31 ottobre Elezioni Consulte
Il DM 21.09.01 fissa l'indizione, entro il 31 ottobre 2001, secondo la procedura elettorale semplificata di cui all'art. 22 dell'OM 215/91, di una fase aggiuntiva alle elezioni dei rappresentanti delle Consulte provinciali degli studenti, in tutti quegli istituti secondari superiori, nei quali non siano state indette, per l'anno scolastico 2001/02, le elezioni di tali rappresentanti o nei quali le operazioni elettorali non siano state avviate secondo le procedure prescritte dalla CM 49/01.
Sul tema si veda in Educazione&Scuola:
in Bacheca - Educazione Civica e Società a cura di Eugenio Donandoni
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
31 ottobre Netdays 2001
L'Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa (ex BDP) in collaborazione con il Servizio per l'Automazione Informatica e l'Innovazione Tecnologica del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, promuove anche quest'anno la partecipazione delle scuole italiane al Progetto Netdays Europe.
Le scuole interessate devono presentare i propri progetti alla Biblioteca di Documentazione Pedagogica entro il nuovo termine del 31 ottobre 2001 (che posticipa il precedente termine del 15 ottobre come da Nota 11.06.01, Prot. n. 2881).
I temi del Netdays 2001 sono:
L'iniziativa culminerà con una settimana dimostrativa (dal 19 al 25 novembre 2001) che si svolgerà in tutta Europa con eventi online ed offline.
Nel sito http://www.bdp.it/netdays2001/home.htm
è possibile compilare il form on line.
Per ulteriori informazioni si può scrivere a netdays@bdp.it.
Sul tema si veda in Educazione&Scuola:
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
30 ottobre Orientagiovani
Il 30 ottobre si svolge, presso l'Aula Magna dell'Università degli Studi di Bologna l'ottava giornata, di Orientagiovani, organizzata dall'Associazione Industriali sul tema 'Fare Futuro'.
Di seguito l'intervento del ministro, una scheda sui progetti in corso per l'orientamento, ed il programma della manifestazione:
Questo Governo ha preso un impegno preciso con il Paese: porre l'istruzione, l'educazione e la formazione al centro del progetto di sviluppo e di innovazione della società italiana. Perché questo impegno si realizzi vogliamo innescare un circolo virtuoso che consenta ai giovani italiani di "sapere, saper fare, saper essere". Vogliamo, cioè, che i giovani si formino prima di tutto come persone e come cittadini per realizzare il loro progetto di vita.
La ragione che ci ha indotto fin da questa finanziaria a destinare fra le priorità le risorse che si renderanno disponibili grazie all' eliminazione delle inefficienze e al miglioramento della produttività del lavoro verso la valorizzazione, la formazione e l'aggiornamento del personale della scuola é chiara: dobbiamo realizzare un processo informativo e formativo, trasversale a tutti gli ordini e gradi di istruzione, affinché la crescita umana, civile e culturale delle nuove generazioni avvenga mediante un loro attento ed efficace orientamento all'inserimento nella vita civile, lavorativa e professionale. Soltanto così sapremo dare ai nostri giovani una "cittadinanza" reale, e non formale.
Nelle nostre intenzioni, l'orientamento dovrà dunque assolvere ad un ruolo di primaria importanza non soltanto all'interno dei percorsi scolastici, ma anche nelle delicate fasi che caratterizzano il passaggi tra scuola, formazione, università e lavoro; passaggi fatti sempre più frequentemente di "uscite" e "rientri" che richiedono ripensamenti e scelte meditate e assistite. Passaggi che oggi i giovani sono invece costretti il più delle volte a compiere da soli, senza alcun sistema di tutoraggio e supporto effettivamente organizzato.
L' orientamento costituisce una componente essenziale dei percorsi educativi e formativi e sempre più deve essere parte integrante degli stessi curricoli di studio. L'orientamento deve entrare nelle classi a pieno titolo. Ed e' in relazione a questa esigenza che l'orientamento va gestito con l'apporto continuo e qualificato dei docenti, ma anche di una molteplicità di soggetti pubblici e privati che a vario titolo sono coinvolti e competenti. Pensiamo, dunque, che l'orientamento debba divenire un compito statutario della scuola, ma che vada affrontato in una visione aperta di integrazione di tutte le agenzie educative che operano in questo campo, nel privato come nel privato sociale.
Il tema dell'orientamento é dibattuto da 100 anni in tutti i paesi industriali. Secondo la definizione che ne diede l'UNESCO nel 1970, "orientare significa porre l'individuo in grado di prendere coscienza di sé e di progredire per l'adeguamento dei suoi studi e della sua professione alle mutevoli esigenze della vita". L'orientamento é dunque un processo complesso che deve fornire agli studenti prima di tutto gli strumenti per saper scegliere il proprio futuro. Oggi invece dalla scuola escono giovani spesso senza personalità, incapaci di adattarsi alle trasformazioni del lavoro che li attende e, fatto ancor più grave, poco consapevoli delle opportunità che possono cogliere e insicuri rispetto al modo poter dare corpo alle proprie aspirazioni, alle proprie inclinazioni, ai propri sogni. Orientare vuol dire trasmettere fiducia nelle proprie capacità. La scuola deve assumersi dunque il compito di formare le coscienze e non soltanto di disseminare le conoscenze.
Un'indagine recente dell'OCSE rivela che l'opinione pubblica considera l'orientamento al lavoro come uno dei principali compiti della scuola. Nei nostri programmi, l'orientamento dovrà assolvere a questo compito di consulenza, continua e in costante aggiornamento, ai giovani e alle famiglie affinché le loro scelte possano essere fatte sulla base di informazioni chiare e con il sostegno di competenze e conoscenze adeguate. L'orientamento é infatti una questione che riguarda il rapporto fra sapere e mutamento sociale; un rapporto che si caratterizza per la sua dinamicità, per la variabilità e la mutevolezza tipiche delle società moderne che si inseriscono nel processo di globalizzazione della conoscenza. L'orientamento é un lungo processo prevalentemente formativo. Ed é per questo che deve divenire parte integrante dei percorsi educativi e dei curricoli, a partire dalla scuola d'infanzia e per l'intero corso di studi.
Dobbiamo riconoscere che questo processo di orientamento é oggi troppo debole e lacunoso. Se guardiamo all'integrazione tra formazione e lavoro, il rapporto tra la scuola e il mercato delle professioni e dei mestieri é di fatto bloccato. Soltanto uno studente su 100 in Italia, tra i 16 e i 19 anni, fa esperienza di alternanza tra studio e lavoro, contro i 50 studenti su 100 in Danimarca, i 30 in Canada, i 28 nel Regno Unito e i 19 negli Stati Uniti. E solo 17 ragazzi su 100 che escono dalle scuole medie inferiori si rivolge ad una struttura di orientamento. Il nostro sistema educativo appare incapace il più delle volte di creare quella positiva "contaminazione" tra scuola e lavoro che é una delle condizioni essenziali dell'orientamento dei giovani.
Scuola e lavoro si allontanano così sempre più. Tre esempi di questo distacco. Oggi l'Italia é l'unico fra i grandi paesi industriali nel quale la maggioranza dei lavoratori é rappresentata da persone che hanno completato unicamente la scuola dell'obbligo. Oggi soltanto 5 giovani italiani su 100 scelgono i percorsi formativi dopo il diploma, nonostante la forte domanda di elevate qualificazioni che proviene dalle imprese. Oggi, infine, a fronte di facoltà universitarie che producono tassi di disoccupazione crescente, vediamo aumentare continuamente la carenza di profili professionali legati ai mestieri e alle professioni che il mercato del lavoro richiede.
E' una condizione che il Paese non può più sostenere. Al pesante costo sociale rappresentato dall' "esercito" di giovani abbandonati, emarginati, lasciati soli nel momento più delicato del loro inserimento nella vita attiva si aggiunge infatti il grave costo economico rappresentato dalla progressiva perdita di competitività che il minor sapere e la minora conoscenza tecnica dei nostri giovani provoca al sistema produttivo. Principi irrinunciabili di equità sociale e obiettivi altrettanto irrinunciabili di sviluppo economico ci impongono una svolta radicale. Prendendo decisioni che non possono più essere rinviate.
Ci impegneremo a prendere queste decisioni ascoltando le proposte che possono venire innanzitutto dalle imprese e dal mondo del lavoro, coinvolgendo le forze sociali nella condivisione delle linee programmatiche e aprendo l'orientamento al contributo di esperienze e competenze esterne alla scuola. Ma riaffermando con chiarezza e con fermezza che l'orientamento e il tutoraggio dei giovani studenti é prima di tutto un compito del sistema educativo nazionale.
Il progetto al quale stiamo lavorando non prevede, tuttavia, che la scuola rafforzi unicamente la propria funzione "professionalizzante" degli studenti. Il compito della scuola é molto più vasto: é quello di promuovere lo sviluppo complessivo della persona, favorendo la condivisione di valori comuni e di alti ideali di vita, diffondendo tra i giovani un vasto patrimonio culturale realmente nazionale, europeo, globale. Il mondo produttivo nel quale questi giovani dovranno inserirsi richiede non soltanto specializzazioni, competenze tecniche, esperienze mirate. Richiede soprattutto persone capaci di integrarsi in realtà complesse, persone capaci di lavorare in squadra, persone formate a combinare tecnica e creatività, persone "eccellenti" nel saper prendere decisioni e nel rispettare le opinioni degli altri.
La scuola italiana non può venir meno al proprio ruolo educativo e dovrà saper cogliere la duplice sfida portata da una crescente domanda di sapere e da una crescente domanda di qualità. Certo, le linee programmatiche che il Ministero ha enunciato davanti al Parlamento riguardano il miglioramento dei livelli medi di istruzione, ancora troppo bassi, per dotare la scuola di strumenti educativi avanzati, di strutture fisiche funzionanti e di laboratori moderni. Ma, prima di tutto, la scuola dovrà insegnare il valore della libertà, della responsabilità, il sapere della flessibilità, la cultura dell'integrazione.
Saremo pienamente soddisfatti dell'impegno che metteremo in questo progetto soltanto il giorno in cui anche questi saperi, queste culture e questi valori potranno essere insegnati, appresi e misurati.SCHEDA DI BACKGROUND SUI PROGETTI IN CORSO
1. A livello post-secondario il Ministero é impegnato a potenziare le opportunità che ha già cominciato ad offrire il canale dell' Istruzione Tecnica Superiore (IFTS) nel nuovo disegno del sistema educativo e del mercato del lavoro che abbiamo inserito tra gli obiettivi programmatici del Governo. I corsi del programma IFTS, che hanno una durata che va dai 2 ai 4 semestri, riguardano figure professionali con ampia spendibilità nel mercato del lavoro, sono interamente progettati e realizzati dalle università, dai centri di formazione, dalle scuole superiori e dalle aziende in associazione fra loro. I corsi IFTS sono destinati a giovani e ad adulti, occupati e disoccupati, che dopo il conseguimento del diploma intendono specializzarsi. Al termine dei corsi viene rilasciato un certificato di specializzazione valido su tutto il territorio nazionale con indicati i crediti formativi acquisiti spendibili da coloro che volessero continuare.
2. Per quanto riguarda l'informazione, il Ministero ha organizzato una banca-dati "on line" che consentirà finalmente ai giovani e alle loro famiglie di sapere quali e quanti sono i punti di servizio disponibili nelle nelle università, il numero dei posti a sedere nelle aule, le postazioni attrezzate con strumenti multimediali, gli orari di apertura dei laboratori, il numero e i titoli dei libri raccolti nelle biblioteche e varie altre informazioni utili a scegliere facoltà e corsi di laurea.
3. Per quanto riguarda la formazione del corpo docente, il Governo ha previsto nella Legge Finanziaria da poco presentata lo stanziamento di 30 milioni di Euro da destinare, a partire dal primo Novembre, all'auto-aggiornamento dei docenti, i quali potranno così acquistare libri e computer oppure compiere viaggi di aggiornamento personale.
4. E' in fase di discussione una più stretta collaborazione con le Poste per lo sviluppo del "Progetto Magellano" sperimentato con grande successo lo scorso anno su un campione di oltre mille scuole italiane. Stiamo lavorando con le Poste perché quel progetto, che punta a fornire agli studenti nuovi strumenti multimediali di orientamento allo studio e all'inserimento nel mondo del lavoro e nuove metodologie (valutazione degli aspetti psicologici, culturali, sociali), possa nell'immediato futuro essere esteso ad oltre diecimila scuole , coinvolgendo così decine di migliaia di ragazzi e i loro docenti.
5. Altri progetti finalizzati all'orientamento, già avviati negli anni passati o di nuova realizzazione, vedono impegnato il Ministro in questi mesi. Si tratta di iniziative che riguardano l'orientamento nella scuola materna e elementare, come il "Progetto OR.M.E." nato con una direttiva ministeriale del 1997 e che si é ultimamente esteso sull'intero territorio nazionale per via telematica; oppure di iniziative che toccano la scuola secondaria di primo grado (il "Progetto Orientamento" per la formazione in servizio); oppure, ancora, di iniziative che puntano a creare una continuità tra scuola media e scuola superiore, agevolando la transizione tra i due gradi di istruzione ("Progetto Giano"). Infine, sono in corso da tempo numerosi progetti per lo sviluppo di una didattica orientativa nell'ambito dell'istruzione professionale -progetti che in alcuni casi sono cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo- e progetti che rientrano nel Protocollo d'intesa tra Ministero dell'Istruzione e CONFINDUSTRIA.PROGRAMMA
Ore 8.30
Registrazione partecipanti
Ore 9.15
Apertura dei lavori: Romano Volta - Presidente Associazione Industriali della Provincia di Bologna Massimo Bucci - Presidente Confindustria Emilia Romagna Enzo Raisi - Assessore alle Attività produttive commerciali e turistiche del Comune di Bologna
Ore 9.30
"Fare futuro" Introduzione: Guido Barilla - Delegato Confindustria per le attività di education e conoscenza Conduce: Daria Bignardi
Ore 10.00
I sessione - Cultura e professionalità Filmato "Dove c'è impresa c'è cultura?" Faccia a faccia: Stefano Zamagni - Università di Bologna Giovanni Ricco - Unione degli studenti
Ore 10.30
II sessione - Mobilità, Europa e formazione
Filmato "Se non ti muovi non trovi" Ne parlano: Mariangela Bastico - Assessore Lavoro e formazione Regione Emilia Romagna Natale Forlani - Amministratore Delegato Italia Lavoro Emma Marcegaglia - Consigliere Confindustria per l'Europa Andrea Ranieri - Presidente OBNF
Ore 11.00
III sessione - E-learning: le nuove frontiere dell'apprendimento Filmato "Non basta la penna" Ne parlano: Elio Catania - Presidente e Amministratore Delegato IBM Italia Pier Ugo Calzolari - Rettore Università di Bologna Andrea Granelli - Amministratore Delegato Telecom Lab
Ore 11.30
IV sessione - "Orientamento, lavoro e nuova imprenditorialità"
Filmato "E se facessi l'imprenditore...." Presentazione dell'indagine "Giovani e imprese" a cura di Renato Mannheimer - Presidente Ispo Ne parlano: Guidalberto Guidi - Consigliere Confindustria per le relazioni industriali e gli affari sociali Nerio Alessandri - Presidente Technogym Group
Ore 12.00 Intervento Letizia Moratti - Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Ore 12.30
Conclusioni Antonio D'Amato - Presidente Confindustria
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
nota 30 ottobre 2001, Prot. AF/V/702/01
Esigenze didattiche: conferimento contratti di lavoro a tempo determinato
decreto Presidente Repubblica 29 ottobre
2001, n. 461 (in GU 7 gennaio 2002, n. 5)
Regolamento recante semplificazione dei procedimenti per il riconoscimento della
dipendenza delle infermità da causa di servizio, per la concessione della
pensione privilegiata ordinaria e dell'equo indennizzo, nonché per il
funzionamento e la composizione del comitato per le pensioni privilegiate
lettera circolare 29 ottobre 2001,
Prot. n.2668
Applicazione della legge n. 62/2000: titolo di abilitazione del personale docente. Chiarimenti
nota MAE 29 ottobre 2001, Prot. n.
268/9855
Criteri di riformulazione della Graduatoria Permanente costituita sulla base del
D. M. del 16.5.1997
28 ottobre Termine Ora Legale
Il Decreto Presidente Consiglio Ministri 10 ottobre 2000,
sulla scorta di quanto previsto dall'Ottava Direttiva 97/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 luglio 1997,
stabilisce che l'ora normale (anticipata di sessanta minuti primi dalle ore due di domenica 25 marzo 2001)
rientra in vigore a partire dalle ore tre (legali) di domenica 28 ottobre 2001.
L'ora legale (come previsto dalla Direttiva 2000/84/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 19 gennaio 2001 e dal DPCM
21.09.01) sarà nuovamente in vigore dalle ore due di domenica 31 marzo
2002, alle ore tre (legali) di domenica 27 ottobre 2002.
circolare 26 ottobre 2001, n. 155
Scuole collocate in zone a forte processo immigratorio (artt.5 e 29 del C.C.N.I. -Comparto Scuola- 1999) - Anno scolastico 2001/02
nota 26 ottobre 2001, Prot. n.18192/INT/U05
PON Scuola 2000-2006 - Misura 6 - Istruzione Permanente
nota 25 ottobre 2001, Prot. n. 569
Contingente per l'assunzione a tempo indeterminato di personale docente
nota 23 ottobre 2001, Prot. n. Uff.
I/560
Circolare ministeriale n. 137/2001.
Chiarimenti
nota 22 ottobre 2001, Prot. n.
3059
Indizione procedura terza fascia delle graduatorie di circolo e di istituto per
il conferimento di supplenze temporanee al personale ATA - D.M. n. 150 del
10.10.2001 - Avviso di pubblicazione
22 - 27 ottobre Educazione Stradale
Come previsto dalla Lettera circolare prot. n. 3292/A2 del 26.7.01 - nel quadro del progetto di ricerca intitolato "Una nuova cultura della sicurezza stradale - Programma per un test di autovalutazione degli studenti", promosso dai ministeri dell'Istruzione e delle Infrastrutture in collaborazione con Censis e Le Monnier - gli alunni delle scuole superiori sono sottoposti, dal 22 al 27 ottobre, ad un test su:
Sul tema si veda in Educazione&Scuola:
22 - 26 ottobre Settimana Sicurezza Lavoro
Dal 22 al 26 ottobre 2001 si svolge La "settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro", organizzata dalla Commissione europea tramite l'Agenzia di Bilbao, al fine della divulgazione delle tematiche relative; il tema scelto quest'anno dalla Commissione è "Il successo non è un incidente" (si veda la circolare Funzione Pubblica 1 ottobre 2001, n. 8).
In Rete:
decreto Presidente della Repubblica 19
ottobre 2001 (in GU n. 254 del 31-10-2001)
Attribuzione del titolo di Vice Ministro al Sottosegretario di Stato presso il
Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca on. Guido Possa, a
seguito della delega di particolari funzioni conferitagli dal Ministro, a norma
dell'art. 10, comma 3 della legge n. 400 del 1988
lettera circolare 19 ottobre 2001,
Prot. n 474
Mostra "Segni e Sogni della Terra" Palazzo Reale di Milano, p.zza
Duomo, 2 27 settembre 2001 - 6 gennaio 2002
nota 19 ottobre 2001, Prot. n. 537
Procedura automatica di inquadramento dei Direttori dei Servizi Generali ed Amministrativi
circolare 18 ottobre 2001, n. 152
Infrastrutture tecnologiche nelle scuole - Indicazioni operative e finanziarie per l'anno 2001
nota 17 ottobre 2001, Prot. n.17245/Int/U05
Recapiti per la presentazione dei progetti relativi alle Misure ed Azioni previste dal Programma Operativo Nazionale "La Scuola per lo Sviluppo" n.1999-IT-1-05-013 nell'ambito dei Fondi Strutturali Europei. Annualità 2002
nota 17 ottobre 2001, Prot. n.1176/U
DD.DD.GG. 17 settembre e 4 ottobre 2001 - Procedure di selezione per il passaggio alla posizioni economiche B3, C2 e C3
decreto Direttore Generale 16 ottobre
2001
Erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi e ausili finanziari alle scuole
secondarie legalmente riconosciute e pareggiate
decreto 16 ottobre 2001
Accademie e Conservatori - Trasferimenti personale docente e non
circolare 12 ottobre 2001, n. 151
Corsi integrativi per diplomati degli istituti magistrali e dei licei artistici statali, paritari e ll.rr. Anno scolastico 2001-2002. Decreto legislativo n. 297/94, art.
191
decreto 11 ottobre 2001, Prot.
1073-Ric.
Programma operativo nazionale "Ricerca, Sviluppo tecnologico, Alta formazione" 2000-2006 Invito alla presentazione di progetti di ricerca e sviluppo tecnologico nei settori strategici per il mezzogiorno (agro-industria, ambiente, beni culturali, trasporti)
nota 11 ottobre 2001, Prot. n.16237 - Ufficio V
Insegnamento di strumento musicale per gli studenti frequentanti l'indirizzo socio-psico-pedagogico Brocca e l'indirizzo delle scienze sociali
11 ottobre Censimento
Dall’11 al 20 ottobre 22 milioni di famiglie (57 milioni di cittadini) ricevono il questionario del 14° Censimento della popolazione e delle abitazioni che dovrà essere restituito, debitamente compilato entro l’11 novembre PV.
Dopo l'iniziativa "Il Censimento a
scuola", svoltasi il 21 marzo 2001 (vd. CM
8 maggio 2000), l'ISTAT propone ai docenti delle superiori la possibilità di utilizzare materiali predisposti per realizzare
un'apposita lezione nella settimana che vedrà l’avvio del Censimento.
Maggiori informazioni sono reperibili in Rete sulle pagine dedicate al Censimento.
Sul tema si veda in Educazione&Scuola:
decreto 10 ottobre 2001, n. 150 (in
GU 4a Serie Speciale 23 ottobre 2001, n. 84)
Graduatorie di circolo e di istituto per il conferimento di supplenze temporanee
al personale ATA
circolare 10 ottobre 2001, n. 149
Interventi a favore degli alunni ricoverati in ospedale o in regime di
day-hospital
09 - 31 ottobre Finanziaria e Scuola
Il 31 ottobre la 5a Commissione Senato approva, nel testo emendato, la Legge Finanziaria 2002 che passa all'esame dell'Aula.
Il 30 ottobre, nel corso della seduta notturna, la 5a Commissione Senato approva gli emendamenti proposti dalla maggioranza agli articoli 9 e 13 della Legge Finanziaria 2002 (vd. nuovo sondaggio di Educazione&Scuola).
Riportiamo di seguito la risposta del ministro, nel corso della seduta della Camera del 24 ottobre, ad una interrogazione sugli interventi previsti nella legge finanziaria per la scuola pubblica (n. 3-00354):
"Pur nel presente difficile scenario economico il Governo ha valutato di preminente interesse la scuola e ritiene strategico un investimento nella scuola nel suo complesso quale investimento nelle risorse umane e nel futuro.
Sul contenuto generale della legge finanziaria si erano tenuti incontri da parte del Governo con le confederazioni sindacali. Una volta inviato dal Senato il testo del disegno di legge relativo ho personalmente convocato le organizzazioni sindacali della scuola per un confronto sulle disposizioni specifiche. Le soluzioni proposte per la scuola nel disegno di legge finanziaria 2002 sono finalizzate a fornire gli strumenti per una riqualificazione della spesa.
I risparmi preventivati sono destinati, pertanto, a valorizzare il ruolo e la funzione del personale docente. Tali risorse specifiche per la scuola si aggiungono a quelle previste in via generale per i rinnovi contrattuali di tutto il pubblico impiego. Questo è previsto solo per una quota delle economie stimate nella formulazione originaria della legge finanziaria ma, a seguito dell'esame da parte della competente Commissione VII e del confronto con le organizzazioni sindacali, il Governo si è impegnato a destinare per intero le economie realizzate alla valorizzazione del personale docente. Il Governo sta presentando un emendamento in tal senso che recepirà quello presentato da numerosi senatori.
A seguito del confronto sono state, inoltre, individuate formulazioni idonee a dissipare le incertezze interpretative che avevano suscitato qualche inquietudine nel mondo della scuola. Con riguardo alle supplenze è stata data ai dirigenti scolastici la possibilità e non l'obbligo di utilizzare più ampiamente, e comunque per brevi periodi, i docenti in servizio presso la scuola garantendo così anche una maggior coesione di tutto il corpo docente. Non viene, inoltre, modificata in alcun modo la disciplina dell'orario contrattuale. Si intende, invece, pervenire ad una più razionale utilizzazione dei docenti nel rispetto delle disposizioni contrattuali vigenti. Le ore aggiuntive saranno, quindi, effettuate solo dai docenti disponibili e verranno, ovviamente, compensate come lavoro straordinario, secondo quanto previsto dal contratto di comparto.
Circa l'insegnamento della lingua straniera nella scuola elementare si è riscontrato che non risultano pienamente utilizzate tutte le competenze acquisite dai docenti che sono stati formati per l'insegnamento della lingua straniera con gli appositi piani pluriennali di formazione in servizio. Si rende necessario, pertanto, chiarire che, ove vi siano adeguate competenze dei docenti, l'insegnamento della lingua straniera va ad essi prioritariamente affidato. Su tali basi il confronto con le organizzazioni sindacali del 19 scorso ha registrato un notevole avvicinamento."
Su scuola e finanziaria interviene, dalle pagine del Manifesto del 24 ottobre 2001, anche l'ex-ministro Luigi Berlinguer.
Il 12 ottobre, nel corso della seduta del CdM, il ministro svolge "una relazione sulle problematiche del settore scolastico, con riferimento al processo di riforma dell’ordinamento e dell’organizzazione scolastica (con il rafforzamento dell’impianto autonomistico), alle norme inserite nella legge finanziaria, al confronto con i sindacati, e alla necessità di garantire serenità al personale della scuola, alle famiglie e agli studenti."
Dal 9 all11 ottobre la Legge Finanziaria 2002, varata il 27 settembre US dal CdM, è in discussione nella 7a Commissione del Senato: l'11 ottobre la Commissione esprime parere favorevole con osservazioni.
Riportiamo di seguito delle tabelle comparative degli stipendi dei docenti europei a parità di potere d'acquisto:
(*1000 - Fonte COBAS Scuola)
Queste le riduzioni di spesa previste dalla legge Finanziaria:
ECONOMIE |
2002 |
2003 |
2004 |
Art. 13 commi 1-6 |
183.868,20 |
738.396,56 |
1.407.184 |
Art. 13 commi 7-8 |
250.011,18 |
250.011,18 |
250.011,18 |
Totale |
433.879 |
988.407 |
1.657.195 |
ONERI |
|||
Docenti |
210.007 |
700.000 |
910.008 |
Dirigenti |
40.003 |
40.003 |
40.003 |
Totale |
250.010 |
740.003 |
950.001 |
DIFFERENZA |
-183.869 |
- 248.404 |
- 707.184 |
Totale |
- 1.139.457 |
||
(fonte UIL Scuola) |
L'11 ottobre il ministro interviene, in replica, in 7a Commissione Senato segnalando che la Legge finanziaria 2002:
Di seguito l'intervento del ministro:
1. Il quadro generale: La legge finanziaria per il 2002 sconta una negativa situazione di partenza della finanza pubblica, gravata da un deficit superiore di 25 mila miliardi alle previsioni, cui si è aggiunta l'incertezza determinata dalla crisi internazionale e, ora, dalla guerra appena iniziata nella quale siamo coinvolti per la nostra appartenenza all'alleanza NATO.
Questa incertezza rende impossibile fare previsioni circa l'evoluzione dell'economia, quanto meno di qui alla fine dell'anno, ma certamente comporta, quanto meno ad oggi, un contesto economico-finanziario restrittivo. A ciò si devono aggiungere i vincoli del Patto di stabilità europea.
Questo ha costretto il Governo a rinviare gli investimenti necessari a rilanciare lo sviluppo e, oltre al rinvio degli investimenti, tutti i Ministeri hanno dovuto subire consistenti tagli, sia nel bilancio di assestamento 2001, sui beni e servizi, sia sul bilancio di previsione 2002.
2. La scuola, l'università e la ricerca: Il nostro Ministero non ha subito tagli, come qui ho inteso da alcuni di voi, ed anzi ha avuto un incremento di risorse, sia pure contenuto, insieme al solo Ministero dell'Interno.
Segno, questo, della consapevolezza del Governo, oltre che di non poter rinviare le misure di sostegno delle situazioni di più forte svantaggio sociale, di non poter privare di investimenti la scuola; si tratta infatti di investimenti nelle risorse umane e nel futuro.
3. Le scelte della legge finanziaria per la scuola: Ove si tenga conto dell'attenzione avuta per la specificità della scuola, nel senso anzidetto, le soluzioni proposte con il complesso delle disposizioni contenute nell'articolo 13, concernenti l'organizzazione scolastica, sono coerenti, e anzi costituiscono il logico sviluppo della riforma introdotta nel corso della passata legislatura. Riforma che ha profondamente modificato l'assetto organizzativo dell'amministrazione delineando un quadro di riferimento del tutto nuovo e diverso rispetto a quello configurato dal precedente ordinamento.
Si è trattato quindi di proporre, con la legge finanziaria, un complesso di norme che hanno alla loro radice, sia per quanto concerne la sede delle responsabilità decisionali e di gestione, sia per quanto riguarda l'oggetto stesso di tali responsabilità, i principi di sussidiarietà, di autonomia e di flessibilità organizzativa.
Un'applicazione concreta di tali principi è stata proprio quella di configurare gli uffici scolastici regionali quali centri di responsabilità amministrativa e quindi titolari diretti di allocazioni di risorse nello stato di previsione della spesa, in modo da consentire un'attività di gestione più aderente e flessibile rispetto alle specificità locali e pertanto più vicina ai bisogni degli utenti.
Ulteriore applicazione è stata quella di decentrare le decisioni in materia di determinazione e di ripartizione degli organici e di conferimento delle supplenze, di razionalizzazione della spesa.
Concordo peraltro con l'appunto di richiamare i criteri dettati dalle norme vigenti per la definizione degli organici, cui dovranno attenersi anche i direttori regionali e i capi d'istituto.
Le soluzioni proposte relativamente alle prestazioni dei docenti non toccano la disciplina dell'orario contrattuale, che resta impregiudicata, ma si pongono nell'ottica di una più razionale utilizzazione del predetto personale, nel rispetto delle disposizioni contrattuali vigenti. Le ore aggiuntive verranno compensate come lavoro straordinario, secondo quanto previsto dal C.C.N.L. vigente.
Sulla questione dell'insegnamento della lingua straniera occorre dire che, a fronte dei piani di finanziamento pluriennale realizzati per la formazione dei docenti di lingua straniera nella scuola elementare, si è riscontrato che le competenze acquisite dai predetti docenti non sono state e non vengono pienamente utilizzate. Si rende pertanto necessario che vengano date precise indicazioni al riguardo.
Quanto al tema specifico delle supplenze occorre precisare che certamente non è questa - e cioè la legge finanziaria oggi in esame - la prima volta nella quale quel tema si è posto. Si può però dire al riguardo, così come del resto per l'altra questione relativa all'orario, che le soluzioni proposte sono ispirate ai principi di autonomia e responsabilità, per cui le decisioni sono affidate alle scuole stesse, al fine di assicurare loro la flessibilità necessaria, senza che entrino più in gioco automatismi con effetti distorsivi. Il Governo comunque è disponibile a introdurre correttivi che rendano ad esempio la norma relativa alla sostituzione del personale assente meno drastica nel suo impatto applicativo.
Sulla valorizzazione del personale docente, da conseguire attraverso il reinvestimento dei risparmi preventivati, siamo sempre stati consapevoli che la soluzione effettivamente più congrua ed opportuna sarebbe quella di destinare a quel fine l'intero ammontare dei risparmi stessi. Peraltro, questa soluzione si porrebbe del resto nel solco del perseguimento degli obiettivi di qualità tracciati già dalla legge n.440 del 1997. Peraltro devo mettere in evidenza che risorse per il comparto della scuola sono state specificatamente previste nella legge finanziaria, in aggiunta alle risorse previste per tutto il pubblico impiego.
Relativamente alla proposta concernente la diversa composizione delle commissioni degli esami di Stato, siamo aperti a correttivi emendativi come quello di limitare il suo ambito applicativo alle scuole pubbliche e a quelle paritarie. Devo anche chiarire che ovviamente stiamo predisponendo rapidamente un disegno di legge che riformi l'intera materia.
4. Il finanziamento delle Università: La legge finanziaria ha previsto, oltre ad un modesto ma significativo incremento del fondo per il finanziamento ordinario, uno stanziamento di cassa superiore per 1000 miliardi a quello di competenza. Il differenziale verrà riassorbito nei prossimi cinque anni.
5. L'Organico: Un'ultima fondamentale annotazione in materia di personale della scuola.
L'art. 40 della legge finanziaria 1998 prevedeva una riduzione del personale del 3% nel biennio 1998/1999, con un risparmio previsto di 1900 miliardi. La legge finanziaria del 2000 prevedeva una ulteriore riduzione dell'1% con riferimenti espliciti a riduzioni delle supplenze brevi. A fronte di queste misure vi è stato invece un incremento di personale docente di 55.000 unità, di 94.000 ATA e un incremento incontrollato di supplenze. Questa è la situazione che noi abbiamo ereditato e le disposizioni contenute nell'art. 13 sono finalizzate a fornire gli strumenti per l'inizio di un effettivo governo della spesa del personale scolastico nonché per l'inizio di una riqualificazione della spesa, finora prevista ma mai attuata.
In Statistiche a cura di Sergio Casiraghi e Vincenzo D'Aprile
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
decreto 8 ottobre 2001,
n. 147
Cap.4151 - Concessione di contributi alle Scuole Materne non statali per la
partecipazione alla realizzazione nel sistema pre-scolastico integrato
08 ottobre Ministro al Politecnico
L'8 ottobre si svolge la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico di Milano.
Di seguito l'intervento del ministro:
Siamo all'alba di un'epoca che ci impone un compito severo ed inderogabile: la definizione di politiche educative che consentano all'Italia di accrescere e rafforzare le proprie competenze culturali, tecniche e scientifiche. La ricchezza del capitale umano ed intellettuale sarà infatti la più importante risorsa strategica della quale potremo disporre per dare al Paese una prospettiva di sviluppo economico sostenibile ed un destino democratico di giustizia e solidarietà sociale.
In questa visione del bene comune, la vostra storia - la lunga e appassionante storia del Politecnico di Milano - che è così profondamente entrata nel patrimonio di valori dell'Italia moderna richiede oggi a voi, a noi tutti, di assumere una grande responsabilità. La responsabilità di saper educare e far crescere le nuove classi dirigenti che guideranno in futuro la nostra nazione, gli amministratori ai quali sarà affidata la cura della cosa pubblica, le famiglie professionali che determineranno le capacità competitive delle imprese, i talenti individuali che sapranno ridare slancio all'innovazione.
Questo processo formativo è sembrato interrompersi nel momento in cui, in anni anche recenti, più grave è divenuta la disarticolazione della nostra società ed enormi cambiamenti sociali hanno mutato i caratteri originali dello Stato nazionale. A noi, con il contributo della vostra competenza, spetta ora il compito di progettare un sistema educativo che sia in grado di rimettere rapidamente in moto il processo di costruzione sociale e di alimentazione del capitale umano e intellettuale.
Siamo preoccupati. I segnali di un decadimento che diventa ormai una grave minaccia per l'intero Paese sono numerosi e inconfutabili. Siamo un Paese che opera ormai prevalentemente sull'innovazione di secondo livello, utilizzando i prodotti della ricerca di altri. Le nostre università ricevono stimoli troppo deboli dal mondo delle imprese che ridimensionano o trasferiscono all'estero i propri laboratori. La mortalità formativa resta molto elevata (su 100 iscritti all'università se ne laureano poco più di 30, con il 95% di essi fuori corso). I nostri migliori studenti e i nostri migliori ricercatori emigrano troppo frequentemente. Permane il grave divario che ci separa dagli altri paesi dell'OCSE, dove il 21,5% della popolazione attiva è in possesso di un titolo equivalente alla laurea, contro il nostro 9,3%. Siamo agli ultimi posti per laureati scientifici e dottorati. Abbiamo appena 3,3 ricercatori per mille abitanti, rispetto al 5,3% dell'Unione Europa, ed una modesta incidenza della ricerca sul reddito nazionale prodotto ogni anno. Inoltre non investiamo a sufficienza nel settore high-tech, mentre altri paesi hanno già raggiunto livelli di investimento pari a un quarto del Prodotto nazionale lordo. Siamo, in una parola, sempre meno artefici del nostro destino.
Ma soprattutto stiamo pericolosamente impoverendo il lavoro di contenuti conoscitivi e tecnici, poiché soffriamo del più alto tasso di dispersione universitaria in Europa e della più bassa quota di laureati e diplomati sul totale della popolazione attiva fra tutti i paesi con i quali ci confrontiamo. Quale triste primato è il nostro che ci vede, unici nel novero dei paesi industriali, ad avere la maggioranza dei lavoratori con la sola licenzia media! In quarant'anni le università italiane hanno laureato tre milioni di studenti su 10 milioni di giovani iscritti. Si è formato così un vero esercito di dispersi dell'istruzione che ha rappresentato per il Paese un grave costo sociale. Non solo essi hanno prodotto minore ricchezza per la collettività, ma indirettamente hanno contribuito alla perdita di molte possibilità di creare in Italia quei "poli di eccellenza" - ad esempio, nella chimica avanzata, nelle biotecnologie e nell'informatica - che oggi determinano le graduatorie della competizione internazionale. A differenza di quanto altri paesi hanno saputo fare, noi non abbiamo infatti promosso un diverso e più proficuo rapporto tra università e imprese così come tra università e investitori privati che pure sarebbero interessati, se solo offrissimo loro un progetto di collaborazione possibile, a gettare i semi dell'innovazione all'interno delle nostre strutture educative e formative. Questi mondi, che altrove si sono incontrati, spesso con notevole successo, in Italia parlano ancora linguaggi diversi.
Dobbiamo fare riguadagnare identità sociale alla scuola e dobbiamo aiutare l'università a costruire la propria nuova identità. E' un obiettivo che non possiamo fallire. Il Paese ha bisogno di molto più sapere, di molta più cultura, di molta più formazione. Gli atenei italiani devono essere chiamati a dare risposte adeguate ad una crescente domanda di nuova istruzione e di nuova formazione e devono poter contare su strutture organizzative e su mezzi sufficienti per un'università di massa. Devono integrarsi ed adottare standard qualitativi che in molti casi non appaiono soddisfacenti. Se vorremo fare del capitale umano e intellettuale la risorsa strategica del Paese, l'università dovrà essere investita di nuove responsabilità e dovrà garantire più servizi e percorsi formativi di qualità agli studenti. Più opportunità di sperimentazioni, progetti di ricerca e corsi di laurea realizzati d'intesa con le migliori imprese, programmi e tecnologie di formazione a distanza, adeguati supporti alla didattica.
L'autonomia universitaria è indubbiamente un'opportunità, ma va attentamente governata. Ne è una prova il distacco crescente tra il forte aumento dell'offerta di corsi di laurea e gli insoddisfacenti risultati che si continua ad ottenere. A tale preoccupazione si aggiunge quella del problema del proliferare dei nuovi corsi, tremila, delle nuove lauree triennali. A fronte di troppe facoltà universitarie che producono tassi di disoccupazione crescente, aumenta la carenza dei profili professionali richiesti dal mercato del lavoro. Un handicap aggravato dalla perdurante scarsa internazionalizzazione degli studi universitari, dalla poca mobilità degli studenti sia tra le università italiane sia e soprattutto tra le nostre università e gli atenei europei, dalla modesta presenza di studenti stranieri nelle nostre università, dall'elevata età alla conclusione degli studi se confrontata con quella degli studenti di molti altri paesi, dalla percentuale di iscritti che conseguono una laurea in lieve aumento ma ancora troppo bassa, dal più lungo ciclo di studi universitari, dall'ampiezza del divario tra durata ufficiale degli studi come prevista dagli ordinamenti e tempo effettivamente impiegato per concluderli. E inoltre: dall'inadeguatezza delle aule, dei servizi di sostegno, delle biblioteche, delle tecnologie.
Lo sviluppo complessivo del sistema universitario rischia così di accompagnarsi ad una perdita di efficienza. Pensiamo, perciò, che l'autonomia universitaria vada governata sulla base di requisiti di qualità chiari e condivisi. Requisiti che dovranno regolare il sistema dei finanziamenti agli atenei affinché la loro vocazione a trasformarsi in un sistema universitario di massa non comprometta l'innovazione e l'eccellenza nella qualità della didattica e della ricerca.
Ci stiamo preparando ad un monitoraggio della qualità dei corsi di studio ed al controllo preventivo dell'adeguatezza delle risorse - docenti, attrezzature, aule, assistenza didattica - messe in campo dagli atenei. E abbiamo già aperto all'accesso libero degli studenti la nostra banca dati che consente un confronto trasparente tra università e singole facoltà quanto a numero di posti a sedere disponibili nelle aule, laboratori funzionanti in un ateneo, libri utilizzabili nelle biblioteche.
Al centro della nostra azione saranno infatti, sempre e comunque, gli studenti, i loro bisogni, i loro problemi, le loro aspirazioni. Nel delicato passaggio tra la scuola e l'università gli studenti sono soli. Noi dobbiamo aiutarli e accompagnarli nella scelta dell'università. Stiamo studiando modalità per rafforzare il pre-orientamento universitario nelle scuole. E pensiamo che sia necessario introdurre anche nelle università l'accreditamento del prodotto formativo e la certificazione della qualità dei servizi, così che gli studenti possano fare le proprie scelte sulla base di una chiara e completa informazione. Ma gli studenti sono soli anche dentro l'università. Dobbiamo affiancarli e sostenerli, con sistemi di tutoring organizzato, in modo continuativo lungo tutto il loro percorso di formazione superiore e aiutarli nella decisiva scelta del primo inserimento nel mondo del lavoro.
La storia del Politecnico di Milano è per noi ricca di insegnamenti. Fu questo Politecnico il precursore dell'autonomia universitaria, anticipando di 125 anni, sin dalla sua fondazione, la legge dello Stato che l'avrebbe un giorno sancita e resa norma universale. Un esempio, dunque, del rigore con il quale l'autonomia può diventare un'opportunità di eccellenza. E soprattutto un'opportunità per aprire l'università ad un rapporto stretto e produttivo con l'industria. Tanti sono i testimoni storici di questo rapporto: Eugenio Cantoni e l'industria tessile, Giuseppe Colombo e l'industria elettrica e poi Erba, Riva, Pirelli e Salmoiraghi. Senza naturalmente dimenticare Giulio Natta, che dalla sua cattedra di Chimica industriale al Politecnico di Milano ha scritto una memorabile pagina nella storia della scienza arrivando, grazie al sostegno determinante della Montecatini, a scoperte di grandissimo interesse industriale. Un Nobel della chimica al quale dobbiamo ancora oggi un senso profondo di gratitudine.
Il rafforzamento della ricerca in ambito universitario è oggi un'opportunità che va colta con tempestività di iniziative e lungimiranza politica. La nostra attenzione sarà rivolta a sostenere la presenza dell'Italia in alcuni settori ad alta tecnologia: biotecnologie, aeronautica, spazio, difesa, informatica, energia, telematica e scienza dei nuovi materiali. Pensiamo che si debba passare da un sistema di finanziamenti a pioggia ad un sistema mirato ed integrato che favorisca il formarsi di una "rete di eccellenze" universitarie. Concentreremo e monitoreremo i finanziamenti a nostra disposizione per quelle tipologie di ricerca che abbiano ricadute positive sul sistema produttivo. Ancora una volta l'esperienza fatta al Politecnico di Milano può servirci da utile indicazione. Dovremo puntare ad elevare in tutti gli atenei la capacità formativa dei docenti che saranno chiamati ad affiancare all'attività didattica una valida attività di ricerca, contribuendo in tal modo a diffondere nel Paese una cultura dell'innovazione e dello sviluppo ancor oggi troppo debole. Riducendo la dispersione di risorse, intendiamo anche perseguire l'obiettivo di un ringiovanimento della popolazione dei ricercatori, rapidamente invecchiata in questi anni, offrendo alle future generazioni di studenti motivazioni che possano rendere attrattivo e competitivo il nostro mercato. I risultati della ricerca realizzata nei laboratori universitari, come dimostra l'attività del Politecnico di Milano, dovranno, per esempio, essere valorizzati economicamente.
Questo progetto di rilancio della ricerca che ci vede impegnati con forte determinazione pone inevitabilmente il problema delle risorse e degli strumenti disponibili, che andranno progressivamente adeguati agli standard europei. Inoltre, potenzieremo nel comparto pubblico la funzione di committente della ricerca; semplificheremo le procedure di accesso ai fondi pubblici; velocizzeremo gli adempimenti burocratici. Ma tutto questo non potrà essere sufficiente per colmare i ritardi.
Il rapporto tra università pubblica e impresa privata è l'altro grande tema che ispirerà la nostra azione politica e programmatica. La ricerca può e deve essere "imprenditorializzata", come questo Politecnico è spesso riuscito a fare senza perdere la propria autonomia di indirizzo didattico e culturale. Non si tratta di rinunciare al ruolo di propulsore della ricerca e dell'innovazione che lo Stato ha sempre avuto in questo campo cedendo prerogative e funzioni a particolari interessi privati. Semmai, l'obiettivo deve essere quello di portare il capitale privato nelle strutture pubbliche. Pensiamo alla formazione di consorzi specialistici aventi la funzione di "incubatore" di progetti innovativi, in modo da facilitarne la valorizzazione industriale; consorzi che dovranno essere partecipati da università o enti pubblici, grandi aziende italiane e straniere, società di venture capital. Pensiamo alla formazione di distretti universitari high tech che sappiano promuovere un'aggregazione tra forze produttive di diversa natura. Pensiamo, in sostanza, a numerose iniziative che facilitino la nascita di un sistema integrato pubblico-privato di ricerca e sviluppo mediante collaborazioni, sinergie, trasferimenti di competenze e ricercatori.
Nella nostra azione, siamo ispirati da quanto il Politecnico di Milano ha già saputo fare in questa direzione.
Per esempio, nel rapporto che si è instaurato con le Fondazioni bancarie, alle quali abbiamo recentemente proposto modalità di intervento nel sistema educativo e formativo italiano che sembrano suscitare notevole interesse. Lo Stato può favorire un flusso di finanziamenti privati provenienti dalle Fondazioni e dalle imprese destinati a sostenere cattedre specifiche, borse di studio, alti studi per macro aree. Con la Fondazione Cariplo e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, il Politecnico intrattiene da tempo un rapporto utile di sostegno di progetti mirati, in particolare per quanto riguarda l'edilizia universitaria e la creazione di strutture per il trasferimento tecnologico alle piccole e medie imprese. Altri strumenti e modi possono essere riproposti dal modello del Politecnico di Milano su scala nazionale. La formazione di consorzi inter-universitari con finalità di ricerca e di consorzi con enti privati per attività di ricerca e di formazione; oppure, le convenzioni e gli accordi con altri atenei. Sappiamo quanti casi di successo ha in tal senso realizzato il vostro Politecnico e siamo pronti a mettere questa vostra esperienza a fattor comune per il Paese.
Questo ci sembra, tra l'altro, il modo migliore per allacciare un rapporto anche con il mondo della finanza. Siamo pronti ad integrare l'esperienza fatta sul campo da atenei come il vostro con idee nuove che in altri paesi stanno trovando applicazione con successo; per esempio, stiamo studiando la possibilità di incentivare la collaborazione tra università e investitori privati mediante agevolazioni fiscali per quei fondi d'investimento che associno dipartimenti universitari in qualità di partners stabili nello sviluppo degli start up. Ne risulteranno probabilmente favorite una maggiore mobilità dei ricercatori, l'inserimento del personale di ricerca in attività imprenditoriali e l'aspirazione degli studenti a creare nuove imprese.
In un nuovo rapporto tra pubblico e privato nell'università e nella ricerca, il ruolo dello Stato assume connotazioni nuove. Il ruolo del sistema statale dovrà in futuro essere soprattutto quello di stabilire le linee programmatiche e le priorità strategiche; di attrarre investimenti; di promuovere la meritocrazia negli istituti di ricerca e valutare i risultati. Lo scenario che abbiamo di fronte impone un orientamento del tutto nuovo nel modo di concepire il problema dell'istruzione e della formazione dei giovani così come il modello di progettazione e conduzione della ricerca. Proponiamo un'autentica svolta culturale e politica. L'università autonoma ma capace di garantire standard didattici di qualità elevata e la ricerca aperta alla collaborazione tra pubblico e privato sono le due condizioni fondamentali per realizzare questa svolta e per dare all'Italia una prospettiva concreta di crescita economica e di stabilità sociale.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
07 ottobre Attacco all’Afghanistan
Alle 18.30 (ora italiana) è cominciato il bombardamento da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna sull'Afghanistan: colpite Kabul, Kandahar e Jalalabad.
In Rete:
|
in Interlinea con... - La Pace e La Guerra a cura di Nadia Scardeoni
Si veda nel settore Cronologia - Settembre 2001 di Educazione&Scuola:
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
07 ottobre Referendum
Si svolge il 7 ottobre 2001 il referendum di modifica degli articoli 114-133 della Costituzione: partecipa al voto il 34% degli aventi diritto, 64,2% i SI.
Maggiori informazioni in Rete sulle pagine del Ministero dell'Interno.
Su Educazione&Scuola:
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
nota 6 ottobre 2001, Prot. n.15721
Interventi nelle aree depresse finanziati dal CIPE - annualità 2001. Iniziative dirette a favorire il raccordo tra formazione e mondo del lavoro. Progetti Pilota. Pubblicazione
Graduatoria
05 ottobre World Teachers' Day
Il 5 ottobre, organizzato dall'UNESCO e da Education International, si svolge l'8° World Teachers' Day dedicato a "Qualified Teachers for Quality Education".
Maggiori informazioni in rete all'URL: http://www.ei-ie.org/ei/5october/english/ewtdindex.html
decreto 4 ottobre 2001
Delega di particolari funzioni al Sottosegretario di Stato presso il Ministero
dell'istruzione, dell'università e della ricerca on. Guido Possa, a norma
dell'art. 10, comma 3 della legge n. 400 del 1988
decreto direttore generale 04 ottobre
2001
Bando Concorsi Personale Amministrativo Comparto Ministeri
circolare 4 ottobre 2001, n. 146
Contratti a tempo determinato e a tempo indeterminato del personale docente.
Anno scolastico 2001/2002
nota 4 ottobre 2001, Prot. 15442
Progetto Lingue 2000 - Chiarimenti modalità richieste di finanziamento da parte delle istituzioni
scolastiche
nota 3 ottobre 2001, Prot. n. 491
Trasformazione del rapporto di lavoro del personale ATA transitato dagli Enti
locali allo Stato titolare di rapporto di lavoro a tempo parziale
circolare 3 ottobre 2001, n.145
Articolo 37 del Contratto Collettivo
Nazionale Integrativo del comparto scuola del 31 agosto 1999. Funzioni
strumentali al piano dell’offerta formativa a.s. 2001/2002
03 - 26 ottobre Attività Sindacale
Proseguono gli incontri di ARAN e MIUR con le OOSS della Scuola:
Di seguito il verbale di conciliazione del 25 ottobre 2001:
Il giorno 25 ottobre 2001, alle ore 15,30 presso il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, sono ripresi i lavori, sospesi il giorno 19 ottobre u.s., relativi al tentativo di conciliazione e raffreddamento richiesto dalle Organizzazioni Sindacale CGIL-Scuola, CISL-Scuola, UIL-Scuola, SNALS-Confsal e Gilda-Unams che hanno proclamato lo stato di agitazione del personale della scuola chiedendo una modifica delle scelte riguardanti la scuola inserite nel disegno di legge Finanziaria 2002
Sono presenti per l’Amministrazione:
avv. Michele Dipace - Capo di Gabinetto;
avv. Daniela Salmini - Capo ufficio legislativo;
dott Nicola Rossi - Vice capo di Gabinetto;
dott. Pasquale Capo - Direttore Generale dell’Istruzione;
dott.ssa Maria Domenica Testa - Direttore Generale Servizio per gli Affari economico – finanziari
dott. Antonio Zucaro - Direttore Generale del Personale e della Scuola
Per le OO.SS.:
prof. Enrico Panini - Segretario Generale CGIL-Scuola;
prof.ssa; Daniela Culturani - Segretario Generale CISL-Scuola;
prof Massimo Di Menna - Segretario Generale UIL-Scuola;
prof. Fedele Ricciato - Segretario Generale SNALS-Confsal;
prof. Alessandro Ameli - Coordinatore Nazionale GILDA-UNAMS
L’Amministrazione ribadisce l’impegno del Governo sia a modificare gli articoli 9 e 13 in materia scolastica, sia ad escludere il personale docente ed amministrativo dall’articolo 20, comma 1, del disegno di legge "Finanziaria 2002". In particolare per quanto riguarda l’art 13 aggiunge che sono stati già presentati gli emendamenti al testo originario nella parte riguardante la sostituzione del personale docente della scuola secondaria limitandola a 15 giorni; l’introduzione della volontaria adesione ad accettare ore aggiuntive fino a 24 ore; la definizione degli organici basata anche sull'offerta formativa. Per quanto riguarda le modifiche agli artt. 9 e 20, l'Amministrazione sottolinea che esse dovrebbero rispettivamente comportare l’integrale recupero delle economie da impiegarsi per la valorizzazione professionale degli insegnanti e, in proporzione alla riduzione degli organici del personale ATA e l'esclusione dalla esternalizzazione dei servizi della scuola relativi all'area docente ed amministrativa Nel contempo l'Amministrazione fissa, per il 28 novembre p.v. l’avvio di un tavolo di confronto per la predisposizione di un piano quinquennale di risorse aggiuntive in favore della scuola, del quale un segnale significativo è il reperimento di un apposito stanziamento per l'autoaggiornamento dei docenti.
La Cisl - Scuola e la Uil - Scuola, sulla presentazione degli emendamenti da parte del Governo agli artt. 9, 13 e 20 della legge Finanziaria esprimono apprezzamento per quanto riguarda la materia scolastica e ritengono concluso positivamente il presente tentativo di conciliazione per la suddetta materia. Esprimono altresì soddisfazione per l’impegno del Ministro di aprire un confronto con le OO.SS. il giorno 28 novembre 2001 finalizzato alla predisposizione di un piano quinquennale di ulteriori investimenti nella scuola.
Rimane il giudizio negativo per l’esito dell'incontro svoltosi a Palazzo Chigi sulla verifica del differenziale inflattivo. Al riguardo attiveranno immediate azioni di lotta.
La Cgil - Scuola non considera risolti i problemi che hanno portato alla conferma dello sciopero. In particolare manca un piano pluriennale di investimenti a partire dal 2002; non ci sono le risorse per adeguare nel contratto 2002 - 2005 le retribuzioni ai parametri europei; non sono condivisibili le riformulazioni dell'art. 13 su organici, orario, supplenze nella secondaria, commissioni di esame. Gli interventi sul personale ATA sono gravissimi, si aggiungono al taglio di 20.000 posti di lavoro e alla mancata soluzione dei problemi del personale trasferito dagli Enti-Locali. Ai motivi già oggetto della proclamazione di sciopero si aggiunge la protesta per il taglio, in sede di assestamento del bilancio di 123 miliardi destinati al contratto integrativo 2001.
Lo Snals - Confsal dichiara che la proclamazione per il 15 ottobre 2001 dello stato di agitazione di tutto il personale della scuola originava da una valutazione negativa sui contenuti della Finanziaria 2002 che penalizzavano la scuola soprattutto riguardo agli artt. 9, 13 e 20. Sui punti predetti lo Snals ha ribadito la richiesta di modificare il disegno di legge che nella prima versione poteva rappresentare un attacco alla scuola. In particolare lo Snals ha chiesto che fossero apportati i necessari interventi correttivi sia sul piano finanziario che su quello normativo, per garantire l’indispensabile sviluppo dell’istruzione anche mediante la salvaguardia degli organici ed il reperimento di risorse da destinare ai contratti. In particolare le richieste riguardano la radicale riscrittura dell’art. 13, l’integrale reinvestimento delle economie di bilancio, il reperimento di risorse aggiuntive per docenti, dirigenti ed ATA, il rimborso per le spese di autoaggiornamento, le garanzie per la previsione di un piano pluriennale di breve - medio periodo per investimenti aggiuntivi nella scuola. Il testo emendato proposto in data odierna dal Governo ha recepito alcune delle nostre richieste irrinunciabili, prevedendo altresì precisi impegni politici in materia finanziaria. La totale riscrittura dell’art. 13, l'inserimento di un emendamento che destina 70 miliardi al rimborso delle spese di autoaggiornamento, l’impegno ad emendare l’art. 9 introducendo il totale reinvestimento di tutte le economie di spesa sia per il personale docente ed ATA, rappresentano obiettivi che lo Snals intendeva conseguire con la proclamazione dello stato di agitazione. Ad essi si aggiungono altri risultati di rilevanza sindacale: l’aver ottenuto l’impegno per la funzione docente ed educativa, nonché che i servizi amministrativi siano esclusi dagli interventi di esternalizzazione previsti dall’art. 20, rappresentano il pieno riconoscimento della specificità della scuola; l’impegno ad aprire il 28 novembre prossimo un tavolo di confronto per definire il tanto auspicato piano pluriennale di investimenti aggiuntivi per la scuola, costituisce una prima significativa risposta alle richieste dello Snals in materia.
Per questi motivi lo Snals considera concluso positivamente il tentativo di conciliazione tenutosi in data odierna e revoca pertanto lo stato di agitazione del personale.
La Gilda - Unams non concilia perché le risorse economiche previste in Finanziaria non sono sufficienti alla copertura necessaria ai rinnovi contrattuali ed al recupero del differenziale di inflazione. Inoltre non sono state recepite le modifiche richieste dalla Gilda - Unams ai commi 1, 4 e 7 dell’art. 13 della Finanziaria.
Alla luce di quanto precede, si assumono le seguenti conclusioni del presente tentativo di conciliazione nella materia scolastica:
la CISL-Scuola, la UIL-Scuola e lo SNALS-CONFSAL ritengono concluso positivamente il tentativo di conciliazione sulla materia oggetto del tavolo tecnico del Ministero. Per quanto riguarda invece le questioni aperte su altri tavoli governativi, la CISL-Scuola e la UIL-Scuola ribadiscono il giudizio negativo sulla verifica del differenziale inflattivo e al riguardo attiveranno immediate azioni di lotta. Lo SNALS-CONFSAL sulla medesima questione aperta sugli altri tavoli governativi si riferirà agli esiti della trattativa in corso tenuti dalla Confsal.
la CGIL-Scuola e la GILDA-Unams dichiarano che tale tentativo di conciliazione si è concluso negativamente.
Di seguito le tabelle relative ai nuovi stipendi dei dirigenti scolastici:
Tabella A
UNITA' 1998
Stipendio al 31.12.2000
IIS
Incrementi mensili dal 1.1.2001
STIPENDIO ANNUO AL 1.1.2001
per 12 mesi
13^ mensilità
per 13 mensilità
da 0 a 2
1
32.687.000
14.064.917
76.000
33.599.000
2.799.917
36.398.917
da 3 a 8
156
34.189.000
14.064.917
78.000
35.125.000
2.927.083
38.052.083
da 9 a 14
592
38.634.000
14.064.917
86.000
39.666.000
3.305.500
42.971.500
da 15 a 20
1.660
43.067.000
14.064.917
93.000
44.183.000
3.681.917
47.864.917
da 21 a 27
4.595
47.548.000
14.064.917
101.000
48.760.000
4.063.333
52.823.333
da 28 a 34
3.032
53.470.000
14.064.917
111.000
54.802.000
4.566.833
59.368.833
da 35
702
57.939.000
14.064.917
118.000
59.355.000
4.946.250
64.301.250
Tabella B
Stipendio annuo
36.398.917
Incremento annuo art. 40, comma 1
17.396.167
Conglobamento a carico del fondo art. 42
2.140.000
IIS (inclusa 13^ mensilità)
14.064.917
TOTALE
70.000.000
Di seguito il comunicato stampa del MIUR:
(Roma, 4 ottobre 2001) E' stato firmato presso il Ministero della Istruzione, Università e Ricerca l'accordo tra Amministrazione scolastica e CGIL, CISL, UIL e SNALS, relativamente alle "funzioni obiettivo" del personale docente per l'a.s. 2001-2002.
Le "funzioni obiettivo" sono strumentali all'attuazione del Piano dell'Offerta Formativa di ciascun istituto scolastico; si tratta di 58.296 funzioni , retribuite 3 milioni l'anno pari a 234 mld complessivi, che l'accordo regola e distribuisce su tutto il territorio nazionale.
Questo accordo si aggiunge a quello firmato tra l' ARAN e le Organizzazioni sindacali il 28 settembre u.s., che istituisce i profili professionali di Coordinatore amministrativo e Coordinatore tecnico per il personale amministrativo tecnico e ausiliario della scuola, profili in cui sono stati inquadrate le corrispondenti professionalità dei dipendenti passati dagli Enti .Locali. allo Stato. Si apre così la strada alla revisione dell'inquadramento professionale e della carriera di questo personale da realizzare con il prossimo Contratto 2002-2005.
Gli incontri con le Organizzazioni sindacali. proseguono per dare piena attuazione ad altri istituti previsti dal Contratto in vigore.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
03 - 19 ottobre Deleghe e Nomine MIUR
Il Consiglio dei Ministri, nel corso della seduta
del 18 ottobre, avvia la procedura di nomina di Giovanni Trainito a
Presidente dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema
dell’istruzione e nomina a componenti del relativo consiglio di
amministrazione di Giacomo Elias, Giuseppe Bertagna, Guido Fiegna e Antonio Augenti.
L'ex presidente Vertecchi ed il precedente Consiglio di amministrazione avevano
rassegnato le proprie dimissioni lo scorso
settembre.
Il Consiglio dei Ministri, nel corso della seduta del 12 ottobre, assegna la delega come viceministro a Guido Possa (vd. DM 04.10.01 e DPR 19.10.01) per la ricerca scientifica, tecnologica ed universitaria.
Con decreto ministeriale del 3 ottobre 2001 il ministro distribuisce le deleghe ai Sottosegretari di Stato:
al Sottosegretario on. Valentina Aprea sono state conferite le deleghe per:
al Sottosegretario dr. Stefano Caldoro sono state conferite le deleghe per:
al Sottosegretario sen. Maria Grazia Siliquini sono state conferite le deleghe per:
Per quanto riguarda il vice-ministro on. Guido Possa, la procedura di attribuzione delle deleghe, che riguardano la ricerca scientifica e la ricerca universitaria, sarà completa con la firma del decreto da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
02 - 30 ottobre Riforme
Il 2 ottobre Bertagna invia una lettera (che di seguito riportiamo in estratto) alle associazioni delle famiglie, alle riviste specializzate, alle OOSS della scuola, ed alla CRUI che conferma quanto anticipato a grandi linee lo scorso settembre da questa rivista:
(2 ottobre 2001) Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica, con decreto ministeriale n. 672 del 18 luglio 2001, ha istituito un Gruppo ristretto di lavoro presieduto da chi scrive, allo scopo "di svolgere una complessiva riflessione sull'intero sistema di istruzione e, nel contempo, di fornire concreti riscontri per un nuovo piano di attuazione della riforma degli ordinamenti scolastici, ovvero per eventuali modifiche da apportare alla legge 30 del 10 febbraio 2000.
Il Ministro, alla luce del suo discorso alle Commissioni parlamentari, ci ha chiesto di procedere a questa "complessiva riflessione" e ad una ipotesi di "un nuovo piano di attuazione della riforma degli ordinamenti scolastici" tenendo conto, per quanto possibile e se condivise, delle seguenti raccomandazioni:
- ribadire il principio che il sistema di istruzione e formazione del Paese è al servizio della società e del progresso economico, e solo se è primariamente al servizio della persona di ciascuno e mira al massimo sviluppo possibile delle capacità di tutti; in questa prospettiva va collocato l'obbligo di 12 anni di istruzione e/o di formazione per tutti;
- valorizzare ulteriormente il ruolo e la funzione educativi della scuola dell'infanzia valutando "se e in quale modo considerare la frequenza della scuola dell'infanzia triennale, che resta non obbligatoria e curricolarmente unitaria, come possibile credito ai fini del soddisfacimento di almeno un anno dei 12 di istruzione e/o formazione obbligatoria"; ciò anche allo scopo di non lasciare "minori" sul piano della qualità della formazione iniziale e della successiva carriera i docenti che insegnano in questo grado di scuola;
- ipotizzare un'articolazione unitaria della scuola dai 6 ai 14 anni che avvalori le specificità delle età evolutive della fanciullezza e della preadolescenza sul piano degli ordinamenti, del piano degli studi e dell'organizzazione del servizio; ciò significa promuovere, nella cornice ordinamentale della scuola primaria quinquennale e della scuola secondaria di I grado triennale, un piano degli studi unitario, continuo e progressivo organizzato in cicli biennali, dove si realizzi un più efficace raccordo tra l'ultimo anno della scuola primaria e il primo della secondaria di I grado e, nondimeno, tra l'ultimo biennio della scuola secondaria di I grado e gli studi liceali o professionali successivi, al fine di stimolare una spinta qualitativa verso l'alto dell'intero sistema di istruzione e di formazione;
- eliminare la cosiddetta "onda anomala" determinata dall'attuazione della legge 30 per i gravi problemi che essa solleva anzitutto sul piano educativo e metodologico, per gli alunni, le famiglie ed i docenti, e, in secondo luogo, a livello organizzativo, edilizio, finanziario, anche per lo Stato e gli Enti locali;
- progettare una scuola secondaria superiore di elevata qualità culturale ed educativa, prevedendo anche la possibilità di completarla con eventuali anni di specializzazione non universitaria;
- identificare la natura pedagogica, l'identità curricolare e la fisionomia istituzionale di un percorso graduale e continuo di Formazione professionale parallelo a quello scolastico ed universitario dai 14 ai 21 anni, con esso integrato a livello di funzioni di sistema e ad esso pari in dignità culturale ed educativa, abilitato a rilasciare tre titoli di studio riconosciuti sul territorio nazionale: qualifica professionale, diploma professionale secondario, diploma professionale superiore;
- predisporre piani di studio nazionali obbligatori che, mentre rispettano forma e sostanza dell'art. 8 del Dpr. 275 e delle altre leggi ordinarie e costituzionali in materia, consentano più di ora sia percorsi e completamenti personalizzati da parte delle famiglie e degli studenti, sia una maggiore verifica comparativa nazionale dei risultati;
- dar corso ai punti precedenti avvalorando l'autonomia delle istituzioni scolastiche e dei centri per la formazione professionale e facendo sempre prevalere, sia sul piano delle verifiche dell'apprendimento sia su quello del soddisfacimento dell'obbligo per tutti i giovani, di 12 anni di istruzione/formazione, i vincoli di risultato su quelli procedurali e di percorso;
- prevedere linee di formazione iniziale degli insegnanti in relazione ai cicli scolastici e di formazione professionale ipotizzati.
Il nostro Gruppo ristretto di lavoro, per adempiere al mandato ricevuto, sarebbe interessato a conoscere il vostro giudizio su tutte queste raccomandazioni oppure, a scelta, su alcune di esse. Più in particolare, domandiamo se avete già provveduto a definire orientamenti e proposte concrete di riforma degli orientamenti scolastici e della formazione professionale che tengano, in tutto o in parte, specificatamente conto dei vincoli che il Ministro ci ha chiesto di autenticare nella loro praticabilità e condivisibilità. E' gradita anche la declinazione operativa di eventuali ipotesi alternative che sarà cura del Gruppo esaminare e presentare al Ministro.
Sappiamo di chiedere uno sforzo non indifferente, ma le saremmo grati se potesse fornire risposta scritta alla nostra lettera entro e non oltre il 30 ottobre. [...]Giuseppe Bertagna
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
02 - 26 ottobre Mobilità AFAM
L'OM 30 luglio 2001 stabilisce il seguente calendario per i trasferimenti del personale docente e non docente delle Accademie e dei Conservatori di musica per il mese di ottobre:
Operazione | Data |
Rinuncia, reclami, rettifiche | 02 ottobre |
Pubblicazione dei trasferimenti | 16 ottobre |
Termine utile per la presentazione della domanda di utilizzazione temporanea | 26 ottobre |
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
Sul tema si veda la rubrica di Educazione&Scuola:
01 - 12 ottobre Accesso SSIS
L’accesso alle Scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario è regolamentato dal decreto MURST 2 luglio 2001.
Nel mese di ottobre la seconda tornata della prova scritta si svolge presso le sedi universitarie secondo il seguente calendario:
Indirizzo |
seconda tornata |
||
Lingue straniere |
1 |
ottobre |
2001 |
Scienze naturali |
4 |
ottobre |
2001 |
Fisico informatico matematico |
5 |
ottobre |
2001 |
Linguistico letterario |
8 |
ottobre |
2001 |
Scienze umane |
11 |
ottobre |
2001 |
Tecnologico |
12 |
ottobre |
2001 |
Sul tema si veda in Educazione&Scuola:
Nel settore Archivio di Educazione&Scuola:
direttiva 1 ottobre 2001, n. 143
Formazione e aggiornamento del personale della scuola. Esercizio finanziario
2001
circolare Funzione Pubblica 1 ottobre 2001, n. 8
(in GU 8 ottobre 2001, n. 234)
Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro
nota 1 ottobre 2001, Prot. n.2733
Utilizzazione delle graduatorie di circolo e di istituto D.M. 103/2001
nota 1 ottobre 2001, Prot. n.2685
Operazioni di avvio dell'anno scolastico. Ripartizione del contingente provinciale di assunzioni a tempo indeterminato di personale ATA a.s. 2001/2002