzione a tempo indeterminato a tal fine utilizzando gli stanziamenti appositamente accantonati nel fondo speciale di parte corrente di cui alla Tabella A allegata al disegno di legge finanziaria.
L'articolo 19 dispone la trasformazione di enti pubblici, finanziati direttamente o indirettamente dallo Stato, in società per azioni o fondazioni di diritto privato ovvero la loro soppressione e messa in liquidazione. Al riguardo, il relatore ricorda che, per quanto riguarda gli enti pubblici vigilati dal Ministero per i beni e le attività culturali, si è già proceduto a una loro razionalizzazione sulla base del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 419. Rispetto all'elenco contenuto nella tabella allegata a tale decreto legislativo, restano infatti da riordinare – fra gli enti di competenza dell'Amministrazione dei beni culturali – solo l'Ente per le ville vesuviane e "Il Vittoriale degli italiani", la cui istruttoria però è temporaneamente sospesa a seguito di giudizio pendente dinanzi al Tar Lombardia.
L'articolo 21 prevede una riduzione del 10 per cento annuo dei contributi versati dallo Stato in favore di enti, istituti e altri organismi indicati nella Tabella 1 allegata al disegno di legge finanziaria e che i relativi importi siano iscritti in un unico capitolo nello stato di previsione di ciascun Ministero interessato. Per i Beni culturali la Tabella 1 prevede, oltre ai contributi in favore degli enti elencati nella Tabella A della legge n. 549 del 1995, altre 13 voci di spesa relative ad enti e istituti che finora non rientravano nel predetto elenco della legge n. 549 e che dovranno quindi essere iscritti in un unico capitolo.
Il relatore, rinviando ad una fase successiva della sua esposizione l'illustrazione dell'articolo 22 – che rappresenta a suo giudizio il punto cruciale della manovra di bilancio in materia di beni culturali – passa quindi all'analisi delle tabelle allegate al disegno di legge finanziaria.
Quanto alla Tabella A, che dispone gli accantonamenti sul fondo speciale di parte corrente, egli ricorda che l'accantonamento destinato ai Beni culturali è innanzi tutto preordinato, secondo la relazione al disegno di legge finanziaria, al fine di coprire gli oneri conseguenti ad alcuni degli interventi dei "cento giorni" per il rilancio per l'economia. La seconda finalizzazione degli accantonamenti indicati nella Tabella A concerne interventi da realizzare nel settore dei musei, con l'assunzione a tempo indeterminato del personale precario cosiddetto "giubilare", anche se i fondi per il 2002 non appaiono sufficienti rispetto alle previsioni di spesa.
Infine, le somme dovranno essere utilizzate, con riferimento all'anno 2002, per il rifinanziamento della legge 1 marzo 2001, n. 39, per lo svolgimento dei XIX Giochi mondiali silenziosi. Al riguardo, il relatore ricorda che il Senato ha già provveduto all'approvazione di un apposito disegno di legge, risultante dall'unificazione degli atti nn. 634 e 635, e che ora il provvedimento è all'esame della Camera.
La Tabella A prevede peraltro altri fondi di interesse per la Commissione e in particolare nell'accantonamento del Ministero dell'economia: sempre in base alla relazione di accompagnamento, parte di tale accantonamento è infatti preordinata ad interventi straordinari, per il solo anno 2002, in favore del CONI.
Quanto alla Tabella B, che indica gli stanziamenti da includere nel fondo speciale di conto capitale, il relatore dà conto del dettaglio delle postazioni relative ai Beni culturali, per le quali la relazione di accompagnamento non indica tuttavia finalizzazioni, facendo solo riferimento a "interventi vari".
Passando alla Tabella C, che determina gli stanziamenti relativi a provvedimenti legislativi vigenti la cui quantificazione è demandata alla legge finanziaria, il relatore indica le voci che registrano una maggiore variazione rispetto alla finanziaria 2001: funzionamento della Biblioteca nazionale centrale "Vittorio Emanuele II" di Roma, funzionamento degli Istituti centrali del Ministero, Scuola archeologica italiana in Atene (che registrano riduzioni per ciascun anno del triennio) e contributo alla Accademia nazionale dei Lincei (che registra invece un aumento).
Quanto alla Tabella F, che modula le autorizzazioni di spesa recate da leggi pluriennali, egli richiama le voci relative alle intese istituzionali di programma, agli interventi per Venezia, ai mutui agevolati per l'editoria libraria, agli interventi straordinari nel settore dei beni e delle attività culturali e ad ulteriori interventi per i beni culturali. Sottolinea infine come in detta Tabella F non siano più previste autorizzazioni di spesa per l'impiantistica sportiva.
Il relatore ritorna quindi all'articolato del disegno di legge finanziaria, soffermandosi analiticamente sull'articolo 22 in materia di servizi dei beni culturali che, afferma, riproduce integralmente la proposta avanzata dal Ministero per estendere il coinvolgimento dei privati nella gestione delle attività di valorizzazione e di offerta al pubblico dei beni culturali. Tale norma soddisfa infatti l'esigenza di riorganizzare sollecitamente i servizi offerti al pubblico, al fine sia di meglio corrispondere alle attese dei visitatori sia di utilizzare esperienze, sperimentate con successo in altri Paesi, di collaborazione fra pubblico e privato e di ricorso all' outsourcing per le attività di produzione dei servizi per la fruizione. La novità si inserisce del resto nel solco già tracciato dalla cosiddetta "legge Ronchey" (che aveva prefigurato la concessione a privati dei soli servizi di assistenza culturale e di ospitalità), che appare tuttavia oggi troppo limitata rispetto ai compiti di valorizzazione del patrimonio culturale del Paese e di integrazione con gli altri settori produttivi del territorio. Restano peraltro ferme l'esclusiva statale nell'attività di tutela e di salvaguardia del patrimonio culturale e la vigente disciplina sulla conservazione e manutenzione.
Nella prospettiva di una crescita strutturale permanente dell'economia italiana, il settore dei beni e delle attività culturali è del resto chiamato a svolgere un ruolo determinante. Occorre pertanto stabilire un legame stretto fra valorizzazione delle attività culturali da un lato e sviluppo di attività produttive, di occupazione e formazione del capitale umano dall'altro. In futuro, il territorio verrà così articolato in veri e propri "bacini di utenza e sviluppo della cultura e dello sport", in un sistema integrato di infrastrutture tese a valorizzare tutte le risorse in esso presenti.
Quanto agli effetti finanziari, si stima che la norma introdotta dall'articolo 22 – dopo una prudente sperimentazione limitata nel 2002 al 10 per cento dei musei, delle aree archeologiche e degli scavi – possa conseguire significativi aumenti di entrata attraverso l'estensione degli istituti e delle aree da concedere al 30 per cento nel 2003 e al 60 per cento nel 2004.
Il relatore torna poi a soffermarsi sulle postazioni in favore dei beni culturali recate dalle Tabelle A e B allegate al disegno di legge finanziaria.
Quanto alla Tabella A, ed in particolare alla finalità indicata nella relazione di accompagnamento relativa alla stabilizzazione del personale precario, egli ricorda che nell'Anno Giubilare, grazie alla utilizzazione dei precari, vi è stata una forte crescita del numero dei visitatori dei musei (con conseguente incremento delle entrate), e che tale tendenza favorevole pare senz'altro da assecondare, anche in connessione con la già ricordata espansione del turismo nelle città d'arte. La manovra finanziaria in esame costituisce pertanto l'occasione per definire la situazione di precariato, non certo in funzione di ammortizzatore sociale, ma in considerazione del fatto che l'utilizzo di tali professionalità appare proficuo per una ulteriore implementazione delle risorse economiche del Paese.
Quanto alla Tabella B, il relatore sottolinea che – in assenza di specifiche finalizzazioni – occorrerebbe rafforzare il coinvolgimento dei privati nelle attività preordinate alla fruizione dei beni culturali. Strumento idoneo a tal fine potrebbe essere l'utilizzazione di un organismo a struttura societaria quale la Società italiana per i beni culturali (SIBEC), istituita dalla legge n. 352 del 1997 per la promozione e il sostegno di interventi di restauro, recupero e valorizzazione dei beni culturali. Ulteriori compiti da affidare alla SIBEC potrebbero essere attività di consulenza ed assistenza in favore non solo del Ministero per i beni e le attività culturali, ma anche dei Ministeri delle attività produttive, delle infrastrutture e dei trasporti, ai fini della individuazione e gestione dei "bacini di utenza e sviluppo della cultura, dello sport e del turismo".
Il relatore lamenta infine che, nella manovra finanziaria, non sia stata rifinanziata la normativa riguardante le zone terremotate delle Marche e dell'Umbria (decreto-legge n. 6 del 1998, convertito dalla legge n. 61). Ciò, nonostante che dette regioni abbiano predisposto il piano degli interventi di ripristino del patrimonio culturale danneggiato e il piano finanziario volto ad individuare i soggetti pubblici e privati attuatori degli interventi. In ottemperanza alla normativa di riferimento, sono stati del resto contratti mutui ventennali con la Banca europea degli investimenti (BEI) e con il Fondo di sviluppo sociale (FSS) del Consiglio d'Europa. Poiché tale disponibilità finanziaria non ha coperto l'intero fabbisogno, appare improrogabile l'esigenza di un rifinanziamento dei mutui già contratti e a tal fine la BEI e il FSS si sono resi disponibili a finanziare un ulteriore mutuo per 500 miliardi. Occorre pertanto prevedere in Tabella D un ulteriore limite di impegno per mutui ventennali per circa 25 miliardi, onde non disperdere la disponibilità predetta.
Conclusivamente, il relatore propone di redigere un rapporto favorevole sulla Tabella 14 e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria avanzando tuttavia alcuni suggerimenti: l'inserimento di una norma di proroga del personale precario cosiddetto "giubilare" ed una norma di spesa per la sua assunzione a tempo indeterminato; l'inserimento di una norma per l'utilizzo del contributo straordinario a favore del CONI; l'introduzione di una norma di spesa per aumentare il capitale sociale della SIBEC utilizzando l'accantonamento della Tabella B; l'inserimento in Tabella D di un ulteriore limite di impegno per mutui ventennali in favore delle zone terremotate delle Marche e dell'Umbria.

(09.10.01) Il relatore (...) illustra la Tabella 7, recante lo stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2002, e le connesse parti del disegno di legge finanziaria, soffermandosi anzitutto sulla struttura dei documenti di bilancio, secondo le nuove norme di contabilità pubblica. Ricorda infatti che la riforma del 1997 ha dismesso il sistema di contabilità previgente, basato sui capitoli quali unità elementari del conto di bilancio, rendendo oggetto della deliberazione parlamentare solo le unità previsionali di base, cui corrispondono i centri di responsabilità amministrativa. La riforma del 1997 ha peraltro mantenuto la ripartizione delle unità previsionali di base in capitoli, ma soltanto ai fini della gestione e della rendicontazione. In pratica, essa ha previsto un doppio bilancio: uno politico (basato sulle unità previsionali di base) e uno amministrativo (basato sui capitoli), segnando il trasferimento del potere autorizzatorio a livello di capitoli dal Parlamento al Governo. All'esito della riforma, il Parlamento può pertanto operare solo variazioni compensative fra unità previsionali di base, mentre le variazioni compensative fra capitoli sono rimesse a decreti ministeriali, assunti su proposta dei dirigenti responsabili.
La legge n. 208 del 1999, prosegue il relatore, ha poi dettato ulteriori modifiche, relative alla scansione temporale del ciclo di bilancio e a taluni profili di contenuto della legge finanziaria. Anzitutto, essa ha posticipato al 30 giugno (in luogo del 15 maggio) la presentazione del Documento di programmazione economico-finanziaria, nonché al 30 settembre (in luogo del 31 luglio) la presentazione del bilancio a legislazione vigente. Inoltre, ha fissato al 15 novembre il termine per la presentazione dei disegni di legge "collegati" ordinamentali, sopprimendo i "collegati" di sessione. Corrispondentemente, ha ampliato il contenuto della legge finanziaria, che può ora recare anche disposizioni a carattere non meramente quantitativo bensì ordinamentale ed organizzatorio (purché sia rilevante il loro apporto al miglioramento dei saldi ed abbiano effetti finanziari dal primo anno del bilancio pluriennale), nonché disposizioni a carattere espansivo (purché direttamente finalizzate al sostegno dell'economia, con l'esclusione di interventi microsettoriali e localistici).
Il relatore passa poi ad illustrare nel dettaglio la Tabella 7 del bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2002, ricordando che essa ha assunto da quest'anno una particolare configurazione a seguito dell'unificazione del Ministero della pubblica istruzione con il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, con conseguente accorpamento dei centri di responsabilità relativi al Gabinetto ed agli Uffici di diretta collaborazione del Ministro. Inoltre, a seguito del riordino dell'ex Ministero della pubblica istruzione, la Tabella registra una ricollocazione delle unità previsionali di base e dei relativi capitoli nei nuovi centri di responsabilità risultanti dalla riforma, caratterizzata prevalentemente dall'articolazione a livello periferico in uffici scolastici regionali, cui si aggiungono i centri di responsabilità dell'ex Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica.
Il relatore si sofferma altresì sull'ammontare degli stanziamenti che, rileva, registrano un'incidenza percentuale complessiva del 7,66 per cento sul totale delle spese del bilancio dello Stato, con un incremento delle previsioni di spesa rispetto al bilancio assestato 2001 pari a circa 400 milioni di euro.
Quanto alle disposizioni del disegno di legge finanziaria, egli rimarca anzitutto alcune inadeguatezze: il fondo per l'ampliamento dell'offerta formativa registra un'inopportuna riduzione del 10 per cento rispetto al 2001; i limiti di impegno previsti per l'accensione di mutui da parte degli enti locali in favore dell'edilizia scolastica decorrono solo dal 2004, mentre sarebbe opportuno prevederne un'anticipazione al 2002; anche l'edilizia universitaria non sembra essere destinataria di adeguati stanziamenti; i fondi destinati alla ricerca appaiono infine insufficienti a perseguire l'obiettivo del Governo di portare l'investimento pubblico nel settore all'1 per cento del prodotto interno lordo onde allinearlo alla media europea.
Il relatore passa indi agli articoli del disegno di legge finanziaria che abbiano riflessi sull'istruzione, l'università e la ricerca, illustrando anzitutto l'articolo 9, che determina l'onere a carico del bilancio dello Stato per la contrattazione collettiva nazionale dei comparti del pubblico impiego e per gli aumenti retributivi al personale non contrattualizzato.
Al riguardo, egli rileva che - come nella precedente finanziaria - l'articolo reca in primo luogo l'indicazione delle risorse complessivamente disponibili per distinti aggregati: comparti di personale contrattualizzato i cui oneri gravano direttamente sul bilancio dello Stato (Ministeri, aziende autonome, scuola); personale non contrattualizzato (magistratura, militari e forze di polizia, appartenenti alle carriere diplomatica e prefettizia); personale dei comparti per i quali gli oneri contrattuali ricadono sui bilanci delle amministrazioni competenti (enti pubblici non economici; regioni ed autonomie locali; Servizio sanitario nazionale; istituzioni ed enti di ricerca; università). Esso individua poi ulteriori risorse specificamente destinate alla contrattazione integrativa o al trattamento accessorio per particolari categorie di personale (scuola; Corpi di polizia e delle forze armate, personale della carriera diplomatica e prefettizia), già ricomprese nei predetti aggregati.
In particolare, il comma 3 destina risorse al Fondo per la valorizzazione della funzione docente e al personale dirigente delle istituzioni scolastiche.
In entrambi i casi, si tratta di fondi aggiuntivi rispetto a quanto stabilito nella legge finanziaria per il 2001. Quelli destinati alla valorizzazione dei docenti sono tuttavia in parte condizionati al conseguimento di economie di spesa, secondo dizione che richiederebbe maggiore precisione.
L'articolo 9 fa infine riferimento ai rinnovi contrattuali del personale dei comparti degli enti pubblici non economici, delle regioni, delle province autonome di Trento e di Bolzano e delle autonomie locali, del Servizio sanitario nazionale, delle istituzioni e degli enti di ricerca e sperimentazione e delle università, nonché degli enti indicati dall'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001 (fra cui il CONI). Il relatore osserva peraltro che, a differenza della precedente finanziaria, il testo dell'articolo non fa riferimento al personale degli osservatori astronomici, astrofisici e vesuviano, che sono stati oggetto di riorganizzazione: gli osservatori astronomici e astrofisici sono infatti confluiti nell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), mentre l'Osservatorio vesuviano fa oggi parte dell'Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia. Poiché entrambi questi ultimi organismi sono enti di ricerca non strumentali, il relatore ritiene peraltro che il riferimento recato dal comma 7 alle "istituzioni ed enti di ricerca" dovrebbe ricomprendere anche tali enti.
Passando all'articolo 12, il relatore ricorda che esso introduce misure di carattere straordinario che, secondo la relazione tecnica, sono dettate dall'impossibilità di assolvere con interventi ordinari le attuali esigenze di contenimento della spesa pubblica. Si tratta del divieto di procedere a nuove assunzioni di personale per una serie di amministrazioni pubbliche (c.d. blocco del turn-over), da cui sono esclusi tuttavia alcuni comparti come ad esempio quello scolastico.
L'articolo 13 reca poi un duplice ordine di disposizioni, relative rispettivamente alle dotazioni e prestazioni orarie del personale docente (commi 1-6) e alla composizione delle commissioni giudicatrici degli esami di Stato conclusivi degli studi secondari superiori (commi 7-8).
Anzitutto, si prevede che le suddette dotazioni siano costituite sulla base della consistenza numerica degli alunni iscritti, in relazione alla dimensione oraria e alle caratteristiche dei curricoli obbligatori, secondo parametri, finalizzati all'ottimizzazione delle risorse, da definirsi con decreto ministeriale. Nel limite dell'organico complessivo determinato con decreto ministeriale, le dotazioni di ciascuna regione sono peraltro definite dal dirigente preposto all'ufficio scolastico regionale, su proposta del dirigente dell'istituzione scolastica, con conseguente revisione della disciplina recata dal regolamento sul dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche.
Quanto alla prestazione oraria del personale docente, il relatore ricorda che, secondo il contratto collettivo nazionale di lavoro, l'attività d'insegnamento si svolge in 25 ore settimanali nella scuola materna, in 22 ore settimanali nella scuola elementare e in 18 ore settimanali nelle scuole ed istituti di istruzione secondaria ed artistica, distribuite in non meno di cinque giornate settimanali.
Il comma 3 dell'articolo 13 conferma tale disposizione, prevedendo che la prestazione oraria a tempo pieno del personale docente non possa essere inferiore alla determinazione contrattuale sopra ricordata. Ove si abbiano frazioni inferiori alle 18 unità orarie, esse sono attribuite al personale in servizio, "di norma" fino a un massimo di 24 ore settimanali. In tal modo, si corregge un'anomalia che consentiva, in taluni casi, orari di cattedra inferiori a quanto stabilito nel contratto collettivo. Si rischia tuttavia di imporre in talune circostanze una prestazione oraria superiore a quella prevista nel contratto medesimo, che finirebbe per diventare una sorta di "soglia minima".
Il comma 4 prevede poi che l'insegnamento di una lingua straniera nella scuola elementare venga di norma assicurato all'interno del piano di studi obbligatorio e dell'organico d'istituto. Al riguardo, il relatore ricorda che l'insegnamento di una lingua straniera nella scuola elementare fu introdotto dall'articolo 10 della legge 5 giugno 1990, n. 148, e che il regolamento attuativo (decreto ministeriale 28 giugno 1991, n. 293) ha previsto che tale insegnamento sia impartito in aggiunta all'orario delle attività didattiche, da un insegnante elementare "specializzato", inserito nel modulo organizzativo e didattico.
Il comma 5 dispone invece che le istituzioni scolastiche autonome provvedano con proprie risorse umane e finanziarie (oppure con opportune scelte organizzative) alla sostituzione del personale assente sino a trenta giorni, al fine di contenere la spesa per supplenze temporanee.
Nel sottolineare come l'insieme delle disposizioni sin qui esaminate mirino ad una riduzione del rapporto alunni/docenti, senza peraltro incidere sul numero dei docenti di sostegno, il relatore si sofferma quindi sul comma 6, che dispone l'abrogazione delle disposizioni di legge e dei regolamenti in contrasto con le norme recate dai precedenti commi. Al riguardo, ritiene preferibile l'espressa indicazione delle fonti oggetto di abrogazione ed auspica un raccordo con l'entrata in vigore delle disposizioni attuative di rango secondario.
Egli passa poi ad illustrare i commi 7 e 8, che modificano la composizione delle commissioni degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore nonché il sistema di compenso dei commissari.
In particolare, il comma 7 rende le commissioni integralmente interne (ossia composte dagli insegnanti delle materie d'esame della classe del candidato), salvo un presidente esterno (con il compito di organizzare e coordinare le operazioni), il quale è nominato – tra il personale docente e dirigente delle scuole secondarie superiori – dal dirigente regionale competente.
Conseguente alla nuova disciplina dettata dal comma è una economia di spesa, quantificata dalla relazione tecnica in 129,12 milioni di euro annui.
Il comma 8 dispone l'espressa abrogazione dell'articolo 4, comma 5, della legge n. 425 del 1997 (e del connesso articolo 9, per la corrispettiva norma finanziaria) relativo ai compensi per la partecipazione alle commissioni di esame. Nulla è detto invece con riguardo ad altre disposizioni dell'articolo 4 della legge n. 425, sebbene talune siano palesemente incompatibili con la nuova disciplina. Sotto un profilo di tecnica legislativa, parrebbe invero opportuno puntualmente esplicitare le disposizioni abrogate, rendendo così al contempo agevole la rilevazione delle disposizioni del medesimo articolo mantenute in vigore.
L'articolo 14 reca invece la riduzione del 10 per cento dei compensi per i Ministri (comma 1), nonché norme di contenimento delle spese di personale (comma 2). Quanto a tale ultimo aspetto, si tratta di una norma interpretativa dell'articolo 1, comma 1, della legge 28 febbraio 1990, n. 37, che aveva esteso ai dirigenti dello Stato ed alle categorie equiparate una precedente disposizione che aveva conglobato una parte dell'indennità integrativa nello stipendio.
Il comma 2 dell'articolo 14 dispone infatti che la predetta norma si interpreti nel senso che, per effetto del conglobamento della quota di indennità integrativa speciale nello stipendio iniziale delle categorie di personale ivi indicate e della contestuale riduzione della misura dell'indennità integrativa speciale, sono conseguentemente modificati tutti i rapporti percentuali fissati tra gli stipendi delle qualifiche dei docenti e ricercatori universitari, anche in relazione al regime di impegno già previsto dall'articolo 36 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, e dall'articolo 2 della legge 22 aprile 1987, n. 158.
La relazione tecnica ritiene di conseguire, per effetto del suddetto comma 2, una tendenziale minore spesa annua stimabile in circa 18 milioni di euro per competenze arretrate (1989-2001).
Ultimo articolo con riflessi sulle materie in esame è infine l'articolo 19 che, al fine di ridurre la spesa e migliorare l'efficienza delle amministrazioni pubbliche, prevede l'emanazione di regolamenti governativi che dispongano la trasformazione (in società per azioni o in fondazioni di diritto privato) ovvero la soppressione di enti pubblici in relazione a servizi che siano più proficuamente erogabili al di fuori del settore pubblico. Al riguardo, il relatore ricorda che già il decreto legislativo n. 419 del 1999 aveva inserito in un elenco di enti da riordinare alcuni enti sottoposti alla vigilanza dell'ex Ministero della pubblica istruzione (Istituto italiano di studi germanici e Centro italiano di studi sull'alto medioevo) e dell'ex Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica (Erbario tropicale di Firenze). Chiede pertanto al Governo se i nuovi decreti confermeranno il riordino di tali enti, nonché a quali nuovi enti si applicheranno le procedure di trasformazione.
Passando al dettaglio delle Tabelle allegate al disegno di legge finanziaria, il relatore sottolinea che le prime due (Tabella A e Tabella B, rispettivamente relative ai fondi speciali di parte corrente e in conto capitale) sono lo strumento contabile mediante il quale si determinano gli spazi di copertura finanziaria per i provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel corso degli esercizi finanziari compresi nel bilancio pluriennale. Attraverso tali Tabelle viene così delineata la proiezione finanziaria triennale della futura legislazione di spesa che il Governo intende sostenere in Parlamento. Egli illustra quindi le specifiche postazioni relative al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca: per quanto riguarda la Tabella A, esse sono volte a coprire alcuni degli interventi dei "cento giorni", nonché le spese per il subentro dello Stato nei contratti di appalto per prestazioni ATA stipulati da enti locali e la realizzazione di interventi per lo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica; per quanto riguarda la Tabella B, esse sono genericamente volte ad interventi in favore dell'istruzione, dell'università e della ricerca, su cui il relatore chiede chiarimenti al Governo.
Quanto alla Tabella C, recante gli stanziamenti la cui quantificazione annua è demandata alla legge finanziaria, il relatore evidenzia le voci che hanno registrato una variazione rispetto all'anno passato: programma europeo di cooperazione scientifica e tecnologica, attività sportiva universitaria, università non statali legalmente riconosciute, finanziamento ordinario delle università, finanziamento ordinario degli osservatori, fondo per l'ampliamento dell'offerta formativa, ricerca, edilizia universitaria.
Il relatore riferisce poi degli stanziamenti recati dalla Tabella D, con cui vengono rifinanziati interventi a sostegno dell'economia, i cui importi sono esposti anche in Tabella F: si tratta, in particolare, del fondo speciale per la ricerca applicata (che viene ridotto per il 2002 ma aumentato per il 2003) e dei fondi per l'edilizia universitaria (che vengono ridotti per il 2003 ma aumentati per il 2004).
Conclusa l'esposizione della Tabella 7 e delle connesse parti del disegno di legge finanziaria, il relatore svolge alcune considerazioni finali.
Nel raccomandare la redazione di un rapporto favorevole, egli ritiene infatti opportuno avanzare fin d'ora alcune osservazioni su cui sollecita il dibattito.
Con riferimento all'articolato del disegno di legge finanziaria, richiama anzitutto l'esigenza che l'articolo 13, in materia di organizzazione scolastica, fornisca indicazioni più precise ai fini dell'emanazione dei decreti ministeriali attuativi. Inoltre, occorrerebbe svolgere una riflessione sulle norme relative all'orario delle cattedre, sottolineando l'esigenza prioritaria di assicurare il rispetto delle disposizioni contrattuali, eventualmente apportando modifiche agli ordinamenti didattici. Ancora, è da valutare l'opportunità di ridurre la durata dell'assenza del personale docente (attualmente fissata in trenta giorni) cui, ai sensi del comma 5 del medesimo articolo 13, le istituzioni scolastiche autonome debbano fare fronte con proprie risorse umane e finanziarie.
Quanto al blocco delle assunzioni nelle pubbliche Amministrazioni (articolo 12), potrebbe essere opportuno ampliare le fattispecie escluse, quanto meno con riferimento a quegli enti che si caratterizzano per una bassa spesa percentuale per oneri di personale sul bilancio dello Stato. Richiama a tale specifico riguardo il caso dell'Istituto nazionale di fisica della materia (INFM), che nel 2001 ha registrato una spesa per il personale pari ad appena il 7 per cento del contributo ricevuto dallo Stato ed avrebbe in programma di elevarla al 9 per cento nel 2002.
Ritiene altresì opportuno quantificare la quota di risparmio che sarà devoluta per la valorizzazione dei docenti, nonché definire da quando tale devoluzione avrà efficacia.
Infine, giudica preferibile procedere all'abrogazione esplicita delle disposizioni incompatibili con il nuovo ordinamento recato dall'articolo 13, nonché raccordare tale abrogazione con l'entrata in vigore delle disposizioni attuative di rango secondario.
Con riferimento ai finanziamenti, richiama l'esigenza di un rafforzamento del Fondo per l'ampliamento dell'offerta formativa, il cui stanziamento appare ridotto rispetto al 2001, nonché l'opportunità di prevedere i limiti di impegno per l'edilizia scolastica già a partire dal 2002 anziché prevederne la decorrenza dal 2004 (come attualmente disposto dalla finanziaria).
Con particolare riferimento all'università e alla ricerca, ritiene poi indispensabile incrementare i fondi per l'edilizia universitaria nonché quelli destinati alla ricerca, anche al fine di rendere realistico l'obiettivo del Governo di portare all'1 per cento la percentuale del PIL destinata all'investimento pubblico nel settore.

05 - 31 ottobre Governo

31 Il Consiglio dei Ministri si è riunito alle ore 12.10 a Palazzo Chigi

(...) Previa relazione del Ministro Frattini, il Consiglio ha espresso avviso favorevole in ordine all’ipotesi di accordo per il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA) del comparto Scuola.
Il Consiglio ha adottato le seguenti deliberazioni:
(...) su proposta del Ministro Moratti:
- nomina del prof. Sergio VETRELLA a Presidente dell’Agenzia spaziale italiana – ASI,
(...) Il Consiglio, su proposta del Ministro La Loggia, ha infine esaminato talune leggi regionali di imminente scadenza ed ha deciso altresì di rinunciare ai ricorsi a suo tempo presentati alla Corte Costituzionale avverso delibere adottate dalle regioni Lombardia, Piemonte e Veneto in materia di referendum consultivi. Tale decisione consegue alla pubblicazione della legge costituzionale di modifica del titolo V della parte seconda della Costituzione.
La seduta ha avuto termine alle ore 13.00

26 Il Consiglio dei Ministri si è riunito alle ore 10.10 a Palazzo Chigi

(...) Successivamente, il Ministro per gli Affari Regionali, La Loggia, ha svolto una relazione sull’applicazione della legge di revisione del Titolo V della Costituzione, per la quale era stato incaricato in occasione dell’ultimo Consiglio dei Ministri. Il Ministro ha illustrato lo scenario apertosi dopo la pubblicazione della legge, con particolare riferimento ai tempi ed ai modi delle norme d’attuazione della riforma.(...)
La seduta ha avuto termine alle ore 13.40.

24 Il Consiglio dei Ministri si è riunito alle ore 12.30 a Palazzo Chigi

Il Consiglio dei Ministri, appositamente convocato, ha espresso il proprio assenso all’iniziativa del Presidente del Consiglio di porre la questione di fiducia, qualora risulti necessario, sul disegno di legge di conversione del decreto n. 350, all’esame dell’Assemblea della Camera e recante disposizioni urgenti in vista dell’introduzione dell’euro, in materia di tassazione dei redditi di natura finanziaria, di emersione di attività detenute all’estero, di cartolarizzazione e di altre operazioni finanziarie.
La seduta ha avuto termine alle ore 12.35.

18 Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 10,10 a Palazzo Chigi

Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti:
su proposta del Presidente del Consiglio, Berlusconi, e dei Ministri della Giustizia, Castelli e dell’Interno, Scajola:
- un decreto-legge recante misure urgenti per la prevenzione ed il contrasto dei reati commessi per finalità di terrorismo internazionale.
Le misure contenute nel provvedimento riflettono la necessità di elevare il più generale livello di risposta dello Stato, apprestando forme di tutela preventiva che consentano:
- di attribuire rilevanza tipica anche ad attività meramente preparatorie, in forma associativa, di atti terroristici in danno di Stati ed Organismi esteri o internazionali non riconducibili alla figura criminosa di associazione terroristica prevista attualmente dal codice penale; in particolare è prevista l’introduzione di una nuova fattispecie penale di associazione con finalità di terrorismo internazionale;
- di procedere ad intercettazioni preventive ed a quelle giudiziarie, estendendone l’applicabilità ai delitti con finalità di terrorismo;
- di estendere alle attività antiterrorismo le norme che rendono possibili in specifici settori (contrasto al traffico degli stupefacenti, riciclaggio, immigrazione clandestina, ecc.) il ritardo degli ordini di cattura, arresto, sequestro e le operazioni “sotto-copertura”, nonché le perquisizioni di edifici o blocchi di edifici.
Viene prevista inoltre la possibilità di utilizzare anche nell’ipotesi di contrasto alla criminalità di stampo terroristico le misure di prevenzione e gli strumenti di controllo patrimoniale attualmente impiegati nel settore della criminalità mafiosa e per altre gravi tipologie di reato; (...)
I Ministri Maroni e Prestigiacomo hanno poi illustrato il disegno di legge che disciplina i servizi di interesse pubblico per la prima infanzia. L’esame del provvedimento è stato aggiornato alla prossima riunione.(...)
Successivamente il Consiglio ha adottato le seguenti deliberazioni: (...)
su proposta del Ministro dell’Istruzione:
- avvio della procedura di nomina del dott. Giovanni TRAINITO a Presidente dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione e nomina a componenti del relativo consiglio di amministrazione del prof. Giacomo ELIAS, del prof. Giuseppe BERTAGNA, del prof. Guido FIEGNA e del dott. Antonio AUGENTI. (...)

12 Il Consiglio dei Ministri si è riunito alle ore 10,05 a Palazzo Chigi

"(...) Il Ministro Moratti ha svolto una relazione sulle problematiche del settore scolastico, con riferimento al processo di riforma dell’ordinamento e dell’organizzazione scolastica (con il rafforzamento dell’impianto autonomistico), alle norme inserite nella legge finanziaria, al confronto con i sindacati, e alla necessità di garantire serenità al personale della scuola, alle famiglie e agli studenti.
(...) Il Consiglio ha altresì approvato in via definitiva (a seguito del parere reso dalla Conferenza unificata) il disegno di legge che modifica la normativa in materia di immigrazione e di asilo.
Il Consiglio ha, quindi, approvato, su proposta del Presidente Berlusconi, i contenuti di specifiche deleghe conferite dai rispettivi Ministri ai Sottosegretari di Stato Mario BALDASSARI e Giovanni MICCICHE’ (Economia), Adolfo URSO (Attività Produttive), Ugo Giovanni MARTINAT e Mario TASSONE (Infrastrutture e Trasporti), Guido POSSA (Istruzione). Conseguentemente sono stati approvati i relativi decreti presidenziali che attribuiscono agli stessi (a norma dell’articolo 10, comma 3, della legge n.400 del 1988) il titolo di Vice Ministro.
(...) Il Consiglio ha adottato le seguenti deliberazioni:
su proposta del Ministro delle Attività Produttive:
- scioglimento del consiglio di amministrazione dell’ENEA e nomina del prof. Carlo RUBBIA a Commissario straordinario;(...)."

05 Il Consiglio dei Ministri si riunisce alle ore 9,30, a Palazzo Chigi.

In apertura, il Consiglio ha ascoltato e discusso un’ampia relazione del Presidente Berlusconi sull’attuale momento internazionale, sulle iniziative assunte dall’Italia in sede europea e in sede NATO, nonché sugli incontri e i contatti internazionali avuti nella settimana.
Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti:
su proposta del Presidente Berlusconi e del Ministro delle Attività Produttive, Marzano:
- uno schema di regolamento recante disciplina dei procedimenti di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di nuovi impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti convenzionali, nonché alla modifica ed al ripotenziamento di quelli esistenti. Il provvedimento, predisposto in attuazione del decreto legislativo n. 79 del 1999 e sul quale saranno acquisiti i prescritti pareri, è finalizzato a realizzare (nell’ambito della liberalizzazione del mercato elettrico) un ampio intervento di semplificazione e di accelerazione delle attuali procedure di rilascio delle autorizzazioni prescritte, nel rispetto delle disposizioni in materia di tutela ambientale;
su proposta del Ministro degli Affari Esteri, Ruggiero:
- un disegno di legge per la ratifica e l’esecuzione degli emendamenti (adottati il 1° ottobre a Vienna) allo Statuto dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica, concernenti la composizione del Consiglio dei Governatori e le procedure di programmazione e formazione del bilancio dell’Agenzia stessa.
Il Ministro Matteoli ha poi illustrato le linee fondamentali del Documento sulle strategie di sostenibilità ambientale, predisposto dal Dicastero dell’Ambiente con il supporto dell’ENEA, nel rispetto di impegni internazionali e comunitari assunti dall’Italia.
L’iniziativa si ispira a tre criteri di fondo: la progressiva dematerializzazione del sistema economico, cioè la riduzione delle quantità di risorse naturali, rinnovabili e non rinnovabili, utilizzate per alimentare l’apparato produttivo e i modelli di consumo attuale; la diminuzione dei rischi connessi a specifiche forme di inquinamento o degrado ambientale, superando la logica dell’emergenza e riportando la preoccupazione ambientale nell’ambito delle scelte strategiche nelle prime fasi della programmazione; la partecipazione consapevole di tutti gli attori coinvolti nella programmazione e nella attuazione dei processi. A tale ultimo riguardo, il Documento sarà sottoposto (prima della definitiva approvazione del CIPE) agli interlocutori istituzionali, al mondo della produzione e dell’associazionismo, alle forze sociali, nonché a tutti i soggetti interessati alla definizione delle strategie di sostenibilità ambientale.
Il Consiglio ha condiviso il Documento.
Successivamente, su proposta del Ministro Matteoli, è stato approvato, in via definitiva, un disegno di legge recante delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l’integrazione della normativa in materia ambientale, in ordine al quale si è espressa favorevolmente la Conferenza unificata, le cui osservazioni sono state integralmente recepite.
Il Consiglio ha poi deliberato, su proposta del Ministro Tremonti, la nomina dell’avv. Raffaele FERRARA a componente del Comitato direttivo dell’Agenzia delle entrate, nonché, su proposta del Ministro Moratti, l’avvio della procedura per la nomina a Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana del prof. Sergio VETRELLA, ordinario di impianti aerospaziali dell’Università di Napoli.
Previa relazione del Ministro Scajola è stato altresì deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Marcedusa (Catanzaro), constatata l’esistenza di condizionamento da parte della criminalità organizzata nei confronti di amministratori.
La seduta ha avuto termine alle ore 12.10.